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Autore: Delyassodicuori    04/07/2013    2 recensioni
7 anni sono passati dalla visita dei Volturi, i vampiri della legge. la vita a Forks sembra tranquilla, ma ben presto i mutaforma si accorgono che non è così. un nuovo e misterioso killer li sta perseguitando, uccidendo senza pietà. Ma chi sarà costui? e perché da la caccia ai lupi? Spetta a Leah, Jacob, Seth e tutti gli altri scoprire chi è il misterioso Killer, le sue intenzioni e che carte giocherà.
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater, Seth Clearwater, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Leah
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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14_ Mistero Svelato. E adesso che si fa?
 
1_Leah
 
-Ehi, guarda che posso benissimo camminare- dissi con il broncio.
-Col cavolo, hai una caviglia rotta, ricordi?- fece Jacob, mentre camminava per la foresta, tenendomi in braccio. La cosa, ovviamente, mi faceva battere così forte il cuore che temevo potesse esplodere come l’auto.
Sospirai, la caviglia decisamente fuori uso, il fianco ormai guarito e il sangue ripulito con la maglia di Jacob (ora a petto nudo..).
Mi strinse forte a sé, facendomi arrossire. Decisi allora di lasciar perdere (aveva ragione lui, come facevo a camminare in queste condizioni?) e mi feci cullare dal lupo, poggiando la testa sulla sua giugulare, assaporando il suo buon odore.
Non lo vedevo, ma ero sicura che avesse sorriso, forse compiaciuto e soddisfatto.
-Dove siamo?- chiesi, con un tono stanco. E, a dirla tutta, la situazione era proprio stancante.
-Non siamo lontani dai Cullen- rispose –Presto li raggiungeremo, questione di pochi minuti-.
-Se corressi ci arriveremo subito, non pensi?- domandai. Lui aspettò prima di rispondere:-Vero, ma adesso che ti ho qui, vorrei godermelo questo momento-.
Sorrisi, il cuore emozionato il doppio. Chiusi gli occhi, provando a godermi il momento di pace assieme a lui. Ahimè, però, la mia stupida caviglia andò a sbattere contro un tronco.
-Ahi!- mi uscì per sbaglio. Jacob si fermò.
-Cacchio, scusa- disse agitato –Mi ero dimenticato subito perché ti tenevo in braccio! In questo caso allora dovrei correre!-
-Per non parlare di “Eric” ancora in circolazione- gli ricordai. Lui annui, trattenendo con successo il lupo dentro di sé.
Cominciò a correre, ben sapendo dove stavamo andando. Nemmeno passarono cinque minuti che si bloccò.
-Che succede?- chiesi.
-Shh- mi zittì, guardandosi intorno. Feci la stessa cosa, chiedendomi cosa lo avesse fermato.
Uno scricchiolio di un ramoscello. Bastò questo a far salire i nervi al lupo. Mi strinse ancor più forte e mi sussurrò:-Nascondiamoci!-.
Annui, mentre cercava un posto per ripararci dal pericolo imminente. Guardai verso la direzione dalla quale si era sentito il ramoscello calpestarsi. Una figura umana, con tanto di capello da cowboy e giaccone, si stava avvicinando, ma sembrava non essere concentrato su di noi. Per fortuna era ancora troppo lontano, ma i miei occhi facevano miracoli in confronto a quelli umani.
E lui, parlando in modo tecnico, era un umano. Un umano spietato.
-Qui!- sussurrò Jacob, facendoci abbassare ai piedi di un grosso (grossissimo) albero, le quale le radici creavano un apertura interna.
Mi fece poggiare sul terreno sotto quel buco, per poi infilarsi in quel tunnel anche lui. Purtroppo e anche per fortuna era stretto. I nostri petti erano di nuovo incollati. Jacob guardò dietro di sé, mentre con i piedi sistemava al meglio che poteva un cespuglio, in modo tale da coprire il buco.
-Per ora siamo al sicuro- sussurrò al mio orecchio –è troppo stretto, ma non ha fatto caso a noi stavolta-.
Su questo non ci piove, sia per la prima parte che la seconda della frase.
