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Autore: EchelonDammit    04/07/2013    4 recensioni
E’ un pianeta aperto a tutti,a tutto;si è originato insieme all’esplosione del Big Bang,ma non è una costellazione riguardante l’Isola che non c’è:il pianeta di cui vi parlo è ancora più straordinario,è capace di farti piangere,di farti tirare pugni sul muro,di farti sorridere,di farti stare bene,di farti sentire a casa tua a mille miglia lontano dalle persone che ami,perché quel pianeta è casa tua. Beh,diciamo che il Pianeta Musica ce l’avete presente tutti,e tutti ci siete stati. Magari ci siete anche in questo momento. Ma questo pianeta già lo conoscete molto bene e non è questa la storia che vi voglio raccontare.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sapete,spesso vivere in un piccolo paese comporta a nascere,crescere e morire in quello stesso. Spesso bastano le leggende raccontate dagli anziani a far rivivere un po’ di storia,e il profumo della marmitta bruciata di alcune vecchie Panda. Spesso girano voci che neanche sappiamo di conoscere e altrettanto spesso molte di queste passano per vere. Spesso accade che due amici si voltino le spalle,ma questo accade spesso un po’ dappertutto. E spesso vivere in un piccolo paese comporta a farti evadere,fuggire e correre lontano da tutti,in un’altra dimensione:e poi è tutta un’altra storia,una diversità di vedute,una dimensione migliore,un mondo invisibile…e che grande panorama mozzafiato che ha questo mondo. Purtroppo però,non è possibile fotografarlo,essendo tale:si dice infatti che l’essenziale sia invisibile agli occhi. Un po’ tutti lo conosciamo:possiamo dire che c’è gente che ci è nata,è di quel posto lì e lì non morirà mai. Certe anime sono immortali. C’è gente che quel posto è venuto solo a visitarlo,c’è stato un po’ e poi ha capito che quel luogo non era per lui;c’è chi c’è rimasto fino alla vecchiaia. E’ un pianeta aperto a tutti,a tutto;si è originato insieme all’esplosione del Big Bang,ma non è una costellazione riguardante l’Isola che non c’è:il pianeta di cui vi parlo è ancora più straordinario,è capace di farti piangere,di farti tirare pugni sul muro,di farti sorridere,di farti stare bene,di farti sentire a casa tua a mille miglia lontano dalle persone che ami,perché quel pianeta è casa tua. Beh,diciamo che il Pianeta Musica ce l’avete presente tutti,e tutti ci siete stati. Magari ci siete anche in questo momento. Ma questo pianeta già lo conoscete molto bene e non è questa la storia che vi voglio raccontare.
Oggi ho voglia di parlarvi di tre persone che conoscete più di voi stessi,poiché c’è anche chi se stesso non lo conosce nemmeno in po’. Questi tre uomini,oramai,il nostro pianeta l’hanno invaso e chissà se un giorno non diventeranno le colonne d’Ercole che lo reggeranno.
Non sentite un po’ freddo?Già,del resto questo novembre è freddo come lo fu quello del 2014…io ero a -3 anni allora. Wow,se fu freddo,fu così freddo che le lacrime mi si ghiacciavano ancor prima di raggiungere gli zigomi. Penso che anche voi ve lo ricordiate quel novembre:non voglio riaprire troppe cicatrici ma per me lui era davvero una persona importante e che a 16 anni di distanza merita ancora la rievocazione del suo ricordo.
Dopo aver terminato il tour cominciato nel 2013 e finito a maggio 2014 i demoni tornarono a tormentarlo,più che mai. Erano demoni molto seducenti:erano donne,più che donne erano sirene:sirene che con voce angelica e bellezza pari a quella di un dio riuscivano ad annegarti in un mare di illusioni,ma la vita la perdevi per davvero. Come tutti,anche lui preso da un momento di sconforto si gettò fra le loro braccia,come aveva già fatto tanti anni prima,quando era molto giovane. Dopo molto tempo né uscì da Odisseo,si tappò le orecchie e riuscì a sfuggire al meraviglioso cantico delle sirene. I suoi tappi erano due bacchette,due bacchette stregate. Due bacchette stregate che con un semplice incantesimo erano capaci di scatenare l’inferno in mezzo all’esercito echelon.
