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Autore: _Ery1999_    01/07/2013    0 recensioni
Nemmeno il pensiero di essere decisamente fuori orario impedì alla strega di fermarsi nel bel mezzo del corridoio con il battito regolare del suo cuore pulsante nelle tempie.
Nelle orecchie, invece, il vago rimbombo di passi sulla pietra e in testa, il riflesso di una luce di terrore in un paio di occhi opachi.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Diluvio

 
I giorni si susseguirono rapidamente, ritornò il freddo e la pioggia, Londra cadde inesorabilmente in un Autunno desolato e nebbioso. Draco Malfoy, per quanto si sforzasse, non riusciva a non pensare a quell’incontro – se così si poteva definire – con Hermione Granger alla locanda. Quello sguardo penetrante che le aveva rivolto e che aveva ricevuto a sua volta. Ora, la consapevolezza di averla così vicina, dopo tanti anni, dopo tanto dolore, dopo tante lacrime versate, lo schiacciava come un macigno. Lo calpestava quasi fosse un insetto insignificante. In un primo momento, aveva provato a mettere in moto l’orgoglio. Dopo quello che gli aveva fatto passare si aspettava forse che lui le sarebbe corso incontro come un ragazzino innamorato, mandando all’aria tutto il resto? Tutto il resto cosa?, si chiese poi, analizzando la sua vita attuale, traboccante di soldi ma condivisa con una donna di cui non era innamorato e di cui mai avrebbe potuto esserlo. Finalmente lui ed Hermione avrebbero avuto l’occasione di rincontrarsi, di chiarirsi, di amarsi. Voleva davvero rinunciare a tutto questo per il suo orgoglio? Gli ci volle un attimo per rendersi conto di quanto tutti quei pensieri fossero assolutamente inutili e sciocchi. Doveva trovarla, doveva assolutamente parlare con lei una volta per tutte. Per porre fine a quella matassa di domande senza risposte che marcivano dentro di lui come un cadavere in putrefazione. Sgusciò silenziosamente dalla camera da letto per non svegliare Astoria e si sedette in salotto, la fronte corrugata e gli occhi vuoti. Si perse nel vetro dell’ampia finestra dinnanzi a lui, sul quale si infrangevano piccole e infinite goccioline in una melodia scrosciante, rivoli d’acqua che nascevano e morivano ininterrottamente. Stupidamente, si domandò se anche lei, in quel preciso istante, non si trovasse di fronte a tale spettacolo, beandosi di quella pace. Si riscosse, cercando di riorganizzare le idee. Tutti, nella Londra Magica,  conoscevano – anche solo per fama – Hermione Granger. Era una dei Magiavvocati più brillanti della città, se non la migliore in assoluto. Inoltre, sangue puro o meno, aristocratici e nobili la richiedevano spesso perché sapevano che, per accaparrarsi una vittoria assicurata, bisognava rivolgersi a lei. Non gli fu difficile quindi, dopo aver contattato un paio fra le sue innumerevoli conoscenze, scoprire dove e quando avrebbe avuto un’udienza quella mattina. Ora non gli restava altro che aspettare. Il calore della doccia lo ristorò. Chiuse gli occhi percependo piccole lame bollenti sui capelli e sulle spalle. Si rilassò, cercando di non pensare a chi avrebbe rivisto tra poche ore. Lo scorrere del tempo parve accelerare, i minuti e le ore si accavallarono in fretta, mentre il diluvio fuori non cessava, continuando ad imperversare su ogni cosa, come un guerriero in battaglia. Draco Malfoy si ritrovò nell’ingresso, ad appianarsi nervosamente il colletto della camicia, l’ombrello stretto in pugno come un’arma. Mentre si apprestava ad uscire, il cuore cominciò a battergli furiosamente in petto, l’emozione lo colse di sorpresa, facendogli mancare il respiro. L’euforia di quel momento sfumò d’improvviso quando una voce alle sue spalle, cristallina e arrogante, lo raggiunse.
- Dove vai? – Astoria Greengrass  sostava pigramente sulle scale in marmo, le dita appoggiate al corrimano con leggerezza, stupenda e sensuale nella sua vestaglia di seta color crema. Ma Draco Malfoy non degnò di uno sguardo la profonda scollatura che lasciava intravedere i seni nudi o lo spacco all’altezza della coscia che metteva in mostra le gambe bianche e perfette.
- Sto uscendo – rispose semplicemente, cercando di evadere al più presto possibile da quella conversazione scomoda.
- Lo vedo. Ti ho chiesto dove stai andando, infatti – Draco pensò a tante cose in quel momento, mentre una risposta muta aleggiava fra di loro e l’impazienza di lei cresceva. Non si erano mai amati. Anche se i loro passi e le loro voci si confondevano ogni giorno in quel Maniero, e la Luna era stata tante volte testimone dei loro sospiri. Anche se Astoria era stata l’unica che era riuscita, certo, a modo suo, ad alleggerirgli il peso che portava sul cuore dopo Hogwarts. L’unica che lo aveva consolato quando l’aveva sentito piangere, vegliato quando urla disumane avevano squarciato il buio mentre gli incubi lo assalivano. Però – nella vita c’è sempre un però – Draco Malfoy sapeva perfettamente che Astoria non si sarebbe di certo presa tanto disturbo se lui non fosse stato ricco e nobile, purosangue e con un’antica discendenza reale custodita nelle vene. Eppure c’era complicità fra di loro. E soprattutto rispetto. Proprio per questo, nonostante ogni volta che facevano l’amore, sotto di sé immaginasse i capelli e il volto e il corpo di un’altra donna, non riuscì proprio a mentirle.
- Sto cercando una persona – negli occhi di lei non balenò nemmeno per un secondo un qualunque stralcio di stupore. Lo lasciò andare in silenzio, risalendo al piano di sopra con una compostezza raggelante. Nonostante tutto, Draco le fu grato. Non avrebbe potuto sopportare una scenata di gelosia da parte sua, non in quella circostanza, quando la sua mente era già proiettata altrove, confusa nella pioggia.

