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Autore: aplaceformyhead    03/07/2013    4 recensioni
[AU; Klaine!Animatori]
Dalla storia:
«No, non era terribile. Di più.
Non che avesse grandi progetti per quell’estate, sarebbe solamente voluto andare una settimana a Los Angeles a trovare Mercedes, che non vedeva dalle vacanze di Natale, e qualche giorno a Lima per far visita a suo padre e Carole, per poi godersi un’estate da newyorkese, ma fare l’animatore in un villaggio turistico non era minimamente nei suoi progetti.»
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A Roby: perché si, mentre mi insultavi dicendo che non mi merito niente ti stavo già scrivendo questa. E lo so che è un pessimo regalo e come l’anno scorso sarà meglio quello che ti porterò (?).

 

Buon compleanno. Ti voglio bene, anche se mi minacci sempre e sei antipatica :3
 


- Those summer nights

 


 


 

«Mi pento di non essere venuto in crociera con te e con i tuoi.»
«Oh mio Dio, Kurt non lo stai dicendo davvero. È così terribile?»
Kurt sbuffò. No, non era terribile. Di più.
Non che avesse grandi progetti per quell’estate, sarebbe solamente voluto andare una settimana a Los Angeles a trovare Mercedes, che non vedeva dalle vacanze di Natale, e qualche giorno a Lima per far visita a suo padre e Carole, per poi godersi un’estate da newyorkese, ma fare l’animatore in un villaggio turistico non era minimamente nei suoi progetti.
Kurt aveva fatto domanda all’agenzia a malincuore, ma aveva urgente bisogno di soldi e qualche lavoretto di tanto in tanto non bastava a ricoprire le spese della NYADA, un terzo dell’affitto dell’appartamento a New York che divideva da tre anni con Rachel e Santana, le bollette, le spese extra … Così aveva deciso di sacrificare le sue vacanze estive, conscio del fatto che avrebbe trascorso i prossimi tre mesi a ballare irritanti sigle di cartoni animati con un gruppo di marmocchi urlanti e ad organizzare stupidi giochi in spiaggia con gli stessi marmocchi, mandati via a forza dai genitori che volevano rilassarsi almeno per quella settimana.
«Cercherò di sopravvivere. Ci sentiamo stasera, tesoro, buon viaggio.»
«Buona fortuna.»
Kurt attaccò il telefono e cominciò a disfare i suoi bagagli nel bungalow degli animatori. Sarebbe stata una lunga estate.
 
 
*
 
Mini-club. Con tanti ruoli, doveva fare l’animatore al mini-club. La vita sa essere davvero ingiusta.
Kurt non aveva ancora avuto modo di conoscere l’intera equipe; aveva solamente incontrato Roxanne, la coreografa bassa e carina, con i capelli rossi raccolti in una coda di cavallo, Neal, il capo animatore, Peter, il ragazzo dei tornei che sprizzava allegria da tutti i pori e infine Sebastian, il bagnino dal fisico di un dio greco e gli occhi dello stesso colore del mare (Kurt continuava a maledirsi per non avergli ancora parlato).
Kurt era nell’anfiteatro, dove di lì a poco sarebbe arrivata Penny, la “compagna di sventure” al miniclub.
Fa che non sia una pazza sotto perenne effetto di caffeina, pensò Kurt.
«Ragazzi, brutte notizie. L’agenzia mi ha chiamato e ha detto che Penny ha avuto un incidente e si è fratturata una gamba.» comunicò Neal.
Fantastico, pensò Kurt. Dovrò gestire i marmocchi da solo.
«Ma le hanno già trovato un sostituto! Date il benvenuto a Blaine Anderson.»
Kurt alzò lo sguardo e improvvisamente realizzò che non avrebbe voluto essere in nessun’altro posto al mondo che non fosse quell’anfiteatro assolato. Perché se il bagnino era davvero, davvero attraente, Blaine aveva un qualcosa di … Kurt non sapeva come definirlo.
«Ciao, tu devi essere Kurt.»
La voce di Blaine lo svegliò dal suo assurdo e stupido sogno in cui entrambi passeggiavano sulla spiaggia mano nella mano mentre il sole tramontava dietro l’orizzonte.
«Si, sono io. Piacere di conoscerti.»
Kurt lo guardò, questa volta più da vicino. I suoi occhi color caramello catturavano ogni raggio di luce, che creava in essi magnifici giochi di colore. I suoi capelli scuri erano imprigionati in decisamente troppo gel, che lo faceva profumare di lampone. Il suo sorriso era smagliante e ok, doveva decisamente smetterla di fantasticare sul suo collega dopo trenta secondi che lo conosceva.
Neal richiamò i presenti all’attenzione.
«Nel pomeriggio arriverà il resto dell’equipe; intanto Roxanne vi insegnerà la coreografia. E mi raccomando: allegria, allegria, allegria! Vi voglio spumeggianti per i prossimi tre mesi.»
Kurt alzò gli occhi al cielo e pensò di andarsi a suicidare gettandosi da uno scoglio, ma la musica era già partita e Roxanne si muoveva con allegria sul palco.
Allegria. Sembrava la parola dell’estate, eppure Kurt non riusciva proprio a trovare lo spirito giusto per affrontare quei tre mesi.
 
