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Autore: Evil_Regal    01/07/2013    2 recensioni
Sono una hookedqueen quindi non poteva mancare una storia su Hook e Regina.
Spero vi piaccia c:
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi l’avrebbe mai detto che Regina,Emma,Mary Margaret,David,Uncino e il Sr Gold,tutti acerrimi nemici,un giorno sarebbero salpati su una stessa nave,tutti insieme alla ricerca di qualcuno o qualcosa troppo importante per tutti?Alla ricerca di Henry.?Emma e Regina avrebbero collaborato per trovare il loro bambino,sano e salvo e per portarlo al sicuro. Mary Margaret e David avrebbero messo da parte il passato burrascoso con Regina, per trovare il loro nipotino che a sua volta avrebbe reso Emma di nuovo felice. E Uncino non avrebbe tentato di uccidere Gold,no non l’avrebbe fatto. E perché? Perché aveva capito che la vendetta non ti porta a niente,ti lascia lì,solo,senza niente,con un vuoto dentro che anche la più bella delle cose non avrebbe mai potuto colmare. E forse anche Regina lo stava capendo. Stava capendo che la corsa verso la vendetta non era altro che la corsa verso la consapevolezza di perdere l’unico amore della sua vita…Henry. Questo non significava che avrebbe smesso di essere se stessa. Se per ritrovare Henry avrebbe dovuto essere La Regina Cattiva,l’avrebbe fatto…senza alcun dubbio,ma di certo non si sarebbe alzata dal suo letto scomodo nella stiva della nave e avrebbe ucciso tutti. No,quello no,nemmeno la sua cellula più cattiva l’avrebbe fatto. Tutto quello che voleva era dimostrare a suo figlio che era cambiata,che non era tardi per lei per essere migliore.
Era tarda notte,dormivano tutti ma nella mente di Regina si stava facendo spazio un incubo. Lo stesso incubo di tutte le notti da quando Henry era scomparso.Sognava di essere sola,dispersa in una dimensione parallela,scura,oscura,triste e dolorosa.E sentiva Henry urlare.E correva,correva disperatamente alla ricerca di quella voce che le rompeva i timpani,che le entrava fino a dentro le ossa procurandole un dolore allucinante al cuore.Piangeva,piangeva disperatamente mentre cercava Henry, e tutte le notti il sogno terminava alla stessa maniera. Una spiaggia,rilassante. Un posto completamente diverso da quello in cui il sogno aveva inizio. Una spiaggia serena e appagante,ma forse più dolorosa di quel buco nero. Camminava lentamente su quella sabbia sottile e secca e ogni notte da lontano sulla riva vedeva Henry,morto. E correva,correva fino a sentire i muscoli bruciare e il fiato mancare. Urlava il suo nome a squarciagola,ma non arrivava mai,correva invano senza riuscire a raggiungere Henry,e poi si svegliava. Finiva così,con una corsa infinita verso qualcuno di irraggiungibile. Si svegliava e si alzava di scatto piangendo,tutta sudata e ansimante. Ogni  volta che si svegliava voleva vedere Henry,voleva abbracciarlo e baciarlo,proprio come faceva quando era piccolo. Ma si rendeva conto che non poteva,che Henry non c’era e che in quei momenti così oscuri e tristi con sé aveva solo il cuscino da stringere e dei ricordi da richiamare alla mente. Quella notte però ci fu qualcosa di diverso,o meglio qualcuno. Si svegliò,senza piangere o ansimare. Sentì una mano calda accarezzarle la fronte e i capelli. Aprì gli occhi e si perse in uno sguardo azzurro,profondo e incredibilmente dolce e attento.Attento a farla calmare,a farla rilassare. Sentiva dei sonori “shhh,sono qui.Va tutto bene.” arrivare alle sue orecchie,mentre le sue guance da ghiacciate,diventavano calde e soffici al tocco di quella mano così delicata. Lo guardò,sorpresa e stupita. Ma stava bene,da giorni non si sentiva così protetta,così amata,così rilassata. Senza neanche accorgersene riprese sonno e non ci fu Henry,non ci fu nessuna spiaggia,nessun dolore,nessun posto oscuro e triste.Per la prima volta da giorni non fece quell’orrendo incubo che le rendeva le notti impossibili. Si svegliò verso l’alba ma al suo risveglio non ritrovò quegli occhi a tranquillizzarla,non ritrovò quella mano ad accarezzarla e a sfiorarle i capelli. Si rese conto che dormivano ancora tutti,così cautamente uscì fuori. Si accorse,una volta salita,che non proprio tutti dormivano. Il sole era ancora basso,stava nascendo e si accorse che quegli stessi occhi che stanotte l’avevano aiutata a scacciare via l’incubo,stavano riflettendo la meravigliosa luce del sole. Ma né lei si avvicinò a lui per ringraziarlo,ne lui si avvicinò a lei per chiederle come stava. Lo guardò,lo guardò mentre osservava l’alba e le spuntò un sorriso sul viso,poi fu distratta da Emma,Mary Margaret e David che davano il buon giorno….entrambi furono distratti da loro tre. Gold