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Autore: Ehybastaldo_    03/07/2013    10 recensioni
Il ragazzo si guardò in giro, perplesso "Sono Harry, Harry Styles" disse poi.
Come se io avessi voglia di conoscere un cameriere!
"Ok, che vuoi?" borbottai, tornando a fissare il mio riflesso nello specchio.
C'era cosa peggiore di quel vestito? Ovviamente no! Perfino il cane di zia Anne aveva un vestito migliore del mio.
Il ragazzo si schiarì di nuovo la voce "Lavoro per l'agenzia 'A.A.A. Affittasi fidanzato'" continuò.
Mi bloccai dal sistemare quelle odiose balze del vestito, girandomi con uno scatto per capire bene quello che aveva detto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Mary, quella che sopporta i miei scleri, i miei
pianti, le mie risate senza senso. Lei che mi
dice anche cosa fare quando non so come comportarmi.
L'avevo scritta per il suo compleanno, ma visti gli intoppi,
arrivo solo oggi a pubblicarla cc
AUGURI ANCORA!
 
 
A.A.A. AFFITTASI FIDANZATO.
 
 
 
"Sorellina!" oh merda.
Mi girai di scatto, sfoggiando un sorriso che più falso non esisteva "Megan!" la salutai, andandole in contro e finendo in un abbraccio.
Pesca. 
Il suo profumo preferito sin da quando aveva quindici anni. Le ricordava la primavera, la libertà, la freschezza.
Lei era così, libera come una farfalla: bionda, occhi azzurri, sorriso abbagliante e fisico da paura. A scuola era sempre la prima, oltre che capo-cheerleader per tre anni di fila. Per non parlare della lista innumerevole di fidanzati strafighi e poi quei poveri depravati che le andavano dietro, con scarsi risultati.
"Mary, è da troppo tempo che non ci vediamo" si staccò dall'abbraccio, squadrandomi da capo a piedi, facendomi letteralmente una radiografia.
Era vero, erano passati quasi tre anni dall'ultima volta che ci eravamo viste. Quel giorno, il ventisette giugno -per altro, il giorno del mio compleanno- andò via di casa con la fantastica notizia di essere stata chiamata come biologa marina a Miami.
Cioè, una semplice ragazzina di diciotto anni di Londra, a Miami, America!
Dire di essere gelosa di lei, era ben poco.
Completamente differenti, sia di carattere che di fisico, è sempre stata la preferita di tutti: dalla famiglia, alla società.
"Oh, ti sei fatta crescere i capelli" mise un broncio, passando le dita tra i miei capelli castani, ormai lunghi.
I miei occhi castani sguizzarono lungo tutto il giardino, scorgendo in lontananza nonna Beth, zia Simone, zio Ernesto, zio Fester e i vari cugini. Tutta la famiglia era lì; tutti.
"Vieni con me -mi prese per mano- ti faccio conoscere Josh" mi tirò in mezzo alla calca di gente, che si era girata proprio in quel momento per cercare di conoscere l'anonima ragazza tirata dalla neo-sposina.
Sì. Anche in questo era fortunata. 
Arrivata a Miami non vedevo l'ora di conoscere questo Josh, ragazzo che avevo visto solo in qualche foto che ci aveva inviato feliciemente Meg a casa dei miei. Sì, ancora vivevo a casa con i miei.
Ma non era colpa mia! Avevo finito il liceo solo qualche mese prima di questo maledetto matrimonio. Io nemmeno ci volevo venire! I miei, che erano partiti qualche giorno prima di me, mi ci avevano costretto, minacciandomi di togliermi le chiavi dell'auto. E si sa che un'adolescente aspetta quest'età solo per prendere la patente.
"Josh, tesoro vieni qui" urlò mia sorella, attirando l'attenzione di non poche persone.
Un ragazzo, simile a quello che avevo visto nelle foto, si voltò nella nostra direzione, farfugliando qualcosa a dei vecchietti al suo fianco e mollandoli il secondo dopo per venirci in contro.
Finalmente mia sorella si arrestò, permettendomi di sistemare il vestitino bianco che avevo indossato per partecipare all'aperitivo pre-matrimoniale.
"Josh, Mary; Mary Josh" ci presentò velocemente, con un sorriso stampato sulle labbra.
Agganciai la mano dell'uomo tesa a mezz'aria sforzandomi di sorridere e rendere felice mia sorella nel giorno del suo matrimonio.
Nonostante stesse facendo tutte quelle scenette smielate, fino a qualche anno prima ci scannavamo come cane e gatto. Per questo papà aveva svuotato il garage e l'aveva allestito come una comune camera da letto per la sottoscritta.
"Allora Mary -passò un braccio sulla sua futura moglie- sei venuta da sola?" mi chiese.
Aprii la bocca per rispondere, ma Meg mi anticipò.
"Sai amore -giocò con la cravatta del suo ragazzo- Mary ha sempre avuto dei piccoli problemini con i ragazzi" aggrottai la fronte, cercando di capire dove volesse andare a parare.
Anche il suo futuro marito la guardò confuso.
"E' sempre stata, diciamo, allergica ai ragazzi" a quella frase non mi trattenni più e scoppiai a ridere.
Ok. Tornai subito seria quando capii di essere guardata da metà degli invitati.
Mi schiarii la voce "Invece sono fidanzata" cercai di non ridere ancora, stavolta a causa della faccia che assunse mia sorella.
"Ow" rispose solo Josh.
Mia sorella si guardò in giro un attimo, poi le sue iridi celesti vennero puntati nei miei "Beh, dov'è adesso?" chiese, con ovvietà.
Beh, quella domanda me l'aspettavo. Quindi presi un profondo respiro e "Abbiamo dovuto prendere voli diversi" alzai le spalle.
Alzò un sopracciglio. Aveva sempre la puzza sotto il naso, lei.
"Lavoro?" mi girai di scatto verso Josh, sorpresa.
In effetti come bugia non era male. Non potevo dirgli di aver prenotato due voli diversi per me e il mio ragazzo.
"Ehm...si! Colpa del lavoro" ridacchiai nervosa.
"E che lavoro sarebbe?" la frase di mia sorella mi spiazzò.
O adesso o mai più "Il panettiere" mi pentii di quello che avevo detto il secondo dopo averlo fatto.
Mi avrebbe preso in giro fino al resto dei nostri giorni. Ci ero abituata, in fondo.
 
