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Autore: Beneath_Your_Beautiful_    02/07/2013    1 recensioni
Ti ho semplicemente chiesto di guardarmi qualche volta su quel dannato palco. Ti ho chiesto di vedere cosa faccio, ogni tanto, ma tu non lo fai. Potrei anche uccidermi, ma tu non mi vedresti e te ne accorgeresti solo dopo che io sarei già morto. Perché io non ho bisogno di te qui, in una camera da letto, quando la notte dici di amarmi e mi fai promesse che non manterrai. Harry, io ho bisogno di te là, quando quelle ragazze ci scrutano. Ho bisogno di te nella vita reale,Styles. Io urlo, urlo incessantemente, ma tu non mi senti, mai!
Perché non capirai mai cosa sento.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A te, che non capirai che ti ho dedicato quest'ennesima OS.
A te, che non la leggerai.
A te, che ti starò accanto anche se ciò dovesse uccidermi, perchè ti amo troppo.



Passava la mano fra quei capelli che tanto amava. Quella chioma castana e disordinata, tirata su con troppo gel, o tenuta giù per coprire la fronte spaziosa, che però copriva anche quegli occhi. Quegli occhi adesso chiusi, come per assaporare meglio quel momento.

Il profumo dei frutti selvatici dei quali quei capelli odoravano, investì Harry, riportandolo alla realtà: non si sarebbe accontentato di tenere Louis sul suo petto quella sera.

Voleva impossessarsi di quel ragazzo che tanto amava.

Così prese il viso del moro fra le mani e lo alzò, ma Louis non accennava a voler aprire gli occhi. Harry si avvicinò comunque e posò delicatamente le sue labbra su quelle dell’altro, dell’unico uomo che avrebbe voluto avere con se nella sua vita.

Ma Louis serrò ancora di più gli occhi e lo allontanò con una spinta delicata.

Tratteneva le lacrime. Lacrime di rabbia e di frustrazione.

Non voleva assaporare quel momento, voleva solo fuggirne, perché si sentiva terribilmente in trappola, perché si sentiva un bugiardo.

-Cos’hai?- chiese il riccio.

Louis si allontanò dal letto e si diresse verso la finestra, sotto la luce rassicurante della luna. Non era una luce calda, ma fredda e penetrante, ti spogliava di tutto, fino alle ossa. Ti metteva a nudo, come per far vedere agli altri lo schifo che avevi dentro o almeno quello era l’effetto che faceva a Louis. Era questo che voleva: far vedere ad
Harry cosa veramente sentiva, cosa che non era riuscito a fare in quegli ultimi giorni.

Il piccolo si alzò e lo seguì. Si avvicinò, mise una mano sulla spalla dell’altro per farlo girare, ma Louis non lo fece.

Così girò, finchè non si ritrovarono l’uno di fronte all’altro.

E a quel punto Harry non potè fare a meno di notare le lacrime che scorrevano silenziose e lente sul viso di Louis.

-Ehy, Louis! Che succede? Sai che puoi dirmi tutto, io sono qui per…- non finì di parlare che Louis alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi gelidi su quelli di Harry. In quegli occhi non c’era traccia di tutti i sentimenti buoni che Harry aveva trovato fin dal primo incontro. Adesso quegli occhi erano come un mare in tempesta, come un vulcano che minaccia di eruttare da un momento all’altro, ed Harry non riusciva a capirne il perché.

-Mi chiedi pure cosa succede? Hai pure il coraggio di chiedermelo?- minacciò Louis con la voce rotta dal pianto.

-Lou, lo so che la situazione sta diventando insostenibile, ma hai visto che adesso abbiamo un po’ più di libertà, godiamocela finchè possiamo, no? Daiii.. e poi sai che sono qui e non ti lascerò mai, in ogni caso. Louis io..-

