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Autore: xacciobieber    03/07/2013    4 recensioni
“Hai il mio telefono, devi riportarmelo o ti denuncio”
E questo chi diavolo era per rivolgersi a lei così?
Chi credeva che fosse? Un ladro?
“Prima faresti bene a ringraziare che l'ho trovato io e non qualche ladro”
“Senti, non ho idea di chi tu sia, ma quel telefono è troppo importante per me. Devo venire a prenderlo subito”
“La prossima volta, magari, impara a non rivolgerti così alle persone. Sicuramente ti ridaranno il tuo telefono subito come vuoi tu”
“Forse non sai chi sono io”
E questo cosa doveva essere? Un avvertimento?
Ma chi si credeva di essere?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

 

22 giorni dopo
 

Le strade dei due ragazzi sembravano essersi divise completamente: non si scrivevano più, né tanto meno si telefonavano, eppure non riuscivano a fare a meno di pensarsi a vicenda, non tanto perché si mancavano, ma per quello che era successo.
Skye, oltre ad essere andata contro sé stessa rifiutando quella domanda, era riuscita anche a rompere una promessa fatta a suo fratello.



 

Caldo, troppo caldo.

Ormai sarebbe finita lì, la temperatura era troppo alta da sopportare e la bionda aveva già qualche bruciatura su braccia e gambe.
Era da sola, in quella che doveva essere casa sua che stava bruciando più velocemente della legna al fuoco.

Le fiamme si diramavano ovunque, non c'era via di fuga.

La ragazza continuava a tossire, imprecando aiuto, sperando che qualche miracolo riuscisse a salvarla.

Ed eccolo il suo miracolo: un ragazzo biondo platino, dagli occhi castani si stava facendo avanti tra le macerie e le fiamme con addosso una tuta ignifuga e un casco da pompiere.

Kyle” sussurrò la ragazza con quel poco di forza che le rimaneva in corpo.

Skye, tranquilla, non ti lascio qui. Ti salvo io” le urlò il fratello, avvicinandosi sempre di più a lei.

Una volta che le fu accanto, si abbassò, le mise un braccio sotto le gambe, un altro sotto la sua schiena e la prese in braccio, ritornando sui suoi passi e cercando di sfuggire quanto più poteva alle fiamme.

Uscì da quella stanza, ma le scale erano bloccate completamente dalle fiamme e non c'erano altre vie di fuga.

Lasciò giù sua sorella, assicurandosi che riuscisse a stare in piedi e che fosse in grado di camminare.

Skye, tu vai verso quella finestra in fondo al corridoio e buttati, i pompieri sono sotto con il materasso e ti prenderanno” le comandò Kyle mettendole le mani sulle spalle e facendole segno di percorrere il corridoio che la separava dalla finestra.

No, Kyle, e tu come fai? Io non ti lascio” gli disse convinta.

Devi ascoltarmi, okay? Cercherò di spegnere le fiamme da qui con la pompa dell'acqua. Fidati di me. Vai Skye, vai. Muoviti.” le urlò contro, fermo.

Alcune lacrime iniziarono a scendere dagli occhi di Skye, mentre seguiva i movimenti veloci di suo fratello, impegnato nello spostare le macerie che bloccavano l'entrata nel bagno.

Kyle, ti prego. Non lasciarmi” gli sussurrò, con le lacrime che le scorrevano sulle guance, lasciandole un segno pulito sul loro passaggio che risaltava sul suo volto ormai nero a causa del fuoco.

Me la caverò. Tu devi solo promettermi una cosa: una volta che ti sarai buttata da quella finestra, fino alla tua morte, dovrai sempre, sempre aiutare chi ha bisogno. Sia chi ti chiede aiuto, che chi non te lo chiede, ma che ne ha bisogno. Promettimi solo questo.” le disse, guardandola fisso negli occhi e tenendo le mani sulle sue spalle.

La bionda, con gli occhi lucidi, lo guardò un'ultima volta, annuendo e pronunciando a bassa voce un 'sì, te lo prometto'.

Ora vai. Ti voglio bene. Vai.” le ordinò Kyle, che si girò definitivamente e scomparì dalla vista di Skye.

Questa si girò verso la finestra, correndo fino in fondo al corridoio. I vetri erano tutti rotti, guardò giù dove vide i pompieri che le facevano segno di buttarsi.

Chiuse gli occhi e si lanciò definitivamente, lasciando per sempre in quella casa il suo eroe e il suo salvatore.



 

Era stata dura per Skye dare quella risposta a Justin, ma aiutarlo, l'avrebbe portato alla rovina e sarebbe stato solo un aiuto sprecato.

