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Autore: ProngseSnaps    02/07/2013    1 recensioni
Il cuore di Lily fece un balzo, forse due, o forse ne mancò altrettanti. Come poteva capire se il suo cuore battesse troppo forte, o, invece, si fosse fermato del tutto? Era la prima volta che provava quelle sensazioni, ma, intrecciando le proprie dita con quelle del ragazzo, si ripromise che le avrebbe catturate e tenute nell’angolo più sicuro della propria mente. Per sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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"My whole life waiting for the right time to tell you how I feel. Know I try to tell you that I need you."





 
Il Dormitorio era immerso nel silenzio; di tanto in tanto il respiro pesante di Peter rompeva quella quiete, e quei quattro ragazzi che si facevano chiamare “Malandrini”, sembravano quasi innocenti, quando sognavano.
 
La luna piena era ormai lontana, sembrava un ricordo, ricordo sottoforma di cicatrici, stanchezza e sofferenza. Ma avevano deciso di affrontare tutto quello insieme, adolescenti che combattevano contro il destino.
Eppure, Remus, Sirius, James e Peter, concentrati nel loro sonno rigenerante, sembravano sereni, spensierati, come dei ragazzi di diciassette anni avrebbero dovuto essere.
 
Un lieve raggio di sole, curioso e temerario, riuscì a farsi spazio fra le pesanti tende polverose color rubino, posandosi sul volto dai lineamenti marcati, ma di una delicatezza quasi particolare, di James Potter.
Sembrava essersi addormentato da cinque minuti, era davvero tempo di svegliarsi?
Un occhio color nocciola, anch’esso curioso e temerario, si spalancò, seguito, poi, dall’altro.

Eh, sì, era davvero arrivato il momento di alzarsi, benché fosse Domenica. E la ragione era solo una: Lily Evans.
 
Ci vollero diversi istanti, istanti in cui si mise seduto, inforcò gli occhiali, si passò una mano fra i capelli, per capire che…
 
«Lily Evans. Lily Marie Evans è la mia ragazza.»
 
Un sorriso ebete si ricamò sul viso del Grifondoro, che, incoraggiato da quella notizia, ignorò il cuscino che lo colpì, seguito da delle parole biascicate da Sirius che erano simili ad un “Cristo, Ramoso, chiudi quel becco. Sto dormendo.”
 
La notizia del loro fidanzamento non sembrò colpire molti, se non i diretti interessati. Sembrava che tutti i loro amici, e non, se lo aspettassero. Era ciò che incuriosiva e, da un certo punto di vista, turbava James, che, sotto la doccia, si ritrovava a fare i ragionamenti più improbabili.
 
Ma era in ritardo per il suo appuntamento con la sua ragazza – Ah, lo avrebbe ripetuto in eterno. – e non aveva tempo di soffermarsi su quelle piccolezze.
 
Indossò un paio di jeans, uno splendido sorriso a trentadue denti, il maglione che Lily gli aveva regalato a Natale, sorrise, si scompigliò nuovamente i capelli, sorrise nuovamente e finalmente era pronto, tralasciando il mal di gote che tutto quel sorridere aveva portato con sé.
 
Non ci impiegò molto a raggiungere il portone dell’Ingresso Principale, dato che era sceso dalle scale-… no, dato che era volato dalle scale, soprattutto quando aveva notato in lontananza una ragazza familiare, dai capelli rosso fuoco, che stava aspettando qualcuno; anzi, non “qualcuno”, ma stava aspettando lui, il suo ragazzo.
 
«Buongiorno, Lily.»
 
Aveva lottato contro il fiatone, per far sì che quelle parole lasciassero la sua gola, e poi la sua bocca, nel modo più dolce possibile, e quel suo sforzo fu premiato dal sorriso di Lily. Sarebbe stato intere ore lì, ad osservarlo.
 
«Buongiorno, James.»

Il loro appuntamento ebbe inizio nel migliore dei modi: il sole primaverile che aveva svegliato James splendeva in cielo, il giardino esterno profumava di muschio ed erba bagnata, ed erano uno al fianco dell’altra, senza discutere. Non succedeva da mesi, ormai.
 
Parlarono del più e del meno, i loro occhi, soprattutto, parlarono del più e del meno. Si dicevano un sacco di cose: che si erano cercati per sette anni, senza mai trovarsi, che si erano desiderati per altrettanti anni, senza mai aversi; si elogiavano a vicenda, e si complimentarono di come il verde smeraldo e il color nocciola andassero d’accordo. E anche quando erano puntati sull’incresparsi delle acque del Lago Nero, si incontrarono nei riflessi. I loro occhi, nel bel mezzo di quel prato, fecero persino l’amore, si abbracciarono, e fecero la sacra promessa di non lasciarsi mai più andare, non dopo sette anni di lontananza.
E all’improvviso la mano di James cercò quella di Lily. Anche le loro mani si erano cercate per sette anni, e finalmente erano insieme.
 
La Grifondoro sentì le proprie guance riscaldarsi, e diventare di un colore non lontano da quello dei propri capelli.
 
«Cosa stai facendo?»
 
James cercò la risposta adatta. Cosa stava facendo, esattamente?
 
«Ti tengo la mano. Gli altri ragazzi devono sapere che sei mia.»
 
Il cuore di Lily fece un balzo, forse due, o forse ne mancò altrettanti. Come poteva capire se il suo cuore battesse troppo forte, o, invece, si fosse fermato del tutto? Era la prima volta che provava quelle sensazioni, ma, intrecciando le proprie dita con quelle del ragazzo, si ripromise che le avrebbe catturate e tenute nell’angolo più sicuro della propria mente. Per sempre.
 
  
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