Dopo
il Prologo, ecco il primo vero capitolo di questa ff. Innanzitutto ringrazio
tutti quelli che hanno letto la prima parte della mia storia e poi rispondo a
Francesca Akira89 che mi ha lasciato un commento. Innanzitutto ciao e grazie del commento,^^
Allora
la storia come si è capitolo avviene dopo il capitolo di Tokyo, ma proprio come
hai notato tu c’è qualcosa di strano. Non è una AU, i personaggi rispecchiano i
loro caratteri, ma… non posso dirti tutto o ti rovino la storia se vorrai
continuare a leggerla… ma cmq hai capito da subito che c’è qualcosa di
sbagliato, ma questo fa parte della storia, quindi non spoilerizzo più…
Bè
Fay e Fay, qui ancora non si sa niente del suo passato e non ne parlerò credo,
andrei troppo fuori strada sia con la mia storia che con lo scorrere degli
eventi del manga, quindi rimarrà un segreto. Poi per Sakura e Shaoran… be
continua a leggere e vedrai, ma ti do un consiglio… di me non ci si può fidare
e sono brava a travolgere le cose quando meno te lo aspetti…^^
Ringrazio
anche adrienne riordan per
aver apprezzato il capitolo… spero che questo non ti deluda…
Ok,
vi lascio al capitolo, buona lettura e spero che vi piaccia… ciao ciao
p.s.
scusate gli errori di battitura, a volte ne commetto troppi, prometto che starò
attenta!
1.
Eyes on me
Pioveva da più di due giorni,
quello che ora sembrava un diluvio era iniziato con una semplice pioggerellina
fitta e fastidiosa, per poi peggiorare sempre di più. Ferma sul portico del suo negozio guardava
fisso il cielo plumbeo da ore, senza dire neanche una sola parola. Alle sue
spalle un ragazzo con la divisa scolastica nera si fece avanti portando un
vassoio con qualche stuzzichino e una bottiglia di sakè.
-
Yuuko-san ho portato qualcosa da mangiare… - rimase in attesa di una risposta,
ma non ne ricevette alcuna. – Fa freddo oggi, perché non rientriamo in casa…
Yuuko-san?- Senza dire nulla, Watanuki la seguì con lo sguardo, mentre si
incamminava sotto la pioggia incessante, in pochi secondi gli abiti e i capelli
divennero completamente bagnati. Il giovane fu lesto nel prendere un ombrello e
correre a ripararla.
-
Vi ammalerete sotto questa pioggia gelida… c’è qualcosa che non va?- Aveva lo
sguardo assente, gli occhi spenti e leggermente arrossati… si stava nascondendo
sotto quella pioggia e stava nascondendo anche come se si sentiva. Di solito,
da quando aveva conosciuto quella strana donna, non era mai riuscito a capirla
fino in fondo, ma in quel giorno di pioggia si era reso conto che in qualche
modo lei stava soffrendo forse più di tutti loro.
