Amarti è stato facile, dimenticarti no:

E rimase lì, a fissare quella lapide, troppo nota, troppo dolorosa per lei. E pensare che glielo aveva promesso… che sarebbero stati sempre insieme, che non l’avrebbe mai lasciata.
-È stata una causa di forza maggiore a portarti via da me… tu l’avresti chiamata così.- si disse la donna sotto la pioggia che le bagnava i capelli e i vestiti. Una futura moglie rimasta senza amante. Un futuro bambino senza padre. Sakura si accarezzo il pancione che ospitava Ai, la loro bambina. Un singhiozzo ruppe il silenzio, una lacrima cadde placida sulla tomba che la giovane osservava.
-Tu e la tua stupida mania di aiutarmi in casa, potevi invece restare alla tua scrivania a finire di scrivere il tuo stramaledettissimo libro…- si lamentò poi. Ai diede un calcio al grembo della madre come per rallegrarla. Lei invece si portò le mani davanti agli occhi che continuavano a produrre lacrime, come se il suo pianto non conoscesse fine.
-“Devi andare avanti” mi dicesti. Ebbene io non ce la faccio più. Non riesco a vivere senza i tuoi passi per la cucina, i tuoi sorrisi la mattina appena sveglia, le tue dolci carezze e i tuoi caldi abbracci. Come posso dimenticare le tue dolci parole quando ero triste, le tue battute che, per quanto pessime fossero, mi facevano sempre scappare un sorriso, i nostri progetti per la nostra bambina… Io…io ci provo Syaoran, io arranco, vado per la mia strada e cerco di non piangere ma è tutto inutile, credermi.- sussurrò.
-So che ora sei arrabbiato. “Non sei così debole!” mi diresti. Ma è proprio la mancanza di queste tue parole che fa così male. Perché non ero io sul ciglio di quella strada, perché non sono andata io fare la spesa quel giorno, perché non ti sei fermato se hai visto la macchina arrivare! Dimmelo! Perché?!- urlò. Solo il silenzio le rispose.
-Che dirò ad Ai, sai che tu non vedrai mai tua figlia? Ci avevi pensato quando hai attraversato quella maledetta strada!?- Si inginocchiò davanti alla tomba di suo marito con le lacrime che si fondevano con le gocce di pioggia mentre cadevano al suolo.
-Dovevo fermarti quel giorno, ma non posso tornare indietro e se posso dirlo io ti amo ancora. Non so se tu provi ancora questo sentimento. Syaoran, torna da me!- Sakura attese come se la risposta a tutte quelle domante potesse avere risposta in uno di quei lunghi istanti nella quale la giovane aspettò.
-Quando parlo con altra gente mi faccio scappare un sorriso per celare il dolore con l’inganno. Vorrei fosse tutto un brutto sogno, svegliarmi e abbracciarmi a te! Non si può fare…-
Un altro calcio da parte della bambina. La donna poggiò la mano sulla pancia.
-Sono stanca di vivere senza di te, sto impazzendo senza sentire il tuo respiro accanto al mio, volevo sentire io le tue ultime parole. Perché tu sei stata l’unica persona che mi ha rubato il cuore con i suoi sguardi, parole, promesse che non si sono mai avverate, forse per mancanza di tempo o denaro.- La castana si alzò e diede le spalle alla lapide. Si asciugò le lacrime.
-Grazie, grazie Syaoran di essere nato, grazie per esserci stato, amato. Sappi che per me è stato facile ricambiare questo sentimento, più difficile sarà dimenticarlo, perché se ci provo tu sei sempre accoccolato nel profondo del mio cuore.-