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Autore: LadyMaeve    14/01/2008    2 recensioni
Salve! Questa è la prima volta che decido di publicare una mia storia,e siccome la mia protagonista si chiama Erika, ho pensato che sarebbe stato carino farlo qui :)La mia protagonista è una ragazza che da un giorno all'altro, si ritrova a dover difendere il bene, con un compagno un pò speciale. Ho già qualche capitolo pronto,e se vi piace la continuerò volentieri ^.^ Ero indecisa su dove metterla, perchè in effetti ci sono degli elementi che potrebbero categorizzarla come fanfic, ma siccome il 90% dei personaggi sono inventati da me, per ora la metto qui,sperando che si possa spostare in seguito se ho fatto un'errore...beh, che dire, Buona Lettura, spero vi piaccia :) Ah se trovate errori di qualunque genere (specie di rating o genere, vi prego segnalatemelo! Grazie.)
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La sveglia suonò prestissimo quella mattina, ma Erika era sveglia già da un po’.

Si alzò, si vestì e scese a fare colazione, salì in macchina e arrivò al parcheggio del college in perfetto orario.

- Buongiorno!

Erika sospirò:

- Ciao Betty!

- Ho saputo di ieri sera!! Della rissa a casa di Lynn! Sei stata coraggiosissima, tutto il college non fa altro che parlare di te!

- Beh, ho solo chiamato i soccorsi e i miei genitori, tutto qui. Sai come sta Micheal?

- La professoressa Torrin dice che si rimetterà, ha subito un trauma cranico, ma non è niente di grave.

- Menomale…

Si avviarono verso l’aula e Betty cambiò argomento con la velocità di un razzo:

- Sai cos’altro mi ha detto la prof?

- No, spara!

- C’è un ragazzo nuovo nella nostra classe.

Erika sentì lo stomaco contrarsi, no, non era stato un sogno, era tutto vero.

- Ah, davvero??

- Si!!! Non è fantastico??La prof mi ha detto che si chiama  Adrian Faber, e che si è trasferito qui dall’Inghilterra!

- Wow! Lo hai già incontrato?

- No, purtroppo no, non l’ha incrociato nessuno, probabilmente è in sala professori per le ultime scartoffie.

Entrarono in aula, ed Erika notò subito il banco in più, messo lì apposta per Adrian, sospirò, e cercò di calmarsi.

Quando la Professoressa Torrin entrò in aula, Erika vide Adrian aspettare sulla soglia della classe, nascosto dallo stipite.

- Ragazzi, un momento di silenzio per favore, come sicuramente già sapete, da oggi avrete un nuovo compagno di classe, si è trasferito qui dall’Inghilterra un paio di settimane fa, spero che voi siate cordiali e gentili con lui, ma so già che lo sarete, quindi…

La professoressa fece un cenno ad Adrian, ed Erika sentì le ragazze sbavargli addosso, scosse la testa.

Adrian indossava un jeans chiaro, scarpe da ginnastica e una maglia rosso scuro a maniche corte, molto attillata.

- Ragazzi, lui è Adrian Faber, il vostro nuovo compagno di classe.

Dall’aula si alzò un “Benvenuto” generale, ma Erika non disse nulla, lo guardava e lui ricambiava il suo sguardo. Betty non tardò ad accorgersi dell’intesa.

- Grazie, per il benvenuto, spero ci troveremo bene assieme!

La professoressa indicò ad Adrian il suo posto, e la lezione iniziò.

 

Durante i dieci minuti di spacco, Adrian si alzò, e andò a sedersi vicino ad Erika, tutti gli sguardi della classe erano su di loro.

- Ciao, dormito bene??

Erika lo guardò:

- Eh?

Poi aggiunse sottovoce:

- Non credi che prima dovresti presentarti? Io e te non ci conosciamo ancora Adrian…

Adrian sorrise, ad Erika era mancato il suo sorriso:

- Hai ragione…scusa…

Erika annuì.

- Come ti senti?

La ragazza lo guardò:

- Un po’ scossa…ma sopravvivrò…

Adrian sorrise ancora:

- Oh, ti assicuro che lo farai…

Erika accennò col capo ai suoi vestiti:

- Oggi il caldo lo soffri?