*
 
La prima settimana di giugno non era stata molto movimentata; gli ospiti erano pochi e tranquilli e i bambini quasi assenti. C’era solo un piccolo gruppetto con cui la mattina costruivano castelli di sabbia e giocavano al gioco del fazzoletto o organizzavano una caccia al tesoro per il villaggio, in cui si divertivano a rubare asciugamani e ciabatte agli ospiti che prendevano tranquillamente il sole.
Blaine, d’altro canto, era fantastico. Nancy, la “ragazza fitness”, diceva che avevano un’incredibile  chimica ed era vero. Lavoravano con sincronia e i bambini adoravano entrambi.
Kurt non l’avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma in fondo si stava divertendo e  sapeva che gran parte del merito era di Blaine, che, oltre ad essere incredibilmente affascinante, era simpatico e rispecchiava gli ideali di allegria di Neal. Un giorno o l’altro gli avrebbero assegnato il premio “animatore dell’anno”.
Quel sabato era il suo pomeriggio libero. Durante il cambio di ospiti, era di turno o la mattina o il pomeriggio, poiché le attività erano sospese.
Kurt aveva appena chiuso una videochiamata con Rachel, che era in viaggio in Europa, quando Blaine entrò nel loro bungalow.
«Ciao.»
«Ciao. Non sei di turno?»
Blaine scosse la testa e si sedette sul suo letto. «Finalmente un po’ di riposo.»
«Oh, anche tu ti stanchi? Pensavo fossi immune a queste cose.»
Blaine scoppiò a ridere. Kurt avrebbe ascoltato per sempre la sua risata.
«Allegria, allegria, allegria!» disse Blaine, imitando Neal e facendo ridere Kurt.
«Il motto dell’estate. Urrà.»
«Non sembri molto felice di essere qui.»
Kurt sorrise e scosse la testa.
«Beh, non lo ero, ma devo dire che, per ora, non è niente male.»
«Già. E poi l’equipe è simpatica.»
Kurt ghignò. «Già, soprattutto il bagnino: non ti toglieva gli occhi di dosso.»
Blaine fece un’espressione sorpresa.
«Cosa?» disse, scoppiando nuovamente a ridere.
«Non vorrai dirmi che non te ne sei accorto.»
Blaine rise imbarazzato e scosse la testa.
«No, non è vero. E comunque non è il mio tipo.»
«E com’è il tuo tipo?»
Blaine arrossì, ma non rispose.
«Allora, che te ne è parsa di questa prima settimana?» gli chiese, cambiando argomento.
 
