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Autore: IanLaRossa    04/07/2013    2 recensioni
[Kurtbastian Day 2013]
Kurt, Sebastian, e il loro tragicomico matrimonio estivo
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez, Sebastian Smythe
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il matrimonio peggiore del secolo.
Una catastrofe annunciata, a parere di Roberta (e Kurt)
 

 
«Non mi sposerò mai a Luglio, Bas. Te l'ho detto e te lo ripeto: i matrimoni d'estate sono sempre un fiasco ed io non posso permettere che il mio matrimonio sia un fiasco!»
Queste furono le fatidiche parole di un Kurt Hummel piuttosto adirato, il 20 Maggio davanti ad un wedding planner che ne aveva già abbastanza di lui e del suo futuro marito.
Fatidiche parole che furono disgraziatamente ignorate. La causa? L’ irruenza di Sebastian, a cui poco importava avere un matrimonio perfetto ma a cui premeva avere al più presto un pezzo di carta che dichiarasse che lui e Kurt si appartenessero l'un l'altro.
Così, se la disponibilità per Central Park era solamente per il 16 Luglio, loro si sarebbero sposati il 16 Luglio, fiasco o non fiasco.
Ma ovviamente, come Kurt aveva previsto nei suoi peggiori pronostici, NIENTE andò secondo i piani.


08:30 am
Un raggio di sole irrompe dalla finestra con delicatezza, accarezzando amorevolmente le due figure intrecciate nel letto. La luce arriva fino ai loro visi strappandoli entrambi dal sonno e costringendoli a tornare alla realtà, una realtà che si rivela difficile a pochi minuti dal risveglio.
«Buongiorno am-»
«Sveglia dormiglioni!» una voce squillante rompe definitivamente l'atmosfera tranquilla e rilassata.
«Forza niños! Non abbiamo tempo da perdere!» ed un'altra voce profonda e calda fa da coro alla prima, avvicinandosi sempre di più al letto.
Non hanno nemmeno il tempo di contestare, o di coprirsi, che vengono tirati a forza giù dal letto da Santana sotto lo sguardo attento di Rachel vicina alla porta.
«Santana sono nudo! » protesta Kurt tentando di afferrare il lenzuolo per celare le sue intimità.
La ragazza lo osserva sbuffando per poi replicare frettolosamente  «Come se io non abbia mai visto quello che tieni laggiù, Porcellana».
Sebastian pare risvegliarsi in quel momento e lancia un'occhiata incenerirtice all'amica «osa avresti visto tu, scusa? »
«Il bel pend-» sta per iniziare la frase con aria spavalda e pronta ad una sfida quando viene tirata indietro dalla ragazza più bassa. «É meglio se evitate certi scontri almeno oggi, ragazzi»
I due si lanciano un ultimo sguardo assassino prima che Santana sorrida eloquente e esordisca con un «Vi lasciamo esattamente cinque minuti per vestirvi. Cinque, non di più, intendido?»
Annuiscono titubanti e chiudono la porta lasciandole fuori.
«Ho paura di quelle due» ammette Kurt mentre infila con cura i pantaloni.
«Se ne hai tu non puoi immaginare quanta ne abbia io» ridacchia di rimando Sebastian mentre sceglie una t-shirt da mettere sopra i jeans chiari.
Ridono per sciogliere la tensione ma entrambi sono nervosi e tesi; Kurt inceppa più volte nel vano tentativo di abbottonare la camicia. Quando finalmente riesce nel suo intento si accorge di aver sbagliato l'ordine dei bottoni e così è costretto a farli uscire ad uno ad uno dalle asole.
Una mano si accosta alle sue per poi sostituirle nel lavoro «Lascia, faccio io»
Sebastian abbottona con cura la camicia, senza sbagliare e senza smettere di guardare Kurt fisso negli occhi. 
«Ve bene così, milord?» si prende gioco di lui.
«Uhm, preferirei il servizio completo, se non le dispiace...» scherza a sua volta allungandosi verso di lui per rubargli un bacio.
Prima di pressare le bocche insieme Sebastian gli soffia a fior di labbra «Buongiorno futuro Signor Hummel-Smythe»
Con un sorriso accennato Kurt lo bacia teneramente, sussurrando nel bacio «Buongiorno anche a lei signor Hummel-Smythe».
Proprio quando il bacio sta per approfondirsi la porta si spalanca di botto e le ragazze irrompono nuovamente nella stanza separandoli.
«Ugh, ragazzi! Avevo detto cinque minuti, senza extra per slinguazzamenti vari. Avrete abbastanza da fare stasera!» ammicca Santana afferrando per un braccio Sebastian e trascinandolo letteralmente fuori tra le proteste generali.
Rachel e Kurt rimangono soli nella stanza e per un attimo stanno in silenzio, occhi bassi e cuori pesanti. Non hanno quasi bisogno di parlare, tanta è la sintonia dei loro spiriti affini. I turbamenti negli animi di entrambi si fondono e paiono carezzarsi a vicenda, comprendersi e consolarsi. Solo una frase esce dalle labbra di Rachel: «Sei pronto?» 
