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Autore: La bambina fantasma    03/07/2013    5 recensioni
Cosa ci fa' Hermione Granger sola, per le strade di Londra la Vigilia di Natale?
E perché mai Fred Weasley si trova con lei?
Una storia che parla di seconde occasioni e del coraggio di aprirsi ancora una volta all'amore.
***
Non sono molto brava nel riassumere le trame, ma spero ugualmente possiate dare una opportunità alla storia.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Chapter IV - Underwater I don't wanna hurt you, baby
I don't wanna see you cry
So stay on the ground, girl
you better not get too high

But I'm gonna stick to you, boy
you'll never get rid of me
There's no other place in this world
where I rather would be.
 
ABBA – Honey, Honey

Il sole l'accarezzava suadente, caldo in quel pomeriggio estivo. Una leggera brezza sfiorava, delicata, la distesa di fiori e le fronde degli alberi, echeggiando come una dolce ninna nanna.
Hermione: gli occhi chiusi, un libro spalancato sul petto, i piedi nudi. Distesa fra l'erba alta, nascosta e indisturbata. Per giungere lì aveva camminato per circa mezz'ora, fino a quando non si era ritrovata in vista del laghetto: il suo luogo preferito, una magnifica oasi per quei momenti in cui la solitudine era il suo desiderio più ardente.
Quel giorno aveva avuto l'ennesimo litigio con Ron, privo di qualsiasi logica o perché, ma, al solito, carico di un doloroso risentimento. Accadeva spesso, in quegli ultimi tempi, senza che lei riuscisse ad evitarlo. Forse, semplicemente, non lo desiderava.
Si sentiva come un naufrago, capitano di una misera zattera, a pezzi almeno quanto lei, in completa balia delle correnti.
Aprì gli occhi e la luce l'accecò, mentre si tirava a sedere e il libro cadeva, chiudendosi, sul terreno erboso. Si stropicciò gli occhi, una familiare spossatezza che non voleva assecondare.
Le ginocchia strette al grembo, si riempì lo sguardo dello splendido spettacolo che quella distesa le offriva: i salici a riverbero di un limpido specchio d'acqua, i denti di leone e le margherite che danzavano guidati dal vento, come in un astruso corteggiamento. Ne strappò uno, soffiandoci sopra e lasciando che quei candidi e soffici petali volassero lontano, simili a minuscoli fiocchi di neve.
Neve in Agosto: quali bizzarre meraviglie può riservarci la natura.
Sarebbe bastato così poco: la stessa ansia delle prime volte, la dolcezza e l'accortezza di cui era stata capace d'innamorarsi. Tutto era mutato, fossilizzandosi in una situazione ormai sterile, per la quale nulla era rimasto intentato, invano. Pensieri pericolosi avevano iniziato a ronzarle nella mente, insidiosi e invitanti: ne era davvero valsa la pena?
Sapeva che non avrebbe sopportato ancora a lungo, uno spettacolo lasciato alla deriva, male improvvisato, per quieto vivere. Perseveranza o dovere non bastavano più a fare da sfondo a notti interminabili in cui anche il silenzio diveniva assordante.
Si svegliava, madida di sudore, vittima di incubi senza volto, ma che avevano il sapore dell'errore.
E se tutto fosse stato solo uno sbaglio?
Una coccinella passeggiava, tranquilla, sulle stringhe di cuoio dei suoi sandali: aveva il guscio giallo e tanti allegri pois.
Uno, due, tre e quattro...
Un nuovo movimento ed eccola pronta a ricominciare d'accapo. Un ottimo scaccia pensieri, utile nel nascondersi da quelli a lei più ostici.
- Fai una ricerca sui comportamenti delle coccinelle? -
- Sì, perché no? - si voltò, per nulla presa alla sprovvista - Potrebbe essere interessante, dopotutto - Fred Weasley si sedette a gambe incrociate accanto a lei, sorridendole
- Non finirai mai di stupirmi, Granger -
- Sono una donna piena di risorse, Weasley: dovresti saperlo -