Adrian rise e la sua risata riempì l’aula, Erika arrossì e si guardò in giro, perfetto, Bruce li stava guardando, proprio l’ultima persona che Erika avrebbe voluto mettere in mezzo.

- Si, oggi si, ma ti spiego a pranzo, Erika mi stai ascoltando?

Erika guardò Bruce avvicinarsi, e si posò una mano sulla fronte…perfetto.

- Ehi, tipo nuovo, Mettiamo le cose in chiaro, questa è la mia ragazza!

Erika sbatté le mani sul banco, e si alzò di scatto.

- No, Bruce, la tua EX ragazza, sono stufa marcia di ripeterti che è finita fra noi, ok?? Mettitelo in testa, è finita, FI-NI-TA!

Bruce rise senza ascoltarla:

- Tu sei mia baby, qualunque cosa tu possa dire, oramai mi appartieni!

Adrian si alzò:

- Le persone non sono oggetti, non appartengono a nessuno, Bruce.

Adrian scandì il suo nome con una velatura di minaccia, l’ultima cosa che Erika voleva era che quei due finissero a litigare.

- Ma sentilo quello nuovo, chi credi essere? In questa classe, comando io, chiaro??

Adrian rise:

- Wow, abbiamo un maschio dominante, credi di essere in una giungla? Da un paio di anni siamo governati dalla Democrazia, ma forse non sai nemmeno cos’è…

Erika si voltò verso Adrian:

- Adrian, per favore, lascia stare, non voglio guai…

Adrian, la guardò, e sorrise:

- Non preoccuparti, io e Bruce stiamo solo parlando…

Bruce per tutta risposta, sorpassò Erika e gli diede uno spintone, facendolo finire contro il banco opposto.

Adrian sospirò:

- Non vuoi batterti con me, Bruce, lascia stare

- Oh si che voglio battermi, pivello, a ora di pranzo, nel prato del college, se sei un uomo, fatti vivo!

Adrian lo guardò alzando un sopracciglio:

- Temo di essere impegnato ad ora di pranzo, mi spiace.

Bruce rise:

- Impegnato?? Ragazzi avete sentito?? Il pivello, è stato sfidato, e dice che è impegnato!!!

 Tutta la classe rise, Erika si mise in mezzo:

- Bruce, smettila!

- Zitta tu!

Adrian si rabbuiò:

- Non parlarle in quel tono!

- Ohhhhhh il pivello ha una cotta per Erika!! Ma guarda un po’, ci hai parlato per tre minuti, e già ne sei innamorato? Bene, facciamo così…

Bruce prese Erika al collo, quasi soffocandola e le mise una mano sotto la maglietta.

Adrian come un fulmine, fu al fianco di Bruce e gli premette due dita sulla spalla, il ragazzo gemette e si inginocchiò a terra, permettendo ad Adrian di tirare a sé Erika:

- Facciamo che la smetti di rompere se non vuoi che ti faccia male sul serio, eh Bruce? Tu lasci in pace Erika e me, e io non ti spezzo il collo, sono stato chiaro??

Bruce era quasi in lacrime dal dolore, e riuscì ad annuire.

Adrian lasciò andare Bruce, appena in tempo, perché la professoressa era appena entrata.

 

Ad ora di pranzo, Adrian si avvicinò di nuovo ad Erika sorridendo:

- Andiamo?

Erika annuì e si avviò al suo fianco:

- Che hai fatto a Bruce prima?

Adrian la guardò:

- Non ho usato il potere, se è questo che temi, so difendermi benissimo anche senza, e inoltre, è contro i miei principi usarlo contro quelli che non hanno come difendersi.

Erika gli sorrise, ma il suo sorriso si spense quando Adrian le chiese:

- Parlami di lui.

Sospirando, iniziò a raccontare:

- Siamo stati insieme per due mesi, l’ho lasciato quando ha cercato di farmi andare a letto con lui con la forza.

Adrian si fermò:

- Ha tentato di violentarti?

Erika abbassò gli occhi:

- No, voleva costringermi a farlo, ma io non ho voluto, e sono scappata via.

Adrian scosse la testa:

- Erika, non importa come la metti, è sempre violenza!! Brutto figlio di…

- Adrian, per favore…non voglio più pensarci

Il ragazzo la guardò, chiedendosi come avesse fatto a restare nella stessa classe con lui, per così tanto tempo.

