Ma le stelle
quante sono?
Sentivo
chiaramente, affianco a me, la presenza di
Isabella.
Non tanto per il
calore che emanava, non tanto per
il suo odore; ma per le parole non dette che vagavano come
un’ anima in pena
attorno a noi.
Sulla spiaggia
di La Push, con la luna e le stelle
come unica luce, Isabella interruppe il nostro dialogo non verbale.
“Secondo
te le stelle quante sono, Jake?” chiese,
iniziando mano a mano con il dito a contare.
“Non
lo so, contiamole.” Ed iniziai, assieme a lei,
a contare.
Alle cento
ventiquattresima stella si fermò, ed io
con lei.
Mi voltai e come
ogni volta che la guardavo, come da
copione, il cuore iniziò a battere più forte.
Cosa mi hai
fatto, Bella?
“Cosa
succede, Bells? Cosa ci sta succedendo?”
Eravamo
così vicine e così lontani, in quella notte
buia.
“Jacob,
credo che io debba smettere di venire alla
Push.”
Proruppe
così, con un mormorio nella notte, a dire quelle
parole.
Può
bastare un sussurro per spezzarti il cuore?
Licantropo o
meno, il mio cuore era più che umano… e
lei lo sapeva.
“Perché?”
Perché
dici questo?
Perché
di punto in bianco mi lasci?
Perché,
che cosa ho sbagliato?
Perché,
lui è
migliore di me?
Perché
ami lui
e non me?
“Perché
ti sto facendo del male Jacob. Perché
venendo qua ti illudo e ti faccio sperare in un qualcosa che non
avverrà.
Perché amo lui.”
Un battito in
meno.
Una crepa in
più al cuore.
“Anche
così mi stai facendo soffrire, Isabella.” Un
mormorio, solo un pallido ego di tutte le parole e le bestemmie che
vorrei
dire.
Ma non posso.
Non ci riesco.
Nonostante tutto
non voglio ferirti, utilizzando le
peggio parole.
Perché
poi mi pentirei e so che tornerei da te
implorando perdono.
E non voglio,
sembrare più debole di quello che già
sono.
Non voglio
mostrarmi più dipende di quello che già
sono.
Perché
non voglio, dimostrami più innamorato di
quello che già sono.
“ Lo
so Jake e… credimi quando ti dico che mi
dispiace. Ma soffrirai ora, per mesi o forse anni, ma poi sarai libero.
Libero
dal mio pensiero, perché io non ti ho fatto sperare. Sarai
libero Jake, prima o
poi.”
Un altro
sussurro triste stavolta da parte sua e,
finalmente, trovai la forza di guardarla.
Rimasi stupito
nel vedere le lacrime scorrere sul
volto di Isabella.
Dovrei essere io
a piangere, a urlare, a soffrire…
invece è lei.
“Non
ci faccio nulla con le tue lacrime, Bells.”
“Lo
so, e mi dispiace anche di questo.”
Scoppiai.
“Basta!
Io ti amo e tu no, per quale diavolo di
ragione devi piangere tu? Tanto
hai
il tuo succhia sangue pronto a consolarti, nonostante ti abbia
lasciata, nonostante
ti abbia ferito, tu continui ad amarlo! Quindi, delle tue scuse, non ci
faccio
nulla. Nulla.”
Urlai, per poi
crollare nuovamente sulla sabbia,
divenuta improvvisamente rovente.
“Tu
dovresti capirmi meglio di tutti, Jacob. Sbaglio
o anche tu, nonostante ciò che ti ho detto e fatto, continui
ad amarmi?”
Non lo disse con
cattiveria, semplicemente con una
tristezza tale da farmi sentire in colpa, per averle urlato contro.
Ma aveva ragione.
Mi aveva fatto
soffrire.
Mi ha fatto
soffrire.
Mi
farà soffrire.
Eppure non
riesco a smettere di amarla.
“Quindi,
questa è
l’ultima volta che ci vedremo?” mormorai,
rassegnato.
Mi
sentii… stanco.
Semplicemente
stanco di
correre dietro alle persone.
Di correre
dietro ad
Isabella.
Di correre
dietro ad un
amore non corrisposto.
Stanco.
“Credo
di sì, Jake. Lui
mi ha chiesto di sposarlo ed ho detto di sì. Sai Jake, a
modo mio ti ho sempre
amato ma se con te è stato semplice,
con Edward è… naturale.
Naturale come
respirare.”
“Non
posso vivere senza la mia vita, non posso vivere senza
l’anima mia”, concluse.
“Cime
tempestose
allora, qualcosa di intelligente lo dice.” Ironizzai.
“Ehi,
non offendere
quel libro!” mi diede una gomitata sulle costole.
Il peggio era
passato.
Avrei sofferto,
ma
sarei rinato.
“Cosa
siamo Bella, eh?”
Mi
sdraiai nuovamente accanto a lei, con una
consapevolezza diversa… non sarebbe mai stata mia.
Aveva ragione,
quando
diceva che con queste parole avrei smesso di sperare.
Se da una parte
stavo in
pezzi, dall’altra mi sentii sollevato.
Libero.
“Siamo
solo Jacob e
Bella.”
E continuammo a contare
le stelle, mentre il mio cuore cadeva lentamente a pezzi.