*  *  *
 
Qualcuno bussò alla porta.
"Oh Gesù. Non poteva prendermi vestito peggiore" mormorai con me stessa "Avanti" mi sforzai a dire dopo una manciata di secondi, finendo di indossare quello che sarebbe stato il mio vestito da cerimonia, ovviamente scelto apposta dalla mia carissima sorellina.
Un giovane cameriere vestito elegantemente entrò nella stanza, sfoggiando un sorriso "Buonasera" sussurrò poi.
Aggrottai la fronte, aspettando che continuasse.
Credevo che in quell'enorme villa in cui si sarebbe festeggiato il fatidico matrimonio del secolo ci fosse almeno una servitù degna del posto.
Il ragazzo si guardò in giro, perplesso "Sono Harry, Harry Styles" disse poi.
Come se io avessi voglia di conoscere un cameriere!
"Ok, che vuoi?" borbottai, tornando a fissare il mio riflesso nello specchio.
C'era cosa peggiore di quel vestito? Ovviamente no! Perfino il cane di zia Anne aveva un vestito migliore del mio.
Il ragazzo si schiarì di nuovo la voce "Lavoro per l'agenzia 'A.A.A. Affittasi fidanzato'" continuò.
Mi bloccai dal sistemare quelle odiose balze del vestito, girandomi con uno scatto per capire bene quello che aveva detto.
Il ragazzo, ancora fermo sulla porta semi-aperta, mi guardò con un sorriso beffardo stampato sul volto.
Eppure chissà perchè mi aspettavo un cesso ambulante, o che ne so! Un cane incrociato ad un alpaca!
Il ragazzo di fronte a me era tutto tranne che brutto, come me l'ero immaginato: riccio, occhi verdi magnetici, due buchi nelle guance e altezza abbastanza accentuata giusto per farmi sentire più nana di quanto già lo fossi.
"H...Harry?" cercai di ripetere il nome, ricordandolo.
Il ricciolino annuì, ridendo. Poi chiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò.
"Vuoi una mano?" chiese, alludendo alla cerniera del mio vestito per metà ancora aperta. Non ero di certo la donna allungabile, eh.
Mi girai verso lo specchio, spostando i capelli da una parte, tenendoli tra le mani. Guardai attentamente il riflesso, studiando per bene ogni minimo dettaglio: il ragazzo aveva i capelli ricci, si poteva notare benissimo la loro morbidezza, ed in più sentivo un bellissimo odore di camomilla provenire da dietro me; gli occhi verdi luminosi, grandi e contornati da ciglia corte e scure; il viso perfetto, leggermente rotondo e ben definito sul mento.
Sorrise quando finì, facendomi rimanere impietrita davanti a tutta quella bellezza.
La porta si aprì d'improvviso, facendo sobbalzare entrambi.
"Oh, tesoro. Sei in buona compagnia, vedo" ammiccò mia madre, per poi passare a fare una radiografia ad Harry.
"Mamma, lui è Harry, sta con me. Harry, mia madre" i due si scambiano un saluto e poi il riccio provò a parlare.
Per fortuna mamma e la sua parlatina lo interruppero prima che potesse dire qualcosa che non c'era nel contratto.
"Vieni con me, ti presento il resto della famiglia" se lo prese a braccetto, mentre cominciai a maledirla in tutte le lingue che conoscevo. E giuro che erano tante!
"Ma mamma..." la donna alzò un dito, zittendomi.
"Finisci di prepararti e scendi di sotto. Tra poco inizia la cerimonia" e richiuse la porta, solo dopo avermi permesso di vedere il ragazzo alzare le spalle, innocente. Dovevo fare di fretta, non potevo lasciare uno sconosciuto in mano di mia madre.
Conoscendola, gli avrebbe fatto il terzo grado di domande, soprattutto quelle più intime.
 
