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Autore: Blubba    05/07/2013    1 recensioni
Forse qualcuno spunterà da dietro il divano e urlerà “Sorpresa!”. Scherzi mentre giri la chiave che si inceppa nella serratura, e che dopo alcuni minuti di manipolazione si apre, mostrando l’atrio vuoto e buio.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Viandante
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Still talkin' to myself and nobody's home

Il cielo vomitava acqua e nebbia, i colori erano spenti così come la mente di Anassimandro che guardava tutt’intorno a sé ma non riusciva a vedere nulla. Avevo l’impressione che la nebbia fosse così fitta da essermi entrata anche nella testa, avvolgendo il cervello e impedendomi di pensare. Avevo freddo, molto probabilmente viaggiare per molto tempo, fregandosene di mangiare o bere abbastanza non mi aveva fatto bene.

Mi sentivo strano, come drogato (e di droghe a mio tempo ne avevo provate abbastanza), ma non ricordavo di aver fatto uso di stupefacenti nell’ultimo anno.
La situazione cominciava ad essere strana.
Come ero arrivato in mezzo alla nebbia? Possibile che in quella zona, col caldo soffocante che mi aveva torturato per quasi tutto il viaggio, fosse scesa improvvisamente una nebbia così fitta?
Piano piano ripresi a pensare in modo coerente, sentivo distintamente di essere seduto a terra, con le gambe distese e la schiena appoggiata a una parete…No, era qualcosa di duro e irregolare.
Sentivo la testa stranamente leggera.
Dov’era Apeiron?
La presenza dell’alieno non era percepibile, ma sapevo che si trovava ancora lì, non poteva essere altrimenti.  Forse anche lui era “drogato” e non riusciva a riemergere.
Poi sentii un brivido…No, un rombo, proveniva dalle mie stesse orecchie, lo sentivo dentro la testa.
Provai a chiamare Apeiron, per un intervallo di tempo che non seppi misurare  l’alieno non rispose, ma il rombo continuava incessante, sempre più forte, fino a quando una voce conosciuta mi parlò piano. Non riuscivo a capire quelle parole, quello che stavo ascoltando era un sussurro che in qualche modo riusciva a sovrastare il rombo fino ad annientarlo del tutto.
“…Vero? Un vile tradimento….” Riuscii ad ascoltare. Con chi stava parlando Apeiron? Con me? Ma quella sembrava la fine di un discorso iniziato già da molto, possibile che non si fosse accorto di nulla?
“…Poi il tuo nome è troppo lungo…E’…Una rottura…Dite così, no? ”
Cosa centrava con la storia di tradimento che stava (non ne ero affatto sicuro ) raccontando poco prima?
Decisi comunque di assecondarlo.
Chiamami con un nome più corto, no?
“Non sono poi così fantasioso con i nomi…”
Anche io… Chiamo il mio “migliore amico” Kol, perché il suo cognome è Kolvenik.
“Allora dovrei chiamarti Nove?” Ridacchiò lui.
Non  è molto carino.
“Kolvenik…E’ un nome che nei tuoi ricordi non è collegato solo al tuo compare.”
Michail Kolvenik…E’ il personaggio di un romanzo che lessi tempo fa, lo trovai bellissimo e in un certo senso…Kol gli somiglia. Sai, l’amore per la ricerca, una passione ossessiva per ciò che è proibito.
“Un degno rappresentante del genere umano.” Replicò Apeiron con una punta di disprezzo.
Non posso darti torto. Ma …Dove diavolo siamo finiti? La nebbia è troppo fitta, non riesco a vedere nemmeno le mie mani!
Come…Non ricordi niente?mi chiese, stupito. Sentii la paura, anzi, il terrore vero e proprio invadere la mente e soffocarla. Mi mancò il respiro per un attimo.
Piano piano cominciavo a ricordare.
La strada, il caldo, sonno…Ero veramente stanco. Ho sbandato e sono finito fuori strada, e poi…Poi?

Presi a fare respiri profondi, completamente oppresso dal panico.

“Ho perso conoscenza insieme a te, naturalmente. Non so dove siamo, ma ricordo che qualcuno o qualcosa ci stava trascinando via…C’era qualcosa che somigliava ad un’auto…”
E la nebbia? Cos’è questa nebbia!? Pensai isterico.
“E’ tutto nella tua testa, non sei ancora del tutto cosciente. Non c’è nessuna nebbia, siamo al chiuso molto probabilmente.”
Avevo paura, una paura folle. Volevo muovermi ma era impossibile. Ci avevano trovato, si erano accorti che ero umano. Non avrei più trovato Kol.
Non c’era più scampo.
I pensieri si susseguivano in modo furioso e incoerente, spinti dalla paura di morre e quella di vagare da solo per sempre. La nebbia sembrava farsi ancora più fitta, potevo respirarla e buttarla fuori, umida e appiccicosa, mi ostruiva i polmoni.
Sprofondai nell’incoscienza consapevole del fatto che mi ero arreso, e che non avrei voluto risvegliarmi mai più.
In quel momento  provai paura per l’ultima volta, perché Apeiron era già lontano, molto più stanco e abbattuto di quando potessi immaginare.

 

 

Young at heart and it gets so hard to wait
When no one I know can seem to help me now
Old at heart but I musn't hesitate
If I'm to find my own way out

[Estranged-Guns N’Roses]

   
 
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