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Autore: LuciaKevinStyles    01/07/2013    2 recensioni
Harry Styles era un ragazzo di soli diciotto anni.
Sua madre diceva sempre che il suo bambino era una forza della natura, una stella luminosa caduta dal cielo i cui frammenti erano rimasti incastrati nelle iridi dei suoi occhi.
Ma a diciotto anni gli occhi di Harry Styles urlavano amore, ma un amore non corrisposto.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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The day when he decided to go.


Harry Styles era un ragazzo di soli diciotto anni.
Sua madre diceva sempre che il suo bambino era una forza della natura, una stella luminosa caduta dal cielo i cui frammenti erano rimasti incastrati nelle iridi dei suoi occhi.
Harry aveva dei grandi occhioni verdi, o grigi, o celesti, nessuno è mai riuscito a descrivere con una sola parola il loro colore. Gli occhi di Harry erano sempre aperti sul mondo, attenti ad ogni dettaglio, catturati da ogni particolare.
Gli occhi di Harry scorgevano tutte le sfaccettature del mondo, si posavo su ogni cosa degna di attenzioni, scavavano nell'animo di ogni persona che cercava di perdervici dentro.
Gli occhi di Harry adoravano guardare una persona in particolare, un essere munito di una eccezionale bellezza, una stella simile a lui solo più luminosa.
Gli occhi di Harry amavano Louis Tomlinson tanto quanto il suo cuore, solo che gli occhi potevano essere visti da tutti e non nascosti come i battiti del cuore che acceleravano al solo scorgere quelle perle celesti che l'altro ragazzo portava con eleganza al posto degli occhi. Gli occhi di Harry racchiudevano tutte le sue emozioni, le sue paure, i suoi sentimenti. Ma a diciotto anni gli occhi di Harry Styles urlavano amore, ma un amore non corrisposto.

 

Com'era possibile non vedere quel velo opaco di tristezza che copriva i suoi occhi stanchi.
Com'era possibile non notare quegli oceani verdi macchiati di rosso che chiedevano aiuto.
Com'era possibile guardarli senza scorgere quel vuoto che si portavano dentro. Com'era possibile?

 

I suoi compagni di classe, a scuola, lo chiamavano spesso “Il vampiro” perchè la sua pelle era da sempre bianca come il latte, diafana, nivea, delicata al tocco. Harry non si abbronzava mai, anche se trascorreva giornate sotto i raggi del sole. La sua pelle non ne voleva sapere di prendere colore, restava pallida, candida ma comunque sana, bella a vedersi. Solo alcuni nei scuri sparsi un po' ovunque si permettevano di macchiarla.
Forse però, dopotutto, non era così bella e delicata perchè Louis non vi aveva mai lasciato dei baci, non l'aveva mai leccata per tastarne il sapore, non l'aveva mai amata.
Ma a diciotto anni la pelle lattea di Harry Styles era macchiata anche da altri segni.

 

Il giorno in cui decise di andare il suo volto era bianco, la pelle più pallida del solito, quei marchi rossastri più evidenti che mai; Sembravano urlare e struggersi per essere visti. Com'è possibile che nessuno li notò?

 

Harry Styles aveva una chioma di scuri capelli ricci in testa.
Quando era piccolo suo padre lo chiamava “il mio leoncino” perchè spesso i suoi capelli erano talmente arruffati da assomigliare ad una criniera folta. Harry andava orgoglioso dei suoi capelli e adorava sistemarseli ogni due secondi, era quasi un antistress per lui. Le ragazze lo invidiavano per i suoi ricci sempre perfetti e non perdevano mai occasione per stringerli tra le dita curate. Ad Harry piacevano le loro attenzioni, i loro complimenti, e i loro apprezzamenti, si sentiva sempre lusingato e non perdeva occasione per arrossire. Harry non voleva mai tagliarsi i capelli perchè sperava che un giorno Louis si accorgesse della sua chioma riccia e desiderasse affondarci le dita dentro, come facevano quelle ragazze. Desiderava che Louis ci appoggiasse sopra il suo nasino all'insù per sentire il profumo del suo shampoo al cocco, che prendesse un ricciolo e se lo rigirasse attorno ad un indice, o che semplicemente li stringesse forte guidandolo mentre lui era impegnato a donargli piacere.
Ma a diciotto anni Harry Styles aveva iniziato a portare i capelli legati in un codino ridicolo.