- Fin troppo, direi - il tono canzonatorio la fece sorridere a sua volta
- Diresti? -
- Ti piace sentirti adulare, vero? -
- Da te di certo -
- Strega -
- Grazie! - oramai rideva, dimentica delle ansie che fino a pochi minuti prima sembravano soffocarla. Era sempre stato così con Fred: semplice e spontaneo, una ventata di pura allegria.
- Si può sapere perché adesso sei tu a fissare quell'insetto? - chiese al gemello, stranita
- Shhht, fa' silenzio - le intimò
- Prego? -
- Sto provando a leggere i suoi pensieri -
- Che cosa?!? - per poco non le cadde la mascella
- Ecco! - lo vide alzarsi - E' volata via -
- Ma per favore, Frederick, non essere sciocco! - lo rimproverò - Non si possono leggere i pensieri di un insetto -
- Forse - si arrese inaspettatamente lui - Proviamo con i tuoi? - propose
- Ti piacerebbe? -
- Molto, lo ammetto - la guardava ed era come se al mondo non vi fosse niente altro
- Bè, mi spiace deluderti - disse lei, cercando di sottrarsi a quella malia - Ma non accadrà nulla del genere -
- Non ora - sottolineò, serio
- Non ora - gli concesse.
C'è qualcosa a questo mondo che non mi convinceresti a fare?
Non c'era più scampo, non per lei, non da lui: si era fatto largo nella sua mente così, poco alla volta, partendo da un labile pensiero, per poi radicarsi in un'idea, fastidiosa o invitante a seconda dell'occasione.
Così tipico di Fred.
Insieme a lui sentiva di esistere, non di limitarsi a sopravvivere. A volte pensava a quanto le sarebbe piaciuto averlo lì, solo per parlargli o poterlo guardare. Non immaginava potesse esserci tra loro qualcosa che andasse al di là di un affetto platonico, per quanto, doveva ammetterlo, aveva fantasticato non poco sul sapore dei suoi baci: amarena, senza dubbio.
- Meglio sbrigarsi - la sua voce la riscosse da quelle imbarazzanti riflessioni
- A far cosa? -
- Dobbiamo far presto se vogliamo fare un bagno e tornare entro l'ora di cena -
- Bagno? -
- Sì, bagno Granger. Sai - continuò - Quello dove si va' al mare, si indossa un costume, si nuota, si fanno scherzi... -
- Scherzi! Avrei dovuto immaginarlo... -
- ...si fa' il filo alle ragazze... -
- Fred! -
- Oh, scusami Hermione. Non volevo pensassi male! Giuro che farò il filo solo a te - lo guardava dal basso, cercando di imitare uno sguardo truce  
- Fred, basta ora. Sono stanca -
- Allora un bagno è di certo quello che ci vuole -
- Fred, no. -
- Peccato non abbiamo neanche... - non lo ascoltava più: si era alzata e aveva cominciato ad allontanarsi, lasciandolo blaterare al vuoto.
- Granger! - si bloccò, voltando il capo - Dove credi di andare? - le chiese, il tono fintamente serio
- Cos'è, vorresti forse provare a fermarmi? - lo sfidò
- Ti consiglio di iniziare a correre, Granger. -
- Fred Weasley, non oseresti! -
- Oh, sì invece -
- Ti avverto: fai un altro passo verso di me e ti lancio una maledizione -
- Ah, davvero? -
- Davvero! -
- E dove sarebbe la tua bacchetta? - silenzio - Ma guarda, sembra tu l'abbia lasciata proprio qui -
- Accidenti! -
- Allora, Granger, ti decidi con le buone o devo ricorrere alle cattive? -
- Ma non indosso neanche il costume! -
- Non ne hai bisogno -
- Non vorrai che faccia il bagno nuda?!? -
- Certo che no, Granger - sospirò pesantemente - Anche se devo ammettere che l'idea mi alletta alquanto,... -
- Fred! -
- ...sono sicuro avrai indosso una biancheria a prova di pervertiti, sotto quel vestito -
- Sei consapevole di stare rischiando la vita? -
- Suvvia! Personalmente, trovo quel tipo di biancheria decisamente eccitante... -
- Fred! Che schifo! -
- Non fare tanto la schizzinosa, un giorno potresti apprezzare -
- Non credo proprio! -
- Mai dire mai. -

Even the best fall down sometimes,
even the wrong words seem to rhyme,
out of the doubt that fills my mind,
I somehow found you and I collide.

