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Autore: sunonshame    05/07/2013    4 recensioni
Avevo solo dieci minuti, i dieci minuti più terrificanti della mia vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1950


Ancora una volta in quel paesino di campagna splendeva il sole e gli uccellini cinguettavano felici nella natura. Non esisteva posto più sereno e meraviglioso di quello, per non parlare della grande quercia dell'amore, situata a nord del paese, in uno dei parchi più grandi che avevamo.  
Quella quercia non aveva nome, ma io la chiamavo così, poiché sia i miei nonni che i miei genitori si erano conosciuti ed innamorati proprio lì sotto. E proprio sotto quella quercia anch'io avevo trovato l'amore; l'amore della mia vita.
Eravamo stesi sull'erba, proprio sotto la quercia, come facevamo ogni pomeriggio alle 18, prima di prendere la bici e tornare a casa. Ero sdraiata su un fianco e lui era accanto a me con gli occhi socchiusi e le labbra leggermente schiuse. Uno spettacolo meraviglioso. Il biondo dei suoi capelli incorniciava perfettamente il suo viso bianco come il latte e le sue guance leggermente arrossate lo rendevano più bambino e tenero. Ma non era il suo aspetto fisico ad avermi mandata completamente nel paese delle meraviglie, ma la sua voce calda e coinvolgente. Quando apriva bocca sembrava essere seduti su una nuvola bianca e morbida.
Avrei gridato all'intero paese quanto l'amavo e quanto avrei voluto stare con lui per sempre. Non avrei mai provato vergogna nel farlo,anzi, ne sarei stata più che fiera.
Piano piano posai i polpastrelli delle mie dita sulle sue labbra: era l'unico metodo per farlo svegliare. Nient'altro avrebbe mai funzionato a parte quel tocco sulle sue labbra sensibilissime.
Aprì lentamente gli occhi, per poi iniziare a sbattere svariate volte le ciglia, prima di lasciar spazio ad un sorriso. Alzò il busto e posò comodamente la schiena sulla corteccia della quercia. Mi avvicinai a lui e copiai i suoi movimenti, per poi posare il capo sulla sua spalla.
"Julienne, credo sia meglio avviarci in paese o i tuoi genitori si arrabbieranno e tu sai che non vederti per un solo giorno potrebbe distruggermi il cuore" sussurò dandomi un bacio tra i capelli. Presi un bel respiro ed annuii.
Ci alzammo entrambi e lui mi raccolse tra le sue braccia romanticamente, mentre mi faceva volteggiare fino ad arrivare alla bici posata malamente sull'erba.


"Cos'è, piangi? Così impari a non rispettare gli ordini che un genitore ti da per il tuo bene!" gridò con la sua solita voce impastata dal troppo vino. 
Con la testa china e le mani incrociate, piangevo silenziosamente. 


"Niall!!Niall!! Vai più piano!!" gridai divertita, mentre lui sfrecciava per la discesa di sassi. 
Tenevo saldamente il vestito al suo posto, evitando di farlo svolazzare dappertutto. In paese si chiaccherava molto e non volevo dare falsi e brutti spettacoli.
"Dai, Julienne! Divertiti un po!" Disse lui ridendo e rallentando un po la velocità visto che eravamo arrivati alla fine. Gli diedi un piccolo buffetto dietro il collo che si trovava proprio di fronte a me.
Con calma e tranquillità percorse la stradina che portava dritta dritta a casa mia. Mentre lui pedalava, io ero stretta saldamente a lui, per paura di cadere, visto la sua spericolarità. 
Il sole era già calato e la cosa sembrava alquanto strana, poiché l'orologio segnava appena le 18.38. 
"Niall, fermati a chiedere l'ora!" esclamai agitata. Girò di poco il capo per guardarmi.
"Perché dovrei? Ho l'orologio nel taschino della giacchetta, se vuoi" disse perplesso ed interrogativo. Sbuffai.
"Diamine, come possono essere appena le sei e mezza del pomeriggio, se il sole è già andato via? Niall, non vedi che è buio?" Fermò di colpo la bici e chiese ad un passante,ubriaco, l'orario. Il signore dalla barba lunga e l'alito odorante di alcol, rispose che erano le 20.40 passate.


