(Draco)
Eccoci finalmente, Severus
sarebbe venuto a prendermi quel giorno, purtroppo ero dovuto tornare a casa lo
stesso. Speravo di andare direttamente con lui... Comunque finalmente me ne
sarei andato via da lì.
Ne avevo parlato con Silente prima che finisse la scuola, non avevo più
intenzione di seguire mio padre e i suoi ideali, anche se tutti credevano che
sarei diventato come lui.
Io non volevo diventare come lui! Guardai l'orologio, le sei e trentacinque. Presto, troppo
presto! Severus sarebbe venuto solo alle tre di quel
pomeriggio ed io avevo paura che mio padre potesse scoprire qualcosa.
Non era facile ingannare Lucius Malfoy
ed anche se aveva fiducia in Severus, non so quanta
ne avesse in me....
Rimasi nella mia stanza il più a lungo possibile, non volevo rimanere
con loro ora che sapevo quel che stavo per fare, restavano sempre i miei
genitori... Mi dispiaceva soprattutto per mia madre, lei non è come lui.
"Draco,
scendi a colazione, infondo questo è l'ultimo giorno che rimarrai con
noi prima che Severus ti porti a casa sua."
disse mia madre dopo aver bussato alla porta.
"Arrivo madre." risposi. Scesi a colazione, mio padre era distante
come sempre, come se il fatto che io passassi le vacanze fuori casa, dopo il
tempo che sono stato a scuola, non fosse stato importante.
(Evi)
La mattinata per me iniziava tardi, come sempre.
Ma quella sarebbe stata fortunatamente una giornata diversa dalle altre in
quella noiosa casa di campagna. Sospirai pensando ai tiri giocati alla Umbridge insieme ai gemelli… che spasso!
Sospirai pensando che loro e gli altri miei amici di Casa non sarebbero stati
molto contenti se fossero venuti a sapere la novità… ma la sarebbero
venuti sapere prima o poi.
Io, Eveline McLigth=
, da
quel giorno avrei ospitato a casa mia Draco Grifondoro convinta ero nipote del professore di
pozioni… infatti, stranamente, non mi venivano mai tolti punti che non
meritassi.
“Evi è mezzogiorno dovresti scendere, o hai intenzione di fare
i
funghi nel letto? Dovresti anche studiare…” sentii la voce di mia
sorella Kathleen provenire da dietro la porta contro la quale scagliai un
cuscino.
Va bene che Hogwarts mi piaceva e andavo bene a
scuola, ma proprio quell’arpia corva di mia
sorella mi dovevano mettere alle calcagna i miei per controllare che studiassi
tutto?
M’infilai un vestito lilla che aveva il sopra largo e lasciava le spalle
per metà coperte e scesi a fare quello strano pranzo-colazione che
finì con una sorella che scappava a fare i compiti, un padre a lavoro,
una madre che impartiva ordini agli elfi e io da sola a finir di mangiare:
CHE FAMIGLIA PERFETTA… pensai sorridendo.
Certo però che non l’avrei cambiata con nessun’altra.
(Draco)
"Allora te lo affido, Severus." disse mio
padre. "Le cose per la scuola che sono rimaste qui te le spediremo noi."
"Va bene. Ciao madre, ciao padre."
dissi allontanandomi con il professore.
Una volta saliti sulla carrozza mi rilassai.
"Tranquillo, è tutto a posto." mi disse. "Non preoccup=
arti,
non sei solo." annuii.
Anche se era strano, non ero mai andato contro mio padre, ma sapevo cosa
comportava.
Durante il viaggio rimasi in silenzio, mi avevano detto avrei passato le
vacanze a casa di alcuni parenti di Severus, non ho
capito bene il perché, ma m'importava solo star lontano da casa.
Non era proprio dietro l'angolo il posto, passammo un paio d'ore in carrozza
per ritrovarci davanti ad una villa in campagna, la carrozza ci fece scendere
davanti al cancello.
"Una volta superato questo, non potrai
tornare indietro.", i miei pensieri presero la voce del mio professore
di
Pozioni.
"Okay, andiamo." dissi dopo un momento di silenzio, non era con le
incertezze che sarei riuscito a staccarmi da lui. Entrammo e percorremmo il
breve tragitto fino alla porta che si aprì ancora prima che si suonasse
il campanello.
"Severus, sei arrivato finalmente!" disse
una donna mora, i capelli che le arrivavano poco sotto le spalle, gli occhi
scuri e profondi, molto diversi da quelli di mia madre, avrà avuto
sì e no 35 anni.
Si voltò verso di me, mi guardava inquisitoria e poi si sciolse in un
sorriso.
"Tu sei Draco, immagino." disse "Eh,
sì, non ci sono dubbi, sei un Malfoy...
Non mi
sarei mai aspettata di dover nascondere un Malfoy, ma
conoscendo tuo padre..."
"Lena!" la richiamò Severus, mi aveva detto che saremmo andati da sua sorella.