Finii velocemente di truccarmi, decidendo di dare un taglio a quello che non mi piaceva al vestito. Trovai un paio di forbici nel set della sarta, provando a mettere in moto il mio cervellino e ricordare il corso che avevo frequentato al terzo anno di liceo.
Non sarebbe stato bellissimo, ma almeno non sembravo uno dei tappeti della regina Elisabetta.
Sorrisi guardando il mio riflesso: il vestito non aveva più quelle insulse balze, il pesca -ancora, ancora e ancora pesca!- ci stava alla perfezione con il colore della mia carnaggione chiara e adesso mi sembrava tutto perfetto.
Tutto perfetto finchè non ricordai di Harry nelle grinfie di mamma.
Indossai velocemente le scarpe col tacco, cercando di reggermi in piedi mentre scendevo velocemente le scale.
 
La sala dove si sarebbe celebrata la cerimonia era enorme, allestita da grandi girasoli e dei nastri color pesca attorno alle sedie. Mi sarei mimetizzata, in poche parole.
Vidi una chioma riccia quasi all'altare, dove la mia famiglia quasi per intero scambiava parole con quello che doveva essere il mio ragazzo. 
Cercando di reggermi in piedi, camminai lungo la navata fino ad arrivare ad Harry.
Mi schiarii la voce prima di salutare.
"Salve" dissi solamente.
I miei nonni e i miei zii mi sorrisero subito, venendomi ad abbracciare, facendomi quasi cadere. Mentre i miei genitori rimasero a fissarmi, con un sorriso stampato sulle labbra.
Lo sguardo cadde su Harry, sorridente, mentre alzai le spalle come se non mi fossi già vergognata abbastanza.
"Quando sei arrivata, piccolina?" nonna mi strizzò una guancia, facendomi mormorare come quando ero piccola. Odiavo quel gesto, ma lei continuava comunque.
"Ma ti danno da mangiare i tuoi genitori?" insistette mia zia.
Sorrisi, placandole un pò "Stamattina e sì...Ogni tanto" scherzai, uscendo la lingua al mio papà.
"Mary, potevi dirci che eri diventata un'appassionata di pittura!" prima dovevo saperlo io, eh.
"Cosa?" cercai di capirci qualcosa.
Harry si mise al mio fianco, attirando a sè con una mano e non smettendo più di sorridere. Se non fosse che avessi dovuto pagare un'ammenda per baciarlo, gli sarei saltata subito addosso.
"Ho raccontato ai tuoi come ci siamo conosciuti" per poco non mi strozzai con la mia saliva.
"Tu cosa?" in effetti era vero. Non avevamo parlato di dire la stessa cosa; però il ragazzo sembrò intelligente e mi spiegò subito.
"Non ti vergognare. E' una cosa normale disegnare gente nuda" cominciai a tossire senza ritegno.
Io cosa?
Prima di tutto, avevo sempre fatto schifo col disegno. Seconda cosa, non mi sarebbe nemmeno passato per la mente di disegnare un soggetto nudo.
Ridacchiai poi, notando la faccia confusa del resto della mia famiglia.
"Ehm...Sì, scusate se non ve l'ho detto prima" poi mi voltai verso Harry, fulminandolo con lo sguardo "Possiamo parlare un attimo? In privato" guardai i miei genitori che capirono al volo e tirarono per un braccio i miei nonni.
Li guardai allontanarsi, per poi tornare a guardare il riccio non tanto contenta.
"L'hai detto davvero?" chiesi una conferma, sperando di aver capito malissimo. Ma lui annuì.
"Sono cose normali" e rise. Peccato che non ci trovassi proprio nulla di divertente in tutto ciò.
"Normali per te, forse. Ma io mi sono sempre fatta il culo per mantenermi un nome che non fosse come quello della cheerleader di mia sorella" dissi velocemente.
