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Autore: ohitsyoustitch    05/07/2013    21 recensioni
e se il mio migliore amico diventasse mio fratello?
e se il mio peggior nemico diventasse il mio fidanzato?
e se una banda di bulli diventassero parte della mia vita?
beh, questa è la mia vita e spero di saperla raccontare bene
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Kendall, Logan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Cosa faresti se potessi avere un giorno per avere tutto quello che sognavi da una vita? Solo un giorno per realizzare i tuoi sogni.

 

…............................................................................................................................................................

 

Ero stanca di essere presa in giro a scuola, di essere maltrattata e di essere vittima di bullismo.
Ogni volta che entravo in quell'istituto dei gruppetti di ragazzi arrivavano e iniziavano a picchiarmi.
Avevo lividi ovunque, tagli sui polsi e graffi sul viso.
I miei non sapevano niente, raccontavo di andare a fare la box e combattendo ricevevo dei pugni. Per loro era normale vedermi arrivare a casa con tutte quelle ferite...
i tagli suoi polsi non li avevano ancora visti, li coprivo con delle fasce e portavo sempre abiti a maniche lunghe.
Soffrivo, soffrivo tutti i santi giorni. Appena tornavo a casa correvo in camera o in bagno a piangere.
Piangevo ogni giorno e soffrivo molto.

 

…............................................................................................................................................................

 

La sveglia del mio iphone suonò e mi alzai di colpo sbattendo la testa contro l'armadio, una giornata iniziata con il piede giusto insomma.
Andai in bagno e mi diedi una rinfrescata, mi cambiai e uscì per andare a scuola.

Avevo paura, paura di essere picchiata di nuovo.
Entrai in classe, l'aula era ancora vuota.
Volevo uscire, andarmene da quell'aria che tanto mi opprimeva.

“Ehi, stupida” esclamò un ragazzo entrando nell'aula. Cavolo, era arrivato, l'ultima persona che avrei voluto incontrare!
“Ho un nome sai?!” gli risposi bruscamente
“Non mi interessa, per me sei solo stupida”
“Henderson smettila! Smettila te e i tuoi amici di darmi il tormento”
“Perchè dovremmo? Ci divertiamo a darti fastidio, sai?!”
“Ti prego, non vedi che cosa mi avete fatto?”
“Sono solo due graffietti”
“Ma hai visto quanti graffi e lividi ho?!” gli dissi arrabbiata facendogli notare le braccia e le gambe.
“Calmati, calmati. non sei mica morta!”
“Tu non capisci, mi avete rovinato la vita!”
“Ma va! Sei sempre tu, cos'è che è cambiato?”
“Logan sei un cretino! Te e la tua banda siete solo degli orribili cretini!”
“Ehi, attenta con il linguaggio! Non provocarmi!” mi minacciò avvicinandosi sempre di più. Mi stava mettendo paura, perché la lezione non cominciava? Perché quella maledetta campanella non suonava?
“Logan, stai lontano da me!”
“Perchè? Se no che mi fai?” mi domandò guardandomi malizioso.
“Logan, spostati, così mi metti paura!” iniziavo ad avere gli occhi lucidi, non sapevo come difendermi e non volevo procurarmi altri lividi.
“Era il mio intento!” era troppo vicino, fin troppo per i miei gusti.

“Logan, che cazzo stai facendo?” vidi Kendall entrare e correre verso di noi.
“Che vuoi? Lasciaci in pace”
“No, ti prego rimani” gli dissi io pregandolo di non andarsene
“Logan cosa le stavi facendo?” gli domandò Kendall con un'enpressione sconvolta in viso
“Niente!” controbbattè lui arrabbiato
"“Non sembrava niente, è il lacrime!” esclamò venendo verso di me e abbracciandomi
“Ma tu non eri dalla nostra parte?!”
“Logan tu sei scemo! Come puoi pensare di picchiare una ragazza?!”
“Senti, se tu ti sei voluto schierare dalla parte del nemico non me ne frega niente, ma non dirmi quello che devo fare!”
“Io mi sarei schierato dalla parte del nemico? Ma sei pazzo?!”
"Da quando sei diventato così?”
“Da quando avete iniziato a picchiare la gente! Prima ci limitavamo a prendere in giro, ora state davvero esagerando!”
“Aaah! Fai quello che ti pare, ma sei fuori dal gruppo definitivamente!” urlò Logan uscendo furioso
“Lo ero  già da mesi!” gli urlò Kendall da dietro.