Kurt sa che quel pronto non si riferisce solamente al suo abbigliamento e che piuttosto concerne lo stato dei suoi sentimenti. Non sa rispondere a quella domanda e dunque guarda l'amica con occhi spaventati e colmi di dubbi. «Non lo so» le parole escono fievolissime e il suo volto ritorna a specchiar si nel pavimento di marmo mentre le mani corrono tra i capelli a stringerli.
Pochi secondi e quando rialza lo sguardo c'è Rachel davanti a lui con la mano tesa e un sorriso fiducioso «Hai bisogno di un caffè»
Non può fare a meno che ricambiare il sorriso e afferrare quella mano amica, sollevandosi. Prese le chiavi di casa e il portafogli, escono di casa diretti verso lo Starbucks più vicino, senza dirsi una parola ma capendosi perfettamente.


10:00
«Perché dobbiamo ritirare il completo a quest'ora? La cerimonia è alle cinque del pomeriggio!»
«Non ti lamentare spilungone. Ora noi ritiriamo il tuo fantabolante vestito disegnato da tuo marito e poi andiamo a prepararci». insiste Santana continuando a tirarlo per l'orlo della maglietta.
Sebastian pianta i piedi per terra come un bambino e inizia a lamentarsi «Santana ti prego! Abbiamo sette dannatissime ore per prepararci e io ancora non ho mangiato nulla da stamattina!»
«Ma se hai fatto colazione mezz'ora fa! » Santana mette tutta la sua forza nello spostarlo. non ottenendo il minimo movimento.
«Eh va bene! Ti porto a mangiare un gelato, dopo. Ma prima il vestito!» si arrende dopo poco Santana guardando malissimo Sebastian e promettendogli di portandolo al bar più vicino per accontentarlo. 
Mentre lo aspetta nella poltrona accanto ai camerini dell'atelier, con indosso il suo meraviglioso abito da damigella/testimone sempre disegnato da Kurt, sfoglia svogliatamente un rivista con abiti da matrimonio e le viene istintivamente da sorridere sorniona ricordando il suo. Distrattamente sfiora la fede dorata che porta al dito e l'immagine di Brittany raggiante in abito da sposa le ritorna alla mente collegandosi con quella attuale col pancione. Manca poco, nemmeno una settimana e avranno la loro bambina perfetta e tutto sarà come ha sempre sognato da quando ha conosciuto Britt. Pensare alla sua famiglia la rende più docile così quando Sebastian esce dal camerino non può non insospettirsi.
«Che hai? Stai sorridendo» la stuzzica beffardo il ragazzo.
Lei torna sulla difensiva mormorando un «Niente, criceto»
«É l'astinenza da sesso eh? La mogliettina è incinta e tu ti fai i filmini mentali per quando sguscerà il gamberetto» fa una grassa risata guardandosi attento allo specchio per poi continuare «Per mia grande fortuna, malgrado il sesso dubbio della mia dolce metà, non godrò di tale sfortuna»
«Per tua informazione, io non penso solo al sesso» 
«Ah no? E a che pensavi?» ribatte guardandola con aria di sfida.
«Non te lo dirò mai. Nemmeno in punto di morte.» dopo quest'affermazione rimangono per un po' in silenzio evitando di guardarsi, ma c'è questo momento in cui Sebastian cerca lo sguardo di Santana attraverso lo specchio e quando riesce a coglierlo non lo molla e anzi rafforza il contatto visivo. Si fissano e in quell'attimo dimenticano di essere Sebastard e Shaqueera calando le difese e rivelandosi nuovamente i migliori amici che sono davvero.
«Pensavi al futuro, non è così?» esordisce piano Sebastian.
Santana rompe il contatto visivo calando lo sguardo di nuovo sulla rivista nel suo grembo. Guarda le spose felici e gli sposi nei loro ridicoli tight ed ha stranamente il coraggio di annuire e mostrarsi debole di fronte a lui.
«Non hai paura?» chiede titubante Sebastian, sempre guardandola attraverso lo specchio.
A quel punto Santana di sente abbastanza forte da alzare il viso e guardarlo nuovamente negli occhi
«Perché io ne ho. Tanta» ammette Seb.
«Non dovresti.» incrocia le braccia sotto al seno e Sebastian si gira finalmente, guardandola direttamente negli occhi.
«É che... ora ti sembrerò stupido, banale e terribilmente Hummel, ma ho una schifosissima paura che magari il rapporto tra me e Kurt cambierà»
«Cosa dovrebbe cambiare? Avete solo un anello al dito e un foglio di carta che dichiara che potete condividere l'assistenza medica. Tutto qua. I sentimenti saranno gli stessi. Fidati, te lo dice una che c'è passata» aggiunge mostrando orgogliosa la sua mano ingioiellata dove spicca la fede all'anulare.
«Si, ma avremmo degli obblighi da ora in poi. E poi... i figli. Io non so se sono pronto»
«Per i figli o per il matrimonio?»
«Entrambi, o forse i figli. O nessuno dei due. Insomma Santana, mi conosci io... non sono il tipo da relazione a lunga durata» passa la mano tra i capelli grattandosi la nuca per poi andare a coprirsi il viso pieno di vergogna.
