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Autore: Claire Riordan    05/07/2013    8 recensioni
La misteriosa scomparsa di un gruppo di ragazzi Babbani è solo la prima di una lunga serie di inspiegabili sparizioni. Strani eventi capitano nel Mondo Magico, oscure presenze infestano Hogwarts all'insaputa degli studenti, all'ombra della loro spensieratezza. Grace, Lucy, Dominique, Simon e Lizzie si troveranno ad affrontare un'inaspettata minaccia...
Storia ispirata alla serie "Pretty Little Liars".
Genere: Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominique Weasley, James Sirius Potter, Lucy Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Clarity

Prologo

Questa storia, in particolare questo primo capitolo, è dedicato a Marti, che ha sopportato tutti i miei scleri e le paranoie precedenti la pubblicazione. Grazie <3
 

Boscastle era un anonimo villaggio nel sud-ovest della Cornovaglia. Tranquillo, umido, schiaffeggiato dalle correnti fredde dell’oceano Atlantico, era il tipico luogo in cui non accadeva mai nulla di interessante. L’ultima volta che un evento di grande portata aveva scosso la quiete del paese era stato nel lontano duemilaquattro, quando una terribile alluvione aveva devastato l’intero villaggio, costringendo la popolazione ad abbandonare le abitazioni e trasformare il luogo in un villaggio fantasma per alcuni anni. Ora, diciotto anni dopo, gli abitanti di Boscastle vivevano nella più totale serenità, convinti che nulla avrebbe più potuto scalfire l’atmosfera pacifica del loro paesino.
Ma era chiaro che si sbagliavano…
 