 
*
 
Tra baby dance, cacce al tesoro e spettacoli serali, luglio arrivò velocemente. Kurt era sempre più stanco e ciò che desiderava di più era una bella dormita, di quelle in cui ti corichi alle dieci e ti alzi ad ora di pranzo. I ragazzi dell’equipe erano davvero fantastici e lui trascorreva tre quarti della sua giornata insieme a Blaine e non poteva che esserne felice. Blaine lavorava lì più o meno per il suo stesso motivo. Con suo grande piacere scoprì che studiava alla New York University, ma con la borsa di studio riusciva a stento a coprire le spese dei libri, così lavorava come animatore in locali per feste di compleanno, anche se la sua passione era il canto.
«Stasera c’è la serata canora.» annunciò Blaine allegramente a Kurt.
«Già, per gli ospiti. Noi dobbiamo ballare la baby dance.»
«Prima dello spettacolo. Poi per rompere il ghiaccio potremmo duettare, che ne pensi?»
Quella proposta allettava Kurt, ma la declinò ugualmente.
«Signor studente della NYADA, non vorrà tirarsi indietro davanti ad un’esibizione?»
«Questo è scorretto, lo sai.»
«Scegli pure la canzone, io vado a preparare i giochi per i bambini.»
Kurt alzò gli occhi al cielo.
«D’accordo, animatore da strapazzo. Ma canti prima tu.»
Blaine sorrise.
«Non c’è problema. Ci vediamo dopo in pineta.»
 
 
*
 
 
Com’era prevedibile, tra gli ospiti non c’era nemmeno un volontario per cantare, così Blaine, come d’accordo con Kurt, si fece avanti per rompere il ghiaccio.
Cantò Teenage Dream, di Katy Perry e Kurt realizzò che non sarebbe arrivato a fine serata. Almeno, pensò, sarebbe stata una bella morte.
Blaine aveva una voce splendida, calda ed emozionante e Kurt desiderò sentirlo cantare per sempre.
Quando finì, tutti gli ospiti applaudirono e i ragazzi dell’equipe gli fecero i complimenti.
«Sei sprecato per l’animazione, sai?» gli disse Kurt.
Blaine scrollò le spalle e gli sorrise. «Ora tocca a te.»
Mentre Peter e John cercavano di trascinare gli ospiti dietro la console, Kurt fece partire la traccia che aveva scelto per cantare con Blaine, Our lives, dei The Calling.
«La conosci?»
Blaine annuì, ma prima di cantare la prima strofa lo guardò incuriosito.
«Non mi aspettavo una scelta del genere.
Kurt si limitò a sorridere. «Neanche io.» Sussurrò, coperto dalla base della canzone.
Nancy, dopo averli ascoltati, disse loro che si rifiutava di credere che fosse il loro primo duetto, per di più improvvisato. Anche nel cantare avevano una chimica spettacolare e Kurt non poteva darle torto. Le loro voci si fondevano alla perfezione, anche meglio di quando cantava con Rachel.
Entrambi arrossirono un po’ alla sua affermazione e si gettarono tra gli ospiti per convincere qualcuno a cantare.
 