Inferno?In realtà questo lo stava passando lui dagli ultimi tempi. Ma aveva una grinta,una grinta che solo uno come lui sarebbe stato all’altezza di possedere. Aveva grinta da vendere,pari a quella di tre leoni affamati quando sono intenti a divorare la loro preda. E aveva tanta determinazione e forza di volontà,come se fosse un animale. Un bellissimo esemplare di una specie non completamente definita. Amavo quel suo modo micidiale di suonare che ti scatenava le fiamme in petto e che ti faceva brillare gli occhi davanti a tale miraggio. Quando suonava,ah quando suonava…un direttore d’orchestra che impartisce gli ordini,ma questa è solo una delle sue mille sfumature. Dolcezza,aggressività,amore,sesso,misteriosità,pacatezza,calma,tempesta,batteria e chitarra,grave ed acuto.Aveva un corpo che il David di Michelangelo gliel’avrebbe invidiato e certi occhi che potevi perderti lì dentro e non volerne più uscire. Verdi e scuri attorno l’iride,come per indicare due anime in contrapposizione fra loro.49 anni e non sentirli. Il sudore che tralasciava dalla sua fronte e dalla sua schiena pareva infinito,ma pareva sangue. Il mare,il mondo,le terre aveva tatuate…prima di morire avrebbe voluto visitarle tutte e la triade aveva tatuata,benedetta e santissima triade. Aveva un carattere misterioso e affascinante,buono ma allo stesso tempo selvaggio,ma eccelleva in ogni azione che faceva.
I demoni riuscirono a spegnere quegli occhi,quei demoni che aveva sconfitto una volta trasformarono il suo sangue in ghiaccio,quei demoni gli staccarono il cuore a morsi,quei demoni gli conficcarono spade nel petto,quei demoni lo soffocarono e gli soffiarono via l’ultimo respiro.
Quel novembre fu davvero freddo. Freddo perché non c’erano più quegli occhi,quegli occhi caldi che ridevano sempre. Non c’era più il suo sorriso,un misto fra quello di Joker e quello del fratello. Quella mattina nevicava,e fu la mattina dopo l’ultimo concerto del tour. Jared non riusciva a trovarlo,uscì di casa e corse per tutta Londra . Tomo l’aveva preceduto,infatti aveva lo aveva già trovato e per Jared fu una doccia di lava incandescente che gli  trafisse occhi.
Tomo era seduto sei leoni di Trafalgar Square e tremava,tremava come avrebbe tremato un bambino davanti ad un Titano. Tremava e piangeva silenziosamente guardando l’uomo che aveva fra le braccia e stringendolo al suo petto come una mamma quando culla il proprio figlio. Ma Jared non resistette. Corse incontro ai due e diede un pugno sul naso a Tomo che si alzò e rimase impassibile toccandosi il naso sanguinante. Jared urlava,urlava e piangeva,piangeva ed urlava,stringeva a sé il fratello ed urlava,bestemmiava e piangeva e ordinò di chiamare un ambulanza,la quale arrivò dopo circa 5 minuti. Lo caricarono sulla barella e lo portarono diritto in ospedale.
Jared che intonava con il filo di voce che gli rimaneva City Of Angels e stringeva a sé il fratello;Tomo batteva i pugni contro il finestrino dell’ambulanza. Quando furono in ospedale i medici e gli infermieri lo portarono via e i due rimasero fuori. Jared era pieno di fitti aghi che gli stavano trapassando lentamente il corpo,si buttò a terra e iniziò a piangere di nuovo. Quegli occhi (di Jared),quegli occhi,gli stessi di Efestione alla sua morte. Tomo gli si sedette affianco e lo abbracciò…”perdonami fratello mio”,ma Jared non aveva più voce se non le urla strazianti di dolore. Aveva fallito,fallito e demoni avevano vinto. Passò un’ora,ne passarono due. E uscì il medico. Il corridoio dell’ospedale si era riempito di echelon pronte a donare sangue ed organi se fosse servito. Ma tutte piangevano e urlavano per il loro sottotenente. Il chirurgo prese le spalle di Jared che era scattato in piedi e scosse il capo. Tomo aveva già capito. Si girò e iniziò ad urlare,a sbattere tutte le porte,a capovolgere le sedie e le barelle,ruppe il triciclo di un bambino dell’ospedale lo tirò contro la piccola cappella che c’era in quel luogo. Urlò,come urlò e di nuovo ricorse per tutta Londra chiedendosi perché proprio lui.