Si sentirono dei rumori provenire da dentro e poco dopo apparve dalla porta
una
ragazza con i capelli lunghi e neri e gli occhi verdi.
(Lena)
Era mezzogiorno quando Evi scese a pranzo, lei e Kath<=
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stavano discutendo come loro solito ed io ero occupata con le pulizie, infondo
dovevo far trovare la casa in ordine, stavano pur sempre arrivando degli
ospiti. Silente mi aveva chiesto di ospitare il figlio di Lucius
perché Severus non poteva.
Ma sì, tanto avere due o tre adolescenti per casa cosa cambiava?
"Heric, mi raccomando, non cominciare con
i tuoi
soliti terzi gradi quando arrivano." dissi a mio marito spaparanzato sulla
poltrona.
"E non metterti a battibeccare con Severus."
Non si sono mai sopportati molto, Heric era uno
dei
compari di Potter e Black ai tempi della scuola
.
In casa si sentivano due diverse voci e rumore di passi rincorrersi, mi stavo
per voltare e dire alle due pesti di smetterla, ma Evi arrivò alla porta
aperta e con un "Ciao zio." mi superò.
"Scusa mamma." disse sorriden=
te
mentre il gatto che aveva in braccio avrebbe preferito di sicuro una centri=
fuga
al trattamento che probabilmente aveva subito.
"Bene, accomodatevi." asserii rivolta a Seve=
rus
e al giovane Malfoy "Io vado a preparare d=
el
tè, Evi accompagnali in salotto." e così dicendo mi sepa=
rai
da loro per andare a preparare la bevanda.
(Evi)
Dopo pranzo mi ero ritirata in camera mia a scrivere una lettera a Fred e
George con richiesta di rifornimento dal loro negozio di scherzi quando dec=
isi
di uscire a svolacchiare un poco. Percorsi tutta l’area sopra la vill=
a un
paio di volte prima di allontanarmi. Volevo essere sicura di non venire
sorpresa da mio padre, di regola ero in punizione ma… io non le
rispettavo mai le punizioni, forse solo quelle di Gazza… mi faceva se=
nso
quell’uomo. Le rispettavo solo per assicurarmi di non essere sfiorata=
da
lui nemmeno per un attimo!
Atterrai sul tetto e tornai di volata in camera mia; erano le quattro passa=
te e
dovevo spedire la lettera prima che arrivassero gli ospiti altrimenti corre=
vo
il rischio di veder volar via il gufo di famiglia, visto che il mio falco e=
ra
già in volo…
Mi ritrovai a pensare ai miei amici, mi sarebbero mancati quest
’anno. Stranamente avevo legato più con loro che con il fratel=
lo, Hermione e Potter… nonostante mio padre fosse s=
tato grande
amico di suo padre, io ero… bah non lo sapevo perché non avevo
legato con loro, inutile scervellarsi.
Chiusi e spedii la busta, poi mi affacciai alla camera di mia sorella, non =
era
alla scrivania e scambiai l’inchiostro con uno trasparente e mi nasco=
si
in corridoio.
“EVELINE!” urlò quando si accorse dello scambio, al che =
io
presi il gatto dal letto e con una calma angelica le passai davanti giusto =
in
tempo per vederle prendere un oggetto pesante e sensibile a rottura immedia=
ta
per lanciarmelo contro e volai giù per le scale, ma frenai giusto in
tempo per vedere gli ospiti.
"Ciao zio.” dissi con l’aria più innocente che rius=
cii
a trovare.
“Ragazzina, quante volte ti ho de=
tto
di non correre in casa?" disse mia madre se pur sorridente "Scusa
mamma." risposi sempre sorridendo mentre con la coda dell’occhio
squadravo il Malfoy e con una mano accarezzavo =
il
gatto.
Ebbi l’ingrato compito di assiste=
re
al primo incontro tra mio padre e mio zio… il primo impatto non era m=
ai
dei migliori, ma a chi vuoi prender=
e in
giro? I secondi sono anche peggio! disse una vocina nella mia testa.
“Perché ridi Eveline?”
”Niente, niente zio.” dissi
scuotendo i capelli e aggiustando l’orlo allargato del collo del vest=
ito.
(Draco)
Chi è questa pazza? , fu
ciò che mi chiesi quando la mora uscì da casa con il gatto in
braccio.
Evi, così si chiamava, ci guidò fino al salotto dove sedeva un
uomo con i capelli chiari, entrando potei notare che il rapporto tra lui e =
Severus non era certo dei migliori.
Evi intanto continuava a ridere sempre in modo strano.
"Perché ridi Eveline?"le
domandò Severus.
”Niente, niente zio.”
Eveline... Ma sì quella pazza di Grifondoro, sempre in compagnia dei gemelli! fina=
lmente
ricordai chi era la mora, proprio tra dei Grifondoro=
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dovevo finire? Se non ricordavo male si chiamava McLig=
th...
suo padre era un Auror, ecco perché non =
vedeva
di buon occhio Piton.