Lo guardai con uno sguardo dispiaciuto, impaurito. Avevo bisogno di qualcuno in quel momento, qualcuno a cui voler bene. Non mi fidavo ancora di Kendall, fino a qualche settimana fa mi prendeva in giro e ci dava pensante.

“Mi...mi dispiace da morire per Logan” mi disse con uno sguardo di perdono
“Non preoccuparti” gli risposi abbassando la testa
“Ti ho trattata malissimo negli ultimi tempi, mi dispiace, non...non dovevo”
“è tutto ok”
“Scusami” si avvicinò per abbracciarmi di nuovo, ma lo allontanai. Mi guardò con uno sguardo interrogativo.
“Io non posso fidarmi di te, non ti conosco e...so solo che prendi in giro le persone”
“Non più, sono cambiato e non voglio neanche pensare a quello che facevo prima. Facevo soffrire le persone e...soffrivo anche io”
“Non sai quanto ho sofferto io...”
“Mi sono comportato male, ma dammi una possibilità. Non voglio che tu creda che io sia ancora la persona orribile e antipatica di qualche settimana fa”
“Mi dispiace, ma...non posso” gli risposi.

“Kendall, che ci fai in classe? Non hai saputo che oggi c'è sciopero?” Carlos sbucò davanti la porta e per poco non morivo di paura. Da quando era cominciata la scuola avevo troppa tensione addosso, non riuscivo più a fidarmi di nessuno. Avevo sempre paura di tutto e ad ogni minimo rumore balzavo impaurita.

Carlos faceva barte della banda di Logan, un tipetto abbastanza basso, gli occhi a mandorla. castani e i capelli scuri, davvero corti. 
lui era uno di quei ragazzi a cui non gliene frega niente della scuola, che prende la merenda ai ragazzi più piccoli, picchia le ragazze e ascolta solo ed esclusivamente quell'odioso essere chiamato Logan Henderson!

“No, non lo sapevo. Adesso arrivo” gli rispose Kendall 
“Logan è davvero molto arrabbiato con te, ha detto che non ti vuole più vedere...” gli disse
“è tutto pazzo quello! Si arrangia”
“Lei che ci fa qui?”
“Perchè? Non posso parlarle?”
“Fai come ti pare. Ci vediamo al bar qui vicino”
“Ok, a dopo”
“I tuoi amici mi trattano come una bambola...”  esclamai una volta che il moretto fu uscito
“Lo so e mi dispiace...ma sono fatti così” mi rispose dispiaciuto Kendall
“Come te del resto”
“Non è vero, ti prego, fidati”
“Non mi fido di te!”
“Ok, non ti costringo di salutarmi, di volermi bene e cose simili. Voglio solo farti capire che non sono manesco, non voglio far soffrire la gente e sopratutto non voglio vederti piangere”
“Allora non preoccuparti, perché l'avevo già capito quando ti ho visto entrare da quella porta” gli dissi sorridendo e uscendo dalla classe.

 

…...........................................................................................................................................................

 

“Dove hai lasciato il tuo fidanzatino? È ancora in classe?”

Vidi Logan venire verso di me e improvvisamente mi bloccai, non riuscivo a scappare, era come se avessi le catene alle caviglie.
Mi passò davanti e mi spinse contro gli armadietti molto pesantemente. caddi a terra come se nulla fosse, una fitta alla schiena si fece sentire e un gemito di dolore mi scappò dalle labbra.
Ovviamente nessuno veniva ad aiutarmi. Non ero mai stata considerata in quella cavolo di scuola. Mi evitavano tutti e non riuscivo a farmi delle amicizie.

Kendall uscì dalla classe e mi notò.
“Logan sei un uomo morto!” esclamò andandogli incontro e iniziando a picchiarlo.

