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Autore: beamartewall4e    01/07/2013    4 recensioni
-Ehi, ciao- dice una voce riportandomi al pianeta terra. Alzo lo sguardo e vedo che sopra la mia testa c'è un ombrello rosso tenuto in mano da un individuo.
-Ci conosciamo?- rispondo io guardandomi le scarpe.
-Be' non proprio, andiamo alla stessa scuola e siamo nello stesso corridoio!-
-Ah, può darsi- dico scostandomi dal viso un ricciolo nero.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Piove. Perché deve sempre piovere quando sono di buon umore? Già, perché la pioggia, in qualsiasi momento della giornata, mi mette addosso la tristezza. Vedere tutte quelle gocce che cadono dal cielo mi fanno ricordare tutte quelle volte in cui avevo pianto, avevo sofferto, mi ero lasciata andare pensando che mai sarei riuscita a smettere di piangere.

Le goccioline scivolano e si rincorrono sul finestrino dell'autobus. Proprio oggi che avevo voglia di sorridere al mondo intero e invece sono qui a deprimermi schiacciata contro al vetro con lo zaino sulle ginocchia, la musica nelle orecchie e lo sguardo che vaga fuori nel cielo grigio senza una precisa destinazione.

L'autobus si ferma. La fermata dista dieci minuti dalla scuola e naturalmente mi sono dimenticata l'ombrello. Incomincio a camminare infradiciandomi subito e maledicendomi perché ho messo le All Star bucate e mi sto bagnando tutti i piedi, mi sto bagnando i capelli e sarò ancora più impresentabile del solito, non ho fatto colazione perché non avevo messo la sveglia e mio padre non mi ha svegliato e... Ok la pianto, altrimenti sto qui fino a domani mattina a elencare i motivi per cui mi sto maledicendo.

Una macchina passa a tutta velocità e mi bagna ancora di più di quanto già non sia, cavolo ma tutte a me capitano naturalmente...

Sono così assorta nei miei pensieri che non mi accorgo che sopra la mia testa non cade più la pioggia.

-Ehi, ciao- dice una voce riportandomi al pianeta terra. Alzo lo sguardo e vedo che sopra la mia testa c'è un ombrello rosso tenuto in mano da un individuo.

-Ci conosciamo?- rispondo io guardandomi le scarpe.

-Be' non proprio, andiamo alla stessa scuola e siamo nello stesso corridoio!-

-Ah, può darsi- dico scostandomi dal viso un ricciolo nero.

-Sempre così eloquente?-

-Sempre così simpatico?- ribatto io

-Scusa non volevo mica offenderti...- dice quello sorridendomi

-No, scusa tu, è che sono un po' di cattivo umore, è colpa della pioggia perché...- e lascio a metà la frase perché non me la sento di concluderla, ma naturalmente il mio interlocutore, di cui non so nemmeno il nome non si fa scrupoli.

-Perché...-

-Perché... stava piovendo tutte le volte in cui mi sono successe le cose più brutte della mia vita, perché stava piovendo quando... quando mia madre è morta...-. All'improvviso il suo sorriso smagliante si spegne e mi guarda come se volesse cancellare tutto quello che ha appena detto.

-Scusa, io non volevo... io...-

-Non importa, forse è il momento di smettere di pensarci e di godersi la vita, no?-. Non so da dove mi sia venuto questo improvviso coraggio, non avevo mai rivelato a nessuno il motivo per cui la pioggia mi metteva di mal umore, avevo avuto sempre paura a dirlo perché temevo che le altre persone potessero ridere e giudicarmi male, ma c'era qualcosa nei suoi occhi che mi dava coraggio, che mi aveva fatto capire che di lui potevo fidarmi, che non lo avrebbe mai raccontato a nessuno.

-Ehi- dissi sforzandomi di sorridere -non ti devi preoccupare, non potevi saperlo... sei il primo a cui lo dico, sai?- aggiunsi poi per tirarlo su di morale.

-E perché l'hai detto proprio a me?-

-Non lo so, perché ho capito che di te potevo fidarmi, credo...- Lui non risponde e continua ad andare avanti, poi, dopo qualche altro passo, si ferma e si gira verso di me. Mi accorgo di questa sua improvvisa azione quando lui si avvicina al mio viso con il suo. Aspetta un attimo, non stiamo esagerando? Mi chiedo mentre comincio a sentire il suo respiro accelerato sulle labbra. Anche io mi avvicino a lui senza sapere bene il perché. Le nostre labbra stanno per sfiorarsi quando... DRIIIIIIN.

Ci separiamo di colpo l'uno dall'altra e ci allontaniamo verso le rispettive classi senza mai guardarci negli occhi.

 

 

***

 

-E tu che cosa hai fatto?- mi chiede la mia migliore amica.

-Che cosa volevi che facessi?- le chiedo come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

-A ricreazione mi fai vedere chi è OK?-. Annuisco sperando che in questo modo la discussione cada, ma naturalmente non succede e Giulia arriva al punto critico.

-Come hai detto che si chiama?-

-ehm... non lo so...- ammetto arrossendo vistosamente

-Cioè tu vuoi dirmi che hai quasi baciato un tipo senza neanche saper come si chiama?-

-Be' sì e poi non l'ho quasi baciato, è lui che ha quasi baciato me-

-Cambia qualcosa?-

-Sì... credo...- sono confusa perché all'improvviso mi sembra che anche io lo avessi quasi baciato perché volevo farlo, ma lo risparmiai alle orecchie di Giulia.

-Credi o sei sicura?-

-Che cavolo, la puoi piantare, non è che così tu mi aiuti- rispondo seccata e riprendo a seguire la lezione.

-Non ci credo- continua lei imperterrita -Pur di non parlarne ti metti a fare matematica...!-

Le mandò un bacio con la mano e sorrido all'espressione seccata della mia amica, rendendomi conto che mi sta tornando il buon umore, cosa che non mi succedeva da una vita in un giorno di pioggia.

 

 

-Ecco, è quello lì!- dico a Giulia indicandolo -quello alto con i capelli riccioli e castani-

-Mi prendi in giro? Quello lì ti ha quasi baciata? Quello gnocco lì?-

-ehi guarda che così mi offendo, stai insinuando che uno del genere non possa invaghirsi di una del genere?- dico indicandomi e scoppiando a ridere come una scema

-Sta arrivando, Chicca, riprenditi, sembri un'idiota, piantala di ridere-

-Ehi- incomincia lui -l'acqua ti ha dato alla testa ho ridi sempre così?-

-Be'... non saprei- e riprendo a ridere ancora più forte di prima

-be' chiamami quando hai finito di ridere, ti devo parlare-. E si incammina. Aspetta devo registrare il messaggio mi dico come se potesse sentirmi.

-Aspetta...mh com'è che ti chiami, non me l'hai nemmeno detto-

-Andrea- sento dirgli mentre torna indietro.-Tu?-

-Chiara- dico fissandolo negli occhi azzurrri con i miei occhi verdi.

-Bene Chiara- dice calcando sul mio nome come se fosse quello di un extra terrestre, ma mentre sta per parlare suona di nuovo la campanella. Dio quanto la odio, stupida campana. Lui mi fa l'occhiolino e mi sussurra -Dopo davanti a scuola, vedi di essere sola...- e se ne va lasciandomi imbambolata nel mezzo del corridoio.





Bea nell'angolo
è solo una storia di due capitoli, ma avevo voglia di scriverla.
spero vi sia piaciuto il primo capitolo. lasciate tante recensioni
Bea :)
 

  
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