Era così piccolo questo posto che la schiena di Jacob era completamente schiacciata contro il soffitto. In poche parole non avevamo spazio per muoverci liberi. Eravamo al sicuro, stretti, ma al sicuro. Solo che se ci avesse scoperti per noi sarebbe stata la fine.
Annui di nuovo, stringendomi forte la sua testa, che la poggiò sul mio collo.
Accarezzai i suoi capelli, cercando di calmarmi.
Lui fece la stessa cosa, giocherellando con una mia ciocca con un dito.
Aspettammo in silenzio, i cuori agitati non solo per la troppa vicinanza e il sudore che ci imbrattava i visi.
Sentimmo i suoi passi avvicinarsi sempre di più, per poi fermarsi proprio davanti al nostro rifugio momentaneo.
Sbatté il piede varie volte, impaziente. Lo squillo di un cellulare si alzò nell’aria. Era il suo.
Lo sentimmo premere un tasto per poi ascoltare l’interlocutore.
-Si- rispose, calmo, ma seccato –Ho fatto fuori quasi tutti i nuovi arrivati. Si. Si. Lo so. Ah, non scordatevi che mi dovete pagare per questo lavoro. Si. Mhm. Ovvio, io sono un cacciatore di vampiri, per cui … aha. Ok. Certo. Bene. Cosa? Non più per quell’ordine? Oh, beh, per sua fortuna ci stavo già pensando io… si, ovvio, certo…. Bene… quindi da chi..? mhm… bene. Molto bene. Caius mi ringrazia? Lo ringrazi da parte mia, e gli può dire anche che sono lusingato di fare questo lavoro?
Lo so, non è propriamente vero, però…. Beh, se proprio vuole saperlo, mio signore, da tanto volevo uccidere i lupi. Si, i vampiri mi stufavano… oh, stia tranquillo, non potrei mai e poi mai mettermi contro di voi. No signore, no no! Molto bene, la ringrazio. Si. Arrivederci-.
Riattaccò, mentre io e Jake assumevamo delle facce confuse e terrorizzate allo stesso tempo.
Mosse dei passi, per poi allontanarsi del tutto. Quando fummo sicuri che non c’era più nessuno, sospirammo di sollievo. Jacob si lasciò andare dallo sfinimento sul mio collo, mentre io gli accarezzavo la nuca con fare calmante.
-C’è mancato un soffio- sospirò lui, ancora scombussolato.
-Puoi dirlo- ammisi con il suo stesso tono.
Alzò un poco la testa, per poi chiedere:-Ma tu hai capito di che cavolo stava parlando?-
-Non saprei… chi è Caius?- chiesi a mia volta.
Jacob sembrò concentrarsi, ma senza successo.
-Boh, non me lo ricordo…-
-Non te lo ricordi?-
-Penso di averlo già sentito da qualche parte, ma la mia memoria non è così forte….-
-Questo si sapeva da un bel pezzo-
-Come come? Non ti ho sentito, ripeti!- mi ordinò, sorridendo in modo malizioso e solleticandomi il collo con le labbra.
Risi piano, divertita e anche arrossata. –Sei scemo, ecco!-
-Ah, certo, io sarei scemo?- fece, arrivando a baciarmi più seriamente la gola, quasi come se la volesse mangiare. Sentivo come se la pelle venisse attirata dalla sua bocca, per poi venir rilasciata.
Lo lasciai fare, poco importava se mi faceva un succhiotto. Tanto sarebbe sparito in meno di cinque secondi.
Accarezzò i miei fianchi, per poi spostare la bocca sulla mia. Ci intrecciammo di nuovo, in una sorta di valzer appassionato.
Era uno di quei baci talmente forti e pieni di passione da mandarti fuori di senno.
Lo strinsi forte a me per la testa, incoraggiandolo a continuare.
Spostò una mano sulla mia coscia, alzandola all’altezza del suo fianco.
Staccammo le nostre bocche, baciandoci a vicenda i volti.
Mi diede un leggero bacio sulla fronte, per poi sussurrarmi all’orecchio:-Sarà meglio andare. Hai ancora la caviglia rotta, ricordi?-.
Annui, anche se una parte di me avrebbe tanto voluto continuare.
Sentire la sua bocca che si incastrava con la mia… era la sensazione più bella che potesse esistere.
Perché non ci eravamo dichiarati subito? Avrei potuto assaporarmelo già da tempo. Da molto tempo.
Riuscimmo ad uscire da quel buco nell’arbusto con non poca difficoltà.
Jacob mi prese nuovamente in braccio, stavolta correndo a perdifiato.
 