dormiva. C’era stato lui a fare il turno di notte,così quando Uncino glia aveva dato il cambio poco prima,lui era andato a dormire. Tutta la giornata non si rivolsero la parola,forse nemmeno si guardarono,e il sole stava tramontando. David si offrì volontario per il turno di notte, e dopo un po’ tutti andarono nelle proprie cabine per dormire. Regina stava cominciando a temere la notte,anzi si può dire che la temesse sul serio,ma quella notte era diverso. Andava a dormire con la speranza di potersi svegliare e sentirsi tanto bene quanto si era sentita la notte precedente….grazie a Uncino.Andò a letto e dopo aver lottato a lungo con la paura di rivivere quella scena,riuscì ad addormentarsi. Si svegliò all’alba,come la mattina precedente,non ricordava di aver sognata nulla,non ricordava gli occhi azzurri e non ricordava nemmeno la mano che l’accarezzava. Si svegliò con la voce,che l’aveva sempre irritata,di Mary Margaret che diceva che erano quasi arrivati,dopo giorni e giorni di navigazione. Poi sentì un bastone colpire le scalinate,era Gold,che in quei giorni era stranissimo,ma nessuno si azzardava a chiedergli nulla,a rivolgergli la parola. Anche Emma era strana,sembrava essere l’unica a sentire qualcosa di quanto più vicino a quello che sentiva Gold. Entrambi pensavano costantemente a Neal,o almeno così pensava Regina. Regina si era chiusa in un mondo tutto suo,era presa dai dubbi ma anche dalla paura di perdere per sempre Henry,in qualsiasi caso,era sicura che una volta trovato,Emma l’avrebbe portato con sé e lei sarebbe rimasta sola,per sempre…proprio come le aveva detto Uncino quando erano andati a prendere quel diamante,quel maledetto diamante nero che era stata la causa di tutto questo. Si chiedeva costantemente perché Uncino le stesse vicino la notte,quando aveva gli incubi,perché ci tenesse così tanto. Ma le piaceva,le piaceva essere importante,o almeno apparentemente importante,per qualcuno. Le piaceva il fatto che la notte Uncino le facilitasse il sonno con la sua presenza che la rassicuravano e la faceva sentire protetta. Mentre si preparava,prese coraggio e decise di andare da Uncino per ringraziarlo. Ma appena si girò,in quel buco di cabina incontrò quello sguardo,quello sguardo che aveva incontrato due notti prima quando si era appena svegliata dal suo incubo. Quegli occhi immensi e azzurri la guardavano dolcemente,teneramente,con amore. Lei sussultò,deglutì e poi lo guardò. Per istanti infiniti i loro sguardi si raccontarono le loro storie. Le stesse storie. Entrambi avevano dedicato la loro vita a vendicare la perdita dei loro amati. Entrambi avevano voglia di uccidere chi aveva ucciso il loro amore. Stessa storia,stessi sguardi persi e tristi,stessi vuoti nell’anima. Si,avevano la stessa storia e si capivano,anche se con uno sguardo capivano quando avessero sofferto entrambi e quanto quella sofferenza fosse comune a entrambi.Ma,guardandosi,capirono che quegli stessi sguardi erano motivo di sollievo,di consolazione,di benessere e felicità. Dopo essersi guardati a lungo,dopo aver scavato uno nell’anima,nel passato e nel cuore dell’altro,accennarono un sorriso,un sorriso vero. Uncino le appoggiò delicatamente la mano sul fianco e la avvicinò a sé,senza mai staccare lo sguardo dai suoi lineamenti,dai suoi occhi profondi  e sofferenti ma pur sempre meravigliosi. Regina si lasciò trasportare senza opporsi nemmeno per un attimo,incrociò le braccia alla sua nuca e dopo solo qualche istante i loro cuori furono uno posto sopra all’altro,più vicini che mai,più felici che mai. Si lasciarono travolgere da un lungo e infinito bacio che sembrò cancellare tutto il dolore che avevano patito sulla loro pelle,tutta il peso della sofferenza che la loro anima dovette portare. Si staccarono e a Regina scappò una risatina quando si accorse che il suo rossetto si era ormai depositato sulle soffici labbra di colui che l’aveva finalmente resa felice. Uncino la guardò interrogativa mentre seguiva la sua splendida risata e senza esitare nemmeno una volta la ribaciò e sentì esattamente le stesse sensazioni sentite precedentemente…se non più forti. Qualunque cosa fosse successa loro l’avrebbero affrontata insieme. Ora Regina si sarebbe potuta sentire protetta e amata in qualsiasi momento, e Uncino avrebbe potuto smettere di temere di rimanere con un vuoto dentro di sé per sempre perché era già stato colmato. Colmato dall’amore di Regina e per Regina,dalle sue labbra,dai suoi occhi e dal suo sguardo,dalla sua forza ma anche dalla sua debolezza,dal suo animo e dal loro amore. Sarebbero stati felici...a prescindere da quello che sarebbe successo. 

  
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