"Siamo in chiesa, ricordalo" mi toccò il naso.
"Eh?" ero più che confusa. Non avevo mica detto che mia sorella passava da un letto all'altro ogni sera. Anche se lei continuava a sostenere il contrario.
"Hai detto 'culo' e siamo in chiesa" disse tranquillo.
Oh mamma! Mi avevano mandato un maniaco del Bon Ton?
"Sì, ma..." purtroppo qualcuno mi interruppe.
"Mary!" mi voltai spaventata. Chi era che teneva una voce così squillante? Solo un ragazzo ce l'aveva, e io purtroppo, l'avevo conosciuto e sopportato per un bel pò.
"Max?!" ero sorpresa più che altro di vederlo lì, a Miami "Che ci fai qui?" e mi abbracciò.
Lui rise, staccandosi "Sono il testimone dello sposo. Sono stato proprio io a presentarlo a tua sorella" disse.
Già, perchè lui, dopo aver passato quasi un anno con me, era passato a stare con mia sorella. Poi, quando lei si era trasferita a Miami, lui l'aveva seguita come un cagnolino.
"Davvero?" oggi mi davano sempre notizie, una più scioccanti dell'altra.
Lui annuì e continuò a fissarmi "Sei cresciuta, vedo" mi guardò da capo a piedi.
No, ma per davvero? Cioè, non ci vedevamo da anni e questo dice che ero cresciuta?
"Sono passati tre anni" tenni per me la simpatia.
Lui sorrise e poi si voltò alla mia destra, osservando Harry al mio fianco "E tu sei?" sentii perfino la sua nota disprezzante.
Il riccio per tutta risposta, mi prese per mano e "Il suo ragazzo" disse, sfoggiando un altro sorriso.
Ma non gli faceva male la mascella?
Sentii le umidi labbra di Harry appoggiarsi sulla mia guancia, e se non fosse che ci fossero quasi 40° all'ombra, avrei dato colpa ai miei ormoni adolescenziali.
Sorrisi, per quello che potevo, finendo col presentare il mio nuovo -chiamiamolo così- fidanzato, al mio ex. I due sembrarono non piacersi da subito.
 
*  *  *
 
 
"Mary! Mary! Mary!" mi girai di scatto, riconoscendo la voce di mia sorella.
Avevamo finito di mangiare solo qualche ora prima, ma ancora non avevo avuto l'occasione -di proposito- di presentare il mio ragazzo alla mia sorellina.
Il vestito bianco, pieno di diamantini, era tenuto dalle mani di mia sorella, che cercava nel frattempo di venirmi in contro con un sorriso a trentadue denti.
"Preparati al peggio" dissi a denti stretti, mentre sentii Harry ridere al mio fianco.
Dopo la cerimonia, passata in bella compagnia del riccio, avevo fatto un giro intorno alla location insieme ad Harry.
L'avevo conosciuto meglio, e ridendo, gli avevo anche detto qualcosa di me. Come per esempio, l'odio profondo che c'era sempre stato tra me e Meg.
"Stupidina, non mi presenti il tuo ragazzo?" mi aspettavo quella domanda da quando avevo messo piede nel giardino. E adesso era arrivato il momento. Tanto, non era la prima volta che lo facevo quel giorno.
"Megan, Harry. Harry, Megan" dissi velocemente.
Mia sorella afferrò la mano di Harry nemmeno fosse l'ultima caramella di Haribo, sorridendo a trentadue denti e facendomi venire il vomito.
"Meg, gli stacchi la mano" aiutai Harry, che sembrava essere spaventato.
"Che sei simpatica. Allora, vi piace il posto? E il mio vestito? Avete visto la fede? Quando vi sposate voi?" che cosa?
Guardai Harry, più preoccupata per lui, per poi sussurrare un semplice "Quando si mangia?"
Lei ridacchiò -ancora- prendendomi per un braccio e allontanandomi dal mio cavaliere. Cercai aiuto con lo sguardo, ma lui alzò una mano, svignandosela. Codardo!
 