«Oh, madre de Dios, chico! Smettila di raccontarmi sempre la stessa storia!» si alza dalla poltrona lasciando cadere la rivista a terra e avvicinandosi a lui fino a fronteggiarlo. Delicatamente gli toglie le mani dal viso tentando di sorridere nel modo più rassicurante possibile. «Da quanti anni stai con Kurt? »
Con gli occhi più rassegnati della storia Sebastian si sforza di rispondere «Cinque»
«Da quanto lo ami?» insiste Santana afferrandogli le spalle saldamente.
«... da tanto.» 
Con forza gli fa fare un giro di 180 gradi in modo da voltarlo verso lo specchio appoggiando il mento sulla sua spalla.
«E ora dimmi, ti senti più Sebastian Single-Smythe o più Sebastian Hummel-Smythe»
Sebastian guarda a lungo l'immagine riflessa nello specchio e immagina Kurt al posto di Santana, con il suo sorriso tenero e gli occhi azzurri splendenti che sembrano ripetergli “Ci sono io. Non aver paura”.
Si sente rinvigorito, più forte, più sicuro di sé stesso «Sebastian Hummel-Smythe, sempre e comunque» e istintivamente sorride a Santana ritornando a vedere i suoi tratti nello specchio.
«Oh! Muy bien! E ora finalmente possiamo andare a prendere questo benedetto gelato. Cambiati e smuovi il sedere, Hummel-Smythe».
Dopo essersi rivestiti ed essere usciti con i loro abiti nelle buste Santana chiama un taxi «Ti porto in una gelateria speciale, e offro io! Approfitta di questo momento di gentilezza, mangusta, perché non ti ricapiterà tanto presto.»
Sebastian le sorride amichevole, con il suo solito ghigno ma più addolcito, e si lascia guidare. Se ce l'ha fatta Santana a sopravvivere alla vita matrimoniale ottenendo solamente benefici, anche lui ce la potrà fare riuscendo ad essere felice come lei. 
Scendono alla 75ª e Santana lo porta in una gelateria italiana e ritornano gli stronzissimi migliori amici di sempre, a stuccarsi l'un l'altra e a ridere per scemenze.
Verso le 12 Santana da un'occhiata al telefono per poi affermare «Ok, è l'ora. La Nana e l'Elfo sono a casa vostra, ora io e te andiamo a casa mia così ti vesti e riprovi le promesse».
Sebastian le fa il broncio ma si alza fiaccamente dalla sedia e la segue fuori. Dopo un po', mentre cercano il taxi, osservando Santana, si rende conto di non avere la busta con l'abito.
«San, ho lasciato il completo dentro. Aspettami» detto questo si accinge frettoloso verso la gelateria.
«Sei un'inutile zucca vuota! Corri a prenderlo!» gli grida dietro, già piuttosto seccata.
Sebastian torna poco dopo sul marciapiede con un'espressione di puro panico sul viso e gli occhi spalancati.
«Dov'è la busta?» dice incrociando le braccia sotto al seno nuovamente e pestando un piede per terra, come fa di solito prima di incazzarsi.
«Non lo so» 
«Cosa vuol dire che non lo sai?»
«Ho paura che... ho paura che l'ho lasciato in taxi.»
«IN TAXI?!» ora sta alzando le mani verso di lui pronta a tirargli un ceffone o a spintonarlo. Infatti, tempo un secondo e Sebastian sbatte la schiena contro il muro alzando le braccia per difendersi.
«Fermati! Ti prego fermati!» la prega incassando la testa tra le spalle per evitare altri colpi.
Ma Santana lo afferra per le basette corte e gli schiaffa la faccia contro al muro «Fermarmi? Io te le do di Santa ragione! Non mi importa che stasera tu ti sposi, io non ti lascio arrivare all'altare senza almeno un livido!»
«Santana!»
«Come hai potuto?! Tu sai quanto era importante per Kurt quel completo! L'ha disegnato per te, unicamente per te! E non ne esistono copie!» e giù, uno scappellotto dietro la nuca.
Sebastian si afferra il collo gemendo di dolore ma Santana riparte all'attacco con uno schiaffo in pieno viso.
«Ahia! SMETTILA! Lo recuperemo!» tenta di allontanarsi ma la ragazza lo riprende per il colletto della t-shirt costringendolo ad abbassarsi.
«Recuperarlo? Tu sai quanti taxi ci sono a New York? Eh, lo sai?» dal colletto passa la mano all'orecchio triandoglielo con forza fino ad arrossarlo.
«No, ti prego l'orecchio no! L'orecchio no!» le sue mani tentano di staccare quella di Santana ma purtroppo invano. Lei continua imperterrita e anzi rincara la dose acciuffando tra le dita scure anche il secondo orecchio.
«Santana, smettila cazzo. Non posso sposarmi in questo stato!»
«Preferisci nudo?»
«Suvvia Santana, andiamo all'atelier e vedrai che un altro completo ci sarà! » finalmente Sebastian riesce a staccare le mani di Santana dalle sue orecchie, rosse e caldissime. La tiene ferma per le spalle e lancia continue occhiate alle sue gambe in previsione di qualche calcio.
Santana lo guarda furiosa «Si, ma non sarà lo stesso!»
«Cosa vuoi che sia! Sarà talmente tanto nervoso che non se ne renderà conto! É il nostro grande giorno, un vestito non può rovinarlo.»