“Ma sei scemo?!” Logan era davvero arrabbiato.
“Perchè continui a trattarla così?! Che cosa ti ha fatto?”
“E perché tu continui a difenderla?!”
“Perchè non sono lo scemo e idiota che fa male ad ogni persona che gli passa davanti come fai tu! Io ci tengo a far sorridere le persone, ci tengo a non farle soffrire e se continui a torturare tutti ogni singola persona di questo istituto mi eviterà perché sanno che sono tuo amico e continueranno a stare male!”
“Kendall tu non sai quello che dici!”
“Vai al diavolo!”
“Vacci tu!”

Kendall si alzò in piedi e con un occhio nero e il labbro sanguinante si avvicinò a me.

“Ehi, ti ha fatto tanto male?” mi domandò cercando di vedere se avevo ferite o meno. Non riuscivo a parlare, avevo un forte dolore dietro alla schiena e stavo piangendo a dirotto.
“Ehi ehi, non fare così. Aspetta ti aiuto ad alzarti” mi prese la mano e con un gesto si alzò in piedi, ma proprio non riuscivo a tirarmi su. Gli strinsi la mano facendogli capire che ancora non ci riuscivo e lui si mise in ginocchio vicino a me.

Un sacco di persone ci stavano fissando e rimanevano li a non fare nulla, mi sentivo in imbarazzo.
Rimanemmo li per un po', io continuavo a tenergli la mano, come se avessi paura che se ne andasse e mi lasciasse da sola.
“Ti senti meglio?” mi chiese cercando il mio sguardo
“Perché rimani qui? Puoi andartene se vuoi, non...non ti obbligo a rimanere”
“Sono io che voglio rimanere! E...comunque mi stai stringendo così forte la mano che non potrei lo stesso...” mi disse sorridendo
“S-scusa” gli risposi lasciandolo in un gesto timido
“Ce la fai ad alzarti?”
“Si, credo di si”

Mi alzai lentamente e con il suo aiuto ci dirigemmo verso la sua auto.
"Ti riaccompagno a casa ok?”
"No, figurati. Vado a piedi”
“Non puoi camminare in queste condizioni”
“Sto bene davvero”
“Insisto. Se ti trovi Logan davanti che fai? Ti vorresti difendere? Ti farebbe solo del male”
“Ok, ma facciamo in fretta”
“Certo”

Salimmo in macchina e lui mise in moto.

“Ti fa ancora male la schiena?” mi chiese voltandosi verso di me
“Si, ma solo un po'...”
“Posso vedere?”
“Che? No!”
“Devo vedere che sei gonfia o se c'è qualcosa di rotto”
“Non ci pensare neanche! Ci guardo io a casa”
“Jess è importante!” disse fermandosi in piena campagna. Era la prima volta che lo sentivo dire il mio nome. Perché mi sentivo nervosa? Non potevo innamorarmi di uno come lui! Non io!

“Che...che c'é?” mi domandò lui vedendo che mi ero incantata
“Mi hai chiamato per nome” gli risposi meravigliata
“Perchè, come ti dovrei chiamare?”
“Non avevi mai detto il mio nome”
“Ehm...non ti chiamerò di cerco stupida, come fa Logan”
“Grazie, grazie che mi rispetti" gli sorrisi e lui contraccambiò.

“Ero serio prima, fammi vedere se quello ti ha lasciato un livido”
“Kendall, no ti prego. Faccio io quando arrivo a casa”
“Jessica”
“Ti prego”
“Va bene...ma guardaci veramente”
“Te lo prometto”

Calò il silenzio in quella piccola auto. Kendall riprese a guidare e io a sentirmi in imbarazzo.
Mi voltai per guardare fuori dal finestrino, e se Logan tornava? E se mi vedeva con Kendall e faceva sia del male a me che a lui?

