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Autore: strifylover    04/07/2013    2 recensioni
Long pubblicata per il Kurtbastian Day {4luglio2013}
Ship: Kurt Hummel, Sebastian Smythe {Kurtbastian}
Summary: E' il 2134. New York è stata quasi completamente distrutta e conquistata da una specie aliena che si nutre di ogni tipo di energia, specialmente l'energia data dai pensieri degli uomini.
Kurt Hummel è stato vittima di un rapimento da parte di uno di questi alieni che aveva tentato di rubargli la vita, fortunatamente però, Kurt riuscì a scappare, lasciando a quell'alieno la sua memoria.
Ora l'unica cosa che sente dentro di sé è un vuoto.
Riuscirà a scoprire come si chiama questo vuoto?
***
Dal Prologo:
18 febbraio 2134.
Il Sole che risplendeva nel cielo di New York era tiepido e scolorito. Ormai tutti avevano dimenticato com’era il cielo prima che fosse ricoperto dalle nubi di polvere che costantemente si innalzavano oltre i pochi palazzi sopravvissuti della città.
Era orribile vedere una delle più grandi città del mondo quasi completamente distrutte. Le opere d’architettura erano quasi completamente crollate, i palazzi più alti della Grande Mela non erano altro che un orribile ammasso di macerie fumanti.
E gli uomini?
Dove erano finiti
Genere: Azione, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ship: Kurt Hummel, Sebastian Smythe {Kurtbastian}
Summary: E' il 2134. New York è stata quasi completamente distrutta e conquistata da una specie aliena che si nutre di ogni tipo di energia, specialmente l'energia data dai pensieri degli uomini.
Kurt Hummel è stato vittima di un rapimento da parte di uno di questi alieni che aveva tentato di rubargli la vita, fortunatamente però, Kurt riuscì a scappare, lasciando a quell'alieno la sua memoria.
Ora l'unica cosa che sente dentro di sé è un vuoto.
Riuscirà a scoprire come si chiama questo vuoto?
Rating: Per Gran parte della storia arancione, in alcune parti rosso.


N/A : Salve a tutti, mio caro fandom Kurtbastian <3! Quanto vi sono mancata? Poco, vero? Buon Kurtbastian day a tutti, buon anniversario dell'ultimo aggiornamento di A Change In The Weather
. It's a Sad Day for happyness, ricordiamolo. La tristezza fa parte di noi, oggi più che mai, ma noi siamo forti e andiamo avanti, pubblicando Kurtbastian a non finire! A proposito, in settimana dovrei aggiornare anche I should ink my skin, ora che ho finito gli esami, sarò sempre qui, su EFP ad aggiornare tutte le cose che posso!
Il titolo di questa fan fiction è ispirato al sottotitolo della quarta serie di uno dei miei telefilm preferiti, Spartacus, mi sembrava adatto, visto che sempre di guerra si parla e poi non potevo non infilarlo almeno in una mia fan fiction, sapete cosa sono fatta, mi piace mischiare le carte!
Beh, spero che vi piaccia, ringrazio Ihavenothing per il betaggio

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Prologo
War Of Damned

 

18 febbraio 2134.
 
Il Sole che risplendeva nel cielo di New York era tiepido e scolorito. Ormai tutti avevano dimenticato com’era il cielo prima che fosse ricoperto dalle nubi di polvere che costantemente si innalzavano oltre i pochi palazzi sopravvissuti della città.
 
Era orribile vedere una delle più grandi città del mondo quasi completamente distrutte. Le opere d’architettura erano quasi completamente crollate, i palazzi più alti della Grande Mela non erano altro che un orribile ammasso di macerie fumanti.
 
E gli uomini?
 
Dove erano finiti tutti?
 