Tornarono a Los Angeles per i funerali. Ci siete andati voi,dovreste ricordarvelo quante ne eravate. Quante triadi gli avete gettato,Jared gli mise due bacchette sulla tomba. Le ambulanze per sorreggere la gente che stava svenendo avevano intasato la zona. In quel novembre ci furono 2 tentati suicidi. Freddo gelido.
Tomo e Jared tornarono  a casa del Fratello. Non riuscivano neanche a guardarla la batteria e non riuscivano nemmeno a guardare i loro riconoscimenti,le loro foto dove c’erano tutti e tre. Jared prese in mano la sua chitarra e si sedette sul tetto a suonare. Intonava le note di Alibi. Quel giorno morì la persona più importante della sua vita,il suo astro,la sua luce,il suo tutto.
 
SHANNON LETO,15.11.14 ORA DEL DECESSO 9.26,OVERDOSE.
 
Non c’era un echelon che quei giorni non indossasse una maglietta dei loro idoli. I tweet non erano sprecati affatto. Ogni tanto andate a trovarlo e guardate quante triadi,quante bacchette,lettere,ritratti e poster ci sono. Vedrete che sulla lapide troverete la frase “Make run your lions with a sound of yuor drumsticks”.
I Mars fino ad allora erano stati Jared come il sole,Shannon come la luna e Tomo come le stelle. Ora che la luna non c’era più il sole avrebbe dovuto illuminare anche la notte,ma dove c’è il sole non c’è la notte e se non c’è la notte…dove sono le stelle?
Passarono due anni e non fecero più un concerto dopo quel novembre,rimpiazzare la luna con una lampadina sarebbe stato un sacrilegio.
Ma Jared il secondo anniversario della morte del fratello annunciò su Twitter di un nuovo tour mondiale in suo ricordo:avrebbero suonato senza la batteria,in versione acustica con Tomo alla chitarra. La prima data era prefissata per il 31 dicembre 2016 a Barcellona. Purtroppo nemmeno la morte del fratello gli aveva tolto quel sorriso da Stregatto che aveva da prima del suo concepimento. Potevi leggergliela negli occhi la speranza,la speranza di rincominciare di nuovo e di non deludere tutti i testimoni di Marte. Avevano anche ricominciato i VyRT e avevano ripreso a fare i pazzi e a ridere a più non posso come sapevano fare benissimo.
Passarono quel mese a ripassare gli accordi,a provare e riprovare e ad organizzare il tutto per il meglio. Come brillavano gli occhi di Jared. Erano speciali. Quando seppe che Colin sarebbe venuto a vedere il concerto in Spagna finì con rimanere senza voce per aver provato un numero infinito di volte A Modern Mith. Sapete quanto erano legati,è inutile che sto a scriverlo…poi quel tipo di affetto non possiamo definirlo. Erano come il giorno e la notte:si rincorrevano senza mai raggiungersi.
Mancavano tre giorni al loro primo concerto e già la loro home era intasata dai tweet con le richieste per le canzoni e le dediche che avrebbero voluto che fossero lette in diretta sul palco.
Quella sera Tomo e Jared decisero di festeggiare con l’ensaimada e un pulpo a feira e cenarono in un locale di Barcellona vicino la Catedral Del Mar. Parlarono a lungo di Shannon e Jared annegò la cicatrice che sentiva ancora bruciare nella sua mente con tre Martini;Tomo lo fermò al quarto e gli disse di non esagerare,ma Jared gli rispose che quella sera stava bevendo anche per lui.