L’imponente orologio del campanile scoccò dodici rintocchi, che si persero nel fruscio impetuoso del vento. Un’ombra aspettava pazientemente sotto un portico, cercando di ripararsi dalla tempesta. Il portone in legno massiccio del Tribunale si spalancò, liberando dal suo ventre una marea di uomini e donne, fuggevoli nei loro impermeabili umidi. Ci fu un fuggi fuggi generale fra ringraziamenti e saluti, passi nelle pozzanghere e rumori di ombrelli che venivano frettolosamente schiusi. Solo una donna rimase tranquilla sotto la pioggia, senza preoccuparsi minimamente dei vestiti e dei capelli completamente fradici e gocciolanti. Hermione Granger si fermò nel bel mezzo della piazza, gli occhi chiusi e il volto pallido all’insù, verso il cielo. Sembrava volesse fondersi in un tutt’uno con il temporale, essere parte integrante di quell’acqua distruttiva che purificava tutto ciò su cui si abbatteva. Draco Malfoy quasi iniziò a correre davanti a quella visione. Gli sfrecciarono nella mente infinite immagini sfuocate di ricordi altrettanto sfuocati. Il loro primo incontro in Biblioteca, la notizia della malattia di Lucius, la sua morte, il loro primo bacio. E poi, la fine della scuola, quella passeggiata estiva in un prato ristorato dal Sole, la preghiera che le aveva rivolto, un futuro ridotto in frantumi, la partenza di lei, il dolore dell’incertezza. Ad un tratto quel treno in corsa si fermò, lasciando spazio a qualcosa che lo pervase, facendo sparire ogni sofferenza, ogni paura. Il sangue dentro di sé parve rallentare quando il profumo delicato di lei gli penetrò le narici. Un odore di casa e solitudine. Un odore che amava alla follia. Le arrivò alle spalle senza far rumore e la afferrò saldamente per le spalle, facendola sussultare.
- Ci si rivede, Granger – le sibilò all’orecchio, mentre un ghigno si dipingeva sul suo volto. Sarebbe stato troppo strano, infinitamente strano per loro due, chiamarsi Amore in quel momento. No. Lui voleva che capisse che non era cambiato. Che era ancora lì, per lei. Hermione si girò lentamente, quasi temesse che quello fosse solo un sogno, frutto sadico della sua immaginazione perversa e distrutta, delle sue speranze mai realizzate. Si guardarono senza sapere cosa dire o cosa fare, solo una muta promessa negli occhi che gridava forte, arrivava lontano, oltre il boato dei tuoni. Non si sarebbero persi ancora. Un tonfo sordo si perse nell’aria e l’ombrello rotolò lontano sulla pietra. Non si curarono della pioggia che picchiava selvaggiamente sui loro volti già fradici, o sulle persone che li osservavano dalle finestre. Il mondo scomparve nello stesso istante in cui le loro labbra si congiunsero e le loro lingue si cercarono. Draco le artigliò i fianchi con le unghie ed Hermione lo attirò a sé tenendolo stretto per la nuca. Non si erano mai baciati così. Si staccarono solo quando furono sazi e senza fiato, ansimanti e stremati. L’ombrello venne dimenticato, abbandonato come un cane randagio sul ciglio della strada, le loro dita si intrecciarono e un ultimo sguardo sigillò la promessa. Il diluvio però non badava a loro. Si limitò ad osservarli di sottecchi mentre partoriva altri lampi.   


Angolo Autrice

Mi scuso ancora una volta per l’enorme ritardo nell’aggiornare, ma spero che l’attesa sia valsa la pena. Draco ed Hermione si ritrovano finialmente dopo tanto tempo... Se vi va, fatemi sapere che ne pensate. Ovviamente, le critiche sono ben accette.
Un bacio,

_Ery1999_
  
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