Lei stessa, durante tutto il periodo in cui non sentì Justin, si maledì per quello che aveva fatto, per aver infranto la promessa fatta a suo fratello il giorno della sua morte e questo la portava alla disperazione.

Ricordarsi il volto e gli occhi di Kyle che la guardavano mentre lei gli prometteva di essere sempre disponibile con tutti, la distruggeva completamente.

Dopo più di cinque anni riusciva ancora a sentire il 'ti voglio bene' che le aveva detto quel giorno e da quando aveva negato l'aiuto a Justin, il ricordo si faceva più nitido, come se lui fosse ancora lì davanti a lei, e le chiedesse ancora di prometterlo, mentre lei non riusciva più a pronunciare quelle parole di promessa.

L'aveva deluso, lo sapeva, aveva deluso suo fratello, l'uomo che in soli ventun anni di vita era riuscito a diventare un pompiere volontario, un bagnino e, soprattutto, il suo eroe.

Ma Skye non era la sola a sentirsi un disastro in quel periodo.

Un ragazzo, distante da lei quasi tremila kilometri, riusciva a sentire le stesse sensazioni.

Dopo venti giorni passati nel peggiore dei modi, si era ridotto talmente male che nemmeno i suoi genitori l'avrebbero riconosciuto: sembrava una marionetta appesa per così tanti fili che non sapeva più a chi dare retta.

Manager, fans, media, ragazze con cui era costretto ad uscire.

Ce l'aveva messa tutta per uscirne nonostante Skye non avesse voluto aiutarlo, eppure si era solo scavato una fossa più profonda.

Non appena aveva provato a parlare a Scooter delle sue idee su come mandare avanti la sua carriera, urla ed insulti lo aggredirono.

'Hai firmato un contratto.'

'Hai dimenticato quanti sforzi ho fatto per portarti fino a qui?'

'Sei solo un ingenuo'

'Vuoi mandare all'aria tutto il mio lavoro?'

'Pensi che tua madre ne sarebbe felice?'

Solo alcune frasi che gli aveva detto il suo manager quella sera, frasi che lo avevano mandato altri cento metri sotto terra.

Da quel momento in poi, la sua vita si era trasformata in un inferno vero e proprio: ogni giorno, quando voleva uscire, i suoi movimenti erano controllati e doveva andare in posti precisi dove avrebbe trovato dei paparazzi pronti a scattargli foto e a fargli domande; era uscito con diverse ragazze, tutte presentategli da Scooter, il quale affermava che facesse bene per la sua pubblicità uscire con ragazze diverse, da far capire che non prendeva nessuna storia sul serio; con le fans doveva comportarsi in un certo modo, non poteva dimostrarsi troppo affettuoso nei loro confronti, non poteva abbracciarle o tenere loro la mano.

In pratica non era libero di fare niente come voleva.

Forse posizione per dormire era l'unica cosa che poteva decidere da solo.

Era distrutto, non c'era più via d'uscita da quella vita, e lui ne era consapevole. Ogni giorno aspettava il calar del sole per poter correre sul suo bus e stare da solo, senza ascoltare nessuno.

Certe volte gli tornava in mente il ricordo di Skye, del modo in cui si sentiva parlando con lei al telefono.

Nei momenti in cui parlava con lei, si sentiva così libero e a suo agio che nessuno avrebbe potuto rovinargli quella felicità, ma nonostante lui la ricordasse con una certa gioia in cuore, era sicuro che lei non volesse più avere a che fare con lui.

E ogni sera si addormentava, sperando in un qualche miracolo che lo portasse lontano da quel posto, o che lo facesse uscire da quella situazione.

 

 

Skye.

 

 

Erano atterrati da poco all'aeroporto di Boston, dove i nonni di Jason li stavano aspettando a braccia aperte.

I quattro ragazzi erano così emozionati per la loro prima vacanza insieme che avevano passato le ultime due settimane ad organizzare ogni singolo minuto che avrebbero passato lì.

Non fecero in tempo ad arrivare a casa, che ormai era già ora di cena.

Il jet leg li aveva scombussolati un po', nonostante fossero poche le ore che separavano Boston da Los Angeles.

Nessuno di loro mangiò, erano tutti troppo stanchi per fare qualsiasi attività al di fuori del dormire.

Così, dopo essersi sistemate nella loro stanza, Skye e Alice si sdraiarono nei loro letti, senza però prendere sonno.

Non vedo l'ora che sia domani” disse Alice, sprizzando gioia da tutti i pori.