“Ehm, fermati qui, vado a piedi” gli dissi
“Perchè? Non siamo ancora arrivati”
“Lo so, ma non voglio farti passare altri guai”
“Ma che dici?” mi chiese sorridendo
“Se Logan insieme?”
“Ma va la, lui è innocuo”
“Innocuo dici? Hai visto la tua faccia?”
“Non è niente, sto bene”
“Ma se hai l'occhio nero!”
“Non ti devi preoccupare”
“Kendall è gonfio, ci dovresti mettere del ghiaccio sopra”
“E dove vorresti trovare del ghiaccio in campagna?”
“Non puoi guidare in queste condizioni”
“Cher ti ho detto che sto bene!”
“Come?” mi bloccai. mi aveva davvero chiamato Cher? nessuno a parte mio padre mi aveva chiamata così prima d'ora!
“Niente”
“Mi...mi hai chiamato Cher”
“Non è vero”
“Si che è vero!”
“Mi...sarò sbagliato...”
“Cher è il mio secondo nome, come fai a saperlo? Non l'avevo mai detto a nessuno”
“Non lo so...l'ho detto così...non so perché mi è uscito dalla bocca”
“Perchè l'ha detto?” gli domandai seria
“Un...giorno ti ho vista uscire da scuola e...ho visto che tuo padre ti veniva a prendere. ti...ti ha chiamata Cher...non so perché ora ti ho chiamata così...”
“Mio padre mi chiama sempre così. Dice che avendo due nomi, il secondo dovrebbe essere usato e che non viene dato per bellezza...lui mi chiama Cher e mia mamma Jessica”
“Quale ti piace di più?”
“Io amo il nome Cher, era il nome di mia nonna. è morta il giorno della mia nascità e così i miei genitori mi hanno voluto chiamare così...”
“Ok, allora ti chiamerò Cher!”
“Senti, perché ti stai comportando così con me?”
“Così come?”
“Non sei mai stato gentile con me”
“Per questo ora lo sono”
“Cos'è il giorno dei contrari!?”
“Cher no, sto cercando di migliorare”
“Perchè?”
“Perchè la mia vita fa schifo!” esclamò
“Non capisco, spiegati”
“Mia madre è morta...è morta nel periodo in cui mi comportavo da vero idiota. A casa rispondevo male, trattavo tutti male, non me ne fregava niente di nessuno e giravo per strada con Logan e gli altri a dar fastidio alla gente. Mia madre un giorno fu ricoverata in ospedale e venne fuori che aveva il cancro. Io non passavo mai del tempo con lei, per tutto il periodo in qui fu ricoverata io continuavo a non ascoltarla e me ne fregato di tutto e di tutti. Un giorno ero in giro con Logan e gli altri e mio padre mi chiama dicendomi che era morta. Mi cadde il mondo addosso. Non sapevo che fare e pensavo, penso che sia morta solo per colpa mia...”
“non è colpa tua se le è venuto il cancro”
“L'ho stressata io e quando è morta non mi sono neanche interessato di andare a vedere come stava mio padre...non dormo la notte pensando a quanta cattiveria potevo avere dentro. Mi sono ripromesso di essere buono, di non trattare più le persone nel modo in cui le trattavo prima.”
“Kendall mi dispiace da morire, non...non sapevo che..”
“Tranquilla, non preoccuparti...nessuno lo sa apparte te...”

“La benzina sta finendo”
“Come?”
“Sei senza benzina” gli dissi indicando il contatore
“oh, cavolo!”

Kendall sterzò per non rimanere in mezzo alla strada e la macchina si fermò nel nulla.

“Dove siamo?” chiesi io
“Ehm, boh. Ma ci tocca camminare per un bel pò”
“non ci penso neanche! Vai tu, magari più in la trovi un benzinaio. Io ti aspetto qui”

“Sei pazza? Non ti lascio da sola!”
“Non sei obbligato, te l'ho detto”
“E io ti ho già detto che ci rimango perché lo voglio io, non perché sono obbligato”
“Se...tua madre non fosse...beh, in somma...”
“Morta?”
“Si. Tu avresti continuato a fare il...bulletto?”
“non ci voglio neanche pensare. Ho scoperto che soffrire è una cosa brutta e...non voglio vedere le persone stare come stavo io...”
“Mi fa piacere sentirtelo dire”

“Ci possiamo mettere sotto un albero? Qui fa troppo caldo” esclamai raccogliendomi i capelli
“Certo, aspetta che cerco di spingere l'auto più in la”
“Ti do una mano”
“Ferma, non puoi!”
“Guarda che non mi ha rotto la schiena eh”
“Ok, ma non sforzarti”
“Certo capo”

Spostammo l'auto all'ombra e ci “accampammo” sotto un albero, come avevamo stabilito.

