Veli d’ambra e di pesca tesi da un capo all’altro del cielo. Il sole annega lentamente nell’aria dorata. La luna nella notte, rosa bianca posata sulla carta crespa nera. Sorridi ai lampioni infelici, la loro luce triste illumina appena la strada deserta. Bello svegliarsi al mattino, aprire la finestra e respirare l’azzurro di un cielo terso, infinito. Vola, apri le tue ali candide al vento di settembre, chiudi gli occhi e vola lontano, dove nei boschi autunnali rossi lamponi tintinnano fra le alte felci. Tin, tin, tin. E gli elfi si nascondono dietro i funghi, ridendo e chiacchierando con le lumache. Uno scoiattolo raccoglie le nocciole, mentre i topolini giocano tra le foglie secche.

Sogno bolle di sapone blu, che scintillino alzandosi nella brezza, e su, su, fino alle nuvole. Attraversano il mare per tuffarsi nel deserto di sabbia, calda, morbida, accogliente. I pesci non sanno che le libellule fanno compagnia ai pettirossi, loro invece parlano solo con le sarcastiche rane. Le canne dello stagno oscillano fischiando appena. Un leggero venticello s’è alzato, le foglie cadono in variopinte spirali, ed esitano un po’ prima di posarsi sul terreno.

Castelli di zucchero abitati da formiche festanti. Le primule timidamente alzano il capo cercando le farfalle. Farfalline bianche che danzano fra i cespugli, amano il tepore di luglio, giocano a rincorrersi fra le piante di patate. Gira la sfera di cristallo, girala ed ecco su Parigi cadrà la neve.