Uscirono dal locale che si affacciava sulla strada,e dopo di essa c’era il mare. Tomo era appena dietro Jared.Non so il perché,ma quella sera il vide il fratello Shannon dall’altra parte della strada. Jared era il frontman della band ed anche quello più gettonato. E’ sempre stata una figura controversa:c’erano alcuni momenti in cui ti prendeva e ti coinvolgeva veramente con i suoi modi di fare,con la sua passione,il suo amore per gli echelon,per la band e per quello che faceva ogni giorno...non avresti potuto fare a meno di amarlo uno come lui. Quando arrivavi finalmente a cogliere la sua essenza non sarebbe più contato il discorso sui "begli occhi".Era un essere fantastico:dentro di lui aveva tutto,tutto un universo. Sapeva essere dolce,amorevole e il suo pregio più grande era la dedizione e la passione con cui faceva ciò che più amava (spesso fin troppo da diventare paranoico). Passava da essere la persona più profonda e intelligente del mondo ad essere un bambino intrappolato in un quarantenne. Ma era proprio questo quello che tutti amavano di lui. C’erano tantissimi aspetti che riuscivano a convivere in quell’uomo alla perfezione,senza altrimenti. Aveva talento da vendere,ma quello che gli importava era: l'amore,la spinta verso i fan a portarli  a credere non solo nella band,ma anche in loro stessi e nei loro sogni. E la dolcezza che metteva nel parlare degli echelon,il viso commosso quando sentiva un gruppo di ragazze/i sotto la finestra di una radio che cantavano una canzone uscita da poco. La vera soddisfazione era vedere i suoi occhi brillare mentre canticchiava con loro. Un attimo di follia di Jared?Troppi ce ne sono! Tipo tutte le volte che si è arrampicato ovunque facendo prendere mille infarti agli echelon. Un attimo di follia (anche se non era proprio una follia) che mi è rimasto di Jared è quando insieme a Tomo hanno lanciato una pietra da una collina urlando in “modo gutturale” come dice lui, è stato liberatorio ma io ho pensato “e se hanno beccato qualcuno?”
Jared era come un’isola. Gli occhi del colore del cielo estivo,a mezzogiorno,senza una nuvola,senza niente e nessuno che lo oscuri. Era facile perdersi in una bellezza del genere,in quella bellezza che ti rapiva e ti calmava,ti cullava come un mare appena mosso dal vento. Neanche la bellezza del suo sorriso,splendente come la luna piena di quella sera,sarebbe riuscita a distogliere l’attenzione dall’oceano annegato nei suoi occhi. Quel sorriso che era nascosto dietro la bocca piccola e rossa,come un corallo,altrettanto preziosa perché custodiva la voce che ha salvato la vita a milioni di persone. Un sorriso spontaneo e sincero,il suo. Uno di quei sorrisi fatti da chi ne ha subite tante,ma che è sempre al fianco di tutti per farli sorridere,per renderli meno vulnerabili e più forti…come lui. Jared era la roccia a cui aggrapparsi nel momento in cui saresti scivolato dal monte.
Le macchine scomparvero di botto nella sua mente e c’era solo Shannon in lacrime che lo chiamava e gli chiedeva aiuto .Era circondato da demoni neri che urlavano e lo tenevano intrappolato a terra. Jared sentiva la sua voce e in lui sorse il forte desiderio di aiutarlo,di corrergli incontro per abbracciarlo un ultima volta.
Ed ecco che Jared si lanciò fra le auto e le luci dell’affascinante Barcellona. L’ultimo suo ricordo furono gli occhi di Shannon,la voce di Tomo che urlava di fermarsi e il suono di un ambulanza .L’unica cosa che sentì dopo fu il freddo dell’asfalto colmo di sangue. Sentiva le urla,la gente che litigava,la musica degli Hotel e la melodia del flamenco. I suoi occhi da azzurri erano diventati grigi,la sua voce fioca e le sue lacrime gelate. Poi vide Colin che piangeva e che gli stringeva il petto. Quelle furono le sue ultime parole cigolanti,il suo ultimo pensiero “I worry for you without me” e Colin come da copione rispose “I’m nothing without you”,ed ecco come tornarono alla scena della morte di Efestione,ed Alexander che impazzisce alla morte del compagno…come il sole e la luna,si rincorrevano senza mai raggiungersi. La testa di Jared che fino a pochi secondi prima era sorretta dalla mano di Colin scivolò sulla strada e i suoi occhi si chiusero per sempre,ma non per Alexander.
Quel ragazzo,quel folle ragazzo aveva raggiunto il suo obiettivo:rimanere impresso nella storia. Aveva dato tanto al mondo,sempre schierato in prima fila,con il primo plotone e con il primo raid. Vedere Jared così fermo ed immobile era un incubo. Era impossibile. Aveva talmente tanta vitalità nelle vene che quella avrebbe contagiato chiunque gli fosse stato intorno. Ecco perché lo avrete visto poche volte piangere,non era fatto di lacrime lui. Ma quando c’era da proteggere gli altri,lui era lui. Non aveva eguali,era Jared Leto e combatteva in ciò cui credeva fino alla fine,fino alla morte.