*
 
Lavorare con Blaine era fantastico. Fare la guerra a Blaine e al suo gruppo di marmocchi, a cui un po’ si era anche affezionato, lo era un po’ meno.
Quella settimana a Blaine era venuta la strampalata idea di dividere il mini-club in due squadre. Lo facevano sempre, soprattutto per i giochi in spiaggia, ma quella volta Blaine voleva la guerra. Non che l’avesse dichiarata esplicitamente, ma attaccarlo alle spalle insieme alla sua banda di “microbi” distruggendo i castelli della propria banda di “microbi”, per poi gettarlo a mare con tutti i vestiti era un’implicita dichiarazione di guerra. E Kurt gliel’avrebbe fatta pagare, e come se l’avrebbe pagata. Poco importava che Blaine era il ragazzo più carino del villaggio (o il ragazzo più carino che conoscesse) e che, anche se non lo ammetteva, aveva una cotta per lui da quando l’aveva conosciuto. Poco importava che vederlo in costume gli provocava attacchi cardiaci, mentre provava istinti omicidi verso il sexy-bagnino quando flirtava palesemente con lui. Poco importava che avrebbe dato un pessimo esempio ai bambini e che sapeva di aver perso in partenza contro Blaine: la guerra era guerra.
«Soldati, sull’attenti!» disse ai bambini raccolti in una linea perfetta sotto il gazebo in pineta. «Chi vuole ripetermi il piano?»
Un bambino con i capelli biondi e le lentiggini alzò la mano.
«Andare sulla spiaggia e fare i gavettoni a Blaine e alla squadra avversaria!» esclamò con entusiasmo.
«Beh, molto sinteticamente si.»
Passò davanti ad ognuno dei bambini, disegnando con la pittura colorata delle strisce sulle loro guance.
«Mi raccomando, non entrate in acqua e non fatevi male. Potete solamente riempire le bottigline, ma se qualcuno entra in acqua, l’attacco è sospeso, ok?»
«Sissignore!»
Una bambina praticamente invisibile alzò la mano e Kurt le chiese il suo nome.
«Stacy.»
«Dimmi, Stacy.»
«Blaine è il tuo fidanzato?»
Kurt arrossì, ma poi scoppiò a ridere per nascondere l’imbarazzo. Dannati marmocchi.
«No, no.»
I bambini stavano già cominciando a cantare qualche stupida canzoncina, quando Kurt li richiamò all’attenzione. Si avviarono verso la spiaggia, chi con le pistole ad acqua cariche, chi con palloncini pieni d’acqua e altri con le bottiglie piene.
Come previsto, trovarono tutti i bambini seduti sulla sabbia che cantavano canzoni dei classici Disney assieme a Blaine, che li accompagnava con la chitarra. Kurt sorrise sentendolo cantare una canzone de La Bella e la Bestia, ma poi diede il via all’attacco.
I bambini cominciarono a urlare e a correre ovunque per non farsi bagnare, mentre Kurt svuotò una bottiglia in testa a Blaine, che da quando era lì aveva i capelli liberi dal gel.
«Allora vuoi proprio la guerra, eh?» gli sussurrò Blaine all’orecchio, facendolo rabbrividire, mentre Kurt gli rovesciava un’altra bottiglina nella maglietta.
«Bambini, vi autorizzo ad usare la pompa, ma non entrare in acqua!» disse Blaine, mentre cercava qualcosa per difendersi contro le bottiglie di Kurt.
I due ragazzi erano così impegnati a “combattere” tra di loro che ci misero un po’ a notare lo strano silenzio che si era creato.
Si immobilizzarono, fissando i bambini che erano andati a prendere la pompa dell’acqua, come suggerito da Blaine.
«Bambini?» disse Kurt, leggermente preoccupato.
«VIA!» urlò lo stesso bambino che aveva riassunto il piano a Kurt, dando l’ordine ad un gruppetto di aprire la fontana.
«Kurt?» lo chiamò Blaine.
«Si?»
«Corri.»
Un getto d’acqua colpì Kurt e Blaine prima che potessero scappare. Si presero per mano e cominciarono a correre lungo la spiaggia, mentre i bambini sghignazzavano alle loro spalle.
Si fermarono ansimanti, ma il bambino con la pompa e gli altri con le pistole ad acqua li avevano già raggiunti e i due animatori si rassegnarono.
«Domani vi faccio colorare tutto il pomeriggio, traditori!» li minacciò Kurt, mentre un getto d’acqua lo colpiva in pieno viso.
Finalmente le pistole si svuotarono e le bambine chiusero la fontanella. Si avvicinarono tutti ai due animatori, creando un cerchio intorno a loro.
«Kurt e Blaine sono fidanzati, Kurt e Blaine sono fidanzati, Kurt e Blaine sono fidanzati!» cominciarono a cantilenare tutti, facendo arrossire i due ragazzi.
«Ma dove le imparate certe cose?» bofonchiò Blaine, tutto rosso e con un mezzo sorriso sul volto.
«Piccoli demoni, smettetela subito!»
«Kurt e Blaine sono fidanzati, Kurt e Blaine sono fidanzati, Kurt e Blaine sono fidanzati!»
 
