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Autore: C r a z y    04/07/2013    0 recensioni
Albus, consigliato da Grindelwald, fa in modo che i suoi due fratelli si perdano. Loro cercando la via di casa si imbattono in una casetta dove vive una donna, antenata dei Black. Lei viene cotta al forno come nella celebre storia dei fratelli Grimm. I due bimbi tornano a casa, ma tra Albus, Aberforth e Grindelwald scoppia un duello, che mette fine alla vita della giovane Ariana.
Questa storia fa parte della serie "Quando le fiabe incontrano una Potterhead"
Genere: Drammatico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aberforth Silente, Albus Silente, Ariana Silente, Gellert Grindelwald
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa storia fa parte della serie Quando le fiabe incontrano una Potterhead



In un piccolo paesino chiamato Godridc's Hollow viveva una famigliola. In questa famigliola c'erano tre figli: Albus, Aberforth e Ariana.
Albus, il maggiore dei tre, aveva un amico chiamato Gellert Grindelwald.  I due fecero piani per trovare i Babbani fossero servi di maghi e streghe. Erano però ostacolati dai fratelli di Albus.
Allora Gellert e Albus decisero di sbarazzarsi di loro.

Il giorno dopo Albus disse loro che voleva portarli a Mielandia per comprare un po' di dolci. Li condusse verso Hogsmeade, ma prima di arrivare da Mielandia li spinse oltre la recinzione della Stamberga Strillante; poi tornò verso casa. I due fratelli attesero che Albus tornasse ma egli non lo fece. I due fratelli non avevano nemmeno la possibilità di usare la magia e anche se l'avessero avuta con loro non sarebbe stata molto utile, dato Aberforth era minorenne e Ariana non aveva una bacchetta.
Quando fu notte fonda Ariana incominciò a piangere; Aberforth cercò di consolarla, ma non ci riuscì.
Così Aberforth fece scavalcare la recinzione alla sorella e poi la scavalcò lui.
Si rincamminarono verso casa, ma il tragitto era lungo e difficile da ricordare.
Però Aberforth cercò ugualmente di ricondurre a casa la sorella; alla fine il coraggioso Aberforth si perse e con lui la sorella. Dopo svariate ore di cammino senza meta giunsero a una casetta. Questa casetta era fatta con i più buoni dolci di Mielandia e con le migliori leccornie che c'erano Hogwarts.
I due bambini, affamati, cominciarono a mangiare. Ad un tratto una voce li fece sobbalzare. Era una voce alta e arrochita.
«FECCIA! MARMOCCHI! GENTAGLIA!».
Poco dopo le urla cessarono, così i due bimbi non se ne preoccuparono.
Poi un essere molto vecchio, con una grossa quantità di peli neri che gli sbucano dalle orecchie, gli occhi grigi e iniettati di sangue e un grosso naso carnoso. La pelle flaccida e la schiena un po’ gobba.
«Fanciulli, la mia padrona chiede se desiderate entrare» disse.
I due fratelli non esitarono a entrare. Dentro alla casa, seduta al tavolo a sorseggiare una tazza di tè, c'era una donna. Aveva dei lunghi capelli castani mossi, quasi ricci, i suoi occhi erano scuri ma discretamente dolci. Indossava un abito nero lungo fino ai piedi e degli stivali, anch'essi neri. Aveva un aspetto abbastanza amabile e gentile.
La donna li fece accomodare e ordinò all'elfo di preparare la cena per tutti. Poi ordinò che fossero preparati due letti per i bambini, che tutti felici si coricarono.
 
Ma la donna era una strega cattiva, che proveniva da una famiglia di maghi purosangue: la famiglia Black, e quando un bambino cadeva nelle sue mani, lo uccideva, lo cucinava e lo mangiava; e per lei quello era un giorno di festa. Era proprio felice che Aberforth e Ariana fossero capitati lì. Di buon mattino, prima che i bambini fossero svegli, ella si alzò, andò ai loro lettini, e quando li vide riposare così dolcemente, si rallegrò e mormorò fra sè: «Saranno un buon bocconcino per me!» Poi prese la bacchetta e li trasferì nelle segrete. Quando questi si svegliarono, si trovarono circondati da una grata, come un polli da ingrassare.
 
L'elfo portava loro cibi deliziosi che loro gustavano felici. Ogni giorno la strega mandava l'elfo che diceva: «Sporgete le dita, che senta se state ingrassando» Ma loro le sporgevano sempre un osso di pollo, dato che l'elfo non ci vedeva molto bene, ed la donna si meravigliava che non ingrassassero. Dopo qualche settimana, una sera disse all'elfo: «Vai a prendere dell'acqua: grassi o magri che sia, domani li ammazzerò e li cucinerò» L'elfo eseguì. Poi fu costretto di buon mattino, ad accendere il fuoco e appendere il paiolo pieno d'acqua. La strega accese il fuoco per cuocere il pane e disse all'elfo di controllare se l'acqua avesse bollito.
La vecchia aprì la cella dov'era rinchiusa Ariana: «Dai un'occhiata dentro se il pane è ben cotto e dorato; intanto io controllerò l'acqua e prenderò tuo fratello». Ma la perfida strega l'aveva chiamata perché farla arrostire invece che bollirla. Ma Merlino volle che alla fanciulla venisse un'idea, ed ella disse: «Non so proprio come fare, fammi vedere tu per prima». La donna si sedette e, siccome era leggera, Ariana poté spingerla dentro, il più in fondo possibile; poi chiuse in fretta la porta e mise il paletto di ferro. Allora la vecchia incominciò a gridare e a lamentarsi nel forno bollente, ma Ariana scappò via, ed ella dovette bruciare miseramente.
 
Ariana corse da Aberforth, gli aprì la porticina e gridò: «Aberforth, siamo liberi!». Aberforth uscì dalla sua cella. Tutta la casetta era piena di perle e di pietre preziose e di medaglioni con stemmi antichi: essi se ne riempirono le tasche e se ne andarono in cerca della via che li riconducesse a casa.

Quando i due fratelli ritrovarono la strada di casa, Albus se ne meravigliò molto. Grindelwald si arrabbiò molto con l'amico e i due iniziarono a duellare. Aberforth si unì a loro poco dopo, volendosi vendicare di Grindelwald e di suo fratello. Ariana, non riuscendo a sopportare il duello, si mise in mezzo. E la storia si conclude come noi l'abbiamo conosciuta: uno degli incantesimi la colpì e lei morì.
  
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