 
 
-Ecco, potrai togliere la benda fra due giorni come minimo. Non era una cosa così grave- disse Carlisle, chiudendo la fasciatura alla caviglia.
Alzai il piede, incapace di ruotarlo. Grande.
Il lupo rosso stava seduto accanto a me sul divano, stringendomi forte la mano e sorridendomi.
Il dottore-vampiro di alzò dal pavimento, uscendo dal salotto per rimettere a posto le sue cose da medico.
-Quindi… fatemi capire bene…- fece Seth, seduto dall’altra parte del divano –Qualcuno ha mandato il killer ad ammazzarci, quando normalmente si concentra solo sui vampiri?-
-Esatto- dissi, rimettendo giù la gamba con attenzione –Lo devono aver pagato, poco ma sicuro-
-O forse lo devono ancora pagare- intervenne Jacob.
-Ma chi lo avrebbe mandato?- chiese Esme, mentre il marito biondo ritornava.
-Qualcuno con molta grana- teorizzò Emmet.
-O magari semplicemente qualcuno che detesta i lupi- disse Bella, mentre il rosso annuiva al suo fianco.
-Ma da come parlava al telefono sembrava che lo avessero mandato più persone, non una sola- dissi, ricordando la chiamata di pochi minuti fa. Non scordatevi, contro di voi
-Davvero?- chiese Renesmee.
Annui. –Uno di essi lo aveva chiamato Caius- disse Jacob.
Cadde il silenzio più totale. Fissai gli altri vampiri, tutti con lo stesso sguardo incredulo e scioccato. Renesmee, in particolare, era spaventata.
Anche Seth aveva lo sguardo degli altri. Cominciai seriamente a confondermi, e questo silenzio mi infastidiva.
-Cosa c’è?- domandai, con un tono del tipo: volete dircelo ora o dobbiamo marcire qui e aspettare?
-Proprio non ricordate chi sia Caius?- ci chiese Seth. Io e il lupo rosso scuotemmo le teste, ancora confusi.
Il lupo-sabbia si batté una mano sulla fronte, scuotendo il capo, come se si trovasse assieme ad un branco di scemi.
-Caius è uno dei tre capi dei Volturi!- disse Bella –Possibile che non ve lo ricordate?-
-I Volturi?- chiedemmo, sorpresi.
-Niente, questi non ci arrivano- sbuffò Edward –Qualcuno glielo spiega meglio?-
-Avete presente alla battagliaaa…. Con tanto di vampiri incappucciati…- fece Seth, parlandoci come se fossimo dei bambini.
-Seth, mio caro, sappiamo chi sono i Volturi- disse Jacob –Non ci ricordiamo solo chi era Caius-.
-Quello biondo in prima fila, insomma!- esclamò esasperato il ragazzino, alzandosi in piedi e guardandoci in faccia.
Qualcosa nella mia mente scattò. La mia memoria tornò indietro, a sette anni prima. Ricordavo dei mantelli neri che si distinguevano perfettamente contro la neve candida.
Tre di loro, in particolare, si erano mostrati maestosi di fronte a noi. Uno dai capelli neri e lunghi e con la faccia da cretino, uno sempre con i capelli scuri ma molto con l’espressione stile emo-depresso, e l’altro…
Era biondo, e con l’aria schifata al solo vederci. Era quello Caius? Io avevo sempre capito che fosse quello depresso, ma poi con il passare degli anni mi ero completamente scordata dei loro nomi.
-I.. Volturi…- dissi, incredula, la voce più piana –Vogliono sterminare i lupi? Perché?-
-Nemmeno quello si ricordano- disse il rosso.
-Perché odia il lupi mannari, sorella!- disse Seth, stufo –ricordi come ci guardava? Sembrava proprio avercela con noi. Insisteva a iniziare la guerra solo per il puro gusto di farci fuori. Ricordate, ora?-
-Si, ricordo- disse Jacob. Anche io cominciavo a ricordare. Anzi, ora mi ricordavo tutto, eccetto i nomi degli altri. Mi sfuggivano, cacchio.
-Quindi.. ricapitolando….- dissi, cercando di far mente locale –I Volturi hanno mandato il killer per sterminarci perché lo voleva Caius, dato che ci odia a morte-
-Appunto- confermò il ragazzino, risedendosi.
-Fermi tutti- esclamò il ragazzo al mio fianco, che ancora mi stringeva la mano –E quella specie di messaggio che aveva lasciato quel lupo?-
-E’ vero..- dissi.
-Cosa diceva, esattamente?- chiese Esme.
-Diceva… freddi, legge, comando, uccidere… credo- rispose Seth, per poi spalancare gli occhi, soddisfatto ma anche terrorizzato.
-E’ ovvio- disse, rialzandosi –Tutto combacia, ragazzi. Era questo quello che Rupert intendeva dirci! Freddi elegge, li colleghi e fanno Volturi. Sono i Vampiri della Legge per eccellenza!-
-Vero- affermarono i Cullen all’unisono.
-E comando e uccidere… Hanno dato l’ordine al killer di farci fuori-
-Più che dare l’ordine, lo stanno pagando per questo lavoro- lo corressi.
-Esatto- ammise –Per cui era ovvio. Il vero pericolo non è il killer di per sé, ma i Volturi!-.
Un altro ricordo mi tornò davanti agli occhi. Quel segno che c’era tra freddi e legge… non era un angolo acuto fatto a caso. Era una V. La V dei Volturi.
 
