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Autore: _Kirai    02/07/2013    4 recensioni
“Si può vivere di illusioni?” Questa era una delle domande che si ripeteva spesso e che Mukuro gli rispondeva sempre con un viso irritato. Dopotutto lui viveva di esse.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chikusa, Chrome Dokuro, Ken, Mukuro Rokudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Little Goodbye

Un piccolo petalo si staccò da quell’immenso mazzo di rose posto sul comodino, galleggiando dolcemente dell’aria, andando a fare compagnia agli altri petali caduti a terra nei precedenti giorni, che inconsapevolmente avevano formato una piccola montagna. Nonostante fossero di un rosso vivo e di un profumo ineguagliabile, a Chrome non piacquero quei fiori, tanto da portarli ad odiare. Il suo non era un vero odio, ma un rimpianto di non aver avuto il coraggio di dire ciò che provava all’uomo che considerava suo maestro. Quel ricordo dell’ultima volta che si erano visti rimase indelebile nella sua mente tanto da lasciarla sveglia per tutta la notte. Aveva paura di sognarlo. Aveva paura di risentire la sua voce che la chiamava.

“Chrome! Chrome!”

La ragazza si tappò le orecchie con le mani, sprofondando sul letto, che gli sembrò l’unica cosa che riusciva a farla rimanere calma, mentre, inconsciamente, le immagine di quell’addio si fecero più nitide, facendola piombare nell’illusione di rivivere quel momento.

“Mukuro-sama, dove sta andando?

L’uomo dinnanzi a lei si voltò lentamente, ritrovandosi sorpreso di ciò che aveva visto. Mukuro non si aspettava di vedere  Chrome alla stazione e per di più con una valigetta, pronta con l’intento di partire.

“Chrome! Cosa ci fai?”

“Mukuro... Lei mi ha mentito. Lei non mi ha detto che partiva.”

L’uomo le si avvicinò, mettendogli una mano sulla testa come segno d’affetto, sfoggiando un sorriso che contagiò anche la piccola Chrome che per la delusione ,aveva le lacrime agli occhi.

“Scusami piccola, se non ti ho detto nulla. Scommetto che sono stati Chiukusa e Ken a dirtelo, non è vero?”

La ragazza scosse la testa.

“ Allora lo hai scoperto tu, non è vero Chrome? Sei una ragazza intelligente e rimpiango di non poterti portare con me, ma sono gli ordini del Boss.”

“ Dopotutto, anche io sono una guardiana!”

Mukuro l’abbracciò, facendo cadere a terra la piccola valigetta di Crome che continuava a fare sgorgare dal suo unico occhio delle lacrime, talmente pure che infrangendosi con il pavimento emisero delle piccole scintille bianche.

“ Chrome, Tsuna mi ha dato l’ordine di andare in Giappone per riunirsi con gli altri guardiani per andare a sabotare una villa di una famiglia molto prestigiosa. Non è compito facile, e poi tu sei ancora ferita.”

La ragazza si staccò da lui, mostrandosi molto più indifferente di quanto potesse immaginare, tanto da far venire le lacrime al suo maestro che in tutti gli anni della sua vita non si era mai abbassato a quei livelli.

“ A me non importa di quanto sia pericoloso. Voglio solo venire con te e ritornare la squadra che eravamo una volta. Io te, Ken e Chiukusa. Ti prego, fa rivivere quei splendidi momenti.”

“ Non posso. Non posso farti vivere nei ricordi, sennò che razza di maestro sarei? Ti ho imparato che differenza c’è tra illusione e realtà e tu hai imparato a unirle. Non sei una ragazza normale: tu sei speciale. Chrome, prenditi cura di te.”

L’uomo si allontanò lentamente da Chrome, riprendendo la sua valigetta caduta a terra per poi salire sul treno più affollato che mai. La gente si  spingeva, si dimenava, faceva di tutto per avere almeno un posto sul quel misero treno.

La ragazza riaprì lentamente gli occhi che immediatamente vennero catturati da quell’immenso mazzo di rose rosse. Sebbene quella fosse una stanza molto umile e piccola, quei graziosi fiori donavano ad essa l’illusione di vivere in una reggia. Che fossero anche quei fiori frutto delle illusioni di Mukuro? La ragazza non si stupì: quell’uomo era capace di tutto, perfino illudere se stesso con il suo potere. Era molto forte, e in battaglia le sue doti non venivano a mancare: illuse molti suoi compagni con illusioni reali, facendogli credere che tutto ciò che creava era realtà. Li confuse, fino a che non vennero sopraffatti dalle loro stesse paure. Questo è il potere della nebbia, lo stesso che aveva anche lei, essendo una guardiana.

 

“Si può vivere di illusioni?” Questa era una delle domande che si ripeteva spesso e che Mukuro gli rispondeva sempre con un viso irritato. Dopotutto lui viveva di esse. Aveva salvato Chrome creandogli dei finti organi, che riuscirono a farla sopravvivere per un bel po’, finche la ragazza non imparò a gestire il tutto da sola, diventando indipendente. Era proprio questo che gli aveva detto l’ultima volta che si erano visti. “Prenditi cura di te”. Tutto ciò era un gran passo avanti per la ragazza che è stata succube del maestro per degli anni, ma questo non gli bastava. Ken ,Chiukusa e il maestro Mukuro. A lei bastava solo stare insieme a loro, come facevano una volta, essendo complici di una cosa chiamata amicizia.

  
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