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Autore: Light and Darkness    16/01/2008    1 recensioni
(Per chi sapesse la trama di Darkstalker l'azione di questa fic si svolge dopo il torneo di Pyron e dopo la sua sconfitta. Questa fic però è una possibile prosecuzione degli eventi, quindi non preoccupatevi se non conoscete la trama precedente perché questa fic è una storia a se stante.)Due angeli caduti, due fratelli scesi sulla terra, l'uno per desiderio di potere, l'altro per cercare il suo parente smarrito.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4.Incontro per caso.

La notte era tranquilla, ma il cuore di Gabriel no. Era seduto su un roccia mancavano poche ore all'alba. Lui, Felicia e John si erano messi a riposare, avevano cercato le traccie di Lucifer ovunque, ma nessuna traccia di lui.

“Le sue azioni non posso non emanare energia oscura, ma allora perché non riusciamo a trovarlo ?” pensava l'angelo nella più chiusa contrizione.

“Non riesci a dormire ?” Felica apparve dietro di lui.

“No.” rispose chinando il capo.

“Sei in pensiero per tuo fratello ?” chiese lei, lui annui, ma non disse nulla.

“Ho paura Felicia, per la prima volta io ho paura. So che lui è la fuori, so che brama il potere sopra ogni cosa. Quello che mi spaventa davvero però è il modo con cui lo vuole ottenere. E in qualche modo so che quel potere c'è l'ho anche io nascosto dentro di me.”Gabriel si guardava le mani, tremavano.

“Che hai da temere ? Ci siamo noi con te. E poi non credo che tu diverresti mai un essere malvagio e assetato di potere.” disse lei prendendogli le mani.

“Lo so e vi ringrazio per questo. Ma non mi perdonerei se vi accadesse qualcosa. Voi non avete nulla a che fare con questa storia.” Felicia gli sorrise e poi fece una risatina e commentò: “Hey. Con chi credi di avere a che fare ? Con dei ragazzini che non si sanno difendere ? Combattiamo da prima di te sai ?” Gabriel alzò la testa e sorrise.

“Grazie Felicia, spero di riuscire a vincere le mie paure.” Gabriel si sentiva un po meglio. Alzò lo sguardo al cielo pensando al suo passato, alla luce luminosa irradiata dal sole, agli immensi cieli sempre azzurri e calmi. Sarebbe voluto ritornare, ma non avrebbe lasciato ne i suoi amici, ne suo fratello a combattere contro un male immenso. Felicia lo lasciò da solo e tornò a riposare.

John stava in una radura steso sull'erba sonnecchiando. Felicia si avvicinò, si mise vicino a lui e gli accarezzò la pelliccia. Sapeva bene che il suo amico aveva il sonno pesante e infatti quello non si sveglio minimamente. Provava qualcosa di forte, qualcosa che accomunava tutti e due. Qualcosa che andava ben aldilà dell'apparenza e attrazione fisica.

“Perché non può rimanere tutto come è adesso ? Perché tutto è destinato a cambiare ? Tu stesso lo vuoi, John. Io non ti ho mai visto come un mostro, perché tu ed io siamo simili. Non capisci che quella che chiami maledizione può essere un dono ?” chiese lei mentalmente, poi cadde addormentata.

Gabriel rimase fermo nella radura, aspettando l'alba. Poi senti che qualcosa lo chiamava da dentro di lui lo obbligava a reagire.

Una forte fitta lo prese al petto, ma cercò di rimanere in piedi, lo sentiva, suo fratello stava uccidendo ancora. Lucifer stava tranciando la testa di diversi umani, per puro divertimento. Lilith gli si avvicinò con calma dicendo che era troppo intimandogli più volte di smettere. Maximoff rimase molto colpito di quanto potere oscuro potesse emanare un essere come lui. Gli aveva indicato diversi Darkstalker, ma Lucifer non aveva bisogno di poteri simili a quelli. L'unico per il quale mostrava un moderato interesse era John Talbain, ma nessuno sapeva dove si trovasse.

“Questo è il quarto villaggio Maximov, e lui non è qui . Dove diavolo è quel sacco di pulci ?” chiese Lucifer con rabbia. Maximov fece per intervenire ma Lilith lo anticipo.

“John è un vagabondo. Lui si sposta in continuazione.” urlò lei.

“Uhm. Allora continuiamo a cercarlo. Separiamoci. Ci vedremo dopo l'alba nell'arena del prossimo villaggio. Vedete di esserci, oppure vi verrò a cercare io ” Lucifer si librò in volo. Lasciando gli altri due a terra.

Maximov guardò la sua amata Morrigan, da quando si era ricongiunta con la sua parte più sbarazzina di Lilith era diventata più tranquilla e meno arrogante, ma allo stesso tempo più insicura.

“Perché mi fa questo ? Che cosa è diventato ?” continuava a chiedersi lei. Pensava a quando Lucifer era un angelo, e la piccola vampira lo amava per la sua ingenuità. Una altra parte di lei voleva solo eliminarlo. Per Morrigan infatti Lucifer non era altro che un ostacolo, un intralcio al dominio sul umanità.

L'angelo nero volava cercando qualche segnale di un potere oscuro, ma nulla sovveniva.