 
 
 
 
 
La pioggia picchiava forte contro la finestra di Jake. Tutto intorno alla casa era tranquillo, silenzioso.
Non c’era nessuno a parte me e lui. Gli altri lupi erano tutti andati a casa loro. E io sentivo ancora dolore alla caviglia, ma pian piano andava a dissolversi.
Seduti sul letto di lui, vicini tanto da sfiorarci le mani, restavamo in silenzio, mentre fuori un tuono riecheggiava maestoso contro il cielo grigio.
Non era un di quei silenzi imbarazzanti che ci alzano tra due amanti. Era un silenzio triste e terrificante. Il silenzio di chi non sapeva cosa fare, come procedere.
-E adesso? Cosa facciamo Jake?- chiesi con un filo di voce, la testa bassa.
-Non lo so- rispose lui con lo stesso tono –So solo che… va eliminato-.
-E’ un umano- dissi –Secondo te gli anziani ci permetteranno di…-
-Devono farlo- rispose deciso –Ormai non riusciamo a gestire la situazione. Non possono continuar a lasciar correre-.
-Mettiamo pure caso che acconsentissero- dissi, voltando la testa appena verso di lui –E che riusciamo ad ucciderlo o anche a fermarlo. Che faremo, a quel punto? Pensi che i lupi morti, o Susan, possano tornare in vita?-
-Da quando fai discorsi simili?- chiese Jacob, fissandomi con la coda dell’occhio –E poi lo so bene che non recupereremo nessuno. Ma in ogni caso dovremo impedirgli di continuare la strage, non pensi?-.
Annui.
-D’accordo, ma quando lo avremo fatto (sempre se ci riusciremo)… cosa credi che faranno i Volturi? Manderanno qualcuno, o verranno loro? Anche perché non penso che si arrenderebbero per così poco, soprattutto non ora che siamo noi ad un punto decisamente morto-.
-Mhm, non lo so…- fece, lasciando cadere la testa sulle mani, pensieroso e stressato.
Mi rigirai i pollici e sbuffai. Mi alzai dal letto.
-Io… sarà meglio che torni a casa, ora- dissi, avanzando con passi pesanti di piombo verso la porta.
 