 

Il giorno in cui decise di andare i suoi capelli ricci erano raccolti, i tratti del volto rilassati, ma gli occhi...
Gli occhi racchiudevano già la sfioritura, l'autunno, la fine.
Com'è possibile che nessuno li notò?

 

Le ragazze che si divertivano a baciarlo dicevano spesso che le sue labbra erano da Peccatore.
Così grandi e così rosse da far invidia a quelle di Biancaneve. Le labbra di Harry erano color ciliegia e avevano la forma di un cuore. Erano provocanti ed invitanti, gli dicevano spesso, ma per lui erano semplicemente labbra, anzi, erano anche troppo grandi per la sua bocca che spendeva sempre poche parole.
-Hai delle labbra da baciare.- gli avevano sussurrato in tante prima di fare sesso con lui, e lui gli aveva creduto anche se non conosceva il loro nome. Harry sperava che le sue labbra rubassero un bacio a quelle sottili e pallide di Louis, era il suo desiderio segreto. Sperava davvero che anche Louis pensasse che quelle fossero labbra da baciare ma che non si limitasse a questo; Harry voleva che Louis lo baciasse.
Anche senza lingua, anche con un solo, piccolo, sfioramento di labbra. Lui si sarebbe accontentato.
Ma a diciotto anni le labbra di Harry erano quasi sterili, colme di piccoli tagli e segni di morsi.

 

Il giorno in cui decise di andare le sue labbra erano tirate, gonfie per i morsi e rosee come sempre, ma volevano quasi sorridere perchè finalmente sarebbero state libere di urlare.

 

Harry aveva un cuore grande, sua nonna glielo diceva sempre, ogni volta che lui la andava a trovare.
Aveva un cuore da sognatore, di quelli che battono sempre veloci contro la gravità del mondo, di quelli euforici e scatenati che racchiudono le emozioni più belle. Harry era a conoscenza che il suo cuore fosse grande perchè riusciva a contenere tutto il suo amore per Louis e cavolo, quello era di una grandezza infinita.
Gli piaceva pensare che anche il suo cuore fosse infinito, immenso, così come la sua dolcezza. Anche le mani di Harry erano grandi e nodose al punto giusto, suo nonno glielo diceva sempre. -Avrei voluto tu avessi mani da lavoratore ma queste sono da pianista caro, trattale con cura.- gli aveva detto un giorno.
E per lui quello era stato un complimento alla massima potenza perchè le mani di Louis sono da pianista, perchè Louis è un pianista, ed essere paragonato a lui era magnifico. Harry con le sue mani voleva stringere quelle di Louis.
Ogni tanto le sentiva formicolare per questo, scalpitare impazienti, ma il momento in cui queste si posarono sul corpo di Louis non arrivò mai. Harry desiderava stringere i fianchi di Louis tra le sue dita lunghe, accarezzare ogni suo singolo centimetro di pelle, massaggiare le sue spalle al suo ritorno la sera, o stringere forte il suo membro per farlo venire. Ma a diciotto anni le mani di Harry erano callose e intorpidite. Il suo cuore spinto oltre la velocità adeguata da sostanze delle quali un ragazzo non dovrebbe fare uso.

 

Il giorno in cui decise di andare le sue mani mascoline tremavano. Il suo cuore, quel giorno, urlava già, sembrava impazzito. Com'è possibile che nessuno lo sentì?