Fortunatamente riesce a convincere la latina che gli concede un'occhiata dubbiosa con ancora residui astiosi per poi riafferrarlo per il polso e tirandolo verso l'atelier.
«Va bene principe Disney, ma niente più taxi per oggi!»
 
15:30
«E... occielo, non me lo ricordo più, non me lo ricordo più» il ragazzo pesca dall'interno della giacca un foglio di carta spiegazzato «Ah si, ok. "E... prometto di amarti sempre e comunque, e di renderti felice ogni giorno della tua vita"» Rachel lo guarda soddisfatta e gli sorride facendo un piccolo applauso.
Purtroppo non ha l'effetto sperato su Kurt che invece si dipinge sul volto un'espressione demoralizzata e rituffa il viso tra i fogli.
«É banale Rach. É la promessa di matrimonio più stupida del secolo»
«Ma l'hai scritta tu... ti è venuta dal cuore! Banale o non banale è la tua promessa.» tenta di consolarlo.
Ma Kurt alzando gli occhi evita il suo sguardo e con voce stentata ammette «Emh, veramente... l'ho presa su internet.» va a grattarsi la nuca tentando di nascondere l'imbarazzo.
«Cosa?! Kurt! Ma è terribile!» Rachel si alza e gli afferra i fogli di mano notando che effettivamente c'è stampato il logo del sito sull'intestazione della pagina. «Non ti credevo tipo da copia-incolla! Soprattutto per una cosa così importante» lo guarda contrariata tenendo stretti i fogli.
«Ma non ho avuto tempo! Tra il lavoro all'atelier, il nuovo spettacolo e l'organizzazione di questo matrimonio...» i lineamenti di Rachel non si addolciscono e rimane a guardarlo accusatoria per poi esordire «Ah no, caro mio! Abbiamo ancora...» da un'occhiata all'orologio «...un'ora e mezza prima del matrimonio! Ora tu ti siedi e mi fai il piacere di scrivere queste promesse di tuo pugno. Consegnami l'iPhone, che so che hai l'abbonamento ad internet» tende la mano e lo osserva mentre rassegnato tira fuori l'amato telefono, sua unica speranza, dalla tasca.
Il blackberry di Rachel inizia a suonare e dopo aver visto il mittente si accinge a rispondere, allontanandosi dalla stanza. Prima di uscire bisbiglia un acido «Lavora!» a Kurt per poi scomparire nel salotto.
Kurt ci prova, ci prova sul serio a scrivere quelle dannate promesse ma dalla penna escono solo le tipiche banalità di circostanza e davvero poco dei suoi veri sentimenti. Malgrado sia sempre stato bravo a scrivere, una prova di ciò sono gli eccellenti temi scritti ai tempi del liceo, le relazioni eccezionali fatte per l'Università e gli articoli pieni di stile per Vogue.com, al momento guarda il foglio bianco impallidendo e mordendosi le labbra frustrato. La sua mente produce solo immagini rovinose e patetiche di lui alla cerimonia che fa un discorso pessimo, gli invitati sulle panche che si scrutano a vicenda dubbiosi e Sebastian che lo guarda schifato per poi scappare con il primo cameriere senza il vassoio delle tartine.
Scrive poche righe e le ricancella rabbioso. Dopo un paio di minuti pare illuminarsi. ”Meglio fare un discorso banale ma sensato, piuttosto che uno senza capo né coda” pensa sorridendo e battendosi mentalmente il cinque per l'idea. Cerca con lo sguardo i fogli stampati delle vecchie promesse e dopo averli trovati sul comò vicino alla porta, dove li ha sicuramente lasciati Rachel prima di uscire, li arraffa frettolosamente e li infila nuovamente nella giacca, ritornando poco dopo a fingere di scrivere.
Rachel torna pochi attimi dopo chiudendo la telefonata. «Ok, fra venti minuti dobbiamo andare. Hai scritto?»
«Sì, Rach! Ho già messo tutto nella giacca. Posso andare in bagno?» chiede esitante.
La ragazza sbuffa però lo lascia andare con la promessa di non metterci troppo.
Quando Kurt è fuori si avvicina furtiva alla giacca tirando fuori i fogli. “Come immaginavo” pensa accorgendo si che non sono le promesse che lui avrebbe dovuto scrivere durante la sua assenza, bensì quelle vecchie stampate da internet. In un unico colpo le accartoccia e le lancia nel cestino più vicino a lei, sotto la scrivania, infilando poi nella giacca il primo pezzo di carta che trova nella borsa, in modo da compensare lo spazio e far credere a Kurt che ci siano ancora le promesse vecchie.
“Vuoi fare il furbo con me? Ed io faccio la furba con te!” esordisce soddisfatta nella sua mente, mentre ripassa il lucidalabbra e aspettando il ritorno di Kurt.
Il suo piano è geniale, almeno nella sua mente: Kurt non troverà i suoi preziosi fogli nella giacca e allora sarà costretto ad improvvisare e sicuramente gli verranno in mente le cose giuste da dire al momento giusto! É fiera di sé e quando torna Kurt gli sfoggia un sorriso raggiante.
«Su Kurtsie! Vestiti, in fretta...»
«... che l'altare m'aspetta?» 
