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Autore: Crystalized_    02/07/2013    2 recensioni
Fanfiction crossover tra Dolce Flirt e Cafè Rouge.
Lysandre, giovane vampiro si invaghisce di una cameriera del Cafè.
Erano giorni che andavo al Cafè per osservarla, erano giorni che i nostri contatti si limitavano a sguardi fugaci. Quella sera, avrei ottenuto di più.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Lysandro
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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La soif


Ero andato al Cafè Rouge per una serata galante, ne fanno spesso lì. Mi ci trovo bene a passare qualche ora assieme a gente che mi somiglia, con gente come me, voglio dire, insieme a vampiri.

Quella sera era una piacevole serata di maggio, il 14 maggio se non erro. Stavo sorseggiando un calice di vino quando la vidi. La ragazza dai lunghi capelli verdi, stava in disparte, quasi volesse confondersi con la tappezzeria. Indossava l’inconfondibile uniforme dello staff del Cafè Rouge e in mano aveva un vassoio. Il suo sguardo vagava senza meta quando i suoi occhi incontrarono i miei.

I suoi occhi, d’un nero profondo hanno incontrato i miei occhi bicolore, difficile dire che fossi un vampiro dai miei occhi. Per un attimo sono rimasto senza fiato. Indeciso se andare a parlarle o no, giocherellavo col bicchiere che tenevo in mano; erano giorni che andavo al Cafè per osservarla, erano giorni che i nostri contatti si limitavano a sguardi fugaci. Quella sera, avrei ottenuto di più. Andai da lei ostentando una sicurezza che non avevo e mostrandole un sorriso appena accennato mi decisi a parlarle.

Abbiamo passato il resto della serata a conversare piacevolmente, ma mi riusciva difficile concentrarmi sulle sue parole; le sue labbra, rosee e sensuali sembravano chiamarmi ad ogni sillaba e i suoi occhi, neri come pece, mi incantavano ad ogni battito di ciglia.

Dopo che ebbe finito il turno, mi offrii di riaccompagnarla a casa, abitava poco distante dal Cafè, perciò andammo a piedi. Mi sentivo come un lupo con l’agnello affianco, le tenevo un braccio attorno alle spalle e cercavo di sembrare il più cavaliere possibile, ma dentro di me avrei voluto fare tutt’altro. Avrei voluto buttarla contro un muro e soddisfare ogni mia sete. Avevo sete di sangue, del suo sangue, il suo collo bianco e sottile a portata di mano eppure, ebbi molto auto controllo.

Arrivati al suo portone le diedi la buona notte e mi voltai per andarmene. La sua voce mi ha richiamato, voleva che entrassi per bere qualcosa. Senza esitazione ho varcato quella soglia  e mi sedetti sul divano, in trepidante attesa di ricevere qualcosa che potesse, almeno inibire, la mia sete di lei. Dopo un paio di drink l’atmosfera iniziò ad essere più rilassata e, lentamente i nostri visi si avvicinarono, ci comportammo esattamente come due calamite, fin quando le nostre labbra non si incontrarono. Morbida e calda, la sua bocca socchiusa si lasciò penetrare facilmente e dolcemente dalla mia lingua. Dalle labbra mi spostai al collo, il suo collo pallido e sottile mi bramava. La sentivo morire ad ogni mio tocco. Si spostò i capelli e si sbottonò il coletto, mi lasciò bere il suo sangue, lentamente, senza avidità. Ne assaporai ogni goccia.

Mentre mi nutrivo della sua essenza iniziai ad accarezzarle una coscia, lei aprì delicatamente le gambe, lasciando passare una mano fino i suoi slip, mi staccai dal suo collo a malavoglia e la guardai come in segno d’approvazione. Senza dire una parola si sfilò la biancheria e prontamente feci io coi pantaloni e i boxer. Volevo soddisfarla, come lei aveva soddisfatto me.

Facemmo l’amore per buona parte della notte e dopo dormimmo abbracciati, non ci spostammo da quel divano per un solo secondo. Da quella notte, io e Angélique fummo inseparabili.
  
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