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Autore: YouAreAParah00    01/07/2013    0 recensioni
" « Usagi-san, sono così felice! » si avvicinò e fece per abbracciarlo, ma ricevette un netto rifiuto.
« E tu chi sei? ».
Quelle parole gli spaccarono in due inequivocabilmente il cuore. "
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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Il mio ricordo
ti verrà a trovare
Quando starai troppo male;
Perché ciò che ho sempre
chiesto al cielo
è che questa vita;
ti donasse gioia e amore vero.

[Quale cosa ti consola,
con gli amici il tempo vola
Ma qualcosa che non torna c’è
C’è che ho freddo e non mi copro
C’è che tanto prima o dopo
Convincendoti, ci crederai, ci crederai
Che fa più caldo
Da quando non mi hai ormai più accanto
E forse è meglio
Perché ora sorridi un po’ di più. ]
- Tiziano Ferro, Ed ero contentissimo.

 
Il corridoio tra la stanza e l’altra sembrava essere infinito, eppure doveva essere massimo di un metro. Si domandava ancora chi erano quei tizi e perché l’avevano salvato, ma non gli interessava adesso, l’unica priorità che si sentiva era quella di vedere come stava Akihiko.
Entrò quasi sbattendo la porta, disse il suo nome ad alta voce e si precipitò vicino al letto in cui era disteso. Come volevasi dimostrare, era molto più ferito di lui.
Aveva la pelle di un bianco quasi pauroso e le coperte piegate con cura sopra di lui, in modo ordinato. La luce flitrava e illuminava i capelli grigi dello scrittore. Misaki non potè fare a meno di scoppiare in lacrime.
E più piangeva, più si ripeteva è colpa tua, è colpa tua, era stata sempre colpa sua, se suo fratello non aveva potuto frequentare gli studi era certamente colpa sua, se i loro genitori erano morti non era altro che colpa sua, e adesso Usagi-san era ridotto così sicuramente per colpa sua...
« Usagi-san... Usagi-san! U-Usagi-san... » ruppe tra i singhiozzi quei sentimenti che gli stavano perforando la testa.
« Sta’ buono, moccioso.»
La voce gli suonò molto dall’alto. Era una voce dura, scontrosa, aggressiva, ma allo stesso tempo era soffice e gentile. Il ragazzo si girò e guardò l’interlocutore, ed ella gli sorrise.
Lui aveva già visto quel sorriso. Sembrava uno di quelli fatti controvoglia, secchi, senza sentimenti, di quelli di qualcuno che è troppo stanco per sorridere.
« L-lei... Lei chi è? ».
Era una voce maschile, ma apparteneva ad una donna. Era bassa e molto magra. Aveva la pelle pallida che metteva in risalto i capelli scuri e neri pece della donna, vestita di nero, al suo fianco pendeva qualcosa di lungo foderato, ma Misaki avrebbe scommesso che sicuramente non era una katana.
La donna aprì la bocca per parlare, ma in quel momento li raggiunsero gli altri.
« Ehi, Rukia... Hai detto tutto a questo ragazzino? » chiese il ragazzo dai capelli arancioni. La donna riaprì la bocca, ma fu nuovamente interrotta.
« Basta! Smettetela! Non sono un ragazzino, non prendetevi gioco di me! » disse il moretto. « Adesso muovetevi! Spiegatemi tutto! Chi siete voi?! Che avete fatto ieri sera? Cosa è successo ad... »
« Ti ho detto di stare buono.» Sospirò la donna. « Io mi chiamo Rukia. Rukia Kuchiki, sono uno Shinigami, un dio della morte... Lui è Sado. Lei invece è Inoue. Lui è Kurosaki, ma puoi benissimo chiamarlo Ichigo, tanto nessuno gli attribuisce importanza... »
« Cosa hai detto?! Stupida nana! Ora ti faccio vedere io chi attribuisce... »
Il ragazzo guardò interrogativa la Dea della Morte, che vedendolo confuso, cacciò dalla tasca del kimono un album da disegno. Ichigo sbuffò sonoramente per la terza volta.