«Come hai fatto a pensare la stessa cosa che pensavo io?»
«Perché sei prevedibile Rach. Troppo. Ora esci! Mi devo cambiare, e anche tu!»
Prima che lei esca, ancora ridendo, dalla stanza Kurt la richiama «Rach... le tue promesse, le hai scritte tu? »
Rachel si gira a guardarlo dubbiosa rispondendogli solo qualche secondo dopo «Si, le ho scritte io.»
«Però tu e...»
«Si, io e Finn abbiamo divorziato. Ma non perché le nostre promesse di matrimonio erano scritte da noi, ma perché non era sincere. E noi non eravamo onesti con noi stessi. Tu e Sebastian invece lo siete e vi amate molto di più di quanto io e Finn siamo mai stati capaci di amarci.» gli sorride sfuggente facendo un passo verso il salotto ma viene nuovamente bloccata.
«Rachel... secondo te, io è Sebastian... ce la faremo?»
«Non sono la persona adatta a dirlo però, se ti può rincuorare, in tutta sincerità penso di sì.»
A questo punto Kurt la guarda riconoscente e si sente già più rincuorato e più pronto. Lancia un'occhiata all'orologio e fa cenno a Rachel che può andare. 
“É ora di vestirsi, signor Hummel-Smythe”

16:00
Santana spinge con forza la porta strattonando Sebastian all'interno di casa sua.
«Non ci credo che abbiamo dovuto noleggiare uno smoking qualsiasi! Nemmeno Puckerman aveva un completo così schifoso al ballo del penultimo anno di liceo!»
«Non è colpa mia se gli abiti da cerimonia vanno prenotati. Non ne avevo idea! »
«Poteva venirti in mente magari prima che lasciavi la busta in ta... ciao amore» Santana si blocca rimane paralizzata con la bocca semiaperta in contemplazione della moglie con il lungo abito bianco che le aderisce sul pancione e i capelli biondi acconciati in varie trecce unite sul capo che valorizzano il viso luminoso quasi senza trucco.
«Ciao Sannie-boo» le sorride raggiante Brittany avvicinandosi.
«E... abbiamo perso la Lopez» Sebastian alza gli occhi al cielo e finge un cognato di vomito quando le due stanno per baciarsi.
«Oh zitto Smythe» lo rimprovera Santana alzando il viso verso quello di Britt e stampando le un dolce bacio a fior di labbra. «Come stai?» la guarda tenera accarezzandole la pancia amorevolmente.
Brittany fa spallucce «Così così. Helen ha scalciato fortissimo tutta la mattina. Secondo me le mancavi tu.» Santana si scioglie in un'accozzaglia di 'aw' e 'uhh' abbassandosi fino ad essere faccia a faccia col pancione.
«Helenìta, niña mia, non far penare mamma Britt, va bene? Comportati a modo.» sussurra lasciando un bacetto sul punto dove spicca l'ombelico a bottoncino della moglie facendole scappare un risolino divertito.
«Oh si che bello, il miracolo della vita!» fa Sebastian dietro di loro con la voce in falsetto. <«Ora possiamo pensare al mio matrimonio?» aggiunge stizzoso con la sua voce normale.
«Come sei guastafeste! Non posso nemmeno salutare mia moglie e mia figlia!»
«Hai tutto il diritto di salutarle, ma ti faccio notare che manca un'ora alla cerimonia e io sono ancora in jeans e t-shirt» le indica il suo abbigliamento con fare annoiato.
«Si, va bene! Vai nella quarta stanza a sinistra nel corridoio. E non ti azzardare ad entrare nella nursery. Non voglio che mia figlia andrà a respirare l'aria infettata da te.»
«Non essere così cattiva con Sebby» fa Brittany spingendola dolcemente verso la porta della loro camera da letto «E ora cambiati. Io mangio qualcosa nel frattempo»
«Si, ma sta attenta, ok?» i suoi occhi vigili si posano su di lei con preoccupazione.
«Ma sono nella stanza accanto!» ridacchia Brittany uscendo e lasciandole il tempo per vestirsi.
Santana si cambia velocemente e si trucca con cura ma in maniera svelta davanti alla toeletta fin quando sente l'urlo di Sebastian nella stanza accanto «Ho fatto! Andiamo!»
Scendono tutti e tre e Sebastian ha persino la gentilezza di aiutare Brittany per le scale, tenendola ben salda.
«Sono stranamente buono, oggi» si giustifica quando la mamma gli da un tenero bacio di ringraziamento sulla guancia appena sceso l'ultimo scalino.
Si dirigono verso la macchina e Sebastian ruba le chiavi a Santana dichiarando «Sono io l'uomo e guido io.» quando la mora sta per contestare lui ribatte «No, non si discute» e lei finalmente si arrende sedendosi nel posto del passeggero dopo aver aiutato Brittany a posizionarsi nei sedili posteriori.
C'è un po' di traffico ma sembra scorrere tranquillamente e Sebastian è sereno mentre guarda l'orario sul cruscotto della macchina. L'occhio gli cade sulle cifre appena sotto, quelle che segnano la temperatura. 40 gradi. La cosa lo preoccupa ma fa finta di niente e pensa che niente può rovinare nuovamente il suo gran giorno.