Mi subii il peggio interrogatorio che mi avessero mai fatto in vita mia, ma appena notai Harry pochi passi da me, liquidai mia sorella con la scusa più banale di questo mondo "Harry si trova a disagio. Meglio che vada da lui", ma in realtà lui era tutt'altro che seduto in un angolino a giocare col telefono.
Anche quando, lei doveva andare via per farsi un servizio fotografico vicino al mare. Non poteva ancora perdere tempo con noi.
Harry se ne stava tranquillamente in mezzo alla pista da ballo a cantare con i miei cugini. La cosa buffa era che nessuno aveva mai sopportato i miei cugini, soprattutto Tiffany, la più rompi ovaie di questo pianeta.
Mi misi a ballare, per quello che i due anni di danza classica mi avevano aiutato, avvicinandomi piano piano ad Harry. Quando mi notò, fece fare un giro sotto il suo braccio a Tiffany e le sorrise "Adesso posso ballare con la mia fidanzata?"
Sentii le guance prendermi a fuoco, e non era la prima volta quel giorno. Non ero il tipo di ragazza a cui rivolgevano tanti bei complimenti; semplicemente, non ci ero abituata.
La mia tenera cuginetta mi fulminò con lo sguardo, incrociando le braccia al petto e andandosene dalla parte opposta senza degnare una risposta ad Harry.
Non mi trattenni dal ridere, piegandomi perfino a metà e trattenendo le lacrime. Ma guardate una cosa così piccola cos'era in grado di fare!
Harry scosse la testa, bloccandosi ad ascoltare poi la nuova canzone che risuonava per tutto il giardino.
Chi era il deficiente che metteva un lento così presto? Cioè, erano solo le 8 di sera, perchè non metterlo dopo cena?
Il matrimonio era stato fantastico, come il cibo e le tante sorprese: tra cui le danzatrici del ventre, una cosa voluta da Josh, da quello che avevo capito.
Il giardino era pieno di luci, quelle lampade colorate tipiche del Giappone che io ho tanto apprezzato. La cena si sarebbe svolta in giardino; lo si capiva dai camerieri che stavano cominciando a sistemare il tutto, mentre, appunto, la gente era impegnata a farsi le foto o a ballare.
"Ammetto che non sono una professionista" mi lasciai convincere dai suoi occhi colorati di un verde acceso.
Passò la mano sinistra dietro il mio busto, mentre mi costringeva ad avvicinarmi a lui di più; mentre con la mano libera mi aiutò a passare le mie dietro il suo collo.
Le due fossette bucarono di nuovo il suo viso. Non erano delle normali fossette. No.
Erano qualcosa di magnifico che non avevo mai visto. Rimasi, infatti, a fissarli per una manciata di secondi.
"Non ti stai divertendo?" mi chiese, riportandomi alla realtà.
Continuai ad andare a tempo, che per fortuna non era difficile da seguire, mentre scossi la testa, sorridendo.
"E' il matrimonio di mia sorella, cosa non dovrebbe divertirmi?" abbassai il viso.
Una mano di Harry scivolò dalla mia schiena, finendo sotto il mio viso, costringendomi ad alzarlo "Ehy, se è per quel Max che stai così? Ho capito che prima eravate qualcosa..."
Dio mio! Pure uno sconosciuto mi capiva?
Negai con la testa, perchè in fin dei conti lui non c'entrava nulla.
"No, lui è acqua passata. Sono io, qui, la sfigata a rivolgersi ad un'agenzia per affittare un finto fidanzato" mormoro, triste.
Lui ridacchia "Ma sei comunque bellissima" sbarro gli occhi, fissandolo "Sai quante donne anziane mi sono capitate? I familiari, poi, mi hanno chiesto anche se stavo con loro solo per i soldi" e sorrisi anche io.
Certo che era strano. Come mai non sudduvidevano per fasce d'età?
