L’unica cosa che sentì furono due braccia che mi sollevarono. Avevo gli occhi chiusi e non sapevo chi fosse, anche se quel lui, o quella lei, doveva essere abbastanza forte da riuscire a prendermi con quella facilità.
Provai ad aprire gli occhi, ma le palpebre erano pesanti e non avevano la minima voglia di aprirsi. Inoltre sentivo un dolore lacerarmi la testa e il fianco, così da consumarmi lentamente. Ora mi stavo muovendo, e anche velocemente, a ogni piccolo movimento del mio corpo il dolore si intensificava, portandomi a capire sempre meno. All’improvviso sentivo qualcosa di duro sotto di me. Il pavimento? Non sapevo se definirlo tale.« Serve un’ambulanza, subito! » Una voce vicino a me stava urlando, con voce terrorizzata, era un ragazzo, quello che mi aveva preso in braccio? Forse, ma non avevo la lucidità per scoprirlo.« Sono davanti l'Istituto Tecnico "Arnolfo di Cambio”, via XIV Settembre! » continuò quasi urlando con una nota nervosa nella voce. - Dalla sua voce sembrava disperato. Nonostante la curiosità di capire chi fosse, volevo tanto che la smettesse di parlare quasi urlando, ogni suono amplificava il dolore, più di quello che stava facendo il traffico che sentivo in sottofondo. Traffico? Allora ancora non ero morta? A quel pensiero ebbi una nuova fitta alla testa. Poi il nulla.