Le mise un braccio attorno alle spalle:

- Ora ci sono io qui.

Erika sorrise.

 

Si sedettero sotto un albero nella zona pranzo del prato, e Erika fece tantissime domande ad Adrian, e lui rispose, senza mai perdere la pazienza, le spiegò che aveva bisogno di esercizio per risvegliare i suoi poteri, e che avrebbero iniziato quello stesso giorno.

- C’è un’altra cosa…

- Dimmi pure.

Disse lui addentando il panino.

- Da un po’ di notti ho dei strani sogni, assomigliano più a delle visioni, non mi fanno dormire, ma non riesco a capire di cosa trattano.

Adrian sorrise:

- E’ il potere che inizia a svegliarsi, quando ti succede, respira profondamente e concentrati, scompariranno da sole.

- Concentrarmi su cosa?

- Sul nulla, su te stessa, su un vaso di fiori, su qualunque cosa tu voglia, l’importante è concentrarti.

Erika annuì.

Poi gli chiese:

- Chi ti ha mandato qui? Da me…ora?

- Nessuno in particolare, cioè, ci sarebbe Dennis, che è il nostro contatto diretto con le forze del bene, ma non volevano che ci incontrassimo.

- Che intendi?

- E’ uno dei tanti errori che il bene commette, il libero arbitrio, secondo loro; io parlo di lasciare i loro guerrieri nelle mani del male, ma non mi vogliono credere, vedi, se fosse dipeso da loro avresti dovuto scoprire da sola i tuoi poteri, e capire da sola che eri destinata a servire il bene, svilupparli da sola e distinguere bene e male sempre senza l’aiuto di nessuno, io ho fatto così, e credimi, è stata molto dura. Per questo ho deciso di raggiungerti e darti una mano.

Erika sgranò gli occhi:

- Quindi sei qui disobbedendo al volere dei Capi?

Adrian rise:

- Beh, effettivamente tu non lo sai ancora, ma io sono il ribelle del reparto.

Erika lo guardò:

- Che intendi per ribelle?

Adrian rise ancora:

- Beh, in cento anni, ho dato più problemi io alle forze del bene, che nemmeno il male, loro hanno delle regole precise, ma la maggior parte, sono stupide e inutili, lo scoprirai col tempo,penso che non mi abbiano cacciato, perché sono potente, e so fare il mio lavoro.

- E se ti mandano via da me?

- Oh, non lo faranno, oramai siamo insieme, stai tranquilla.

Erika stava per aggiungere altro, ma Bruce afferrò Adrian per il colletto e lo spinse al centro del prato.

Erika cercò di raggiungerlo, ma un ragazzo molto più grande di lei, la trattenne, spingendola poi in mezzo al prato, dove Bruce stava raggiungendo Adrian, e dove una folla di ragazzi curiosi si stava ammassando per godersi la rissa.

 

Adrian sospirò prima di alzarsi, e rassettarsi, Bruce gli stava  davanti, e si stava massaggiando le nocche, come per sottolineare la sua volontà di combattere:

- Ti avevo avvertito Pivello…me l’avresti pagata…Erika è mia!

Adrian scosse la testa:

- Vuoi proprio prenderle Bruce?

- Prima mi hai preso di sorpresa, non capiterà più!

- Ehi ragazzo nuovo! Non ti conviene metterti contro Bruce, è il ragazzo più popolare delle scuola, nonché campione della squadra di Football!!

Una ragazzina bionda,palesemente innamorata di Bruce aveva urlato l’avvertimento verso Adrian, che sorrise:

- Stavo pranzando, posso sapere cosa diavolo vuoi?

Bruce rise:

- Voglio vendetta per quello che hai fatto in classe, e inoltre, Erika è la mia ragazza, e nessuno ci pranza assieme a parte me, la aspettavo al nostro tavolo e tu le hai impedito di venire.

Adrian stava iniziando ad arrabbiarsi:

- Ok, va bene, prima cosa, lei ti ha lasciato, e se non l’hai capito brutto bastardo, ti ha lasciato perché hai cercato di violentarla,secondo, lei non ti appartiene, è libera di pranzare con chi vuole, e se devo farti per forza uscire il sangue dal naso per fartelo capire, amen, tutti quanti qui sono testimoni che la rissa l’hai iniziata tu, e che io ho tentato di evitarla.