 Colin iniziò ad urlare,la sua rabbia non era paragonabile all’ira di una madre quando perde il proprio figlio a pochi giorni dalla sua nascita. Fece un urlo spaventoso e venne afferrato da Tomo,che lo prese per il collo e gli urlò contro “Non serve urlare!Non saranno le tue urla e i nostri pianti a riportarlo in vita Colin!Ragiona!”.Era troppo tardi,Jared era stato lanciato 3 metri più lontano dal locale e aveva sbattuto il cranio sul parabrezza di un auto,rimbalzando poi a terra. Tomo e Colin si abbracciarono e iniziarono a piangere e a versare lacrime a non finire. Tomo,Tomo era rimasto solo.
I Mars non c’erano più e pochi giorni dopo ci sarebbe stato il concerto. Jared e Shannon non c’erano più,almeno ora il sole avrebbe dato senso alla luna. Erano rimasti loro due a testimoniare Marte. Ma quello che Tomo poteva testimoniare fino a quel momento era solo la morte. Pianse,pianse e nemmeno Vicki riuscì a fargli versare meno lacrime accarezzandosi il ventre. Quegli anni furono i peggiori per Tomo,nessuno poteva consolarlo.
Jared venne seppellito esattamente a fianco a Shan,Tomo buttò sopra la sua bara la sua chitarra e Colin rifece creare l’anello di Alexander che lanciò poi insieme ad essa.
Il giorno dopo morirono tre echelon.Una si impiccò,un’altra ragazza morì della stessa morte di Shannon…ed un altro ragazzo per emorragia dovuta ai polsi martiri. Non c’era nulla che potesse descrivere il dolore che stavano provando in quel momento.
Quel 31 dicembre Tomo salì lo stesso sul palco. Ma non da artista e furono queste le sue parole,in lacrime “Vi capita mai di vedere di giorno la luna,anche piccola,ma di vederla lo stesso?Ecco,la prossima volta che vi ricapiterà pensate a loro. L’astro del mattino e l’astro della sera. Loro erano tutto per me,erano la mia famiglia dopo Vicky.Quindi Echelon,fatevi sentire e…no warning sign,no alibi we are fading faster than the speed of light…” tutti iniziarono a cantare. Tutte le echelon stavano cantando l’acustico di Alibi compreso Colin Farrell,in prima fila. Era un’arena intera e quella melodia risuonò per tutta Barcellona. Colin e Jared erano uniti,uniti come nessuno mai si sarebbe potuto anche solo provare ad immaginare. Pochi credevano in quella coppia e pochi davano loro fiducia. Bastava andare a vedere il backstage di Alexander per capire che fra di loro ci fosse un grande affetto,magari più di una semplice amicizia. Anche se ultimamente i due si erano allontanati per difendere le proprie carriere Jared voleva un gran bene a Colin e viceversa. Come il giorno e la notte,”stanotte è l'ultima occasione per dire addio”…sarà mai svelato il segreto?
 
JARED LETO,28.12.2016ORA DEL DECESSO 23.47,TRAUMA CRANICO,EMORRAGIA CELEBRALE DOVUTO AD UN INCIDENTE STRADALE.
 
Colin tornava sulla tomba di Jared una volta al mese i primi tempi;Tomo un po’ più spesso:una volta a settimana.
I 30 Seconds To Mars non c’erano più ed era rimasto solo Tomislav  Miličević. Era lui contro tutto il mondo. E fu dura,fu dura affrontare un nuovo anno alle porte senza la luna e senza il sole a farti capire quando è giorno e quando è notte.
Quando tornò a casa dei Fratelli,iniziò a mettere dentro grigie scatole le loro foto,i loro abiti,i loro premi,la loro vita,il loro mondo. Guardando quelle foto ripercorse tutte le tappe della loro vita:il suo provino per entrare a far parte della band ad esempio…lui era l’unico ad aver superato il provino fra 200 aspiranti;oppure la loro intervista alla Virgin Records “Abbiamo trovato su 
internet delle teorie di un professore di Harvard,riguardanti la tecnologia sempre più avanzata. Una delle sotto teorie si chiamava Thirty Seconds to Mars e noi l'abbiamo scelta perché ci sentiamo a 30 secondi da Marte e secondo noi questo nome rappresenta bene la nostra musica.”;il video di From Yesterday,la foto con il premio per The Kill di MTV Australia Video Music Awards;il Summit…aveva tutta la loro vita davanti.
