Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: Stedereb Cuthalion    03/07/2013    1 recensioni
Il sangue della donna sporca le sue mani, mentre quello dell'uomo scorre ai suoi piedi senza fermarsi, formando una chiazza scarlatta che brilla sotto il riflesso della luna.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il sangue della donna sporca le sue mani, mentre quello dell'uomo scorre ai suoi piedi senza fermarsi, formando una chiazza scarlatta che brilla sotto il riflesso della luna.
Uccidere l'uomo è stato più facile, ma anche meno divertente.
Un uomo che si trova nella situazione di colui che giace ai suoi piedi agisce in modo molto stupido, senza calcolare, senza usare la ragione, ma nemmeno seguendo l'istinto. Un uomo comune agisce compiendo azioni stupide per difendersi, ottenendo, però, solo una morte più veloce.
E così è stato. Prima l'uomo e poi la donna.
Ora entrambi giacciono ai suoi piedi, senza vita. Vita che lui ha preso senza alcuna esitazione.
Si rigira l'arma del delitto tra le mani : un lungo ed affilato coltello, la sua arma preferita. Le armi da fuoco non gli piacciono, offrono una morte troppo veloce ; le armi bianche, invece..... 
Si avvicina ai corpi che ha disteso uno di fianco all'altro con le mani intrecciate sul petto e gli occhi spalancati che guardano in alto, in un ultimo disperato grido di aiuto.
Sempre con il coltello in mano, china la testa, si porta la mano destra
sul cuore e comincia a recitare delle preghiere. Quattro preghiere per l'uomo e quattro per la donna, perché quattro è il suo numero preferito, nonché il numero della perfezione : quattro sono i lati e gli angoli del quadrato, quattro sono gli arti del corpo, quattro sono gli elementi e quattro sono i Cavalieri dell'Apocalisse.
Finito, si fa il segno della croce e se ne va, silenzioso come era entrato,uscendo dalla porta d'ingresso.
Cammina per le strade deserte, l'unica luce quella della luna.
Arrivato al suo appartamento, entra in camera da letto e senza mai posare il coltello, si leva prima la giacca, poi la
camicia.

Le sue braccia sono solcate da tanti piccoli segni, che a prima vista parrebbero tatuaggi. Ma non sono tatuaggi, non sono disegni e sopratutto non sono fatti con l'inchiostro : sono incisi nella pelle.
Lentamente si dirige verso un angolo della stanza, vicino alla finestra. La luce che entra da questa rivela un grande crocifisso appoggiato su un piccolo mobile, una specie di altare. Arrivato sotto il crocifisso, si lascia cadere in ginocchio, e comincia a parlargli.
Ha commesso peccato, ha ucciso. Eppure non si sente in colpa, non sente rimpianto e lo rifarebbe senza pensarci due volte.
Uccidere è male ed agli assassini spetta una dei gironi peggiori dell' Inferno. Dio punisce coloro che commetto questi atroci peccati, ma lui non si sente punito affatto. In tutti questi anni Dio non lo ha mai punito e per questo ha dovuto porre rimedio da sé.
Stringendo ancora di più il coltello insanguinato, lo avvicina al braccio e comincia ad incidersi la pelle. Si, deve farlo con l'arma ancora macchiata del sangue delle prede, facendo si che il loro si mischi al suo e viceversa.
Continua ad incidere e presto un nuovo segno si aggiungerà a quelli che ha già...... presto un nuovo Simbolo Angelico si unirà agli altri.
Ha ucciso. Uccidere è male, eppure lui non riesce a smettere.
La scarica di adrenalina che gli scorre nel sangue, mentre toglie la vitaba qualcuno, è qualcosa di impagabile e pur di provarla, lui è disposto a continuare la sua scia di sangue.
Completato il simbolo, si alza, va verso una scrivania, apre un cassetto e tira fuori un diario dalla copertina nera. 
Lo apre e le pagine all' interno sono macchiate di sangue.
Non sa se sia il suo o quello delle sue vittime. Probabilmente è di entrambi.
Trovata una pagina bianca, prende un penna nera ed in caratteri piccoli e storti, scrive il nome delle sue prede. Perché è questo lo scopo del diario, contenere i nomi delle vittime.Per lui, infatti, il momento migliore di un uccisione, non è l'uccisione in sé, ma il suo ricordo, il riviverla quante volte si vuole, quando si vuole.Ma ce n'è una che lui preferisce su tutte. Una, che lui considera come l'opera d'arte che consacra un artista tra i grandi. Quella che più di tutte lo carica di adrenalina. Quella in base alla quale ed ad immagine della quale avvengono tutte le altre. L'uccisione di sua moglie.
Ogni tanto la sogna la notte ed alzandosi di soprassalto, si mette a ridere. Una risata che deriva dalla gioia perversa di quel ricordo.
Ora, però, non ha tempo, la notte è ancora giovane.
Pulisce il coltello ed apre l'armadio. Ne tira fuori una camicia pulita ed una valigia. Indossata la camicia prende il coltello, apre la valigia, e lo ripone al suo interno.
Nella valigia sono custodite tutte le armi usate, ma anche quelle nuove.
Osservando quest'ultime, ne sceglie una.
La prende, rimette a posto la valigia, ed esce camminando lentamente. Non sa ancora chi sarà il fortunato, ma non gli importa, lui non sceglie in basi a criteri specifici.
Se sarai sfortunato toccherà proprio a te.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Stedereb Cuthalion