-Tu mi ami e blabla bla.. me lo avrai ripetuto una miriade di volte Harry, ma io sono stanco di sentire le tue promesse e non vederle mai realizzate. Sono stanco di sentire che dici di amarmi, che mi prometti tanto per poi cosa? Darmi nulla! Harry sono stanco di questa situazione! Non è la Modest né nessun altro, siamo semplicemente noi, lo capisci?
Haz, perché mi prometti di esserci sempre, mi dici che non mi abbandonerai mai, mi incoraggi dicendomi che per qualsiasi cosa potrei venire da te tanto posso sfogarmi anche senza che tu mi chieda… perché mi prometti sempre un anno migliore al precedente, e invece, guardaci.. non sappiamo neanche cosa stiamo facendo. Perché,Haz?
Dimmi solo questo! Perché quando tu sei stato male, io ti ho supportato, ti sono stato accanto, ho provato in tutti i modi a tirarti su, e adesso, adesso che ti chiedo così poco, tu non riesci proprio a fare questo poco? Perché?
Ti ho semplicemente chiesto di guardarmi qualche volta su quel dannato palco. Ti ho chiesto di vedere cosa faccio, ogni tanto, ma tu non lo fai. Potrei anche uccidermi, ma tu non mi vedresti e te ne accorgeresti solo dopo che io sarei già morto. Perché io non ho bisogno di te qui, in una camera da letto, quando la notte dici di amarmi e mi fai promesse che non manterrai. Harry, io ho bisogno di te là, quando quelle ragazze ci scrutano. Ho bisogno di te nella vita reale,Styles. Io urlo, urlo incessantemente, ma tu non mi senti, mai!
Perché mi vieni a dire che è tutto così difficile, che non riesci a fare a meno di pensare, quando io ti offro un’alternativa per non pensare? Non sarà permanente, magari, ma potrebbe aiutarti. Sei tu che non vuoi il mio aiuto. Harry, chi ti dice che mentre tu stai male, non lo stia pure io? Cosa ti costa guardarmi qualche volta, provare a capire cosa ho dentro?
Ho bisogno di te là fuori,Haz! Adesso,cazzo!
Non mi lasciare solo, non di nuovo! Non come sempre!-

Il suo pianto era adesso convulsivo, e singhiozzava. Il petto scosso dai singulti.

Harry non si sarebbe mai aspettato nulla di tutto quello, non aveva mai pensato a quanto tenesse veramente conto a tutte le parole che lui gli diceva ogni sera. Era stato cieco. Non aveva capito quanto stesse soffrendo Boo in quel momento, perché non soffriva solo per sé stesso ma per entrambi.
Come poteva essere stato così stupido da non capire? Come poteva averlo trattato in quel modo e accorgersene solo adesso che Louis gli aveva sbattuto in faccia quella verità?

Si avvicinò per riparare tutto con un abbraccio, per poi fiondare le sue labbra su quelle del moro…

Ma Louis non accettò quell’abbraccio. Lo allontanò, violentemente questa volta.

-No Harry! Non risolveremo in questo modo. Non questa volta,non di nuovo!
Io ho realmente e costantemente bisogno di te. Perché sei troppo cieco, per vedere certe cose? Il dolore ti distrugge, pervade il tuo corpo, si impossessa di te e ti acceca, ma io sono qui, e voglio che tu prova a guardarmi.
Perché non capirai mai cosa sento.
La vita non aspetta, e tanto meno aspetterà noi due.
Non sprecare le tue opportunità, perché in questo periodo stai pensando troppo al dolore, e mai abbastanza a quello che hai davanti, a quello che ti circonda, a chi hai vicino. Non stai pensando alle cose evidenti. Il mondo non gira intorno a te, anche se stai male.
Renditene conto Haz, o sarà troppo tardi per tornare indietro.
Potrò sembrare quello forte, ma non lo sono.
Potrò sembrare sicuro delle mie azioni, ma non lo sono.
Potrò sembrarti felice, ma non lo sono.
Continuo a cantare, a fare quello che faccio sempre. Continuo nella mia normalità, ma non sono per niente normale.
Ho paura e sono insicuro. Se solo tu ascoltassi cosa dico.
Se quando ti dicessi ‘Haz, ho bisogno di te’ e tu invece di rispondere ‘E ci sarò’ come sempre, rispondessi ‘Ti ascolto’ o ‘Ti guardo’, allora capirei che lo fai veramente.
Ma tu non capisci e non capirai mai.
Io ti amo, e questo amore mi sta distruggendo, ma finchè non mi capirai …
Allora non potremo concludere nulla.
Fammi un fischio, quando avrai smesso di pensare a problemi che non ci sono e avrai iniziato ad ascoltare e guardare ciò che hai intorno.
I’ll wait for you.-

E così dicendo si asciugò le lacrime con il braccio, raccolse una giacca e uscì da quella camera che adesso lo soffocava.

Non c’era un vero colpevole, non c’era uno scopo preciso, non c’era un momento in cui tutto quello era iniziato, ma Hazza non lo ascoltava più e lui aveva bisogno di essere ascoltato più dei baci o degli abbracci.

Harry rimase davanti alla finestra, senza girarsi,

Sapeva.

Capiva.

Adesso capiva perché era sempre Louis ad andare via ogni volta.

Harry amava quella monotonia, che per Louis però sapeva di incomprensioni e parole non dette.
Il suo BooBear aveva coraggio. Aveva sempre avuto il coraggio di prendere la situazione in mano e capovolgerla, impaurito certo dalle possibili conseguenze, ma sicuro che quello che faceva li avrebbe portati da qualche parte.
  
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