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la sua macchina ormai era ricoperta da fiori di ciliegio e da rossa fiammeggiante come era prima, ora sembrava essere diventata di un rosa spento.

“Sto morendo di caldo” esclamai appoggiando la testa sul tronco dell'albero.
“Tirati su le maniche, perché continui a tenerle giù?” mi chiese arrotolandomele
“No, ti prego!” gli dissi prima che notasse le fasce
“Che ti sei fatta?”
“Niente, non è niente” gli risposi sorridendo imbarazzata. Mi guardò perplesso per poi tirarmi su anche la manica destra.
“Togliti le bende”
“No, ti assicuro che non è niente”
“Fammi vedere”
“Kendall è tutto ok”

vedendo che non gli davo retta, inizio a srotolarmi lui le bende e vide le decina di graffi che avevo. perchè cavolo non si faceva gli affari suoi?

“Mio dio Cher! Perché te le sei fatti?”
"non devo darti nessuna spiegazione! sono affari miei!"
"Cher!"
"che vuoi?!"
"sto cercando di essere gentile con te, ma tu sembra che fai di tutto per non accettarlo!"
“Ti prego non dire a nessuno dei graffi”

“Cher...”

Ormai le lacrime avevano preso il sopravvento su di me e non riuscivo a calmarmi.

“Tu sei pazza!” mi sussurrò abbracciandomi.
“Mi torturavate, continuavano a picchiarmi. Io non sapevo cosa fare...”
“Tagliarsi non è la soluzione!”
“Non riuscivo a smetterla!”
“Da quanto va avanti?” non gli risposi, non volevo rispondergli.
“Cher!”
“Da qualche mese...”
“Qualche mese quanto?”
“Per favore, non mi va di parlarne!”
“Cher!”
“Circa cinque mesi...” gli risposi asciugandomi la guancia sinistra
“Ti...fanno male?” mi domandò passando il dito su quelle innumerevoli ferite.
“No...”
“Cher, se hai bisogno io sono qui. Non tagliarti più”
“è complicato...”
“No, non lo è!”
“e che ne sai?”

Mi mostrò il suo braccio ed era ricoperto di tagli, alcuni sembravano anche molto profondi. Mi fece un effetto strano vedere tutte quelle ferite, quelle ferite tali e quali a quelle che avevo io, ma su un altro corpo. Mi resi conto che era brutto, era brutto andare in giro con un peso così grande. Nascondersi sempre da tutto e da tutti. Cercare di evitare sempre di portare delle magliette normali, di vestirsi normalmente. non poter andare in giro con la mente serena...

“Q-quando li hai fatti?”
“circa una settimane fa...”
“Perchè?”
“Per mia mamma...”
“Quand'è morta?”
“Una... settimane fa”

Iniziava ad avere anche lui gli occhi lucidi e io iniziai ad avere un nodo nello stomaco.
Quanta pena mi stava facendo nel vederlo così.

“Quanti...anni aveva?”
“Domani avrebbe compiuto quarantatré anni...”

Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, nessuno dei due sapeva cosa dire e sarei tanto voluta tornare a casa. nascondermi sotto il mio cuscino e sfogare tutta la rabbia, tristezza, risentimento che mi portavo dietro da ormai troppo tempo.

“...tutti i graffi e lividi che hai...sono colpa di...”
“Logan...e James e Carlos...”
“Cosa ti hanno fatto?”
“Ogni volta che entravo o uscivo dall'aula loro erano li per darmi calci, farmi lo sgambetto...”
“E i graffi in faccia? Questi non si fanno se cadi per terra”
“Mi...hanno tagliato...”
“Cosa intendi? Con...un coltello?”
“un contello da tasca...”
“Ma quelli sono proprio degli stronzi!”
“Kendall!”
“Che vuoi?”
“Con me non si dicono questo genere di parole!”
“Non è colpa mia se lo sono!”
“Già...”