"Quante volte ti ho detto che questo ragazzo non mi piace, EH?" urlò in fine, dandogli un calcio sulla bocca, facendolo stendere completamente. Gridai un "no" strozzato dalle lacrime e la sofferenza.
"Padre! La prego!!! Non è colpa sua! E' colpa mia e del mio essere sempre distratta. Non avevo notato l'orario! Niall si è anche preoccupato di portarmi subito a casa." dissi tra i singhiozzi, avvicinandomi leggermente a quell'uomo bastardo.
"NON DIRE FESSERIE, PUTTANA! TU SAI MEGLIO DI ME CHI DEVE ESSERE IL TUO FIDANZATO!".
Ero pesantemente desiderata dal principe del regno, che ogni giorno non faceva altro che farmi visita portandomi stupidi mazzi di rose e stupide poesie costruite e sdolcinate.
Vedevo l'odio dentro gli occhi di mio padre, l'odio mischiato alla cattiveria. Dalla morte di mia madre lui diventò così ed io dovetti chinarmi ai suoi doveri.
Si avvicinò a me e mi alzò il mento con due dita. Mi guardò negli occhi con forza, prima di sputarmi in faccia.
Tornò da Niall e continuò a prenderlo a calci e pugni, mentre io cercavo di allontanarlo con i miei scarsi risultati.
Lui si dimenava e gridava esausto dal dolore. Il sangue gli sporcava tutta la faccia e quella scena mi distruggeva dentro.


"O mio dio! Corri, ti prego! Corri!!!" urlai in preda al panico, mentre lui ricominciò a pedalare con forza e decisione.
Un'altra volta avrei fatto tardi a casa e questa volta non l'avrei passata liscia.
Arrivammo fuori la porta di casa mia, vecchia ed umida. Lui ci aspettava già fuori, con una mazza in mano.
Niall mi aiutò a scendere e mi portò da mio padre.
"Ancora una volta, eh?! Stavolta, giovanotto..." disse passando lo guardo su Niall "sarai TU a non passarla liscia! TU SAI BENE CHE NON SEI DEGNO DI MIA FIGLIA!". E così dicendo ci trascinò in casa.


"Ed ora, puttanella che non sei altro.. hai DIECI MINUTI prima che questa casa salti in aria, e se riuscirai a scappare, non voglio vedere quell'ammasso di erbaccia con te!" Esclamò prima di uscire velocemente dall'abitazione. Cosa intendeva?
Subito mi precipitai dal mio angelo dal volto sporco di sangue e lo strinsi forte a me, sentendolo gemere dal dolore.
"Julienne, tuo padre ha messo qualcosa che farà saltare tutto in aria..Io non posso muovermi e sono troppo pesante. Ti prego, scappa, fallo per me.." disse a fatica e balbettando. Scossi la testa e cominciai di nuovo a piangere.
"Amore mio, non piangere.." si alzò di poco e donò un bacio alle mie labbra sporche anch'esse di sangue "..sei bellissima..non meriti di morire, meriti una vita felice con un uomo e tanti bambini. Cuore mio, scappa, fallo per me, per te e per noi" disse ancora. Ero sfinita dal pianto e non riuscivo a fare e dire nulla, sapevo solo che non volevo andarmene.
Riuscii a scuotere la testa per poi stringerlo a me, ignorando i suoi lamenti. Mi accarezzò i capelli e ne prese delle ciocche, iodorandole.
"Angelo mio, ascoltami. Non mi perdonerei mai di averti fatto morire così giovane. Scappa amore, scappa e trova la felicità". Mi baciò ancora ed ancora ed io ricambiai ogni suo bacio, assaporandone l'amore che emanava. Erano passati 8 minuti, almeno così segnava l'orologio sopra il camino.
"Niall, non posso andarmene. Io ti amo. Noi due dobbiamo stare assieme, morti o vivi che siamo. Ti prego!" dissi abbandonandomi tra le sue braccia.
"Non possiamo...non possiamo. Tu devi vivere, devi farlo per il mio bene e per il tuo. Amore, io e te staremo sempre assieme, sempre. Ora vai, vai e trova la felicità. Quando l'avrai trovata, io sarò in essa" Disse accarezzandomi i capelli di nuovo. Lo baciai con tutto l'amore che avevo, lo baciai con tutte le poche forze che mi rimanevano. Posai la mia fronte sulla sua. 
"Ti amo Niall, non ti dimenticherò mai, fino alla fine dei miei giorni. Tu aspettami, perché tornerò da te." Sorrise e mi baciò per l'ultima volta, prima di lasciarmi scappare.
"Addio amore mio!" Urlò proprio quando uscii dalla porta.

Un minuto esatto dopo la casa altò in aria.



2001

"Oh, nonna, che fiaba meravigliosa. Ma perché hai voluto raccontarmela proprio adesso e qui? E perché siamo qui? Non mi piacciono i cimiteri..nonna.." Sorrisi e feci spallucce con la poca forza che avevo.
"Amore di nonna, vai a quel chioschetto laggiù e compra un fiore qualsiasi che ti piace! Ecco i soldi" Dissi aprendo il borsellino e tirando fuori qualche spicciolo. Lei annuì e corse verso il chioschetto.
Arrivai a nord del cimitero, davanti quella croce, oramai vecchia. Mi inginocchiai e notai che la terra era fredda.
Guardai quella croce e le mandai un bacio con la mia povera mano oramai invecchiata.
Dalla borsa tirai fuori un girasole e lo posai sul terreno davanti a me.
"Per te amore mio. Ricordati che io e te staremo per sempre insieme"
  
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