"Comunque, tu sai praticamente tutto di me...Per forza. Dimmi qualcosa di te" la musica cambiò, ritornando quella movimentata di prima.
Eh no! Proprio adesso che stavamo parlando?
"Ti va di fare un altro giro? Così possiamo parlare per bene, senza nessuno che origli" e salutò una mia pro-zia intenta a fissarci.
Mi prese per mano e mi portò ad una delle panchine del parco, vicino al tavolo dove poi ci saremmo dovuti sedere.
"Allora...Sono originario di Chapel Holmes, ma mi sono trasferito a Londra per trovare un pò di fortuna. Ho una sorella più grande, Gemma...E se te lo stai chiedendo, no, non ho una ragazza. Immagina qualcuno sopportare tutto questo" lui sorride, ma noto nel suo sguardo un pò di tristezza.
Già, di questo passo non avrebbe mai potuto avere nessuna di importante al suo fianco.
"E se la trovassi? Cosa faresti?" alla mia improvvisa domanda, sembrò pensarci per qualche secondo.
"Sarebbe un bel problema, ma non la farei soffrire per nulla al mondo" spiegò.
Era bello, perfetto, senza nessun difetto. Perchè solo io non conoscevo gente così?
"Ehy passerotti, vi posso fare una foto?" Max attirò la nostra attenzione, mostrandoci la macchina fotografica che aveva tra le mani.
"Nessun problema, amico" il riccio mi passò una mano al fianco, attirandomi di più a lui. Appoggiai una mano sul suo petto, sorridendo.
Ma Max parlò di nuovo "Aaah, vi vergognate della famiglia? Dai, su! Un bacetto soltanto".
Sobbalzai alla richiesta di Max, guardando interrogativa Harry, che non sembrava per niente preoccupata.
Cercai di ricordargli che per quello non avevo pagato, e che soprattutto non avevo un altro centesimo da uscire. Purtroppo.
Inaspettatamente, le mani di Harry afferrarono il mio viso, facendo congiungere le nostre labbra in un bacio. Ma non un semplice bacio a stampo.
La sua lingua leccò le mie labbra, costringendomi ad aprirle per dargli il libero accesso.
Non capii più nulla dopo aver sentito mormorare un 'Non dicevo di ficcargli la lingua in gola, però' di Max, per poi sentirlo allontare, sbuffando.
Passarono dei secondi prima che il ragazzo si staccasse. Riaprii gli occhi.
Lo vidi leccarsi le labbra, mentre ancora in trance avevo la bocca semi-chiusa.
"Fa' finta che sia un regalo" disse solamente.
Non ci potevo credere. Quello che avevo desiderato da tutto il giorno, finalmente era arrivato.
Forse non era il giorno fortunato della mia sorellina. No.
"Complimenti" mi lasciai sfuggire.
Lui ridacchiò "Per cosa?" chiese poi.
Sei un bravo attore! Avrei dovuto dire. Ma invece...
"Baci bene" doh!
Lui rise di nuovo, cosa che lo rendeva ogni volta sempre più bello.
"So fare altre cose in ancora meglio!"
Lo guardai di sbiego. Non avevo capito male io, vero?
Cominciai a giocherellare con il piede sul brecciolino, mordendomi il labbro inferiore.
"Hai visto la villa?" chiesi, titubante.
Lui si alzò di scatto come una molla, porgendomi una mano "Vorrei vederla tutta la sua bellezza".
Sorridendo, mi alzai per guidarlo all'interno della casa.
E se prima odiavo questo giorno, adesso per me era forse l'inizio per qualcosa di buono.
Suonava bene Mary Styles?
 
  
 
SALVE SALVINO
Se siete arrivati fin qui....AUGURI,
cioè, non convince ancora ora nemmeno me.
Nemmeno ora perchè ce l'ho scritta da una settimana, quasi,
ma volevo sistemarla meglio. Vedo che non l'ho saputo
fare cc
 
Mi fate sapere voi cosa ne pensate? Solo un piccolo pensierino e
mi renderete la ragazza più felice del mondo c:
   
 
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