2_Jacob
 
-Aspetta- dissi, afferrandole il polso prima che potesse andare oltre. Lei si voltò, guardandomi.
-Perché.. non rimani da noi, oggi?- proposi –Con “Eric” la fuori non è sicura la strada, per di più all’1 del mattino…-.
Prima mi fissò con un aria insicura, per poi sorridermi amorevolmente. Mi guardò con i suoi occhi pieni d’amore che tanto adoravo, per poi annuire.
-Chiamo allora a Sue per dirle di non preoccuparsi- disse, prendendo il suo cellulare dalla tasca dei jeans. Annui, mentre la lupa chiamava la madre.
Dopo quasi due minuti riattaccò, sorridendomi.
-Sei fortunato- mi disse –Lei e Charlie stanno andando a dormire proprio ora, e visto che era stanchissima, ha subito acconsentito-.
-Fortuna- sorrisi –Ma scusa, i tuoi non sanno cosa ti è…?-
Scosse la testa. –No, non voglio farli preoccupare-.
-Chiaro- dissi. Mi alzai, per poi frugare nel comodino. Tirai fuori una felpa senza cappuccio bianca, ma i pantaloni non li trovavo. Merda, li avevo strappati tutti?
-Ehm… c’è solo questo, per il cambio…- dissi imbarazzato, mentre le porgevo la felpa. La ragazza, dannatamente bella, arrossì al solo pensiero di dover indossare solo quello.
-P-posso anche dormire così…- disse, le parole che tremavano. Sentivo chiaramente come il cuore di lei battesse forte.
-Scherzi? Staresti scomoda- dissi –Dai, mettitelo, non guardo-.
Leah annui, pensierosa e poco decisa, mentre io mi voltavo verso il letto. La sentì buttare all’aria i vestiti.
Voltai appena la testa, giusto il modo per vedere almeno un poco (ero pur sempre un maschio, certe voglie non si posso ignorare!).
Mi accaldai quando osservai il suo corpo, sinuoso e slanciato, perfetto. Il suo didietro aveva una forma perfetta, soda, e quelle mutande rosse (rosse?) glielo risaltava alla perfezione.
Vedevo a malapena il suo reggiseno, rosso pure quello. Non aveva i seni grossi, ma nemmeno piccoli. Erano… di taglia media, punto.
Mi voltai di nuovo non appena la sua testa si girò verso di me, fingendo di non aver visto nulla.
Erano sette anni che ogni notte me la sognavo. La sognavo sempre accanto a me, sorridente e felice, mentre il vento le scompigliava i capelli. Era così bella, ma non quanto lo era dal vivo.
Una volta, mi ricordai, l’avevo sognata mentre stavamo sul mio letto, accoccolati, toccandoci a vicenda, nudi e sudati. Ricordo ancora la sensazione che mi aveva dato quel sogno, fin troppo reale, così reale da farmi star male. Solo che al tempo non ero in grado di realizzare il sapore delle sue labbra. Ma adesso, se pensavo al mio sogno, ci riuscivo.
La sua bocca era in pieno contatto con la mia che, frenetica e affamata, cercava di divorarsela.
La sua pelle, calda e morbida, aveva un profumo delizioso, invitante.
Smisi di pensarci quando Leah disse:-Fatto-.
Mi voltai e per poco il mio naso non sanguinò. La felpa le stava decisamente troppo larga, così tanto da scoprirle una spalla. Le maniche, troppo lunghe, coprivano le sue mani. La maglia, seppur larga, era troppo corta. Arrivava appena alle cosce. Quelle cosce sinuose, lunghe, belle…
-C-carina…- sospirai, rossissimo. Leah arrossì il doppio di me, cercando di tirare giù la maglia per quanto le era possibile. Spostò lo sguardo da un’altra parte e disse, timida:-G-grazie..-
Possibile che fosse così tenera e carina anche se timida e con quella felpa addosso? Si, mi dissi, lo era.
Anche troppo.
Mi sedetti sul letto, togliendomi di nuovo la t-shirt rossa e buttandola all’aria. La invitai a sedersi su di me, battendo una mano sulla coscia.
Lei si fece più rossa, talmente rossa che si sarebbe potuta benissimo confondere con il mio pelo.
Si avvicinò con fare insicuro, per poi poggiare le ginocchia ai lati dei miei fianchi e sedersi su di me. La tenni stretta a me, poggiando le mani sulla sua schiena. Poggiò le sue sulle mie spalle, facendosi stringere da me, mentre la coccolavo come se fosse una bambina (anche se lei era più grande di me, teoricamente, ma contando il fatto che ero molto più alto e grosso, queste due cose mi davano molto vantaggio).
I nostri petti erano così attaccati che potei sentire la morbidezza dei suoi seni. Ciò mi fece arrossire di più e per poco non sanguinai sul serio dal naso.
Leah poggiò la testa sulla mia spalla, all’altezza del mio mento, mentre io poggiavo le labbra sul suo collo profumato. Le accarezzai la schiena, provando a darle almeno un senso di pace e protezione, cosa in cui, mi aveva detto una volta lei, ero capace di fare, stranamente.
Lei sospirò sulla spalla, un sospiro preoccupato.
-Cosa c’è?- chiesi.
-Niente, è che…- rispose lei, riprendendo fiato, per poi continuare –Ho paura… molto-.
Continuai ad accarezzarle la schiena, passando una mano sulla sua nuca, affondando le dita tra i suoi capelli, soffici e lisci al contatto.
-Non temere- dissi, baciandole teneramente la spalla scoperta –Non lascerò che ti faccia del male, o a Seth-.
La lupa scosse la testa, per poi alzarla verso  di me e fissandomi negli occhi.
-No, non di quello- spiegò, accarezzandomi la guancia e sfiorando la mia fronte con la sua –Beh, certo, ho paura anche per Seth, ma … io ho paura soprattutto per te.  Ora che c’è questo casino immenso ti ho trovato, e… non… non voglio perderti proprio ora. Sarebbe insopportabile, per me…-.