Bruce non gli permise nemmeno di finire la frase, si lanciò verso di lui urlando, con i pugni protesi in avanti, Adrian lo schivò facilmente, ma non lo colpì.

Erika si rese conto che quello ad essere in pericolo, era Bruce, nonostante Adrian non stesse usando i poteri, era dieci volte più veloce di lui, e questa era una cosa che lei non sapeva spiegarsi.

Bruce non si perse d’animo, e si lanciò di nuovo all’attacco, anche questa volta, Adrian scartò di lato,evitandolo.

Bruce stava iniziando ad arrabbiarsi seriamente, non capiva come facesse ad essere così veloce, lui dopotutto era il campione imbattuto della scuola in qualunque sport avesse frequentato.

Prese fiato, e si rialzò, solo per poi ripiegarsi di nuovo e dargli la carica urlando.

Come i primi due, anche il terzo tentativo fallì, Adrian lo evitò ancora:

- Ti sei stancato, o giochiamo alla corrida per tutto il pomeriggio? Abbiamo lezione fra poco e vorrei finire il mio pranzo, se non ti spiace.

Bruce era furente, sentiva il sangue andargli al cervello per la rabbia, e l’unica cosa a cui riusciva a pensare era spaccare quel bel muso che il suo avversario si ritrovava:

- Combatti codardo!!!

Urlò e si gettò di nuovo alla carica, come un toro impazzito.

Mentre l’altro ragazzo tratteneva a stento la rabbia, se c’era una cosa che destava era essere chiamato codardo, e quel bulletto lo stava davvero irritando.

Adrian stavolta non si mosse, ma gli mise una mano sulla spalla, e fece pressione, mandando Bruce a terra, sfruttando la forza della sua stessa rincorsa.

Il ragazzo si ritrovò con la schiena a terra senza nemmeno sapere perché.

- Va bene Bruce, se proprio hai voglia di finire in infermeria, accomodati pure, mi hai stancato, sei solo uno stupido mulo, e se proprio l’unico modo per farti capire che devi lasciarmi in pace, è con le mani, pazienza! Non dire che non ti ho avvertito!

Erika sempre trattenuta da uno degli amici di Bruce, si dimenava per liberarsi, non voleva che Adrian finisse nei guai.

Cercò di pensare più in fretta che poteva, ma non le venne in mente nulla, e così presa dalla disperazione, pestò un piede al suo carceriere, che preso di sorpresa la lasciò andare per massaggiarsi il piede ferito, Erika finalmente libera, corse fra le persone radunate ad assistere, accelerando la corsa più che poté quando si ritrovò finalmente libera dalla folla.

Corse verso Adrian, e gli strinse le braccia:

- Non farlo, non ne vale la pena!!

Adrian sorrise:

- Non gli farò del male - si fece serio - almeno non gliene farò quanto vorrei fargliene.

Erika non capì subito cosa intendesse il ragazzo, ma scosse la testa:

- Finirai tu nei guai, fidati, tutta questa gente dirà che è stata colpa tua, e il preside crederà a loro, non reagire.

Bruce attaccò di nuovo, ma stavolta Adrian gli lanciò solo un’occhiata, poi avvolse un braccio attorno alle spalle di Erika, si voltò e se ne andò, lasciando Bruce da solo sull’erba del prato.

Il ragazzo restò lì fermo,per la sorpresa, poi li rincorse, e mise una mano sulla spalla di Adrian, preparandosi a colpirlo.

Adrian si girò, e gli fermò il pugno con la mano, con una velocità sorprendente, Erika poi lo sentì parlare con una voce non sua:

- Lasciaci in pace…Chiaro??

Bruce, in trans annuì e se ne andò.

 

- Mi spiace Erika, non volevo usare il mio potere, ma o così, o gli mettevo davvero le mani addosso.

Erika scosse la testa:

- Va bene così, se l’è cercata!

 

- Ci vediamo fra un’oretta allora?

- Si, certo, passo a prenderti a casa, andiamo con la mia macchina.

- Va bene, a dopo allora!”

Adrian annuì:

- A dopo Erika!