«Sannie, Helen scalcia» esordisce lamentosa Brittany dopo un poco.
«E tu lasciala scalciare. Fra un po' smetterà» le sorride Santana girando la testa.
Brittany pare pensarci un po' sù ma dopo pochi secondi lancia un'urletto di dolore.
«Sannie! Scalcia forte! Mi sa che vuole uscire... »
«Ma Britt, amore, manca una settimana ancora»
«San, vuole uscire»
Gli occhi di Santana si riempiono di panico e in pochi secondi stacca la cintura di sicurezza e si gira completamente verso la moglie.
«Ne sei davvero davvero sicura? Perché vedi... non è proprio il momento per farla uscire!»
«Sannie, non sto scherzando lei vuole... oh» il suo sguardo corre verso il vestito bianco ora con una grande macchia umida sul bassoventre.
«Oh santo cielo!» urla Santana seguendo la traiettoria del suo sguardo e vedendo la stessa cosa.
«Ti giuro, non mi sono fatta la pipì addosso! » si difende Britt piagnucolando, mentre un'altra fitta di dolore la colpisce.
Santana la ignora e si gira nuovamente verso Sebastian afferrandogli le braccia «Le si sono rotte le acque!»
«E quindi? Io fra mezz'ora mi sposo e il cielo è sereno.»
«Sebastian, non sto scherzando. Le si sono rotte le acque e...» Brittany lancia un urlo acuto «E ha le contrazioni.»
Sebastian finge indifferenza e continua a guidare verso la zona Sud di Central Park. «Non è affare mio»
«Mangusta ti prego...»
In quel momento Sebastian gira il viso verso di lei in modo da mostrarle gli occhi pieni di panico
«Seb... per favore» mugola Brittany da dietro allungando una mano verso Santana che è pronta a stringerla per condividere il dolore.
Sebastian la guarda attraverso lo specchietto e i suoi occhi azzurri, così dannatamente simili a quelli di Kurt, lo pregano di aiutarla. Di aiutarle, tutte e tre. 
«Fanculo» grugnisce quando fa inversione ad u tornando indietro verso l'ospedale più vicino.
«Helen, ti do mezz'ora per nascere. Mezz'ora e non di più! Hai sentito lo zio, bimba? Mezz'ora e poi si corre all'altare!»
17:15
Kurt fa avanti e indietro per tutta la navata a grandi falcate. Si siede sulla panca in prima fila, si rialza e torna sotto l'arco all'inizio. 'Quindici minuti di ritardo, cosa saranno mai? Non sono niente. Magari non riusciva ad allacciarsi la scarpa. O forse ha trovato un po' di traffico. Ma sarà qui a momenti, no?'
Vede Rachel, in mezzo alla folla, dirigersi verso di lui col telefono in mano.
«Ti prego, dimmi che hai buone notizie»
Lei lo ignora e sputa tutto d'un fiato «Brittany sta partorendo.»
«E... »
«E Sebastian è lì con loro.»
«Ti prego dimmi che ora arriva la buona notizia...»
«Oh, Jesse è già ubriaco! Ci sarà da divertirsi stasera! Quando è ubriaco racconta degli aneddoti esilaranti!»
«Rachel!» la rimprovera.
«Che c'è? Era per smorzare l'atmosfera!» si giustifica, ma Kurt ha già fatto un giro su sé stesso per poi tornare a ripercorrere la navata disperato.
«Quanto ci mettono i bambini per nascere?!» chiede, più al cielo che ha qualcuno in particolare.
Una voce suadente dietro di lui gli dona una risposta «I bambini hanno i loro tempi. I matrimoni possono aspettare.»
Rachel si gira di scatto a vedere la fonte del suono e presto le si illuminano gli occhi e corre verso la persona gridando un eccitato «Quinn! Sei venuta!»
«Non potevo mancare» le sorride la bionda con un sorriso splendente stampato sulla bocca.
«Oh per favore, andate a fare le piccioncine ritrovate da qualche altra parte. D'ovunque, tranne che davanti ai miei occhi» Kurt le scaccia via, evitando il bacio sulla guancia che Quinn era pronta a stampargli.
I minuti diventano un'ora e lui inizia a sentirsi male. Carole sventaglia furiosamente un foglio di carta accanto al viso di Burt che soffre terribilmente il caldo.
«Ragazzo mio, non è mica scappato! Sta solamente aiutando delle amiche in difficoltà» gli sorride amorevole stringendogli la mano.
«Lo so, ma sono le sei ormai... non dovrebbe essere già nata?»
«Tu c'hai messo due ore buone per uscire da tua madre, figliolo! Non mi stupirei se la biondina ci mettesse un bel po' a scodellare il fagiolo!»
«Burt! Sii più delicato!» lo rimprovera Carole schiaffeggiandolo con il foglio di carta.
Mentre i due battibeccano, il telefono di Kurt trilla.
"Sto arrivando babe. Trovami un testimone, la Lopez rimane con la sua Sagrada Familia"
Il sorriso che compare sul suo volto è indescrivibile e quasi gli viene da piangere per la gioia. Ce l'ha fatta, ce la faranno!
