Prologo.

Londra, 16 Febbraio 2013

Il Sig.re e la Sig.ra Harris

Louis rilesse la lettera per l’ennesima volta.
-Perchè gli Harris mi hanno invitato alla loro cena?- pensò tra sè e sè. Gli Harris erano una coppia di mezza età, pieni di soldi, e con una villa da fare invidia al palazzo di Westminster.
Guardò l’orologio: le 19:45.
Poggiò la lettera sulla poltrona e si guardò allo specchio. Vestito di tutto punto, con il suo abito preferito, i capelli laccati portati indietro in un ciuffo, sorrise alla sua imagine, sistemandosi il colletto della sua camicia.
 
Appena furono le 20 in punto, montò nella sua Volkswagen nera e rileggendo l’indirizzo, lo impostò sul navigatore satellitare.
Arrivò perfettamente puntuale, e mostrando la lettera d’invito al buttafuori all’esterno della villa, entrò nell’immenso viale ornato da alberi non troppo grandi. Alla sua sinistra, si trovò una piscina di almeno venti metri di lunghezza. -Ah però! Si trattano bene!- pensò vedendo alla sua destra una parte pavimentata dove sopra era ubicato un piccolo pozzo in pietre bianche. Intorno, almeno una decina di statue in marmo raffiguravano delle divinità.
 
Allungò il passo percorrendo l’acciottolato sopra l’erba perfettamente curata, e si ritrovò davanti una villa immensa, che si estendeva su almeno tre piani.
“Signor Tomlinson, che piacere vederla qui! Prego, si accomodi.” Disse la Signora Harris accogliendolo all’entrata.
Louis si ritrovò in un androne di almeno ottanta metri quadrati. L’arredamento, tutto esclusivamente bianco, era in risalto con le decorazioni nere che ornavano le arcate dei soffitti. Una grande scala a chiocciola si estendeva proprio davanti a lui, portando ai piani superiori, probabilmente alle camere da letto.
Il lampadario di Swarovski, illuminava la grande stanza, già brulicante di persone che parlavano. Donne e ragazze vestite elegantemente con lunghi abiti con tanto di coda, e uomini con Frac che sorseggiavano il vino.
Louis non era abituato a questo tipo di feste. Era un ragazzo giovane di ventun’anni che avrebbe preferito andare in discoteca come tutte le persone normali.
Lui però, faceva parte di una famiglia altolocata, che purtroppo era stata distrutta dalla morte dei genitori per un incidente aereo. Rimasto da solo, il castano dovette portare avanti la casa. E soprattutto portare avanti il nome della sua famiglia, partecipando a feste e cene importanti, dando sempre la migliore immagine di sé.
 
Annoiandosi e non sapendo che fare, in attesa dell’arrivo di alcuni suoi amici, che erano stati invitati, si avvicinò ad un cameriere in divisa, e sorridendo prese un calice di vino dal vassoio in metallo.
All’improvviso si sentì dare una pacca sulla schiena.
“Ehi amico!” Un paio di occhi azzurri, un ciuffo biondo e un sorriso smagliante gli apparirono davanti. “Ciao Niall! Che piacere vederti qui... Sei venuto alla fine.”
Disse Louis stringendogli la mano. “Si, non avevo nulla da fare di meglio... Di solito però queste cene le evito, mi annoio a morte!” disse il biondo lasciandosi scappare una smorfia, suscitando il sorriso del castano.
“Già, penso che questa cena sarà molto poco movimentata...” disse Louis sorseggiando il vino. All’improvviso si sentì un urlo di una donna, e dei piatti infrangersi per terra.
“Non direi proprio! Guarda lì!” disse Niall sbarrando gli occhi, facendo girare Louis su sé stesso, per vedere la situazione alle sue spalle.