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Autore: Sundy    15/01/2008    5 recensioni
" Perchè quella era una domanda che Vincent non si era mai posto prima.. " -Ulteriori considerazioni e dedica sono nella nota a fondo pagina.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vincent
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Mai, nella sua vita, Alex aveva mostrato pudore o riserve nel porre al suo primo compagno d’armi domande che riteneva scomode o dolorose. Al contrario, più le sue parole gli parevano pungenti e amare, più la sua smania di conficcarle come aghi sotto la scorza morbida di Vincent diventava improrogabile. Talvolta, quando il pensiero di cui voleva renderlo partecipe era più nero della sua tetraggine abituale, Alex costruiva delle sapienti trappole fatte di atteggiamenti compostamente amichevoli, di gesti da camerata alieno ad ogni intenzione bellicosa, di liquore, sigari e caffè, in cui Vincent puntualmente cadeva, vittima recidiva della sua innata disposizione all’armonia. E Alex, maligno, attendeva pazientemente un segno, un gesto particolare che gli dicesse che l’amico era arrivato all’apice del rilassamento per lanciare la sua stoccata, che naturalmente andava sempre a segno.
Col tempo, Vincent aveva imparato a riconoscere i segni della messa in moto di quel meccanismo perverso di intimità che la complicata emotività del comandante Rowe aveva costruito tra loro, ma continuava ad assecondarlo, ritenendo che quella era l’unica via che gli era concessa per avvicinarsi veramente all’animo dell’amico, e che quella crudeltà gratuita equivaleva, nel distorto metro emotivo di Alex Rowe, alla confidenza.

Così, quando Alex lo invitò a raggiungerlo sul patio dove consumava la sua lunghissima convalescenza per finire una partita a scacchi che di fatto non avevano mai cominciato, Vincent non faticò ad immaginare che quella sera il suo vecchio amico avesse in serbo per lui una bottiglia di un’annata speciale di dolori e veleni. Tuttavia, dopo aver svuotato per l’ennesima volta il bicchiere di delizioso vino nero e forte che Alex gli aveva subdolamente imposto producendogli l’immancabile, pericoloso cerchio alla testa, l’ammiraglio Alzey cominciò a dubitare che l’iniezione letale di rabbia a cui si era, come sempre, docilmente impreparato, sarebbe mai arrivata. Quella sera gli occhi di Alex non avevano l’opacità gelida di cui si velavano quando dentro di lui cresceva la sua indomabile rabbia, ma sembravano più profondi e meno stanchi, impercettibilmente mossi da piccole luci lontane, come lampare di pescatori in un golfo, di notte. Rimase a guardarlo di sottecchi, in silenzio, mentre stretto nella coperta di lana grigia che Sua Maestà in persona gli aveva sistemato addoso, Alex scivolava nella poltrona di vimini, il braccio destro ancora troppo immobile, mentre il sinistro reggeva con fermezza, ma senza tensione il bicchiere vuoto; rimase a guardarlo con la consapevolezza di stare assistendo a una silenziosa e lentissima trasformazione, che affiorava, come quelle lampare dimenticate, dagli occhi inusualmente calmi e distendeva la pelle cinerea del comandante a riposo; attese con pazienza perché sapeva quanto fosse difficile per l’amico unire insieme parole senza il consueto cemento dell’odio antico che sembrava averlo abbandonato, in quell’istante.
Poi finalmente Alex parlò. Con una voce che Vincent non gli sentiva da anni ed anni, e lo fece chiamandolo per nome senza trasmettergli la sensazione che su quel nome stesse sputando tutto il disprezzo di cui era capace
- Vincent – gli chiese – secondo te…

… Sophia assomiglia a Yuris?

La replica dell'ammiraglio fu energica e immediata, perché il fatto stesso che non si fosse mai posto quella domanda, nemmeno una volta, era già, di per sé, una risposta

- Per niente! – disse, appoggiando il bicchiere vuoto sul tavolo.

E Alex, piegando un po’ la testa da un lato, sospirò. Poi cominciò a ridere, sempre più forte.

****
questa storia è dedicata Dedicata a Kanchou perchè me l'ha ispirata il suo racconto Luce dalle crepe. Leggendolo mi sono accorta di una cosa semplicissima a cui il mio Vincent interiore non aveva mai fatto caso... di qui il resto. Non mi era mai capitato prima di scrivere una fanfic su questi due personaggi da adulti in cui loro non si riversassero addosso il reciproco odio/insofferenza. Forse è per questo che mi piace meno delle altre XDDDD. Diciamo che è la gemella buona di Cocci, stesso setting, diverso spirito. Meraviglie del multiverso! La poltrona su cui Alex riposa è la stessa di Africa di Kit...questa storia ha più citazioni che corpo, lol ^^;;
  
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