*
 
 
Quando i genitori finalmente vennero a prendere quei mostri, così Kurt li avrebbe definiti da quel momento in poi, e i balli di gruppo furono terminati, Kurt e Blaine tornarono nel bungalow, esausti e ancora bagnati.
«Cosa avete combinato voi due?» chiese Roxanne, sdraiandosi sul suo letto, esausta.
«Assalto del popolo dei Minimei.» commentò Blaine, sfilandosi la maglietta bagnata (e facendo arrestare di nuovo il cuore di Kurt), prima di infilarsi in bagno.
«Ho organizzato un attacco alla squadra di Blaine del mini-club insieme ai miei marmocchi, ma quei bambini demoniaci si sono rivoltati contro entrambi e ci hanno fatto il bagno, per di più prendendoci in giro.» Le spiegò Kurt, vedendo il suo sguardo confuso.
«Anche i bambini l’hanno notato!»
Kurt aggrottò le sopracciglia.
«Cosa?» chiese, comprendendo a cosa si riferivano un secondo dopo aver pronunciato la domanda.
«Kurt, si vede come tu e Blaine vi guardate. Allora, racconta!» intervenne Nancy.
«Oddio, non anche voi, vi prego.»
«Ti piace, eh? Si vede che tu piaci a lui.»
«Rox, ti ricordi la sua faccia quando Blaine ha cantato quella canzone?»
«Si, non si guarda così un amico, no. E quando hanno duettato?»
«Erano perfetti!»
«Ragazze … Ehm, io sono ancora qui.» disse Kurt imbarazzato, ma le due ragazze lo ignorarono alla grande.
Ancora una volta si chiese cosa avesse fatto di male per meritarsi quello.
 
*
 
 
A dispetto di tutte le sue tragiche aspettative, Kurt, dopotutto, si stava divertendo, escludendo l’attacco del popolo dei Minimei, come ormai amava definirli Blaine, e l’equipe che lo prendeva perennemente in giro. E il sexy-bagnino che ci provava costantemente con Blaine (l’aveva invitato in discoteca, in discoteca!).
Quel sabato mattina gli toccava fare l’accoglienza nell’area piscina, quindi doveva sorridere, versare succhi di frutta, sorridere, illustrare il programma dell’animazione ai nuovi ospiti, sorridere, convincere i poveri malcapitati ad assistere al solito spettacolo serale che ormai ripetevano con estrema monotonia a settimane alterne, sorridere e ancora sorridere.
La vista di due ospiti dall’aria familiare, decisamente troppo familiare, lo fece smettere di sorridere.
Rachel e Santana erano inconfondibili, l’una per l’incredibile bassezza, l’altra per gli insulti che aveva già cominciato a dire a raffica.
«Ditemi che il troppo sorridere mi provoca allucinazioni.» Commentò non appena le due ragazze si avvicinarono al tavolino dell’aperitivo.
«Mio Dio, Hummel, potresti illuminare una città tra la tua maglietta e il tuo naso.»
«Che diamine ci fate qui?»
«Siamo in vacanza!» esclamò Rachel con ovvietà. «Abbiamo trovato un’offerta per questo villaggio e abbiamo deciso di venire a trovarti.»
«Ma guarda un po’ …»
«Allora, come ti trovi? Le tue videochiamate sono così sfuggenti! E non mi hai raccontato ancora nulla. Ci sono ragazzi carini?»
«Rachel, stai intasando la fila, ci sono ospiti che vorrebbero il proprio aperitivo, quindi, se non ti dispiace, prendi questo succo di frutta e levati di torno.» Le disse, versandole il succo nel bicchiere e porgendoglielo bruscamente. «Facciamo i conti più tardi.»
 
«Potevate almeno avvisarmi.» Disse Kurt, seduto ad un tavolino del bar, giocherellando con la cannuccia nel suo bicchiere.
Santana bevve un sorso della sua bibita e lo guardò sorridente. «Avremmo rovinato la sorpresa.»
«Non ti fa piacere averci qui?» gli chiese Rachel, che dopo la rispostaccia della mattina era stranamente silenziosa.
Kurt le guardò e addolcì lo sguardo.
«Certo che mi fa piacere, sono felicissimo di vedervi, anche se con ogni probabilità verrò licenziato entro fine settimana.»
«Beh, all’inizio lo descrivevi come un incubo, quindi ti facciamo un favore.»
Kurt sorrise e si guardò attorno, soffermando lo sguardo su qualche inutile cartello che indicava i prezzi sul bancone del bar.
«Ci nascondi qualcosa.» constatò Rachel.
«Come si chiama?»
«Chi?»
«Il ragazzo che ti piace.»
«Voi siete fuori.» commentò Kurt, ridendo.
Rachel e Santana si scambiarono uno sguardo eloquente. Da quando si conoscevano non facevano che litigare, ma quando si capivano al volo o erano stranamente d’accordo, erano decisamente inquietanti.
Kurt sospirò e si alzò.
«Bene, ragazze, vi lascio alla vostra vacanza, vado a farmi una doccia. Ci vediamo allo spettacolo stasera.»
 