Una lacrima le uscì dall’occhio, scivolando dolcemente lungo il suo viso. Non le diedi il tempo di continuare a parlare. Le afferrai saldamente la nuca, attirandola a me. La baciai, un bacio rassicurante ed intenso allo stesso tempo. Lei sobbalzò un poco, sorpresa, per poi ricambiare, incontrando la mia lingua. La strinsi sempre più forte a me, impedendole quasi di muoversi. Afferrò il mio volto con entrambe le mani, aumentando la presa, lasciando così che la guidassi io nel nostro intimo valzer dalle lingue di fuoco.
La feci sdraiare sotto di me, stando ben attento a non schiacciarla più di tanto. Ok, era una lupa, ma io ero fin troppo forte per lei, e delle volte avevo solo paura di agire in modo troppo brusco.
Lasciai stavolta che l’istinto (animale o umano che fosse) mi guidasse. Appoggiai i gomiti all’altezza del suo viso, mentre Leah mi abbracciava la testa, attirandomi a sé. Con la lingua segnai i contorni interni della sua bocca, dolce, saporita. Ero sempre più affamato. Continuavo a divorarle la lingua, famelico, insaziabile. Avrei voluto sempre baciarla, stringerla forte, sentire il suo cuore pulsare assieme al mio.
Spostai una mano verso la sua spalla, tirando giù un poco il colletto della felpa, scoprendo di più la sua pelle bronzea e bollente. Passai le dita più in sotto, sfiorando la sua coscia nuda. Mi eccitai il doppio e la alzai un poco all’altezza della mia vita. Leah si lasciava guidare da me. Mi lasciava fare ciò che volevo ed un po’ le ero grato.
Staccammo le nostre bocche per un secondo, le lingue ancora incollate, per poi ribaciarci con più grinta.
Spostai nuovamente le dita, stavolta più in alto. Passai la mano sotto la sua felpa, incontrando la sua pelle, per poi infilarla sotto la coppa destra del suo reggiseno. La accarezzai, ancor più eccitato di prima, mentre sentivo la mia lupa (dolce parola) ansimare sulla mia bocca. La cosa mi rese decisamente fuori di testa. Sorrisi tra le sue labbra, quasi sogghignando, mentre lei sbuffava.
Ripresi a baciarla prima che potesse fare un solo commento. Continuai così, a toccarla e a baciarla, finché una parte di me, una parte che stava molto sotto, non decise di farmi un pessimo scherzo.
Mi bloccai, imbarazzato, interrompendo il bacio.
Leah mi guardò, confusa, per poi guardare sotto e vedere cosa si era appena alzato vicino alle sue gambe.
La sua faccia divenne come il pomodoro e per poco non sussultò.
Abbassai la testa, l’imbarazzo salire alle stelle.
-Scusa…- dissi, lasciandomi cadere al suo fianco.
-Ti scusi… per una cosa che per un uomo è del tutto normale?- chiese, ancora rossa, ma più confusa. Ci ritrovammo sdraiati sui fianchi, l’uno di fronte all’altro.
-Non… non mi si…. Non era mai successo! Ecco!- esclamai nervoso, grattandomi la testa. Possibile che fosse così complicato?
Leah rise piano, per poi fiorarmi il braccio con il dito. –Non importa- disse –Non sei l’unico ad essere ancora vergine in questa stanza, sai?-
Feci un verso alquanto strano, un misto tra lo stupore e la confusione totale.
Inarcai un sopracciglio.
-Uh… cosa?- domandai solo.
-Non dirmi che credevi davvero che avessi perso la verginità con Sam!- disse lei, gli occhi che dicevano solo sincerità.
-Lo credono tutti, se è così… no, aspetta… sei ancora vergine… dopo…. Quanto? 27 anni?- chiesi ancora, appoggiandomi sul un gomito e sporgendomi verso di lei.
Leah annui, sorridendo.
-Si- rispose –Non ti preoccupare. Sono ancora casta e pura io-
-Ma perché…?-
-Vuoi davvero saperlo?-
-No, grazie- dissi, lasciandomi cadere sul letto di fianco alla lupa. Il solo fatto che non l’avesse fatto con il mio ex-alfa era qualcosa. Rassicurante, ecco. Mi sentivo sollevato, e non solo perché non ero l’unico ad essere inesperto in quel campo.
Erano anni che mi chiedevo cosa avesse combinato Leah quando stava con lui. Odiavo e odio tutt’ora Sam, per svariatissimi motivi, primo tra tutti il fatto che l’abbia fatta soffrire in passato.
Ogni volta che mi veniva in mente il fatto che l’avesse fatto con lui, mi scoppiava il cervello. Sarà gelosia, ma io mi sentivo ugualmente una merda ogni volta che ci pensavo.
Ma ora, al solo sentire che le mie supposizioni erano false, mi sentivo come se fossi libero da un peso grosso che mi aggravava da anni.
Da 7 lunghi anni.
Abbracciai Leah, con il sorriso che non voleva strapparsi via dalla mia faccia.
La strinsi forte, facendo appoggiare la sua testa sulla mia giugulare. Lei ricambiò, facendosi coccolare.
Le nostre gambe si intrecciarono, e la cosa mi preoccupò un po’. Il mio amichetto del cavolo non si calmava ancora. Ed era vicinissimo a sfiorarla!
Lasciai perdere, provando a far calare l’eccitazione di poco prima.
-Dovrei farti ingelosire più spesso- rise allegra lei.
-Certo, non credo che ti piacerà- risposi, solleticandole un poco il collo. Rise, per poi lasciarsi nuovamente coccolare.
Fu così che ci addormentammo, con Leah tra le mie braccia, i nostri petti di nuovo incollati, e i nostri cuori battere forti ed energici.
 