“Allora, che facciamo? Rimaniamo qui tutto il pomeriggio?” mi chiese
“Ehm, non lo so...come ci torniamo a casa?” gli risposi facendo spallucce
“Non ne ho idea...”
“Quando tempo ci vuole ad arrivare a casa tua?”
“Circa dieci minuti a piedi, perché?”
“Non possiamo rimanere qui tutto il tempo. Da casa mia ci vuole mezz'ora e non siamo neanche a metà strada”
“Si, ma non posso lasciare qui la macchina”
“La...dobbiamo spingere fino a casa tua?”
“Ehm, si...”

Ero stanca, mi ero alzata prestissimo quella mattina e per di più non avevo neanche fatto colazione. Dovevo spingere una macchina che pesava una tonnellata sotto il sole cuocente e per di più con una persona che, fino a qualche ora prima odiavo a morte.

“Dai, iniziamo subito prima che ci passi la voglia” gli risposi mettendomi in piedi e tendendogli una mano
“D-davvero?” domandò stupito
“Certo, pensavi che ti dicessi di no?”
“Beh...si”
“Dai, sbrighiamoci”

Mi prese le mano e si alzò andando verso l'auto.

“vorrei indietro la mia mano” gli dissi seguendolo
“E se me la volessi tenere?” mi chiese facendo lo spiritoso
“Allora sappi che sarà un po' difficile aiutarti con una sola”
“Non mi interessa, io ne ho tre a questo punto” ci feci la linguaccia e gli lasciai la mano.

Iniziammo a spostare l'auto e dopo circa una mezzora finalmente arrivammo davanti casa sua.

“Allora, mio padre ora dovrebbe essere a lavoro, quindi di un passaggio da lui non se ne parla. Se vuoi chiedo un passaggio ad un mio amico qui vicino...”
“Ehm, e cioè?”
“James...”
“No, no! Lascia stare. Ci vado a piedi, non preoccuparti...”
“Aspetta, entra cinque minuti. Mangia qualcosa, bevi e...magari cambiati, siamo tutti e due sudati e non vorrei farti ammalare”
“Ok, ma solo cinque” 

Entrammo e lo vidi andare in cucina

“Usa pure il bagno, è a destra in fondo al corridoio. Ci dovrebbe essere anche una maglietta, prendila se vuoi” mi disse aprendo il frigorifero e tirando fuori una bottiglia d'acqua.
“Grazie” gli risposi incamminandomi
“Ah e guarda se la schiena è a posto”
“Ok”

Entrai in bagno e notai subito la maglietta sul ripiano di marmo.
Era tutta colorata, a maniche corte, molto carina.
Mi levai la maglietta sudata e prima di mettermi quella di Kendall mi voltai guardandomi la schiena.

Avevo paura a voltarmi, ma dovevo farlo.
Mi girai e vidi una lunga striscia rossa che mi rigava il dorso.

“Tutto a posto li dentro?” mi chiese Kendall bussando.
Non risposi, ero ancora scioccata da cosa quello scemo di Logan mi aveva fatto.
“Cher tutto a posto?” mi chiese entrando

“Mio dio! Meno male che non ti aveva fatto nulla!” esclamò avvicinandosi.
Feci in fretta a mettermi la maglietta, ma lui mi fermò.

“Devi metterci l'acqua ossigenata prima!” mi disse
“Lascia perdere, voglio solo tornare a casa!”
“Non puoi tenerti quel graffio in quel modo, fatti mettere solo l'acqua ossigenata” me lo stava chiedendo facendomi lo sguardo da cucciolo bastonato, non potevo rifiutare.
“Va bene, ma dopo mi porti subito a casa”
“Certo”

Prese l'acqua ossigenata e io intanto mi sedetti sul bordo della vasca da bagno. Mi si avvicinò e alzò la maglietta da dietro spostandomi i capelli da un lato.
La ferita bruciava molto e  non riuscì a trattenere un gemito di dolore.

“Brucia tanto?” mi chiese fermandosi
“Solo un po'...”
“dai, così basta. Tieniti su la maglia che vado a prendere un cerotto”
“D'accordo"

Era stato molto gentile con me quel giorno e l'unica cosa che chiedevo era di vedere un pò della sua bontà anche su Logan, ma...i miracoli non accadono molto facilmente.