Howie Day - Collide

Solo un anno prima, Hermione avrebbe giurato che fosse un amore intenso ad unirla a Ronald, ma quel legame sembrava oramai troppo logoro perché lo si potesse riparare.
Per quanto la sua famiglia potesse crederla un’ingenua, lei vedeva fin troppo bene quel che stava accadendo: non un tocco, uno sguardo, una parola affettuosa. Eppure non biasimava nessuno per questo, perché era preferibile una spiacevole verità ad una comoda e squallida bugia. A tutte le bugie alle quali lei si era prestata. Era così stanca.
Ed ecco che un insolito elemento aveva fatto la sua apparizione in quel desolante scenario: Frederick Weasley. Un fulmine a ciel sereno, a dir poco.
Dapprima l’aveva respinto, poi osservato, lasciando che i suoi gesti e le sue piccole attenzioni la rapissero un po’ alla volta, ghermendole l’anima. Si sentiva felice, appagata come mai lo era stata, grata di quei pochi istanti che erano loro concessi.
Che sia questo Amore?
- Granger, ti decidi a venire qui o vuoi continuare a nasconderti? -
- Merlino, Weasley: sei peggio di una mamma! -
- Bè, signorina, non costringermi a fare di peggio - disse, in una perfetta imitazione della signora Weasley
- Se tua madre potesse ascoltarti, ti darebbe una lezione che non dimenticheresti facilmente -
- Già, ma lei non è qui -
- Vero, ma ciò non toglie che qualcuno potrebbe andare a riferire… -
- Non lo faresti mai -
- Tu dici? -
- Io dico - affermò, ilare - Perché se ciò accadesse, - qualcosa di umido l’avvolse - dovresti anche spiegare perché ti trovavi, tutta sola, in compagnia del sottoscritto e con solo la biancheria addosso! - sentiva il petto del ragazzo aderire completamente alla sua schiena e tanti piccoli rivoli d’acqua scivolarle lungo la spina dorsale: un brivido la scosse e il cuore tremò.
Come ho fatto a non sentirlo arrivare?
- Bè - cercò di riprendere contegno - allora gradirà sapere anche perché il suo adorato figlio la tenesse stretta come un mostro marino -
- Adorato? -
- Ok, sciagurato -
- Così va’ meglio -
- …Fred. -
- Dimmi. -
- Puoi lasciarmi adesso. -
- Potrei, sì -
- Non “potresti”, ma “devi” -
- “Devi” è davvero una brutta parola… -
- Un verbo. -
- E’ lo stesso. -
- In realtà… -
- Granger… -
- …bisogno di specificare e… -
- Granger! -
- Cosa?! -
- Smettila -
- Ma tu…! -
- Granger, ti prego: abbi pietà - la udì sbuffare
- Ok, va bene. -
- Grazie -
- …Fred. -
- Dimmi cara -
Cara?
- Ancora non mi hai lasciato -
- Giusto -
- Ebbene! -
- Ebbene, direi che è arrivato il momento di fare questo benedetto bagno - concluse, prendendola in braccio.
- Fred! -
- Hermione - la guardò negli occhi - lasciati andare per una volta - dopo un attimo di esitazione, la giovane roteò esageratamente gli occhi
- Già so’ che me ne pentirò - disse, plateale, mentre lui iniziava a percorrere il pontile
- Stai mentendo - lo fissò, inarcando un sopracciglio - A me, ma soprattutto a te stessa -
- Io-! -
- Buon divertimento! - mollò la presa e lei quasi ingoiò tutta l’acqua del lago
- Giuro che non appena sarò fuori di qui, - disse tossendo, una volta che fu riemersa - nulla ti salverà dalla mia furia omicida Fred Weasley! -.
Il ragazzo le sorrise, raggiante, ed Hermione si scoprì d’un tratto meno in collera di quanto avrebbe voluto essere.
Possibile che debba essere sempre così?
Una miriade di increspature si espandevano sulla superficie dell’acqua, mille riflessi che andavano dal verde al turchese. Il contatto era piacevole, proprio quello che ci voleva in una giornata come quella, anche se avrebbe preferito farsi rasare a zero piuttosto che ammetterlo ad alta voce.