E fu doloroso. Ma quegli occhi brillanti di Jared gli avevano insegnato che anche dopo la perdita delle persona più importante della nostra vita si va avanti,portando il loro nome alto,come aveva fatto lui. Ora a lui toccava fare la stessa cosa,ma diamo tempo al tempo.
Passarono 15 anni.
 
5.04.2030
 
Ciao,mi chiamo Shared  Miličević sono una ragazza che oggi compie 15 anni. Sono nata a Los Angeles,mia madre si chiama Vicki e mio padre Tomislav.
Sapete come finì storia? La storia finì che nacqui io,il 5 aprile del 2017 e papà riuscì ad uscire dal periodo di depressione. Portò alto e mantenne vivo il ricordo di Jared e Shannon,infatti mi chiamò Shared,che indica un qualcosa di condiviso. Ha voluto condividere i suoi ricordi con me,e se io conosco tutta questa storia è solo per merito suo. Andiamo a trovare Jared e Shannon una volta a settimana,come faceva lui e spesso torniamo nella Città degli Angeli. Volete sapere che fine abbiano fatto gli echelon?Siamo noi. Siamo tutti noi. Siamo tutti noi che abbiamo creduto in loro,nella loro musica. Essere un echelon vuol dire…è inspiegabile. Credo sia pressoché impossibile descrivere gli echelon. Avete mai mangiato pane olio e sale? Ecco,se togli il sale,di che cosa sa il pane? Oppure prova a togliere l'olio. Ah, ancora peggio. Per non parlare del togliere il pane. Ecco,immaginatevi noi echelon come il sale. I Mars erano e rimarranno il nostro pane (quotidiano) e la loro musica è e sarà l'olio che ci terrà uniti. Non c'è motivo di vederli separati,anche ora che due di loro non ci sono più. Non c'è nessunissima spiegazione per allontanarli,poiché ognuno completa l'altro. E poi con le loro parole hanno fatto sognare e hanno fatto credere in se stessi. Ci hanno aiutato a non lasciarci andare,ci hanno aiutato a non far crollare le fondamenta per i nostri sogni. Poi ascoltare la loro musica è diventato naturale,come respirare. Echelon significa far parte di una famiglia, essere consapevoli che esistono nel mondo altri fratelli e sorelle come te,con gli stessi gusti,ideali,sogni. Un echelon è chi insegue quello che vuole fare nella vita fregandosene degli altri. Sono echelon quelli che parlano con te,senza conoscerti,ne giudicarti,sono echelon quelli che piangono sentendo la canzone che per loro significa tutto,e che non passano un giorno a non ringraziarli per tutto quello che loro hanno creato.
Non ho mai avuto l’opportunità di partecipare ad un loro concerto ma mi hanno raccontato stare ad un loro concerto significava fare il conto alla rovescia partendo da -300,significava fare file interminabili che durano anche un giorno intero, per averli davanti per ottenere la transenna e poterli vedere da vicino. Significava sperare che facciano la canzone della tua vita,piangere appena avresti sentito il primo tocco di batteria di Shannon, che ti sarebbe entrato nel cuore. Vivere un loro concerto significava trascorrere la notte più bella della tua esistenza,saltare fino a raggiungere Marte e capire che quello che volevi nella vita era passare altre 1000 notti così.
Papà ha voluto che imparassi a suonare il pianoforte,la batteria e un po’ di chitarra,ma non sono all’altezza di Shannon e Jared.
Papà suonava la chitarra nella loro band,e mi ha detto che fosse il più bello (dovrei credergli)?Sapete com’è:sprizza gioia da tutti i pori. Mi è sempre bastato guardarlo per sorridere immediatamente,non ha caso ha una risata contagiosissima…soprattutto con mia madre! Un pregio di papà è che ha sempre preso tutto con allegria e vitalità,più di Jared. A volte vado su YouTube a guardare le sue vecchie interviste:era sempre dolce e aveva sempre il sorriso sulle labbra,come lo è tutt’ora con me…teneva davvero ai suoi fan. Papà era un po’ come Gesù. Ma la versione scherzosa! Era difficile da spiegare come nel gruppo intero erano tutti così simili,ma diversi fra loro. Papà è sempre stato il pacato e il burlone del gruppo. In camera sua e della mamma ci sono tutte le foto della band,c’è tutta la loro vita:c’erano le foto più recenti…Vyrt,Artifact,Summit ecc. Un giorno l’ho visto piangere davanti a quelle foto,ma avevo 10 anni e gli chiesi perché lo stesse facendo…mi rispose che non tutte le stelle brillano di luce propria e che fanno fatica ad illuminare la notte quando non c’è la luna e non possono illuminare di giorno quando piove. E quando gli chiesi perché stesse piovendo mi rispose che evidentemente Jared stava piangendo perché il nuovo colore della tinta non era andato a buon fine. Mi ha parlato anche di Shannon,dicendomi che quando tuona la notte è lui che con le sue bacchette sta battendo i tamburi e che quei grossi fulmini di cui abbiamo paura sono solo i flash delle fotocamere che lo fotografano.