 
Mi svegliai di colpo, con un urlo forte che risuonava nelle mie orecchie. Guardai Leah. Il suo copro tremava. Stringeva i pugni e i denti, le sue palpebre chiuse, il volto rigato dal sudore freddo. Urlava contro il mio petto, facendolo schiarire così un poco. Il suo corpo non la smetteva di agitarsi.
-Leah!- la chiamai, scuotendola un poco. Niente, urlava ancora. Piangeva, e forte.
-No… ti prego… lascialo!- la sentì urlare. Era un incubo, poco ma sicuro.
-Leah, svegliati!- urlai, scuotendola ancora. Agitò le braccia, picchiandomi inconsciamente la spalla.
La tenni ferma e urlai ancora:-Leah, calmati!-
Stavolta funzionò. Leah smise di divincolarsi, aprendo di scatto gli occhi. Mi fissò incredula, respirando a fatica.
Sentivo il suo cuore battere in modo agitato, quasi spaventato.
-Jake..- sospirò lei tra i singhiozzi, fissandomi negli occhi.
-E’ tutto ok, Leah, era solo un sogno- la calmai, accarezzandole con un dito la guancia, asciugando una lacrima.
-Ma… era così vero…- disse, con il fiato grosso. Per poco non si mise a piangere di nuovo.
-Shh- feci, stringendola forte. Accarezzai i suoi capelli, calmandola del tutto. Le baciai la fronte, cullandola. Si lasciò di nuovo cadere nel mio abbraccio, sospirando forte sul mio petto.
 