A chi lo dici. Sarà una settimana fantastica” rispose altrettanto felice Skye.

La conversazione terminò lì. Entrambe le ragazze erano sia troppo stanche che perse nei loro pensieri per mandare avanti quel discorso.

Dopo vari minuti si addormentarono, entusiaste per quella nuova esperienza ed ingenue riguardo a quello che sarebbe potuto succedere in soli sette giorni.

 

Il giorno dopo

 

COSA?” urlò Alice, lanciando poi un urlo che spaccò i timpani di tutti i ragazzi che c'erano in casa.

Skye accorse subito nel salone, da dove proveniva l'urlo e le si presentò davanti la sua migliore amica in lacrime piegata a terra e Jason con in mano dei biglietti che guardava esterrefatto la scena.

Ma che cosa è successo?” chiese Skye, non capendo il comportamento strano della sua amica.

Nel frattempo anche i nonni di Jason e Mark erano accorsi in salone e guardavano la scena divertiti.

Ma niente, le ho solo detto che domani andrà al concerto di Justin Bieber e che, per i suoi diciotto anni, visto che non le abbiamo fatto un regalo io e Mark, le abbiamo comprato i pass per il meet and greet.”

Skye, solo sentendo quel nome uscire dalla bocca di Jason, sbiancò totalmente.

Justin era in quella città.

Tutti i ricordi che aveva di lui le si presentarono come dei flash.

Non riusciva nemmeno a parlare, si era immobilizzata completamente.

Skye, tutto bene?” le chiese Mark dandole una pacca sulla spalla.

La ragazza, con lo sguardo spaesato, guardò il moro, accennando ad un 'si' con la testa.

Bene, perché domani incontrerete tutte e due Justin.” disse Jason, entusiasta e aprendo le braccia.

Gli occhi castani di Skye si spalancarono, così come la bocca, poco prima di riuscire a dire qualcosa.

Nono, stai scherzando. Io non posso, non posso accettare, no.” disse, balbettando.

Avanti Skye, fai compagnia ad Alice almeno. Non mi va di lasciarla andare da sola. E poi ti è piaciuto il suo concerto, no?” chiese Mark, mettendole un braccio intorno alle spalle.

Sì, ma non voglio vederlo. Insomma, non mi piace. Lo odio. È un montato. E poi il concerto è stato decente. Non voglio rivederlo.”

Nei venti minuti successivi, Skye cercò tutte le scuse del mondo per poter scampare da quel grosso problema che le si era presentato davanti: doverlo incontrare.

Vai tu, no?” chiese a Jason.

Non posso, domani io e Mark dobbiamo accompagnare il nonno in ospedale per i soliti controlli.” spiegò il ragazzo.

La bionda aveva esaurito le scuse e non poteva nemmeno dire loro la verità.

Come faceva a dire alla sua migliore amica che aveva parlato al telefono con il suo idolo, che aveva il suo numero e addirittura il suo cellulare? Non poteva.

Ed Alice era così felice di poter andare a quell'incontro che vedere i suoi occhi pieni di lacrime di gioia, portò Skye ad accettare la proposta.

Ora doveva solo prepararsi per il momento che non avrebbe mai voluto che arrivasse.

 

 

 



 

 

 






 

 





 

 





ehilààààà.
non so come mai ma sono in vena di capitoli drammatici in questo periodo lol
spero abbiate capito uin po' di più la situazione dei due ragazzi e il perché stavano così tanto male nel capitolo precedente. quello che volevo far capire nell'altro capitolo su Skye era che lei si sentiva obbligata ad aiutarlo e non essendoci riuscita ci stava male. poi ovviamente ora vi ho messo la spiegazione a questo, quindi vi sembrerà più chiaro.
raccontare giorno per giorno cosa succedeva mentre erano lontani mi sembrava una palla assurda, così ho fatto passare quasi un mese in modo da arrivare direttamente al punto. se questo capitolo vi sembra un po' "veloce" mi scuso, so che non è uno dei miei migliori, ma dovevo in qualche modo far entrare tutto fino a questo punto nel capitolo.
bene, ora vi ringrazio DAVVERO DAVVERO TANTO per le SETTE recensioni che mi avete lasciato. siete davvero le migliori.
ringrazio anche chi mi ha scritto su ask dicendomi di amare questa storia. amo anche le righe più banali che mi scrivete perché so di non essere, nemmeno lontanamente, una buona scrittrice su questo sito, ma mi fa piacere qualsiasi cosa che voi mi scriviate. quindi grazie di cuore.

Arianna.


 

Vi lascio il mio ASK se avete domande su quando aggiorno :)

  
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