Il
circo Zaragoza, ormai famoso e rinomato in tutto il
mondo, continuava il suo viaggio per l’Europa.
Quella sera, aveva ottenuto l’ennesimo successo. A fine
spettacolo, dietro le quinte, Alex fece appena in tempo a congratularsi
con
tutti i suoi colleghi che si accorse che ne mancava uno…
Martin.
– Qualcuno
ha
visto Martin? – chiese in giro.
– Affermativo –
rispose subito Skipper, comparendogli dinanzi come per
magia. Figurarsi
se non lo sapeva, pareva avesse gli occhi ovunque. Era confortante, ma
anche un
po’ inquietante, pensò Alex – Il nostro
amico bicromatico è appena uscito. E’
qui fuori il tendone.
– Ha
un’aria
strana – si
intromise Soldato, sempre
cortese e sinceramente interessato all’umore di tutti
– Meglio
che vai a controllare.
Alex ringraziò gli psicopatici i
Pinguini e uscì,
chiedendosi quale problema potesse mai avere Martin.
Lo trovò seduto a fissare il cielo.
– Martin
– lo
chiamò il leone e la zebra si volse – Qualcosa non va?
– Nah,
tutto a
posto – rispose
Martin tornando a
volgere gli occhi al cielo. Aspettò che il suo amico si
sedesse accanto a lui
prima di continuare. Aveva il gene della parlantina nel DNA, non lo
negava.
– Sai, mi
mancano
le stelle che abbiamo visto in Madagascar. Non mi fraintendere. Sono
davvero
felice qui al circo. Mi spiace solo che il cielo sia così
nero, tutto qui.
Istintivamente, anche gli occhi di Alex si alzarono. Era
vero. Il cielo notturno era completamente privo di puntini luminosi,
nulla a
che vedere con quello del Madagascar, che sembrava costellato di
migliaia e
migliaia… di elicotteri. Effettivamente metteva un
po’ di amarezza addosso.
– Oh,
beh, sai, i
cieli non sono più quelli di una volta –
Alex tentò di tirarlo su – E’ colpa
dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento…
Queste cose qui!
– Lo so,
lo so
– commentò
distrattamente l’altro.
– Martin,
ma stai
bene? – gli
chiese allora Alex
seriamente preoccupato.
Quando vivevano allo zoo, era stato così egocentrico da
sottovalutare la tristezza del suo migliore amico, con tutte le
tragicomiche
conseguenze che ne erano derivate. Adesso però era un nuovo
Alex, non avrebbe
ricommesso gli errori del passato.
Martin lo guardò e capì. Rise di cuore della sua
espressione inquieta.
– Amico,
te l’ho
detto! Adoro questa vita, non la cambierei per niente al mondo. Di
sicuro non
per qualche stella.
Il leone tirò un sospiro di sollievo.
– Bene,
perché se
combinassi una follia, stavolta ti ammazzerei sul serio! Non scherzo!
Eppure si rilassò. Con un sorriso largo sulla faccia,
tornò a scrutare il cielo.
– Ehi, guarda,
lì
c’è una stella!
– Nah… Elicottero!
E, come se quella fosse stata la parola d’ordine, il
puntino volò via, portando con sé
l’unico barlume in quel manto di tenebra.
Note
Che
dire… Il cielo notturno mi fa davvero tristezza.
Quando ero bambina si vedevano un sacco di stelle, adesso
invece… Mi sono poi
ricordata di quelle due scenette del primo film di Madagascar con Alex
e Martin
che guardano le stelle, prima a New York poi in Madagascar. Ho
mischiato le due
cose… ed è nato questo obbrobrio. Non
è niente di che (come tutto quello che
scrivo, del resto), spero solo che non vi abbia fatto sanguinare gli
occhi :3