L’ennesima presa in giro, l’ennesimo commento sarcastico, quello che ha fatto traboccare il vaso della mia pazienza.
Mi avvio verso il bagno, mi inchino di fronte al gabinetto e con tanta paura faccio per la prima volta quel gesto che diventerà poi parte della mia routine: mi infilo due dita in gola e provo a vomitare.
All’inizio sono bloccata dalla paura, ci ripenso, poi piano piano vedo che riesco ad espellere parte del pranzo, e mi sento…soddisfatta.
Mi alzo, mi lavo le mani ed esco dal bagno, sperando che mia sorella nella stanza adiacente non abbia sentito nulla.
Mi stendo sul mio letto e inizio a pensare alle ultime settimane: i continui commenti da parte dei miei compagni, addirittura di mio padre, circa il mio peso, i miei fianchi enormi, le mie cosce grandi, mi ronzano in testa, mi fanno star male e sono sempre più contenta di essermi liberata del cibo che mi opprimeva lo stomaco.
Trascorro il resto del pomeriggio sulla cyclette con la musica a tutto volume che mi pulsa nella testa, impegnandomi sempre di più ad eliminare quante più calorie possibili.
Questo è più o meno ciò che diventerà la mia vita.