*
 
«È il bagnino.» esclamò Santana, non appena Kurt si avvicinò alla sua sdraio.
«Cosa?»
«Il tizio che ti piace. Beh, è sexy, non c’è che dire. Hai buon gusto, Hummel.»
«Beh, considerando che un tempo aveva una cotta per il mio Finn, ha decisamente buon gusto.»
«Si, con quelle sue tettine mosce è davvero affascinante.»
«Smettila, Santana.»
«Ragazze, per favore.» intervenne Kurt, cercando di non ridere.
«Scusa, Kurt. Comunque, come si chiama?»
«Sebastian e no, non mi interessa per niente.»
Rachel corrugò la fronte.
«Quest’equipe deve essere piena di bei ragazzi allora. Se non è lui che ti interessa, non oso immaginare il ragazzo che ti piace.»
Kurt arrossì, sperando che non si notasse grazie alle guance arrossate per il sole.
«Ehi, Kurt, mi dispiace separarti dalla conversazione con queste due belle donzelle, ma tra poco comincia il mini-club.» disse Blaine, comparso improvvisamente alle sue spalle.
Kurt rivolse un sorriso imbarazzato alle due ragazze e si avviò con Blaine verso l’area giochi.
Santana e Rachel si guardarono sorridendo soddisfatte; poi Santana si alzò, incamminandosi verso la battigia.
«Dove vai?»
«Beh, se il sexy-bagnino non interessa a Kurt, potrei farci un pensierino io.»
«Ma tu non eri lesbica?»
Santana scrollò le spalle. «Per addominali così potrei fare un’eccezione.»
 
*
 
L’animazione era appena terminata e Kurt era seduto su una panchina fuori il bungalow dell’animazione per avere trenta secondi di pace. Le urla dei bambini e la musica gli rimbombavano ancora in testa. Mentre guardava le persone che uscivano dalla piscina mentre Sebastian fischiava e altre che tornavano dalla spiaggia, qualcuno comparve alle sue spalle coprendogli gli occhi con le due mani.
«Indovina chi sono?»
«Ciao Blaine.»
Blaine si sedette accanto a lui. Aveva i capelli ricci scompigliati, la maglietta arancione un po’ bagnata e con le guance rosse era ancora più carino.
«Stanco?»
Kurt si strofinò gli occhi con le mani.
«Troppo.»
«Allora probabilmente la mia proposta non sarà accettata.»
Kurt lo guardò incuriosito.
«Cioè?»
Blaine si guardò i piedi imbarazzato, scalciando qualche sassolino.
«Beh … Dato che non abbiamo mai tempo per noi, stavo pensando … Beh, stasera, dopo lo spettacolo, potremmo fare un giro sulla spiaggia.»
Kurt si morse le labbra, arrossendo e distogliendo lo sguardo da Blaine.
«Però se non vuoi non preoccuparti, cioè, siamo entrambi stanchi, quindi, si, insomma … Dimentica tutto, ok?» si affrettò ad aggiungere.
Kurt si ritrovò a sorridere. Possibile che a ventidue anni erano più impacciati di due adolescenti al primo appuntamento?
«Non dovevi andare a ballare con Sebastian?»
Blaine annuì.
«Si, ma non sono in vena di andare in discoteca.»
«Sebastian non se la prenderà?»
Blaine lo guardò divertito.
«Guarda che se vuoi invito lui.»
«E passeggiata sia.» disse Kurt, alzandosi dalla panchina e lasciandosi alle spalle un Blaine sorridente.
 