“Eccomi, scusa se ci ho messo tanto, ma non li trovavo” disse arrivando con una scatolina in mano.

“Ci metto un secondo eh” continuò rassicurandomi.

Era così carino quando sorrideva, era riuscito a dimostrarsi simpatico.
Eravamo molto vicini e lui stava ancora sorridendo.
Suonò il campanello all'improvviso facendoci spaventare tutti e due.

“T-torno subito, dopo ti metto il cerotto” mi disse lasciandomi da sola. 
Mi affacciai alla finestra e vidi Logan alla porta.
Il panico incominciò a farsi sentire. Il cuore iniziò ad andarmi in tilt quando lo sentì salire le scale.

“Vado un attimo in bagno” esclamò
“Ehm, no, non puoi!” gli rispose Kendall agitato
“Perchè?”
“Ehm...è...in disordine (?)”
“Ah senti, non devo mica cenarci li dentro, sai?!”
“No, aspetta!”

Mi nascosi dietro la porta e per poco non mi scopriva

“Ehm, fai pure” disse Kendall
“Ci metto poco, promesso.”

Non sembravano più arrabbiati fra di loro. Avevano già fatto pace?
Ero di spalle e non vedevo nulla. D'un tratto Logan chiuse la porta. Iniziai ad avere davvero paura.

“Tu che ci fai qui?!” esclamò un misto tra l'arrabbiato e il sorpreso. Non ebbi il coraggio di voltarmi, Kendall non arrivava e io avevo seriamente la tremarella alle gambe.
“Quella è la mia maglietta! Perché ce l'hai tu?!” esclamò cercando di levarmela. Quando la alzò si bloccò di colpo. Io stavo piangendo, piangendo dal terrore.
“Te...te l'ho fatto io questo graffio?” mi chiese a bassa voce.
Non riuscivo ancora a voltarmi da quando fossi spaventata da lui. Finalmente mi lasciò la maglietta e si voltò lui verso di me.

“Jessica, sono stato io a farti quel graffio?” aprì gli occhi e lo guardai in faccia, annuì e lui non disse nulla.
“Non mi hai fatto solo quel graffio! Mi hai fatto anche tutti quelli che vedi in faccia, sulle braccia e sulle gambe!”
“E questi sui polsi?” mi domandò afferrandomi le braccia
“Non solo affari tuoi!” gli risposi allontanandomi da lui
“Che ci fai qui? perchè sei a casa di Kendall?” mi chiese
“Cosa vuoi da me? Perché non te ne vai?!”
“Ma cosa vuoi tu!?” mi domandò arrabbiato avvicinandosi.
“Logan, ti prego lasciami stare” dissi mettendo le mani davanti la faccia.
“Perchè continui a non difenderti? Perché continui a ricevere pugni su pugni e rimani li a non fare niente?” non rispondevo, ormai stavo piangendo a dirotto, anche se cercavo di trattenermi. Lui era troppo vicino a me ed era strano che non mi aveva ancora fatto nulla. Notai il suo sguardo triste, spento. Avvicinò una mano alla mia guancia e mi asciugò le lacrime.
Era così calmo. Non lo avevo mai visto così tranquillo.

“Mi sei mancata” mi sussurrò
“Come?” non capivo
“Non...non ricordi nulla?”
“Ricordo che mi hai buttato contro l'armadietto e che mi hai fatto molto male!”
“No, Cher, non intendevo quello. Non ricordi quando siamo stati insieme? Sulla...spiaggia...?”
“Che stai dicendo?”
“Non ricordi quando ci siamo incontrati al parco?”
“Che dici? E che ne sai che io mi chiamo Cher?"

“Cher?” Kendall aprì di scatto la porta e sbattendomela addosso caddi tra le braccia di Logan. Ora si che eravamo pericolosamente vicini.

“Sarah mi aveva avvertito che uno di noi due avrebbe dimenticato tutto, che sarebbe tornato tutto come prima”
“Logan che cavolo dici?”
“Ehi, spostati da lei!” gli disse Kendall afferrandomi da un braccio.
“Ragazzi non vi ricordate nulla?”
“Tu sei pazzo!” dissi uscendo dalla stanza.