L’alba sembrava non dover mai arrivare,
era ancora buio quando si svegliò. Il sonno era stato movimentato e molto
tormentato. Senza un motivo aveva sognato la morte dei suoi genitori e questo
lo aveva reso molto nervoso e irritabile. Si mise seduto sul letto e lo sguardo
andò di nuovo verso la città ancora addormentata. Era uno strano posto, avevano
visto pochissimi abitanti e tutti con lo sguardo basso ed estremamente triste,
o almeno questo era quello che la principessa aveva detto in un attimo di
lucidità. Il manjuu bianco non si era mai svegliato da quando erano arrivati,
il ragazzo era divenuto estremamente sensibile e il mago troppo strano. Si era
sorpreso molto quando, appena arrivati nel nuovo mondo, aveva ripreso a
chiamarlo con quegli strani nomignoli tutto ad un tratto, dopo giorni e giorni
che non lo faceva più. Sapeva che era arrabbiato con lui per averlo salvato
nella città di Tokyo, ma ammetteva a se stesso che si trovava più a suo agio
quando il mago faceva l’idiota, sapeva come prenderlo, al contrario se era
serio, lui si sentiva molto a disagio. Si alzò e si chiuse in bagno per
lavarsi, non si sentiva al massimo delle sue capacità, si spogliò con molta
calma e si infilò sotto la doccia calda. L’acqua era un buon lenitivo, stava
spazzando via la notte turbolenta che aveva affrontato. Aveva appena iniziato a
rilassarsi, quando uno strano dolore al petto gli mozzò il respiro. Si premette
una mano sul cuore e con l’altra si appoggiò alla parete della doccia,
piegandosi in avanti. Respirava a fatica e gemette quando una nuova fitta di
dolore lo fece ricadere in ginocchio. Tossì forte, la gola bruciava. Decise di
uscire dalla doccia, si coprì a malapena e tornò nella camera da letto, ma un
nuovo dolore lo interruppe e cadde accanto al letto. La pelle calda a contatto
con il pavimento freddo lo fece trasalire. Continuò a ripetersi di calmarsi, ma
non era affatto semplice. A fatica riuscì a spostarsi e battere il pugno contro
la parete che comunicava con la stanza adiacente, era quella del mago. Non gli
avrebbe mai chiesto aiuto, ma si sentiva mancare e non sapeva cosa altro fare.
Tossì di nuovo e questa volta si ritrovò uno strano sapore ferroso in gola, il
liquido gli riempì la bocca in poco tempo e fu costretto a sputarlo fuori.
Rivoli di sangue colarono giù fino al collo. In quel momento la porta della sua
stanza si aprì, il mago era corso a soccorrerlo, la richiuse dietro di se e
Kurogane lo seguì con lo sguardo mentre si avvicinava a lui. A suo parere però
il mago sembrava troppo calmo. Fay si avvicinò a lui inginocchiandosi davanti
al ninja, che in quel momento fu colpito da un’altra fitta al petto che lo
costrinse a piegarsi in avanti, sentì le braccia del mago che lo sorreggevano.
-
Kurogane… qualcosa non va?- Che domanda stupida, certo che c’era qualcosa che
non andava. L’iride cristallina di Fay lo fissava, brillava alla poca luce nella
stanza, fino a che non cambiò colore divenendo dorata e fredda.
-
Che… che ti…- Fay lo bloccò poggiando il dito indice sulla bocca del compagno e
sussurrando qualcosa.
-
Non immagini quanto mi piaccia vederti soffrire così…- Kurogane non riuscì a
reagire, la vista era offuscata dal dolore, percepì solo il respiro caldo del
mago sul suo collo e il tocco della sua lingua che ricalcava la linea di sangue
su di lui. Provò a spostarlo, ma in quel momento le forze lo abbandonarono dopo
una nuova fitta di dolore.
-
Provi dolore? Come se qualcuno ti stesse stringendo il cuore con la mano… la
stretta si fa sempre più forte vero…?- C’era malvagità in quelle parole, c’era
odio profondo in quello che stava facendo.
-
Non… non toccarmi…- non fece in tempo a dirlo, le unghie del mago si allungarono,
affilate e taglienti come il filo di una spada, disegnò sul petto del ninja
strane linee, poi affondò nella carne ancora calda. Kurogane gridò, il sangue
schizzò via bagnando il viso pallido del mago.
-
Lo voglio io… non permetto che qualcuno si prenda il tuo cuore.- Riusciva a
sentire la mano del mago stringergli il cuore sempre più forte, il dolore era
insopportabile. – Lo custodirò bene lo giuro… infondo mi appartiene…- Non aveva
più forze, ma provava comunque a spostarsi da lui. Fay sorrideva rendendo vano
ogni sforzo dell’altro, gli passò una mano dietro alla schiena premendosi
contro di lui. Kurogane lo sentì ridere di gusto, mentre il mago continuava a
stringere e tirar via la mano portando con se qualcosa di estremamente
importante.
-
Vuoi…. Uc…uccidermi?- disse con molta fatica, stava per perdere i sensi, lo
percepiva. Uno strano formicolio lo prese alla bocca, il labbro inferiore
iniziò a tremolare e il viso era freddo.
