Fanfic su artisti musicali > Green Day
Ricorda la storia  |      
Autore: MinorityVicious    02/07/2013    6 recensioni
Loro non volevano un amore alla Sid e Nancy, un amore malato che li avrebbe portati alla rovina.
Non volevano cercare disperatamente di rincorrersi l’un l’altra, senza mai arrivare a raggiungersi.
‘Potevamo urlarci addosso, litigare fino allo sfinimento, ma alla fine ci saremmo sempre trovati a fare l’amore...’
[One-shot scritta per il 19esimo anniversario di matrimonio di Billie e Adrienne! Tanti auguri!]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note importanti: per chi non lo sapesse, Billy Bisson era il fidanzato di Adrienne prima che lei conoscesse Billie Joe. Sì, ho riso anche io quando ho visto che si chiamavano quasi allo stesso modo.
Ironia della sorte? LOL

Spero che la fiction vi piaccia!
Dedicata a Billie e Adrienne, con tutto il mio cuore!
Buona lettura.


When It’s Time


Quando tutto ebbe inizio, ero appena una ragazzina.
Il locale dove il mio fidanzato mi aveva trascinato quella sera, era un minuscolo cubicolo sporco e maleodorante, brulicante di persone con creste vertiginose e vestiti stracciati in più punti.
L’odore pesante del fumo rendeva l’aria quasi irrespirabile, e l’alcool scorreva a fiotti da una parte all’altra.
Mi sentivo sempre più nervosa.
Non era il luogo dove mi trovavo a farmi sentire così a disagio, tutt’altro.
Era la situazione a non essere delle migliori.
Billy Bisson, frontman dei Janis Figure e mio fidanzato, aveva la pessima abitudine di trascinarmi a destra e a manca quando avevamo una discussione.
Non chiedeva mai scusa, oh no.
Era un tipo testardo e orgoglioso, e piuttosto che ammettere le sue colpe, preferiva deliziarmi con regali e fiori.
Tutte cose di cui facevo volentieri a meno.
Odiavo quel suo carattere spocchioso. Sembrava tenesse più al suo onore che a me.
Negli ultimi mesi, ero arrivata a chiedermi perché ci stessi ancora insieme, e non riuscivo a trovare una risposta esauriente.
Alzai lo sguardo verso di lui.
Lo vidi scrutarmi con i suoi occhi color cioccolato che, sotto le luci del locale, sembravano assumere una tonalità quasi giallognola.
Muoveva le labbra, ma io non riuscivo a sentire nulla.
La musica era assordante, e lui si sporse fino a raggiungere il mio orecchio.

<< Vado a prendere una birra. Vuoi qualcosa? >>

Scossi la testa, aspettando solo il momento in cui avrebbe tolto la mano dalla mia spalla.
Mi sentii quasi sollevata nel vederlo allontanarsi, e solo allora decisi di guardarmi un po’ intorno.
Ragazzi marci d’alcool e di droga si spintonavano tra loro a ritmo di musica, ridendo come degli ebeti e finendo miseramente a terra.
Una cameriera dai capelli rossi passò lì vicino, scuotendo la testa, senza però nascondere un sorriso divertito.
Doveva aver visto di peggio, in quel locale.

Passarono i minuti.
Mentre ero intenta a ciondolare annoiata sul mio posto, in attesa del ritorno di Billy, una voce sul palco attirò la mia attenzione.
Una voce dura, ma allo stesso tempo così melodica che non riuscii a distogliere lo sguardo dal suo proprietario.
Era un ragazzo dai capelli color pece, magrolino e piuttosto basso.
Indossava una maglietta che era il doppio di lui, di un bianco opaco, e un paio di pantaloni scuri che ricadevano su delle Converse nere.
Rimasi quasi in trance, osservando le sue labbra piene avvicinarsi al microfono, e sputare parole crude e rabbiose.
Le dita sottili si muovevano con maestria sulle corde della chitarra, e ogni tanto lo si vedeva saltare come una cavalletta da una parte all’altra del palco.
Quasi senza accorgermene, mi avvicinai sempre di più, finché non mi trovai proprio sotto al palco.
Da quella distanza, riuscii a scorgere delle perle verdi che osservavano il pubblico divertite, e quasi sussultai quando si posarono sui miei occhi.
Fu un attimo, eppure in quel lasso di tempo sentii dei brividi lungo la schiena.

‘È troppo carino! Voglio conoscerlo!’