Con lo sguardo cerca tra la folla qualcuno che faccia al caso suo. Dopo pochi minuti la scelta ricade tra Finn, che sorseggia vino guardando astioso Rachel e Quinn che chiacchierano amichevolmente (o forse più che amichevolmente) e Jesse che probabilmente non é proprio nel suo massimo.
Mentre si dirige arrendevole verso Finn viene bloccato da qualcuno alle sue spalle.
«Ciao dolcezza» una voce calda, forte e molto maschia. Si gira e scorge la zazzera biondo cenere e gli zigomi alti di Julian, il fratello di Sebastian.
«Julian! Non credevo saresti venuto...»
«Oh, zucchero, mi sono liberato di quell'impegnuccio. Il mio fratellino si sposa, mi sono detto, non posso mancare! Dov'è quel disgraziato?»
«Jules, mi servi. Seb sarà qui a momenti e ha un disperato bisogno di un testimone.»
Julian annuisce e dice con un sorriso «Pronto a tutto! Dimmi però, chi è quel bel bocconcino laggiù?» indicando un ragazzo tra la folla.
Dopo averlo individuato Kurt sospira «Quello è Brody e, credimi, non sei il suo tipo,»
Julian sorride beffardo e si avvia verso il ragazzo «Oh credimi» imita Kurt «io sono il tipo di tutti».
Vorrebbe fermarlo, ma ormai é già alle calcagna del povero Brody, ignaro di tutto.
Manca poco, non può preoccuparsi di Brody o di Julian, Sebastian arriverà fra poco e lui sarà il signor Hummel-Smythe una volta per tutte.
Prega gli invitati di mettersi ai propri posti dopo essersi messo alla destra del mandato del comune che dovrebbe ufficiare la cerimonia. Come sperato Sebastian arriva in pochi minuti ed è già lì che percorre trafelato la navata.
A Kurt scappa un sorriso quando arriva di fronte a lui.
«Eccomi, sono qui» esordisce col fiatone facendo ridere tutti gli ospiti.
«Lo vedo.» gli sorride raggiante prendendogli la mano nella sua.
«Siamo qui riuniti oggi...» inizia l'officiante mentre Kurt scruta il suo 'a presto marito' con amore. Il suo sguardo innamorato si incupisce dopo poco quando nota sulla sua guancia un livido piuttosto evidente.
Cerca di chiedergli silenziosamente il motivo ma Sebastian scuote leggermente la testa come per dirgli 'non preoccuparti'.
Lo guarda ancora notando il suo abbigliamento. Mentalmente gli scusa la cravatta allentata e la camicia stropicciata, ma guardandolo meglio si accorge che non indossa il completo al quale lui aveva lavorato duramente e che avrebbe dovuto avere in quel momento.
«Come hai potuto?!» gli bisbiglia di nascosto.
Sebastian assume lo sguardo più dispiaciuto possibile sussurrandogli uno «Scusa!»
Kurt lo guarda ferito e continua a gracchiare con un fil di voce «Te lo avevo disegnato io! Cos'é questo schifo?!»
«Lo so, lo so scusa» mormora Sebastian di rimando.
«Emh, emh, se i signori fossero così gentili da farsi sposare, magari entro stasera posso dichiararvi marito e marito»
I due si scusano e dopo essersi lanciati un paio di occhiate accusatorie a vicenda ritornano in silenzio.
«Sebastian» sussurra Kurt dopo un po' mentre l'officiante continua a ripetere la sua nenia piena di leggi e emanazioni varie.
«Kurt non ora»
«Seb!»
«Che c'è?» mugugna tentando di non farsi vedere dall'uomo tra di loro.
«Credo che quell'albero vada a fuoco.» istintivamente Sebastian si gira verso la direzione indicatagli da Kurt tra lo stupore generale.
Alcune persone tra le panche si girano curiose verso la stessa direzione finché Rachel, da dietro Kurt, inizia a strillare «Al fuoco! Al fuoco!»
In pochi minuti è il caos più totale a regnare nei pochi metri quadrati occupati degli invitati.
La gente inizia a correre il più velocemente possibile verso le macchine, mentre elicotteri mandati dalla Protezione Civile iniziano a scaricare l'acqua sopra l'incendio a pochi metri da loro.
Sebastian afferra istintivamente Kurt per il polso e lo porta strattonandolo verso la macchina di Santana tra la confusione generale.
Arrivati, Sebastian mette in moto e si allontana il più possibile. Già nella zona del parco ci sono camion dei vigili del fuoco intenti a spegnere ogni fiamma nel loro raggio d'azione.
Abbassa un finestrino quando ne vede uno passare accanto a loro e grida all'uomo in divisa «Hey! Noi stavamo celebrando un matrimonio lì!»
Il pompiere lo guarda, lanciando poi uno sguardo a Kurt affranto accanto a lui per poi esordire con tono di scuse «Mi dispiace ragazzi! Central Park è inagibile. E lo sarà per un bel po'»
«Si può sapere chi ha iniziato quest'incendio? Lo voglio uccidere con le mie stesse mani.»
Il vigile del fuoco ridacchia e gli risponde «Nessuno ragazzo mio. Non lo senti che caldo che fa? Autocombustione. É normale a Luglio, per questo sconsigliano sempre i matrimoni in questo periodo.»
<«Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo!» mugola Kurt mentre le prime lacrime iniziano a scorrergli sul viso.