Le passò una mano a scompigliarle i capelli, e si allontanò dalla macchina.

Erika mise in moto e tornò a casa, aveva bisogno di una doccia, e di cambiarsi.

 

- Erika?? C’è qui un tuo amico!! Sbrigati a scendere!!!

Erika si affacciò dalle scale e urlò:

- Arrivo!!

La signora, si avvicinò ad Adrian:

- Mi dispiace, è sempre in ritardo!

Adrian sorrise:

- Non si preoccupi, sono io che sono arrivato in anticipo.

- Posso offrirti qualcosa?

- Oh, no, la ringrazio, sto bene così,

In quel momento, la sdraio in giardino si ribaltò, e la signora lanciando un urlo corse fuori, Adrian la seguì corredo:

- Mary!!! Mary!! Oddio come pesa!!

- Lasci, l’aiuto io!

Adrian alzò la sdraio, e la bambina bionda, finita sotto di essa, iniziò a piangere, la madre la sollevò in mezzo secondo, e la strinse fra le braccia, mentre il ragazzo rimetteva la sdraio a posto.

- Sta bene??

La Signora annuì.

- Si, si è solo spaventata, grazie mille!

- Ma si figuri, non ho fatto niente, come ha fatto a tirarsela addosso?

La madre di Erika si guardò in giro:

- James!! Thomas!!! Dove diavolo siete! Venite subito qui!

Urlò poi diretta a nessun punto in particolare.

Adrian vide due gemelli avvicinarsi con sguardo colpevole alla loro madre, e non poté trattenere un sorriso.

- Che è successo??

Uno dei due alzò le spalle:

- Giocavamo ai pirati…

La madre alzò un sopracciglio:

- E??

Sempre lo stesso bambino continuò incerto:

- E la nave è affondata…

L’altro intervenne in tutta fretta:

- Non è colpa nostra, ci hanno attaccati!! E’ stata Mary a dire che voleva fare la Sirenetta!!!

Mary pianse ancora:

- Ma lolo volevamo me mosso!!!

Il secondo bambino la rimproverò:

- Non potevi essere il capitano!! Siamo già noi i capitani!!

L’altro aggiunse:

- Si, ci serviva un mozzo!!!

La madre sbuffò e scosse la testa:

- Potevate farle male! Filate in camera vostra! Subito!!

- Ma mamma….

- Niente MA!! Ora!

I due ragazzini a testa bassa entrarono in casa, seguiti dalla madre, e dal ragazzo.

- Accomodati, Erika ne avrà per molto temo…

Adrian rise:

- Grazie!

- Sei un suo compagno di scuola?

- Si, frequentiamo la stessa classe.

La Signora si fece sospettosa:

- Sei un amico di Bruce?

Adrian scosse la testa:

- No, assolutamente, sono nuovo, Erika è stata tanto gentile da offrirsi di farmi da guida per conoscere la città, e io per ricambiare mi sono offerto di passarla a prendere.

- Ti sei appena trasferito?

- Si, l’altro giorno, dall’Inghilterra

- Posso chiedere come mai?

- I miei genitori avevano comprato una casa qui, e quando sono morti, ho voluto cambiare aria, per ricominciare a vivere, sono l’unico erede, e mi giravano tutti intorno, così ho deciso di trasferirmi qui, e iniziare una nuova vita.

- Oddio mi dispiace, così giovane e già tutto solo…

- Abito col mio tutore, è una persona fidata, mi aiuta a gestire l’eredità, e mi fa da zio, per così dire”

- Spero ti troverai bene qui!

Adrian sorrise:

- Ne sono sicuro.

 

- Eccomi!!

- Erika! Finalmente!!

La madre la rimproverò con lo sguardo:

- Scusa, ho fatto tardi!

Adrian sorrise:

- Non preoccuparti,sei pronta?

Erika annuì:

- Perfetto, andiamo allora, Grazie per la compagnia Signora Grandet, è stato un piacere conoscerla

- Ma figurati, il piacere è stato mio!

Uscirono, e Erika fissò Adrian:

- Che c’è?

Chiese lui, lei sorrise:

- Hai fatto colpo su mio madre!

Lui rise:

- Si, piaccio molto alle mamme.

Le aprì la portiera dal lato passeggero e la fece accomodare in macchina sorridendo.

  
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