Gettò uno sguardo in lontananza, dove, in maniera abbastanza nitida, si ergeva la Tana. Piccole rughe comparvero sulla sua fronte, lo sguardo corrucciato; scosse la testa: no, rifiutava di pensarci.
Tornò ad osservare il pontile, ma la sua espressione non cambiò granché, poiché qualcos’altro adesso la preoccupava: Fred Weasley era sparito.
- Fred! - chiamò a gran voce - Si può sapere dove ti sei cacciato?!? -
- Caccabombe!! - l’urlò del giovane quasi la spaventò, ma l’immagine di lui che correva come un folle verso di lei fu anche peggio
- Fermati immadiatamen-! - non poté terminare la sua minaccia, in quanto un’onda la travolse, costringendola a chiudere occhi e bocca.
Quando la ragazza riemerse, non riusciva a smettere di tossire
- Merlino, Weasley! Non credevo ti fossi bevuto il cervello fino a questo punto! Avresti anche potuto uccidermi, lo sai?! -
- Andiamo, non fare la melodrammatica Granger! Sei solo invidiosa -
- E perché mai dovrei essere invidiosa, di grazia? -
- Perché non saresti mai capace di esibirti in un tuffo artistico come quello che ho appena eseguito io -
- Certo, come no -
- Bene, la consapevolezza è il primo passo verso la guarigione -
- Ma cosa vai blaterando?! -
- La verità fa’ forse male, mio caro perfetto prefetto? -
- Smettila di chiamarmi così -
- Perfetto… -
- Ho detto… - tirò indietro le braccia
- …prefetto. -
- … di smetterla! - spinse un’ondata d’acqua con quanta più forza le era possibile, facendo finalmente tacere il suo amico. La sua risata echeggiò a tal punto che temette potessero udirla persino a chilometri di distanza
- Piccola impertinente! - la schernì, sputacchiando
- Scusami, ma la tua espressione è troppo ridicola! - gli rispose, continuando a ridere
- Ah, sì? Bene, vediamo quanto sarà divertente adesso! - e una nuova ondata d’acqua, questa volta diretta a lei, increspò la superficie del lago.
Hermione tossì forte, cercando di non strozzarsi: quanta acqua le avrebbe fatto ancora ingurgitare?!
- Stupido, avevo la bocca aperta! -
- Così impari a ridere di me, Granger -
- Sei peggio di un bambino dispettoso -
- E ne vado fiero -
- Bè, non dovresti -
- Devo aver già sentito qualcosa di simile prima… -
- Se almeno ti degnassi di ascoltare -
- Perché dovrei? Fare quello che la gente si aspetta da te… che noia! - sembrò pensarci su, poi scuotere la spalle disgustato - Bleah! Assolutamente no, mi rifiuto - Hermione dovette mordersi la lingua per non ridacchiare
- Già, avrei dovuto aspettarmelo - iniziò a nuotare verso la riva
- Non vorrai già andar via?!? - le chiese Fred, seriamente sconcertato
- No, sta' tranquillo! -
- E allora cosa stai facendo? - la vide uscire e imboccare il pontile, questa volta sui suoi piedi
- Quello che hai appena detto -
- Sarebbe a dire? -
- Faccio ciò che non ti aspetteresti da me - prese la rincorsa - Attenzione!! -
Splash!!
- Merlino, Granger! Chiunque si sarebbe esibito in qualcosa semplice, ma tu sai bene quanto io trovi il tuffo a bomba decisamente più sexy -
- Oh, per favore Fred! - disse, ridendo - Mi farai venire il mal di pancia in questo modo -
- Non immaginavo fossi così delicata -
- Ed io immaginavo fossi idiota, ma non fino a questo punto -
- Acida -
- Piantagrane -
- Saputella -
- Narcisista -
- A buon rendere -
- Fred! -
- Hermione, facciamo una gara? -