Sebastian fa un cenno al pompiere per poi girarsi verso il suo mancato marito e prendergli il mento fra le dita.
«No amore, tranquillo ci sposeremo il più presto possibile!»
«Ma io volevo essere il signor Hummel-Smythe entro stasera!» fa un versetto lamentoso lasciando scorrere altre lacrime. Sebastian gli lascia il viso e torna dritto sul suo posto.
Rimangono in silenzio con le sirene a far loro da marcia nunziale.
«Sai che facciamo?»
Kurt tira su col naso «Cosa?»
«Ci sposiamo, qui.»
«Qui?»
«Si, qui. Abbiamo le fedi, le promesse, ho pure il cd con la canzone che volevo ballare con te e abbiamo l'aria condizionata. E poi stasera filiamo dritti a casa, ordiniamo cinese e facciamo tanto buon sesso. Che ne dici?»
«Ma non saremo sposati per davvero» il broncio di Kurt non si smuove dal suo bel viso.
«E domani andiamo al comune, ci mettiamo in fila e poi firmiamo quelle dannate carte, ma per stasera saremo già i signori Hummel-Smythe»
Finalmente Kurt accenna un sorriso e gettando le braccia al collo di Sebastian accetta.
Si scambiano gli anelli e Sebastian inizia per primo con le promesse. Non le legge, le recita col cuore ed è romantico, sincero e perfetto, così come Kurt lo ha sempre voluto, lo vuole e lo vorrà. Gli sorride fiducioso e quasi vorrebbe inventare le sue di sana pianta ma non vuole rovinare il momento perfetto, così pesca i fogli dalla giacca.
Per un attimo va nel panico: i fogli non ci sono. C'è un pezzetto di carta dalla forma di un biglietto da visita. Ed è proprio quello, uno stupido, inutile biglietto da visita di una stupida ed inutile scuola di yoga.
'Rachel' è il primo pensiero che si forma nella sua mente quando sta per strappare per la rabbia il fogliettino, perché è l'ennesima cosa che va storta quel giorno e lui non riesce a reggere oltre.
Prima di strapparlo riesce a leggere qualcosa sul retro 'Namasté' e i suoi occhi colgono il resto rapidamente.
Si rincuora e con voce tremante inizia a leggere, titubante. Non sa realmente cosa c'è scritto, ma si fida. La sua buona sorte lo deve accompagnare almeno un po', almeno in questo momento.
«"La mia anima onora la tua anima. Onoro il posto in te in cui risiede l'intero Universo. Onoro la vita, l'amore, la verità, la bellezza e la pace in te, perché è anche in me. Condividendo queste cose noi siamo uniti, siamo gli stessi, siamo una cosa sola"» alza gli occhi pieni di lacrime per trovare solamente quelli pieni di lacrime di Sebastian.
«Amore... » mugola lui gettandosi sulle sue labbra. Si baciano, si baciano e si baciano ancora finché un trillo del telefono di Sebastian non li riporta alla realtà.
"Mi dispiace di non aver presenziato alla tragedia del vostro matrimonio. Vi mando comunque il Brindisi che avrei voluto fare se mia figlia non fosse nata e il parco più grande d'America non fosse bruciato.
'Tra i due, loro si completano e si scoprono a vicenda. É inutile dirlo, loro si amano completamente, senza vergogne e senza riserve' *
I nostri più sentiti auguri, Santana, Brittany e Helen Sebbie Lopez-Pierce."

«Sebbie! L'hanno chiamata Sebbie! Come te! » ridacchia Kurt afferrando il telefono di Sebastian che lo guarda eloquente.
«Ti va di andare a conoscere nostra nipote, signor Hummel-Smythe?»
«Eccome se mi va, signor Hummel-Smythe!» risponde Kurt prendendo il cd dalla custodia accanto a sé.
«Metti la track due» e Kurt esegue mentre Sebastian mette in moto verso l'ospedale.
Nell'abitacolo dell'auto risuona There's a light that never goes out degli Smiths e loro sono finalmente marito e marito.

 

***

Commento spassionato di Robs : oh sì Bianca, devo amarti proprio tanto.
I lettori devono sapere che questa fanfiction è stata rivista, corretta e postata da RobDarko, che di giovedì sera non ha nulla di meglio da fare se non correggere semila parole di oneshot non sua e postarle a nome altrui.
Spero vi sia piaciuta!


Nobody puts me in da corner (?)
Ben ritrovati nel mio orribile corner. Prima di tutto, di qualsiasi cosa al mondo, vanno i ringraziamenti per la mia AMATISSIMA Robs. É stata indispensabile ed eccezionale, e le dedicò ogni minimo successo di questa storia. Ti amo troppissimo Rob, troppo troppissimo <3
Ad ogni modo, questa é la mia storiella, scema e quant'altro per il Kurtbastian Day, così non solo piangiamo per la scomparsa si ACITW ma ridiamo almeno un pochettino.

* Non é farina del mio sacco. Il Brindisi di Santana é l'opinione di Russel T. Davies (produttore di Doctor Who) riguardo alla relazione tra Rose e il Dottore. Per saperne di più filate a guardare questa serie meravigliosa u.u
  
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