Pensai tra me e me, sorridendo.
Il concerto continuò per un’ora e mezza, e quasi mi dimenticai di Billy.
In quel momento, il mio unico pensiero era quel ragazzino dai buffi capelli.
Appena finì il concerto, mi fiondai subito da lui.
Sembrò sorpreso di vedermi, ma mi sorrise educatamente.

<< Ciao! >>

Fece lui, e mi sentii scrutare dai suoi enormi occhi verdi.

<< Ciao! Volevo complimentarmi. Siete stati grandiosi! >>

Risposi, con una punta d’imbarazzo nella voce.
Lo vidi abbassare lo sguardo lusingato, e fare un sorriso talmente dolce da farmi venire voglia di mangiarmelo di baci.

<< Ti ringrazio! Come ti chiami? >>

<< Adrienne! E tu? >>

<< Mi chiamo Billie Joe! >>

Sussultai nel sentire quel nome.
Si chiamava come il mio fidanzato.
Feci una smorfia, sentendomi quasi presa in giro dal fato.

<< Billy? Con la ypsilon? >>

Lo vidi storcere il naso, e per un attimo pensai di averlo offeso.

<< No. >> Aggrottò le sopracciglia, ma il suo vano tentativo di sembrare cattivo, scemava miseramente davanti al suo viso angelico. << Con la IE. >>

Dal tono quasi irritato, sembrava non essere la prima volta che qualcuno sbagliasse il suo nome.
Trattenni a stento un sorriso.

<< Che ne dici di andare un po’ fuori a prendere una boccata d’aria fresca, Adrienne? >>

Il mio nome.
Il mio fottuto nome pronunciato da lui, prendeva delle sfumature estasianti.
Annuii subito, e in breve tempo mi sentii trascinare via dal locale.
La sua piccola mano, la stessa che pochi istanti prima stringeva la sua chitarra, in quel momento avvolgeva il mio polso come un guanto.
Al diavolo Billy! Al diavolo i suoi occhi marroni! Al diavolo tutto!
Erano ormai due ore che era sparito, ed ero quasi certa che non mi avrebbe cercata.
L’aria fresca mi colpì in pieno volto, e mi ritrovai a stringermi nel golfino leggero che mi ero portata dietro.

<< Hai freddo? >>

Fece lui, tirando fuori dalla tasca uno spinello.
Inchiodò i suoi occhi ai miei, come a voler scorgere anche la minima stilla di sgomento davanti a quel gesto.
Lo guardai, per niente intimorita, e feci un piccolo sorriso.

<< No... >> mi tirai indietro una ciocca di capelli << ... ma se accendi quello spinello e non mi offri neanche un tiro, giuro che me ne vado! >>

Lo sguardo sorpreso che mi lanciò, bastò a farmi scoppiare in un’allegra risata, che pochi istanti dopo coinvolse anche lui.
Passammo la mezz’ora successiva a parlare di tutto, ridendo come idioti annebbiati dal fumo.
Billie era un ragazzo allegro e spiritoso, eppure nel suo sguardo percepivo una nota di malinconia.
Come se stesse cercando di nascondere delle emozioni, troppo dolorose da poter uscire fuori.
Erano anni che non mi sentivo così bene, così in sintonia con qualcuno.
Era un vero piacere stare in sua compagnia, e il sorriso non accennava a voler abbandonare i nostri volti.
Avrei volentieri passato il resto della mia vita a parlare con lui, ma una voce in lontananza bloccò la nostra conversazione.

<< Billie! Vieni un attimo qui! >>

Un ragazzo dai lunghi capelli biondi e un berretto in testa messo al rovescio, era appoggiato allo stipite della porta con aria annoiata, e con le braccia incrociate al petto.
Era lo stesso ragazzo che aveva affiancato Billie sul palco.

<< Non scappare. Torno subito! >>

Sussurrò al mio orecchio, facendomi rabbrividire.
Non avrei mai lasciato la mia postazione, fosse anche cascato il mondo.
Lo vidi avvicinarsi a quello strano tizio che, dopo avermi lanciato uno sguardo indecifrabile, prese Billie per un braccio e lo portò all’interno del locale.
Mi appoggiai al muro dietro di me, battendo la punta della scarpa sinistra sul marciapiede.
La luna era alta nel cielo, piena e luminosa.
Feci qualche passo avanti e indietro per sgranchirmi un po’ le gambe, e vidi poco distante una coppietta, persa in una passionale effusione.
Roteai gli occhi, decisa a tornare indietro, ma venni rapita dal logo della maglietta che indossava il ragazzo.
Il logo dei Janis Figure.
Sentii la terra mancarmi da sotto i piedi, e senza ulteriori indugi, corsi in direzione della coppia, che non si accorse della mia presenza finché non tirai un calcio allo stinco del ragazzo.
Billy mi guardò dolorante e terrorizzato, mentre la ragazza che stava con lei -la cameriera rossa del locale-, decise di darsela a gambe.
Vigliacca puttanella.