-
Certo che no, voglio tenerti con me per sempre… solo che tu non vuoi e io in
qualche modo devo trovare una soluzione…-
Non
resistette oltre, gli occhi si chiusero di colpo e cadde in uno strano e
doloroso sonno, da cui sapeva che non si sarebbe distratto.
Non era riuscito a muoversi per tutta la
notte, quelle parole, così fredde e crudeli nei suoi confronti, lo avevano
distrutto. Perché la principessa gli aveva detto che lo odiava, erano davvero
quelli i suoi sentimenti? Doveva sapere, doveva a tutti i costi capire il
perché di quell’astio profondo. Si alzò dal letto, cercando di capire che ore
fossero, ma fuori era tutto completamente oscurato da una notte profonda e non
riuscì a capire. Uscì dalla stanza e bussò in quella adiacente, cercando una
risposta dalla principessa. C’era un profondo silenzio nel corridoio, stavano
tutti dormendo profondamente e questo, in qualche modo, lo rassicurava. Non
ricevendo risposta dalla principessa, appoggiò la mano sulla maniglia e aprì la
porta lentamente. Anche nella stanza di Sakura c’era silenzio, scorse a fatica
un piccolo giaciglio in un angolo in cui riposava Mokona e poi cercò la figura
del letto della principessa. Si avvicinò lentamente inginocchiandosi di fianco
al letto e ascoltando il respiro regolare della ragazza.
-
Sakura-hime… perché mi avete detto una cosa simile… davvero provate odio nei
miei confronti?- Non si aspettava una risposta da lei, aveva parlato così
flebilmente che era impossibile che lei lo avesse sentito. Invece, contro ogni
sua previsione, scorse gli occhi smeraldo della ragazza che lo guardavano e la
cosa gli smorzò il respiro, lasciandolo allibito. – Mi dispiace, non volevo
svegliarvi…- provò a giustificarsi, ma lo sguardo della ragazza non sembrava ne
arrabbiato, ne tanto meno sorpreso.
-
Shaoran-kun… come mai questa visita?- La voce della ragazza era ironica e lui
non seppe che rispondere. – Ti aspettavo…-
-
Davvero? … ma allora quello che mi avete detto?-
-
Non venivi a trovarmi… - rise di gusto, mettendosi seduta sul letto e prendendo
la mano del giovane tra la sua. – Io non ti odio… però…-
Senza
rendersene conto, Shaoran sentì il respiro caldo della principessa accanto al
viso, era vicina a lui, forse troppo. Percepì le labbra di lei sulle sue,
istintivamente rispose al bacio senza pensarci, la strinse tra le braccia più
forte che potè. Non riscì a resistere, era felice di avere quel contatto e le
lacrime spingevano contro le palpebre per uscire fuori ed esplicitare la sua
contentezza. Non durò molto però, la ragazza si scostò dopo poco e avvicinò la
bocca all’orecchio di lui. - … però, voglio vederti morto il prima possibile.-
Non
riuscì a reagire, un dolore all’addome lo fece piegare in avanti, si sentì la
maglietta umida e sempre più calda. Il dolore insopportabile, ricadde all’indietro
senza emettere un gemito, chiuse gli occhi…
Si svegliò di colpo, il respiro corto e
completamente coperto di sudore. Si premette una mano sul petto cercando la
ferita, ma non trovò nulla. Continuò per qualche secondo ad interrogare il suo
corpo per trovare residui di quei dolori insopportabili, eppure non aveva
nulla. Un sogno… era stato solo un incubo, eppure era terrorizzato come mai lo
era stato. Si sedette sul letto e provò ad alzarsi, aveva le gambe leggermente
atrofizzate. Quando poggiò i piedi a terra e fece due passi, andò a sbattere
contro qualcosa disteso a terra. Abbassò lo sguardo verso il pavimento dove
scorse la figura del mago distesa a terra che dormiva beatamente…
Per
sapere cosa è accaduto a Shaoran… dovrete aspettare il prossimo cap.. a presto.