Molti, forse troppi, erano morti, gli altri erano nascosti sottoterra, dove i radar non potevano identificarli e trovarli. L’unico posto dove erano al sicuro era una rete di cunicoli collegati tra di loro. Migliaia di piccole stradine colme di persone smarrite. Se si camminava in uno di questi cunicoli, di tanto in tanto si poteva sentire l’inconfondibile suono di flebili voci umane che sussurravano preghiere affinché tutto potesse tornare come prima.
 
Nessuno si azzardava a percorrere le strade delle città di giorno, sarebbe stato troppo pericoloso, sarebbe stato orribile. Se qualcuno sarebbe stato catturato, sicuramente l’avrebbero torturato, gli avrebbero sottratto la memoria e poi, magari, anche sezionato.
Erano tante le leggende che circolavano su questi esseri spaventosi e sulle loro azioni, ma qualcosa facevano davvero.
 
Tra i sopravvissuti c’erano persone con delle strane escoriazioni sul collo e attorno ai polsi, come se delle ventose li avessero imprigionati e avessero tentato di succhiare via la vita alla persona che avevano sotto tiro.
 
Kurt Hummel era una di quelle.
 
Se qualcuno gli chiedeva cosa gli fosse successo, lui rispondeva semplicemente che era sopravvissuto. Forse, anzi certamente, perché non ricordava nulla di quello che gli era successo. Un vuoto gli riempiva la mente e caratterizzata i suoi ricordi.
 
Sapeva solo di aver perso suo padre, di averlo perso per sempre a causa di qualcosa, ma non sapeva bene cosa. Era come un contenitore vuoto, che sapeva di aver bisogno di qualcosa, forse di qualcuno, ma non sapeva chi.
 
L’unica cosa che riusciva a fare per evitare di pensare al vuoto che lo attanagliava dentro era prendersi cura dei più deboli. Adorava i bambini, o forse adorava il fatto che in quel luogo non riuscissero neanche a piagnucolare per quanto fossero spaventati.
 
Era una delle personalità più influenti in quella prigione, non che contasse, semplicemente cercava di essere giusto, cercava di portare avanti le persone che riuscivano a sopravvivere e purtroppo era costretto a fare delle scelte.
 
Una volta in particolare, dovette decidere se far vivere o morire una donna, una donna buona, lo si vedeva dai suoi occhi. Ma era troppo debole per andare avanti e un semplice “Uccidetela” uscì dalle labbra di Kurt, mentre il suo viso era rigato dalle lacrime.
 
Ogni notte, prima di andare a riposare rannicchiato in un angolo di quelle caverne puzzolenti era costretto a ripensare alle sue azioni e al fatto che qualcosa gli mancava ancora. Qualcosa era sepolto nella sua mente, così in profondità che non riusciva a riacciuffarlo.
 
***
 
Tolse la sicura della pistola e puntò il suo bersaglio, un ominide di un colore azzurro scuro che stava rovistando in un’auto vuota, cercando evidentemente dell’energia della quale nutrirsi. Un leggero spuntino in vista di un pasto a base di energia umana.
 
Prese bene la mira e sparò, con la freddezza che poteva essere solo di un cecchino professionista, peccato che lui non lo fosse, peccato che lui non fosse fatto per vivere quella vita.
Peccato che la sua vita fosse stata già distrutta.
 
Il proiettile colpì l’ominide di fronte a lui proprio come i mostri del suo spirito avevano lentamente divorato il suo cuore. Si sentiva male ogni volta che pensava a quel nome, ogni volta che ricordava quegli occhi, ogni volta che sentiva la sua voce ripercorrere l’aria e persino l’abitacolo della Ford rotta dove dormiva.
 
Il corpo di quel mostro cadde a terra, inerme. Gli si avvicinò e ancora una volta si rese conto che non bastava uccidere miliardi di alieni per colmare quel vuoto che sentiva dentro di se.
 
Quel nome, quel viso, quella voce rispondevano al nome di Kurt.
 

E Kurt era l’unica cosa che Sebastian rivoleva.

   
 
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