Il cielo era coperto e minacciava tempesta. L'angelo si accorse solo in quel momento di solitudine che suo padre non aveva mandato qualcuno a cercarlo o peggio a ucciderlo.

“Deve aver paura del mio crescente potere ne sono certo.” pensò Lucifer sogghignando beffardamente.

La mattina giunse senza sole, le nuvole c'erano ancora, quasi fossero il sottofondo a qualcosa che avrebbe scosso la terra dalle sue fondamenta. Il preludio ad un tremenda sinfonia che Gabriel sentiva e cosi Lucifer. Il primo ne soffriva e il secondo ne godeva appieno.

L'angelo bianco si sveglio con calma, sentiva che doveva andare, qualcosa lo stava chiamando di nuovo. Un impulso, un richiamo, nemmeno lui sapeva come descriverlo. Quello che era certo era forte. E la fonte di quello era il villaggio dove Gabriel era stato il giorno prima.

Lasciò John e Felicia che dormivano ancora.

“Loro non centrano nulla in questa storia, io non voglio coinvolgerli.” improvvisamente lo percepi, era la forza corrotta di un angelo caduto ad emanare tanto potere oscuro: quella di suo fratello.

“Lucifer aspettami sto venendo a fermarti.” Gabriel corse verso il villaggio , quando fu alle porte inizio a camminare ansimando per riprendere fiato. Quasi fosse un miraggio rivide la chiesa dove il giorno prima aveva incontrato Kisala e Anita.

Gabriel entrò senza esitare, gli era chiaro che Anita era dentro. Infatti la bambina era sempre di fronte la tomba di Donovan.

Gabriel si mise in ginocchio su uno degli scalini che portavano all'altare. Pregò il padre di dargli una mano a fermare suo fratello, ma nessuna voce rispose. Kisala gli si avvicinò salutandolo. Lui ricambiò ma era troppo oppresso da quel potere che temeva per poter iniziare un discorso.

Kisala si accorse della tristezza di lui. “Stai bene ? È successo qualcosa ?”chiese lei piano. Lui si voltò, piangeva.

“Nulla Kisala, nulla che tu possa risolvere. È un mio problema e io lo affronterò da solo.”disse lui, poi si alzò. Si voltò verso l'uscita e si incammino verso di essa.

“Aspetta.” gli disse lei, Gabriel si voltò, lei lo raggiunse.

“Fammi vedere come sei per davvero. Se sei un Darkstalker come hai detto di essere ieri, fammi vedere qual'è il tuo potere.” disse lei, Gabriel si sorprese della richiesta, ma non poteva negare questo piccolo favore a un anima cosi candida come quella di quella ragazza. Gabriel sfoderò le sue ali. Poi piangendo usci.

“Tu sei un angelo.” disse Kisala molto piano, Anita la aveva raggiunta, il suo sguardo era freddo come al solito, ma aveva qualcosa di diverso, Kisala lo notò, un qualcosa che pareva un accento di compassione.

“Donovan.” disse la bambina ma non parlò di più.

L'angelo raggiunse l'arena, ad ogni passo gli sembrava di sentire la tensione aumentare come se fosse un enorme macigno attaccato alla caviglie. Giunto nel cortile interno lo vide: suo fratello. La visone gli provocò, sgomento, rabbia, e disgusto.

“Ciao Lucifer.” disse Gabriel freddo.

“Ben arrivato Gabriel ti stavo aspettando. Mi pareva parecchio strano che mio padre non avesse inviato nessuno, ma non mi aspettavo proprio te. Certo che il senso dell'umorismo non gli manca. Il mio caro fratellino.” disse Lucifer poi rise.

“Non mi ha mandato nostro padre qui, sono venuto di mia spontanea volontà .” disse Gabriel, Lucifer si stupi.

“Avanti, sai bene che non puoi mentire...” disse Lucifer con fare accomodante. “E non lo sto facendo. Sono qui solo per riportarti indietro, e se non lo farai con le buone, lo farai con le cattive.” ribatté Gabriel acidamente estraendo fuori la spada.

“E cosi vuoi riportarmi indietro eh? Sciocco Gabriel, pensi davvero che lo farei ?”

“Ascoltami Lucifer, se non lo farai perirai sicuramente. Pyron sta per tornare dalla morte, e tu sai che non sei in grado di sconfiggerlo.” disse Gabriel. Lucifer rimase fermo un istante poi si mise a ridere una, risata alta, beffarda risuonò per l'arena.

“Forse hai ragione con i miei poteri di angelo che avevo prima non sarei stato in grado, ma ora io ho nuovi poteri, e nessuno mi impedirà di diventare il nuovo sovrano di questa terra.” Lucifer fece una pausa, poi riprese: “Gabriel, visto che siamo fratelli ti voglio offrire l'occasione di unirti a me, e dominare con me questo misero mondo.”

“Rifiuto. Ho un nuovo scopo ora: riportarti indietro e io non lo lascerò perdere nemmeno un istante.” ripose Gabriel, puntando la spada contro il petto del fratello.

“Bene hai fatto la tua scelta, stolto.”ribatté Lucifer incrociando la falce con la spada del suo nuovo avversario. Entrambi sapevano che sarebbe stato un scontro titanico, ma nessuno si voleva tirare indietro.

  
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