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Autore: MagikaMemy    18/01/2008    6 recensioni
...perchè, per lui, quelle risate sarebbero durate sempre troppo poco... -modifcata la grammatica...grazie alla ragazza che mi ha conisgliato la correttura-
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The time with you

L’orologio della Torre suonava.
Con quelle campane rumorose, quelle grandi lancette che segnavano l’ora, instancabili.
Roxas odiava gli orologi.
C’era qualcosa di terribilmente sbagliato nel misurare il tempo.
Le ore, i minuti, i secondi…cosa contavano?
La cosa che veramente contava era il modo in cui passava il tempo.
Con chi.
“A che pensi?”
La voce di Axel lo raggiunse come un suono lontano, e lo destò dai suoi pensieri.
Axel lo scrutava, incerto.
Aveva la luce dell’eterno crepuscolo di Twilight Town sul viso, e per questo teneva gli occhi un po’ chiusi, infastiditi.
“…al tempo” rispose Roxas tranquillo.
Axel rimase a scrutarlo in silenzio.
“Cos’ha di tanto interessante il tempo?” chiese, la voce colorata da un tono insolitamente curioso.
Roxas gettò di nuovo lo sguardo verso la Torre dell’Orologio, meditando su quale fosse la risposta migliore.
“Io odio gli orologi” disse infine, ben sapendo che non aveva alcun collegamento con la domanda di Axel.
A quest’affermazione, Axel rise, con quella bella voce profonda rischiarata dal divertimento.
“E perché odi gli orologi?” chiese, quando le risate si furono spente.
Roxas non si sentì infastidito per le risate di Axel.
Era impossibile non perdonarlo, con quella risata così…spontanea.
“Perché è…ingiusto misurare il tempo.”
“Ingiusto?” ripetè Axel, serio “Ingiusto? Cosa? Misurare il tempo?”
“Sì” disse Roxas, che odiava ripetersi.
“E perché?” ribattè Axel, con un ghigno.
Roxas lo scrutò.
Gli avrebbe dato un pugno in faccia, ma sapeva benissimo che sarebbe stato uno spreco rovinare quel bel faccino.
Peccato, un pugno ci sarebbe stato proprio bene.
“Perché…non è giusto dividere il tempo in ventiquattro ore. Ognuno ha una propria visione del tempo.
Certi momenti possono durare in eterno, altri un secondo.”
“Mi stai dicendo che ognuno vede il tempo in modo diverso?” chiese Axel, incredulo.
Ma Roxas fece spallucce.
“Boh, io almeno la penso così. Ma magari mi sbaglio.”
Axel sorrise, ma Roxas non poteva vederlo, perché ancora una volta stava guardando la Torre dell’Orologio.
“E…per te quali sono i momenti che durano un’eternità?” chiese incrociando le dita perché desse la risposta che desiderava.
Roxas rispose subito, senza esitazione.
“Quello che passo con te.”
L’aveva detto con voce tranquilla, come se fosse scontato, ma allo stesso tempo aveva un tono sicuro, fermo.
Non lo guardava: i suoi occhi si erano spostati dalla Torre al cielo rosato, dove ora volava uno stormo di uccelli.
Axel non riuscì a trovare una risposta altrettanto…perfetta.
Dopo cinuqe minuti buoni, finalmente Roxas lo guardò e si mise a ridere.
Axel rimase estasiato.
Adorava le risate di Roxas, così rare, e quando le sentiva gli apparivano come un qualcosa di sovrannaturale.
Quando Roxas rideva, tutto il resto passava in secondo piano.
Lo guardò ridere, in perfetto silenzio.
Non avrebbe mai osato interferire con un miracolo divino.
Le risate di Roxas si spensero lentamente, come se si stessero esaurendo contro la sua volontà.
Quando torno in silenzio, aveva un sorriso stampato sul volto dai tratti un po’ infantili, ma così…dannatamente perfetti.
Solo allora Axel riuscì a parlare.
“Sei bellissimo quando ridi.” Disse, con innaturale semplicità.
Roxas sussultò, ma non per la sorpresa, bensì per il tono con qui Axel lo aveva detto.
Si sedette sulle ginocchia e, ancora con il suo stupendo sorriso, lo baciò.
Axel rimase imbambolato, e l’unica cosa che riuscì a fare fu posargli una mano sulla guancia.
Roxas si allontanò, e di nuovo scoppiò in una risata.
Axel lo guardava, senza capire cosa ci fosse di così divertente, ma in fondo non era poi così importante saperlo.
Roxas lo aveva baciato per la prima volta.
Di solito era lui a baciarlo, facendolo arrossire e allontanare con l’imbarazzo stampato sul volto.
Ma stavolta era stato il contrario.
Avrebbe voluto baciarlo di nuovo, ma decise di aspettare che Roxas finisse di ridere.
Perché quelle risate, per lui, sarebbero durate sempre troppo poco.


Note dell’autrice:
Fanfiction idiota che ho scritto durante l’interrogazione di sotria XD è stupida, ma la amo.
L’idea iniziale era una storia in cui Roxas si faceva male e Axel lo curava, ma poi è uscita questa roba XD.
Spero comunque che vi sia piaciuta, anche perché a me le one-shot vengono sempre un po’ maluccio.
Un bacio a tutti, anche a chi leggerà la storia senza recensirla (Ma un commento è sempre ben gradito):
Alla prossima ^^
   
 
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