3_Leah
 
 
La foresta era nera, oscura. Persino i miei occhi da lupa mi impedivano di vederci chiaro.
Qualcosa dietro di me si mosse.
Avevo paura. Ma dov’ero?
Mi rigirai varie volte su me stessa, senza capirci nulla. La cosa si mosse ancora, nell’oscurità.
Se prima avevo paura, ora ero terrorizzata.
Corsi, perché era l’unica cosa che potevo fare al momento. La luna, sopra la mia testa, sembrava avere una luce troppo debole e lontana, come se si rifiutasse di aiutarmi.
Eppure ero una lupa, perché non mi aiutava?
Continuai a correre, finché non sentì un odore simile al sale e alla ruggine.
Mi bloccai di colpo e voltai la testa.
Dieci, venti, trenta lupi erano a terra. I loro corpi erano accatastati ovunque, occupando tutta la radura.
Il sangue sporcava non solo loro ma anche l’erba. Riuscì a distinguere solo alcuni di essi.
Jared e Paul erano a pancia in giù, a Quil mancava la testa e a Embry due zampe, una posteriore ed una inferiore.
Sam aveva solo metà corpo, mentre Colin, Brady e Luis erano mezzi bruciacchiati.
Al solo vedere tutti loro morti sentì il cuore appesantirsi. Spalancai la bocca e gli occhi per il terrore. Erano tutti morti…
Trattenni un urlo quando vidi il corpo di Seth giacere a terra davanti a tutti gli altri. I suoi occhi erano spalancati, la sua bocca aperta grondante di sangue. Il pelo, come quello degli altri, sporco di sangue e fango. Un enorme buco si era aperto nel suo ventre.
Le lacrime mi uscirono fuori. Mio fratello… no. Non è vero, non può essere. Non volevo crederci, eppure era lì. Morto. E si era fermato ai soli quindici anni!
Mi lascia cadere a terra, graffiando con le unghie il terreno.
-Seth…- singhiozzai, avanzando verso il lupacchiotto. Affondai le dita nel suo pelo. Il suo cuore non batteva più.
-Seth!- ruggì, disperata. Divenni di colpo una fontana e afferrai il capo grosso del piccolo lupo.
Lo abbracciai forte, singhiozzando.
Perché? Quando? Come?
-Sei in ritardo- disse una voce, roca e famigliare. Guardai dritto davanti a me.
“Eric” aveva il ghigno stampato sulle labbra. Dietro di lui, dieci mantelli scuri lo guardavano.
-Tu…. MALEDETTO!- urlai, la furia salirmi assieme alla paura. Aveva ucciso Seth e il branco….
Un attimo… dov’era Jacob?
Come se mi volesse rispondere, il killer tirò con una mano una catena. Dall’oscurità uscì fuori un lupo rosso, agitato ed arrabbiato.
Il lupo provò ad azzannare l’assassino, ma lui lo afferrò per il collo, alzandolo da terra con forza sovrumana.
-Jacob!- urlai. Il lupo guai dal dolore e dalla disperazione. Mosse le zampe nel tentativo di liberarsi o di raggiungermi, ma non funzionò.
-No, ti prego, lascialo!- gridai.

“Eric” ghignò, tirando fuori dalla tasca della giacca un coltello affilato ed argentato, che brillava sotto la luce lunare.
Lo alzò all’altezza della gola di Jacob.
-NOOO!- urlai forte, nel momento esatto in cui tagliò la sua carne, il sangue schizzare via dalla sua gola…














Angolo Autrice: scusatemi per il ritardo, gente, ma l'ispirazione per questo capitolo tardava troppo ad entrarmi in testa.
Beh, cosa devo dire? spero che il racconto vi piaccia. ormai siamo vicini alla fine della storia. come finirà? riusciranno i nostri lupi, ora che hanno risolto il mistero (più o meno) del killer, a fermarlo? cosa succederà in quel caso con i Volturi? nascerà una guerra o i vampiri italiani si arrenderanno?
lo scoprirete più in avanti!
un bacio a coloro che mi seguono.
Delyassodicuori
   
 
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