 
Poggiando i piedi sulla terraferma, Harry Potter inspirò una boccata d’aria tiepida e umida che riempiva quella notte di metà agosto. Ancora vagamente stordito dalla Materializzazione – anche dopo tanti anni, faticava ad abituarsi a quella sensazione di vuoto allo stomaco – s’incamminò lungo la strada principale di Boscastle, illuminata dai riflessi blu dei lampeggianti delle auto della polizia babbana. In quella che doveva essere la piazza principale del villaggio, c’erano cinque o sei pattuglie delle forze dell’ordine, tre ambulanze e diversi paesani ficcanaso. Avvicinandosi, riconobbe alcuni suoi colleghi, perfettamente mescolatisi con i poliziotti Babbani.
«Ciao, Ron» salutò il cognato «Ho ricevuto il Patronus di Kingsley, che è successo? Ho cercato di fare il più in fretta possibile»
Weasley sbadigliò «A quanto pare, abbiamo un triplice omicidio» gli comunicò.
«Tracce di magia?»
Ron scrollò le spalle.
«Hai già parlato con i poliziotti?»
«Sta provvedendo Louise» rispose Ron, indicando la collega poco distante che interagiva con un agente Babbano.
Harry seguì la direzione indicatagli, raggiungendo la sua collaboratrice.
«Buonasera, Louise» esclamò.
«Ciao, Harry» fece lei, stancamente «Ti presento Travis Norton, il capo della stazione di polizia di Boscastle»
Potter strinse la mano all’agente, un uomo basso, tondo e con un’incipiente calvizie.
«Lei chi è?» gli chiese Norton, vagamente sospettoso.
«Mi chiamo Potter, signore» rispose con disinvoltura «Come la mia collega le ha probabilmente già detto, facciamo parte di uno specifico distaccamento della polizia di Plymouth. Sa dirmi cos’è successo?»
«Tre giovani, due ragazzi e una ragazza, trovati morti nel cimitero qui accanto» spiegò l’agente «L’unico testimone è quel ragazzo laggiù» 
Indicò un giovane che non doveva avere più di diciannove o vent’anni, seduto su un muretto poco distante dall’ambulanza, circondato da paramedici e poliziotti.
«Posso parlargli?» domandò Harry.
Norton scrollò le spalle «I medici dicono che sia in stato di shock» asserì «ma può fare un tentativo»
«La ringrazio, signor Norton»
Congedò l’agente, che raggiunse alcuni colleghi poco distanti, e fece cenno a Louise di seguirlo.
«Mi servirà il tuo aiuto» le bisbigliò «In quanto donna, hai molto più tatto di me»
«Farò del mio meglio» disse lei.
Si avvicinarono al ragazzo: si torceva nervosamente le mani e i suoi occhi parevano impazziti, non si fissavano mai su un punto fermo. Continuava a guardarsi attorno terrorizzato, quasi si aspettasse che qualcuno lo aggredisse da un momento all’altro.
«Possiamo parlarti?» esordì Harry, cercando di essere più cauto possibile.
Nonostante tutto, il ragazzo sobbalzò «Chi siete?» domandò loro.
«Io sono Harry Potter» rispose, portandosi una mano al petto per indicarsi, come se stesse parlando con un bambino ai primi stadi dell’apprendimento «e lei è la mia collega Louise Falstaff»
«Siete poliziotti?» chiese lui, agitato.
«Circa» fece Harry, spiccio «Come ti chiami?»
«Sam» balbettò il ragazzo «S-Sam Fuller»
Il suo respiro accelerò: era chiaro che fosse spaventato a morte.
«Sam» mormorò Louise poggiandogli una mano sulla spalla con fare materno «noi vogliamo aiutarti. Non ti faremo del male»
Sam annuì e deglutì.
«Allora, Sam» riprese Potter «sai dirci cos’hai visto?»
Lui scosse la testa con vigore «No, io… Non lo so, non so spiegarlo»
«Prova» lo incoraggiò Louise.
Sam prese un profondo respiro «Beh, ecco… Insomma, io e i miei amici eravamo al pub come ogni sera. Quando siamo usciti non sapevamo che fare, così siamo andati al cimitero»
Parlava in fretta, come se avesse urgenza di liberarsi di quelle parole. Harry non osò interromperlo e, a quanto pareva, nemmeno Louise.
«In realtà, non abbiamo proprio deciso di andarci» continuò il ragazzo «Passavamo di lì e i cancelli erano aperti, di solito non lo sono mai. Siamo entrati e c’era una bara dissotterrata, non so se dovessero trasferirla o seppellirla, credo debbano fare dei lavori in questi giorni. Volevamo vedere di chi fosse, ma non c’era nessuna lapide. Allora Alex si è avvicinato, ha tentato di aprirla e quella si è… Ha…»
«Si è aperta?» cercò di aiutarlo Louise.
Sam annuì, gli occhi chiusi «Sì, si è… Si è aperta da sola. Non so cosa sia successo, si è sentita una specie di risucchio, Alex ha urlato e un attimo dopo era a terra, poi… Poi…»
Inaspettatamente, scoppiò a piangere in maniera disperata, quasi isterica «Poi è toccato a Susan» tentò di proseguire tra i singhiozzi «e quando ho capito che la stessa sorte sarebbe toccata a tutti sono scappato, mi sono lasciato Will alle spalle, ma poi è morto anche lui! Non so dire cosa sia successo, non lo so, mi dispiace!»
«Non fa niente, non ti preoccupare» lo rassicurò Louise «Va bene così, Sam, ci sei stato di grande aiuto»
Lui annuì, asciugandosi gli occhi col dorso della mano, tentando di regolarizzare il respiro tra i singhiozzi. Prima di raggiungere nuovamente Ron, Harry si rivolse ad un paramedico: «Dategli qualcosa per calmarsi, poi provvederemo noi»
«Certo» borbottò quello, cominciando a frugare tra i medicinali nell’ambulanza.
Harry e Louise ritrovarono Ron dove l’avevano lasciato pochi minuti prima.
«Allora?» domandò ai colleghi.
«Ha subìto un forte trauma, non c’è dubbio» rispose Potter «ma sono più che certo che si sia trattato di un episodio di magia»
«Magia? In un villaggio di soli Babbani?»
Harry si strinse nelle spalle «Da quello che ha raccontato Sam, parrebbe proprio di sì» sospirò «Bare che si aprono da sole, rumori strani… Sarebbe il primo caso del genere da moltissimo tempo, se così fosse. Ci causerà parecchi grattacapi, temo»
Si voltarono tutti e tre verso Sam, che veniva accompagnato dai paramedici su un’ambulanza.
«Lascerò che vengano effettuati gli accertamenti di base» disse ancora Harry «poi richiederò il suo trasferimento al San Mungo. Lo shock è stato forte, voglio che venga tenuto sotto controllo. Appena si riprenderà, cancelleremo la sua memoria e potrà tornare alla vita di tutti i giorni»
«Più o meno» asserì Louise tristemente.
«Sapevi che in questo paese c’è un museo della stregoneria?» Ron disse a Harry dopo un po’.
«Non ne sapevo nulla» rispose Potter «Com’è?»
«Il solito tentativo babbano di imitare il Mondo Magico. Nulla di che dal punto di vista di chi conosce la magia, ma pare attiri parecchi turisti»
Harry ridacchiò.
«A proposito del museo» intervenne Louise «l’agente Norton mi ha raccontato che Sam e i suoi amici lo visitavano spesso quando avevano del tempo libero»
«Strano passatempo per dei ragazzini» commentò Ron.
Louise lo ignorò e proseguì: «Ha detto anche che Sam era diventato parecchio strano dopo l’ultima visita. Il paese è piccolo, si conoscono tutti, e pare che Fuller fosse diventato inspiegabilmente scontroso»
Harry aggrottò le sopracciglia e tornò da Norton per saperne di più su quel nuovo indizio.
«Signor Norton» lo interrogò «cosa sa dirmi riguardo a Sam e il museo della stregoneria?»
L’agente sospirò «So che ci andava spesso con gli altri ragazzi del paese» disse «I suoi amici dicevano che negli ultimi tempi si era chiuso in sé stesso, che era diventato un po’ burbero»
«E nient’altro?»
«Non mi pare, no» fece l’altro con un’alzata di spalle.
«Grazie ancora, signor Norton» si arrese Harry. Fece per tornare dai suoi colleghi quando Norton lo richiamò.
«Signor Potter, non so quanto possa esserle utile» disse «ma abbiamo trovato questo nella tasca di Fuller. Dice che è un gadget che ha comprato al museo»
Harry prese l’oggetto che l’uomo gli porgeva. Era piccolo, d’argento, affilato. L’ultima volta che l’aveva visto era stato diversi anni prima. Quell’oggetto aveva ucciso.
«Non è possibile…»
 
A qualche chilometro di distanza, dalla parte opposta della Cornovaglia, Dominique Weasley si svegliava di soprassalto nel suo letto.


 

*Clare's Corner
Ebbene... L'ho fatto.
Ho pubblicato questa nuova pazzia. Che altro non fa che riprendere due vecchie fanfiction, pubblicate prima che sparissi da Efp. L'idea è quelle di unirle, modificando alcuni tratti della trama nel tentativo di tirar fuori qualcosa di decente.
Come ho scritto nell'introduzione, si ispirerà in parte a "Pretty Little Liars".
In realtà, non avevo programmato di pubblicare oggi, pensavo di accatastare un paio di capitoli e poi postarli, ma non ho resistito. Quindi, ecco qui il prologo! E, a questo punto, non so proprio quando aggiornerò... ç_ç
Fatemi sapere cosa ne pensate!
C.

  
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