 

Harry Styles adorava la sua famiglia e la sua famiglia adorava lui.
Sua madre era una donna bella e sorridente come lo era lui. Brillava anche lei di una propria luce che sembrava il riflesso di quella del figlio. Aveva un carattere forte e sapeva affrontare i problemi, anche quelli più grossi di lei, come quando venne licenziata dopo essere rimasta incinta di Harry.
Forse avrebbe dovuto trasmettere questa qualità, questa forza d'animo, anche al figlio, perchè Harry non riusciva a superare i problemi, perchè Harry si faceva sempre schiacciare dal peso delle cose, dal peso del suo amore platonico.
Anche suo padre era un uomo forte e rispettato da tutti. Non era sempre a casa come la moglie ma non aveva mai fatto mancare il suo affetto ai figli. Passava spesso del tempo con Harry, lo portava a vedere le partite di football, lo accompagnava agli esami, e si divertiva a passare serate con lui giocando a bowling.
Sua sorella però era la preferita di Harry.
Erano cresciuti assieme nonostante i cinque anni che li separavano e Gemma c'era sempre stata per Harry.
Quando il più piccolo gli aveva rivelato il suo amore per Louis aveva giurato di mantenere il segreto e tuttora lo sta facendo. Gli aveva consigliato però di cercare di far sfiorire quel sentimento a poco a poco, perchè se non poteva essere ricambiato non c'era motivo di viverlo, non c'era ragione. Gemma voleva solo il meglio per Harry.
Ma a diciotto anni Harry aveva allontanato un po' tutti da lui, per facilitare loro le cose.
Il peso di quell'amore aveva schiacciato tutte le altre cose belle che ci sono nella vita, come la vita stessa. Harry a diciotto anni aveva smesso di uscire con suo padre e di parlare con sua sorella, voleva solo essere lasciato in pace nel suo mondo perfetto fatto di sogni e fantasie.

 

Il giorno in cui decise di andare le sue gambe lo portarono un'ultima volta in giro sulla Terra.
Le sue parole risuonarono un'ultima volta nelle orecchie dei suoi cari, i suoi pensieri si persero un'ultima volta nei sentieri della sua vita.

 

Harry Styles a diciotto anni non sapeva più che farsene della vita.
Sentiva solo un'unica emozione, che era radicata in lui e che gli toglieva il fiato, ma che era l'unica a ricordargli che fosse ancora vivo: il dolore. Di quello nero e terso, che ti risucchia in se, dal quale non c'è via di fuga, dal quale non si scappa perchè ha le radici piantate dentro Te.
Harry Styles a diciotto anni era stato chiamato da Louis.
Ovviamente i due erano amici da anni e ovviamente ad Harry questo non bastava più da tempo. Fu chiamato da Louis ed un barlume di speranza si accese dentro di lui e irradiò di nuovo tutto il suo animo assopito.

-Ho una bella notizia da darti, vieni a casa mia Haz.- gli aveva detto Louis dall'altro lato della cornetta.
E cinque secondi dopo Harry era già in auto diretto verso la casa del maggiore.
Quando la porta di casa sua si era aperta però, Harry aveva notato che non erano soli. C'erano anche i loro amici, già seduti sul divano: Zayn, Liam, Niall, Stan, Hannah, Josh. Tutti lo salutarono e lui, ancora confuso si sedette in salotto con gli altri. Louis comparve dalle scale con El a braccetto ed Harry capì subito.
Quel barlume di speranza venne spento in pochi attimi così come la fiamma della sua anima che lo teneva in vita.

-Bene ragazzi, sono felice siate tutti qui. Siete i primi a cui volevo dirlo... Io ed El ci sposiamo!- Harry Styles quella sera si ruppe definitivamente.

 

Il giorno in cui decise di andare il dolore era diventato troppo, la realtà gravava troppo su di lui, la vita aveva perso troppo senso. La sua forza di volontà si era spenta, i sentimenti si erano sbiaditi, ogni cosa era diventata fottutamente sfuocata.