<< Adrienne... non... non è... >>

Cominciò a balbettare delle patetiche scuse, che fermai sul nascere.

<< Non è come pensi, giusto? E allora che stavi facendo? Controllavi che avesse ancora la lingua in bocca? >>

Strepitai, allontanando le sue mani che tentavano di stringermi.

<< Non mi toccare, schifoso bastardo!! Non ti voglio più vedere, chiaro?! Mai più!! >>

Corsi via, decisa più che mai a tornare a casa e dimenticare tutto.
L’aria mi bruciava la gola, le lacrime non cessavano di scendere dai miei occhi, e non mi fermai nemmeno quando mi sentii chiamare in lontananza.
Continuai a correre e a correre, finché una mano non mi bloccò il braccio.
Mi fermai, voltandomi.
Sprofondai in due polle verdi, che mi guardavano con aria preoccupata.
Billie aveva il fiatone, e appurai che doveva essere stato lui a chiamarmi pochi attimi prima, e a corrermi dietro.
Appena vide le mie lacrime, socchiuse le labbra e si avvicinò appena.

<< Perché piangi? >>

Chiese con aria preoccupata, e io cedetti.
Mi buttai tra le sue braccia, e lo sentii stringermi timidamente.
Singhiozzai forte, probabilmente bagnandogli la maglietta, ma non se ne preoccupò.
Il suo abbraccio era caldo, rasserenante, e lo sentii sussurrarmi parole di conforto.
Ci staccammo dopo un lasso di tempo infinito, e sentii le sue mani sul mio volto, le sue dita asciugare le mie lacrime.
Mi guardò dolcemente, e quasi d’impulso gli gettai le braccia al collo, premendo la mia bocca contro la sua.
Le labbra di Billie erano dei boccioli di rosa, morbide e carnose, e si univano perfettamente alle mie come i tasselli di un puzzle.
Fu un bacio delicato, eppure avrei voluto che durasse per sempre.

Quando ci staccammo, sentii le guance andare a fuoco, e mi resi conto solo in quel momento di quello che avevo fatto.
Pensai che Billie se ne sarebbe andato, invece mi donò un altro sorriso.
Entrambi eravamo visibilmente in imbarazzo, tant’è che io non riuscii a reggere il suo sguardo.
Due dita gentili si posarono sotto il mio mento, alzandomi il viso.

<< Sei più carina quando sorridi, sai? >> La sua voce, che ore prima aveva infiammato la mia anima su quel palco, in quel momento stava infiammando il mio cuore. << Non ti farei mai piangere così... >>

Restai interdetta da quelle parole, non capendone subito il significato.
Billie abbassò lo sguardo, come se si fosse accorto di essersi lasciato sfuggire qualche parola di troppo.
Di nuovo le mie labbra si curvarono verso l’alto, e nel mio cuore avvertii come una scarica di adrenalina.
Batteva forte nel petto, riuscivo quasi a sentirne i battiti.
Chiusi gli occhi e lo baciai, ancora e ancora, come se non potessi farne a meno.
Billie mi strinse forte a sé, facendomi desiderare che quel momento non finisse mai.


* * * *  


2 Luglio 2013

Diciannove anni erano passati dal giorno in cui mi chiese di sposarlo.
Diciannove anni da quel bramato ‘sì, lo voglio’.
Diciannove anni di risate, pianti, gioie e dolori.

Diciannove anni di terapie, concerti, litigate, speranze.

Con gli occhi intrisi di lacrime, strinsi la foto del nostro matrimonio, sdraiata sul letto in posizione fetale.
Erano circa le tre del mattino del 2 Luglio.
Quel giorno avremmo dovuto festeggiare il nostro anniversario, farci gli auguri e passare una fantastica giornata insieme.
Invece ero sola, su quel letto freddo a piangere come una bambina.
I ragazzi erano a casa di Ollie, e io non riuscivo a prendere sonno.
L’ennesima litigata.
Nata da una stupidaggine, e ingigantita dallo stress che, ultimamente, percepivo nell’animo di Billie.