'Cause all I need
Is the love you breathe
put your lips on me
and I can live
underwater

Mika – Underwater

Il tramonto, il momento favorito dai romantici.
Perché, vi chiederete.
Non saprei, è una cosa difficile da spiegare. E d'altronde, come potrebbe non esserlo quando entrano in ballo i sentimenti?
Una volta, qualcuno mi disse che il tramonto è l'unico momento in cui la principessa Luna e il suo innamorato Sole possono incontrarsi e condividere lo stesso cielo. Al termine, la distanza di un intero giorno torna a dividerli: solo ventiquattro ore, un'attesa estenuante fino al bacio successivo.
Un'immagine suggestiva, non trovate?
Una di quelle favolette che vengono narrate ai bambini, magari inventate di sana pianta, ma che, per qualche ragione, restano come marchiate a fuoco nella nostra memoria. Le conserviamo gelosamente, continuando a raccontarle a noi stessi in quelle notti in cui il sonno tarda ad arrivare, tramandandole, quando se ne presenta l'occasione, alla successiva generazione.
E' così che certe storie continuano a sopravvivere, rinnovandosi, aggiungendo dettagli ad ogni nuovo cuore e mente puri nei quali si trovano a germogliare.
Da bambina, ad Hermione Granger era stata narrata una versione differente della vicenda.
La sua insegnante, una donnina gentile dai buffi occhiali colorati, un giorno le aveva tenuto compagnia in attesa dei suoi genitori, in ritardo per un motivo non bene specificato. Si erano sedute sugli scalini dell'ingresso, illuminate dalla luce aranciata sole e, semplicemente, la signorina aveva cominciato a parlarle.
La storia le era stata raccontata da sua madre, che l'aveva ascoltata da sua madre e così via discorrendo, fino a chissà quanti anni addietro.
La favola intesseva la vicenda di due innamorati: La Dama del Cielo e Il Signore della Terra; esseri sovrannaturali dai poteri immensi e, in egual misura, infelici. Essi si amavano, ma erano condannati dalla loro natura a non potersi mai incontrare, limitandosi ad osservarsi da lontano. Giocavano a rincorrersi: lei cantava per lui e lui danzava per la gioia di lei. Non c'erano limiti al loro amore, per quanto un confine invisibile li dividesse.
Poi, un giorno, qualcosa di strano accadde: per quanto tentasse, Il Signore della Terra non riusciva in alcun modo a trovare la sua amata. Cavalcò senza darsi posa, scrutando i cieli dell'est e dell'ovest come un lupo, una terribile angoscia ad attanagliargli il cuore.
Infine, dopo molte lune, la trovò: nascosta in un angolo di cielo, piangeva come se ne andasse della sua vita. Il giovane signore sentì il suo cuore frantumarsi in mille pezzi: non poteva sopportare quella vista senza far nulla. Decise di scalare il monte più alto sulla terra, l'unico in grado di squarciare il cielo. Spronò il suo cavallo e sé stesso fino allo stremo delle forze, si arrampicò rischiando la vita e ferendosì gravemente, più e più volte, fino alla vetta del mondo.
Avrebbe voluto urlare dalla felicità di essere così vicino alla donna amata, così prossimo a sfiorarla, a poterla finalmente abbracciare e baciare...
- Baciare?! Maestra, non si fanno mica certe cose! -
- Si fanno se si è davvero innamorati -
Tese il braccio più che poté, fino a quando non sentì i muscoli cedere e le ossa scricchiolare.
L'avrebbe presa, presto l'avrebbe avuta.
Accadde l'impensabile: Il Signore della Terra si rese conto troppo tardi di essersi avvicinato tanto allo strapiombo. Cadde, vide letteralmente la vita scivolargli via dalle mani, eppure riusciva ancora a pensare solo a lei. Urlò il suo nome e finalmente la giovane si accorse della sua presenza, per poi impallidire all'orribile spettacolo.
Non rifletté: perché avrebbe dovuto? Non importava se ciò l'avrebbe uccisa, la sua vita non aveva senso senza il suo amato.
Volò in picchiata, veloce, sempre più veloce. Riuscì a riacciuffarlo poco prima che si schiantasse al suolo, ma nessuno dei due poteva sopravvivere nel mondo dell'altro, era il loro triste destino. La dama del cielo riuscì a stento ad accarezzargli il viso, prima di collassare fra le sue braccia, priva di vita.
Era bastato un soffio di vento a portarla via da lui: adesso poteva toccarla e stringerla, ma un corpo morto non ha nulla da donare ad un'anima viva e pulsante.
La prese e la portò in un prato poco lontano: lì la adagiò sull'erba, circondandola dei fiori più belli che riuscì a trovare. Era splendida.
Fece ciò che doveva: impugnò il suo pugnale e si uccise. Il corpo giacque disteso accanto a quello della sua sposa, il sangue che ne sporcava gli ornamenti. Poveri amanti sfortunati, che nulla avrebbero voluto, se non poter stare insieme.  
Pianse il cielo, si adirò la terra. Ogni creatura soffrì per loro e di loro si fece ambasciatrice. Stremato da quell'immane dolore, Il Dio di tutte le Creature decise di intervenire
- Alzatevi e vivete, figli miei, perché non sia questo tempo di morte, ma di vita e amore - la scintilla della speranza tornò a far battere quei cuori, il volere del dio.
Fu stabilito quanto segue: nell'arco di tempo che separa il giorno dalla notte, il cielo e la terra si sarebbero incontrati al confine dell'orizzonte, permettendo ai due giovani di amarsi. Il cielo avrebbe cambiato colore e la terra avrebbe taciuto, in una tacita celebrazione di quel sentimento che, alla fine, aveva sconfitto persino la morte.
- E poi? -
- E poi? -
- Sì, cosa succede dopo? -
- Bè, dopo... non lo so. -
- Come no! La sua mamma non gliel'ha detto? -
- Finisce così: dopo essersi rincorsi a lungo, i due giovani si erano finalmente trovati -
- Non mi piace, no: poteva inventare un finale più bello -
- Sì, probabilmente avrebbe potuto -
E lei? Chi aveva rincorso lei?
Forse lo sapeva, sin da quel giorno al lago.
- Hermione? - Fred Weasley le stava sventolando una mano davanti alla faccia - Mi stavi ascoltando? -
- Portami a casa, Fred -.