Non rinunciate mai alla musica,né ai sogni,né alle speranze perché queste tre persone ci hanno insegnato che “proventhio altum” e “carpe diem”. Ci hanno insegnato che la musica che non trasmette sentimenti,immagini,pensieri,ricordi,è unicamente rumore di fondo;che la musica non è questione di numeri,ma di emozioni vissute
da persone e che è meraviglioso come la musica abbia la possibilità di salvarci dall'irrigidimento,dalle convenzioni a cui
tutti andiamo incontro; che dove il mondo fallisce parla la musica e che se ascolto la musica,non importa chi suoni o chi canti,la prima cosa che si nota è un senso di forza…che la musica da’ coraggio. Che la musica è quell’amica che non ti abbandona mai,su cui puoi contare sempre,ecco perché è così importante. C’è chi va e c’è chi viene,ma lei ti resta accanto sempre. Che la musica ti deve far rialzare ogni volta che cadi. Che la musica è la nostra unica ragione di vita e che non ti tradirà mai. Che la musica è un mezzo di sfogo e una carica incredibile.
Infatti,le canzoni che mi ha fatto sentire papà da quando sono nata,sono molte moltissime. Ma una in particolare mi ha colpito particolarmente:Kings and Queens. La amo perché quando noi tutti sentiamo quella canzone riusciamo a sentirci importanti,non importa chi sia la persona che la ascolta. In quel momento tutti si sentono re e regine e non conta l’essere poveri o ricchi,o comunque tutte le cose materiali.
Papà,oggi non avrei quindici anni se non ci fossi stato tu e se non mi avessi permesso di conoscere questa bellissima storia infinita. Grazie,ti amo.
 
Shared  Miličević.
 
12.03.13 ORE 6.30,Pineto (TE).
 
-“Oh mio dio,ma possibile che questi sogni li faccio solo io?”
-“Ah,ah!”
-“Rita ma mi stai ascoltando almeno?”
-“Lavì calmati sono le sei e mezza della mattina e mi hai chiamata per raccontarmi una cosa che non succederà mai!”
-“Mi stai sfidando?”
-“No,non ti sto sfidando! Ti sto semplicemente chiedendo cinque ore di eterno riposo perché oggi devo partire cristo!”
-“Excuse me. Ma tu mi avevi detto che se facevo un sogno strano potevo chiamarti anche alle tre della notte!”
-“Si ma non il giorno prima del concerto!”
-“Dai vabè riattacco,scusa…ma aspetta,tu come fai a sapere che il mio sogno non si avvererà mai? Non te l’ho ancora raccontato!”
-“Avanti…sentiamo la cazzata delle 6.40!”
-“Io ero la figlia di Tomo e di Vicki e nel mio sogno non ero acida come nella realtà! Però ad un certo punto Jared e Shannon morivano!”
-“Vedi?”
-“Vedi cosa?”
-“Vedi che non succederà mai?”
-“Che ne sai?”
-“…inizia a correre!”
 
 A volte mi chiedo cosa mi abbia spinta a diventare Echelon. La sola risposta che riesco a darmi, ogni volta che me lo domando é che prima di questi tre uomini avevo un disperato bisogno di far parte di qualcosa, di appartenere a qualcuno che avesse voglia e tempo di prendersi cura di me. Avevo un disperato bisogno di essere trovata, scoperta, cercata perché,da sola,non sarei stata in grado di farlo. La magia é che loro, non sapendo nulla di me ci sono riusciti:sono stati in grado di trovarmi quando tutti quanti avevano rinunciato a farlo. Non sono stata io a scegliere loro,sono stati loro a che hanno scelto me.
  
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