** PER CHI NON SEGUE BLEACH 
«E voi credete davvero... Che io possa credere ad una cosa simile?» chiese Misaki dopo il racconto, che la guardava incredulo.
« Ma così i conti tornano, non trovi? » disse Rukia.
Era vero. Adesso tutto tornava, eppure quella storia non gli andava giù del tutto. Strinse la mano di Usagi più forte.
« E... Un attacco di un... »
« ... Hollow »
« è così grave? Si può di certo guarire in fretta, non è così...?» rise nervoso.
« Certo.» Rispose Rukia con un tono di voce solare.
« Ah, meno male! » si rinquorò il moretto. « Allora Usagi-san, tieni duro, che presto guarirai! » sorrise, parlando con lo scrittore.
Inoue si avvicinò ad Akihiko, chiuse gli occhi e fece di fare silenzio. Poco dopo dai fermagli legati ai suoi capelli uscirono delle scie di luce splendenti, che presto diventarono fate minuscole, salutarono la donna con un sorriso e dopo la fissarono.
« Ayame, Shun’o! Soten Kisshun! Io... Respingo! » recitò.
Misaki la guardò stupefatto. « Oh fratellino, degli piccoli omini volanti sono usciti da dei fermagli luccicanti e adesso stanno facendo delle cose strane... »
« Questi due si assomigliano molto... » notò Ichigo.
« Non facciamo ‘cose strane’. Plasiamo ciò che Dio ha creato. In poche parole, invertiamo il tempo nello scudo.» Rispose la fata rosa, Ayame.
In pochi istanti la ferita squarciata sul petto di Akihiko si ripristinò.
« U-Usagi-san...!» esclamò Misaki. « Che bello! »
Orihime sorrise raggiante.
« G-Grazie, Inoue-san! Vado anch’io a darmi da fare! » così dicendo, uscì dalla stanza e si recò in soggiorno. Per prima cosa, preparò del the per i quattro ragazzi, che li avevano salvati.
Tutto quello era davvero strano, ma era sollevato. Fratellino, credo di essermi cacciato in un brutto guaio…
Mentre preparava, si chiedeva se davvero grazie a quella ragazza Usagi-san poteva guarire, sperò di sì, sperò che adesso sarebbe entrato e l’avrebbe trovato in piedi sorridente, sempre pronto a stuzzicarlo...
Quando entrò nella stanza, aveva quattro tazze calde di thé bollente. Per quanto amore ci avesse messo nel farle, i quattro ragazzi non poterono mai assaggiarle, anche perché caddero subito tutte per terra con un fragore.
« Usagi-san, t-ti sei ripreso! » urlò. « E così velocemente! » lanciò uno sguardo ad Orihime, che gli rispose con un occhiolino.
Infatti lo scrittore era lì, in piedi, come aveva pensato in cucina, aveva perso il bianco pallido sulla pelle, i suoi capelli splendevano come sempre, Misaki poteva risentire l’odore delle sue sigarette e della sua voce gentile. Non stava sorridendo, anzi, era piuttosto confuso. Il moretto pensò che era perché non si sentiva ancora bene del tutto, certo, era sicuramente così.
« Usagi-san, sono così felice! » si avvicinò e fece per abbracciarlo, ma ricevette un netto rifiuto.
« E tu chi sei? ».
Quelle parole gli spaccarono in due inequivocabilmente il cuore. 

** Ehm ehm.. *schiarisce voce*. Rukia, in parole povere, ha spiegato a Misaki che i Dei della Morte (Shinigami) hanno due compiti: il primo, di purificare le anime e mandarle in paradiso (La Soul Society),, e il secondo è eliminare gli Hollow, "gli spiriti cattivi". Il concetto è mooolto complicato, ma in parole semplici è così XD
  
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