*
 
«Avete un appuntamento sulla spiaggia? Oddio, è così romantico!» esclamò Rachel, portandosi le mani alla bocca.
«Non è un appuntamento, Rachel.»
«Stai scherzando, vero? Santo cielo, i bambini all’asilo ci mettono meno di voi per mettersi insieme.»
«Di certo Santana ci mette di meno con i suoi incontri ravvicinati di terzo tipo con il sexy-bagnino.»
Kurt la guardò divertito.
«Avrei giurato che fosse gay fino alla punta dei capelli.»
«In effetti giochiamo nella stessa squadra. Ma non stavamo parlando di te e il puffo allegro?»
«Sapevo che non avrei dovuto dirvi niente.»
 
*
 
«E così vieni da Lima.»
«Vengo da Lima.» disse Kurt, passeggiando a piedi nudi sulla battigia umida. «E tu?»
«Da Westerville. Ho frequentato l’Accademia Dalton.»
«Davvero? Eri negli Usignoli?»
«Solo all’ultimo anno, quando mi sono trasferito dal mio vecchio liceo perché non ne potevo più degli insulti.»
Kurt annuì, capendo Blaine perfettamente.
Camminarono per un po’ in un relativo silenzio, rotto dal rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli e dalla musica che proveniva dal villaggio.
Kurt gli sfiorò timidamente la mano e Blaine intrecciò le proprie dita alle sue.
«Nei film romantici a questo punto si sdraiano sulla spiaggia guardando le stelle.»
«Se mi sdraiassi sulla spiaggia mi addormenterei.» commentò Kurt, facendo ridere Blaine.
«Vuoi che rientriamo?»
«Forse è meglio, altrimenti domani non ho la forza fisica e psicologica per essere abbastanza allegro e sopportare i bambini.»
Arrivarono al bungalow e a quel punto si lasciarono la mano.
«È stata una bella serata.» disse Kurt.
«Già.»
Kurt si avvicinò a Blaine e gli stampò un bacio sulla guancia. Con sole le lanterne ad illuminare la strada, nessuno dei due notò il rossore dell’altro.
Entrarono silenziosamente nel bungalow, per non svegliare Neal e John che dormivano. Il letto di Peter era vuoto.
Ha una batteria a ricarica solare, pensò Kurt.
«Buona notte.» gli sussurrò Blaine il più piano possibile.
«Buona notte.»
Kurt si infilò nel letto, rigirandosi più volte e cercando di non guardare il letto di Blaine.
Spesso le cose avvengono in modi completamente diversi da come ce le aspettiamo e tutto ciò che programmiamo, che sia bello o meno, finisce per andare in fumo.
Quell’estate sicuramente era tra quelle cose e Kurt non poteva che esserne soddisfatto.
 
 

Is it love tonight,
When everyone’s dreaming?


 
 
 

                                                                        

 
 


 
 
Note di Ila:
Salve, stelle del cielo, la Terra vi saluta! (?)
Ok, questa probabilmente è la sciocchezza più grande che abbia mai scritto e Roby, perdonami per averti “regalato” questa storia :’D
L’idea di Kurt e Blaine animatori mi ronza in testa da mesi, più che altro la parte della battaglia con i bambini (si, confesso che l’idea di partenza era una battaglia più duratura tra Kurt e Blaine, poi la cosa mi è scivolata di mano) e così, in cerca di un’idea di una one-shot da regalare a Roby è uscito questo disastro ambulante. Si, come sempre dovete prendervela con lei.
Per la descrizione del villaggio e delle varie attività mi sono liberamente ispirata alle mie varie vacanze, non ho idea di come siano i villaggi turistici americani :’D
E niente, spero che non vi abbia fatto completamente schifo.
Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate, ma grazie anche solo per essere arrivati fin qui.
Un grazie in particolare a Giulia
, la persona più rompi boccini dell’universo e una settimana fa l’ultima a cui mi sarei rivolta per avermi aiutata per aver sclerato con me sulla scelta del titolo (comunque squallido. E si, forse “Estate”, come volevi chiamarla tu, era perfetto ahahahah :’D) e a Melania , per aver creato un banner bellissimo *ç*

 

 

Mi dileguo.

Pace,
Ila 

   
 
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