Dopo esserci urlati contro le peggio cose, che nessuno dei due pensava davvero, aveva preso la giacca ed era uscito sbattendo la porta.
Avevo sentito la macchina uscire dal viale, e solo allora crollai.
Odiavo litigare con Billie.
Odiavo non potergli parlare.
Odiavo vedere quegli occhi così belli guardarmi con astio.
Mi asciugai l’ennesima lacrima, sentendo gli occhi bruciare.
Erano ore che mi trovavo in quello stato.
L’aria sferzava tra le fronde degli alberi, sibilando.
I miei singhiozzi spezzavano il silenzio della stanza, e non mi accorsi della presenza alle mie spalle, finché non sentii la pressione del suo peso sul letto.
Mi voltai di scatto, trovandomi davanti gli occhi dispiaciuti di Billie Joe.
Mi guardò senza dire una parola, come se stesse cercando di riordinare i pensieri.

<< Billie... >>

<< Perdonami, Adrienne. >>

Mi misi seduta, osservando incantata i lineamenti delicati del suo profilo.
Si sporse verso di me e mi abbracciò forte, e io non potei fare a meno di stringerlo a me.
Inspirai a pieni polmoni il suo odore. L'odore che amavo tanto.
La sua pelle profumava di colonia, i suoi capelli di albicocca.
Strinsi le dita attorno alle sue ciocche scure, poggiando le mie labbra sul suo collo.

<< Anni fa... ti feci una promessa, ricordi? >>

Lo guardai negli occhi, cercando di riportare alla mente la promessa che mi fece, ma senza successo.
Lui capì, e sorrise.

<< La prima volta che ti conobbi. Ti dissi che non ti avrei mai fatta piangere... >>

Mi sentii come scaraventata indietro nel tempo.
Improvvisamente mi sentii di nuovo una ragazzina, che ascoltava incantata le parole di un adolescente che le giurava amore eterno.

<< Adrienne... in tutti questi anni, sono stati parecchi i momenti in cui sono venuto meno a quella promessa. Non vorrei mai vederti piangere, perché se stai male tu, sto male an... >>

Posai l’indice sulle sue labbra, inducendolo al silenzio.
Sorrisi dolcemente e lo baciai.
Un semplice sfiorarsi.

<< Tutte le coppie del mondo litigano. C’è chi lo fa per stupidaggini, chi per cose serie, chi per semplice sfogo. Billie... se dopo diciannove anni siamo ancora qui, innamorati, un motivo ci sarà! Ne abbiamo passate tante insieme, e anche quando sembrava essere arrivata la fine per entrambi, siamo riusciti a rimettere insieme i pezzi del nostro rapporto. Insieme. Non riuscirei nemmeno ad immaginare la mia vita senza di te! >>

Vidi i suoi occhi chiari inumidirsi, e un dolce sorriso imbarazzato nascere sul suo volto.
Incredibile che, dopo tanti anni di matrimonio, riuscissi ancora a farlo arrossire con le parole.
Ci sdraiammo sul letto, uno di fronte all’altro.
Disegnai con lo sguardo i tatuaggi sul suo braccio destro, sfiorando con le dita il mio nome leggermente sbiadito, ricordando con tenerezza il giorno in cui avevamo deciso di incidere il nostro amore sulla pelle.

<< Ti amo Billie! Ti amo da impazzire! >>

Poggiai il viso sul suo petto.
Venni accolta dalle sue braccia forti, che mi strinsero quasi possessivamente, come a voler ribadire che io ero sua e solo e soltanto sua.
E quanto amavo esserlo!

<< Ti amo anche io, e... buon anniversario! >>

Mi baciò teneramente, e io circondai il suo collo con le braccia, avvicinandolo a me.
La sua lingua si intrecciò con la mia, e chiusi gli occhi per godermi appieno il momento.
Il malumore accumulato quella sera, si era sciolto come neve al sole nell’attimo in cui, i suoi occhi, mi avevano guardato mortificati.
Potevamo urlarci addosso, litigare fino allo sfinimento, ma alla fine ci saremmo sempre trovati a fare l’amore.

<< Buon anniversario anche a te! >>

Gli sussurrai sulle labbra, per poi riprendere a baciarlo con desiderio, perdendomi in quel vortice di emozioni infinite che sapevano di Paradiso.


Fine.

Spero vi sia piaciuta! :D
Buon anniversario Billie e Adrienne!
Vi amo!


Rage&Love
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Green Day / Vai alla pagina dell'autore: MinorityVicious