 

Era un caldo giorno di Luglio, due mesi dopo quella sera di festa per tutti, soprattutto per Louis, ma sicuramente non per lui. Era un caldo giorno di Luglio e Louis era all'altare aspettando l'arrivo della sua sposa.
È bellissimo, pensava Harry ammirandolo, ma che dico, Harry pensava fosse il sole sceso in terra, non più una misera stella. Se Harry chiudeva gli occhi riusciva a vedersi camminare con passo cadenzato in mezzo agli invitati per raggiungere l'altare, con un abito elegante addosso ed un sorriso che rifletteva perfettamente la luce del suo Louis.
Ma quando Harry riapriva gli occhi vedeva che Louis non era davvero suo e che Eleonor stava attraversando con il suo sorriso, rubato a lui, la navata centrale. Pochi minuti dopo i due si giurarono amore eterno ma anche Harry aveva giurato a Louis amore eterno, lui l'aveva fatto mesi prima, lui lo faceva ogni giorno.
Perchè non poteva esserci lui, affianco a Louis, a quell'altare?
Ma a diciotto anni Harry Styles capì che lui non ci sarebbe mai stato e si lasciò andare del tutto.

 

Il giorno in cui decise di andare si sentiva più sbagliato che mai, più succube del mondo che mai, più fragile che mai.
Il giorno in cui decise di andare era il grande giorno. Quello in cui avrebbe trovato la libertà di amare, in cui si sarebbe sentito giusto, e in cui avrebbe finalmente volato e non più solo con la sua fantasia.

 

Harry Styles a diciotto anni fu chiamato da Jay, la madre di Louis, in mezzo alla sala per fare un discorso in onore di suo figlio, un augurio per un futuro felice, una bella azione che ogni migliore amico dovrebbe svolgere al matrimonio dell'altro. Così Harry in silenzio raggiunse il centro della sala e si posizionò vicino al tavolo dei due sposi con occhi lucidi. Di commozione, pensarono tutti. Di frustrazione, era la triste verità. Incontrò lo sguardo di Louis e lo catturò in quel che restava del verde delle sue iridi. Non lasciò quel contatto visivo nemmeno per un secondo, Harry gli stava dicendo Addio.

 

-Questa sera siamo tutti qui riuniti per un'occasione importante, per un evento che segnerà per sempre la vita di Louis,
il mio migliore amico, e di Eleonor, sua novella sposa. Sono onorato quindi di poter parlare e di poter fare questo discorso in onore del migliore tra i migliori amici. Io e Louis siamo cresciuti insieme e quando dico cresciuti intendo che le abbiamo passate tutte, insieme. Dal primo giorno all'asilo, al primo al parco, al primo alle elementari, alla prima gita, alle medie, alla prima partita di calcio giocata e guardata insieme. Siamo sempre stati insieme, e lui è una delle cose più belle che la vita mi ha donato. Quando lo vedo sorridere, come sta facendo adesso, vorrei passare ore a fotografarlo e poi regalare le sue foto a tutti per portare la stessa allegria che lui ha negli occhi anche a voi. Lui l'ha sempre donata a me, e adesso la donerò ad Eleonor, e mi auguro che tu ti senta onorata perchè non è cosa da tutti i giorno poter ammirare un sole così da vicino.
Louis è sempre stato il mio sole, ed oggi, nel giorno del suo matrimonio, brilla ancora di più. Voglio ringraziarlo quindi e spero lui non si dimenticherà mai di me perchè lui sarà per sempre nel mio cuore. Brindiamo quindi agli sposi.-
terminò Harry sorridendo finalmente dopo tanto tempo. Era riuscito a fare la sua dichiarazione di amore, ora era soddisfatto, ora Louis sapeva, ora lo avrebbe ricordato per sempre, ora poteva andare.

 

Nel momento in cui decise di andare aveva un sorriso sulle labbra, le braccia spalancate, una forza estranea nel petto che spingeva per uscire, un ricordo incastrato negli occhi.
Nel momento in cui decise di andare aveva l'azzurro impresso negli occhi, un 'Louis' sulle labbra, una risata nelle orecchie. La libertà tanto agognata nell'animo e un paio di ali sulla schiena.




Ehi Ragazze qui è Lù che vi parla.
Questa One shot abbastanza strappa lacrime, Dio io mi sono anche commossa scrivendo, è venuta fuori così, senza un vero e proprio motivo, solo alcune foto che mi hanno catturato l'attenzione e mi hanno portata a sedermi davanti al pc per scrivere. Spero questa shot vi sia piaciuta.
Fatemi sapere i vostri pareri,
un bacio
Lù.






Ecco le foto, è la dolcezza quel ragazzo.

  
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