Libere Interpretazioni:

–    C'era un lago nei pressi della Tana? Non lo so, non lo ricordo: mi serviva e l'ho inserito.
–    La frase “Chiunque si sarebbe esibito in qualcosa semplice, ma tu sai bene quanto io trovi il tuffo a bomba decisamente più sexy” è una libera citazione dal film “Io&Marley”.


Spazio Autrice:

Non mi  dilungherò in scuse per il tempo oltremodo eccessivo che ho impiegato ad aggiornare questa storia, sappiate solo che i motivi del mio ritardo sono stati diversi: ho dovuto fare i conti con me stessa, decidere quale piega volevo far prendere alla mia vita e, a dirla tutta, avevo anche pochissima ispirazione. Ad ogni modo, non ho mai avuto intenzione di lasciare incompiuta la fanfiction, né voglio farlo adesso: non avrebbe senso, soprattutto considerato il fatto che mancano massimo uno o due capitoli alla fine.
Spero ci sia ancora qualcuno tra voi che vorrà leggere dei miei Fred ed Hermione, a me piace molto farlo e questo capitolo l'ho amato particolarmente.
Voi cosa ne pensate?
Se vi va', ho da qualche giorno pubblicato una One Shot, una Draco/Hermione – ebbene sì, non odiatemi –: sarei molto felice se qualcuno di voi volesse leggerla e farmi sapere cosa ne pensa.
Per quel che riguarda il prossimo aggiornamento, vi avverto fin da ora che, molto probabilmente, non riuscirò a scrivere nulla fino alla fine di Luglio, causa impegni vari, quindi suppongo ci sentiremo di nuovo ad Agosto – se col capitolo finale ancora non lo so.
Ok, adesso basta: non vorrei annoiarvi ancora con le mie chiacchiere!
A presto,
La bambina fantasma.
   
 
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