“Cher aspetta! Ti devo riaccompagnare a casa” mi urlò Kendall per le scale
“Vado da sola” gli risposi chiudendomi la porta di casa alle spalle.

Perché Logan aveva detto quelle cose? Perché era stato gentile con me?

 

…............................................................................................................................................................

 

Finalmente arrivai a casa e mi buttai sul letto.
"quanto vorrei avere una vita migliore! Quanto vorrei avere degli amici veri, ma sopratutto vorrei tanto vedere quell'aspetto innocuo, tenero e gentile di quei quattro idioti che non sanno fare altro che torturarmi" quello fu il mio ultimo desiderio prima che mi addormentai.

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Quando mi risvegliai mi ritrovai in una camera totalmente diversa dalla mia.
Era molto grande, con una finestra a oblò, molto carina.

Le pareti erano azzurre e il soffitto era pieno di poster, erano raffigurati quattro ragazzi, quattro ragazzi che conoscevo molto bene. C'era scritto: “Big Time Rush” ma loro erano Carlos, James, Kendall e...Logan.

Perché c'erano poster di loro ovunque mi voltassi?
ma c'era una seconda domanda che mi turbava maggiormente: perché ero nel letto insieme a Kendall?!

“Ehi, buon giorno” mi disse lui svegliandosi
“Che cavolo ci fai qui?!” gli domandai spaventata
“ciao anche a te!" mi rispose sorridendo
"sono seria! cosa ci fai nel letto insieme a me?!"
"Mi hai chiamato tu ieri sera...hai detto che volevi passare più tempo con tuo fratello...Cher stai bene?”

“Mio fratello? Kendall che dici?”
“Cosa non ti è chiaro, scusa?”
“Noi due siamo parenti?”
“è uno scherzo vero?!”
“Kendall sono seria!”
“Si, certo! Vestiti che dobbiamo andare a fare il soundcheck noi”
“Che?”
“Io e la band....il soundcheck...il tour. Cher che hai oggi?”
“N-niente...”

Mi alzai e andai verso l'armadio.
Lo aprì e mi stupii da quanti abiti c'erano dentro.
Presi dei jeans corti, una maglietta color rosa chiaro, una giacchetta fucsia e un paio di occhiali azzurri.
Una volta che anche Kendall si fu preparato andammo sul luogo del concerto.

“Tu rimani qui, gli altri arriveranno a momenti” mi disse.

Non ci stavo capendo più nulla!
Loro erano una band?
Io ero sorella di Kendall?
Carlos, James e sopratutto Logan sapevano cantare?
Ero veramente su quel palco o era tutto un sogno?
Non avevo graffi, lividi e tagli. Cosa stava succedendo? Tutti i miei pensieri svanirono quando vidi Logan salire sul palco.
Era così carino, sorridente e felice. Non lo avevo mai visto così, mi fece un effetto strano.

“Ehi Cher!” esclamò venendo dalla mia parte.

Oddio perché il mio cuore stava accelerando così tanto?
Perché abbassai di colpo lo sguardo e mi sentivo così in imbarazzo?
Ero davvero innamorata di lui? Mi stavo davvero innamorando di un Logan totalmente differente dall'originale, ma allo stesso tempo tanto bello come lo era prima?
Che mi stava succedendo? Ma sopratutto dove mi trovavo?!


angolino autrice

allora, fatemi sapere se vi piace :D 
ci ho messo un pò per scriverla e grazie ad alcune recensioni ho trovato molti errori (che potevo evitare xD) e modificare alcuni particolari del capitolo :)
comunque, spero non sia troppo lungo e che non sia troppo strana la fine xD
lasciatemi commenti, anche delle critiche/consigli...accetto tutto purchè mi aiutino a migliorare la storia :)

anyway, prossimo capitolo a 12 recensioni

questi sono i personaggi:

Jess, detta anche Cher:



Kendall:



Logan:



James (deve ancora apparire c: ma sarà parte fondamentale del racconto):



e Carlos:



(qui è adorabile *^*)

ok, vi saluto <3
un bacio ciuuuuao ci si vede al prossimo capitolo
-Ronnie

   
 
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