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Autore: Bran Lovecraft    05/07/2013    0 recensioni
Seconda edizione della memoria, i cinquantesimi Hunger Games pretendono che a sfidarsi nell'arena sia il doppio di tributi che normalmente vengono sorteggiati per gareggiare nei cruenti giochi. Il doppio del sangue, il doppio della violenza, il doppio della paura, il tutto incorniciato in un'arena idilliaca che però cela dietro la sua apparenza amena qualcosa di tremendamente pericoloso e mortale. Quarantotto tributi. Un solo vincitore. "Happy Hunger Games and may the odds be always in your favor!".
Genere: Azione, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri tributi, Haymitch Abernathy, Maysilee Donner
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Haymitch Abernathy, che faceva quasi sempre poco caso alle cose, notò perfettamente la spilla dorata che Maysilee Donner portava affissa alla sua camicetta. Raffigurava una ghiandaia imitatrice e Haymitch aveva sempre nutrito una profonda ammirazione per quei volatili. Era un tipo a cui bastavano solo quelle poche necessità per tirare avanti e di certo non rimuginava sulla gioielleria della figlia di un mercante o altre frivolezze del genere, ma quella spilla lo aveva colpito e gli dispiacque perderla di vista quando Maysilee e sua sorella si allontanarono per andare incontro ad un'altra ragazza. Nei suoi capelli biondi e gli occhi azzurri, tratti tipici anche di Maysilee e della sua gemella e in genere di coloro che appartenevano alla classe dei mercanti,  Haymitch riconobbe la ragazza a cui uno dei suoi colleghi della miniera faceva la corte. Everdeen, il suo collega, si era preso davvero una bella cotta per la tizia e Haymitch sardonicamente non tardava a fargli presente che il padre di lei moriva dalla gioia di vedere la figlia sposare uno di quei poveri disgraziati che si spezzavano la schiena giù alla miniera, rischiando di rimetterci le penne un giorno sì e l'altro pure. Ma Everdeen aveva la testa più dura delle pietre che la sua picozza spaccava e Haymitch sapeva che non si sarebbe facilmente dato per vinto nel conquistare il suo interesse amoroso. Di canto suo, Haymitch non poteva certo lamentarsi perchè lui la ragazza ce l'aveva e anche se non era una biondina che poteva dormire sogni tranquilli (per quanto fosse possibile dormire sogni tranquilli a Panem e soprattutto lì, nel distetto 12) perchè non correva il rischio che suo padre rimanesse ucciso in un incidente alla miniera condannando così anche la sua famiglia ad una morte quasi certa, Faye, con i suoi capelli scuri raccolti in due morbide trecce, il fisico già vigoroso nonostante i soli quattordici anni di età e due occhi colore dell'ambra, era un gioiello di ragazza. E così quando Haymitch perse di vista la spilla raffigurante la ghiandaia imitatrice portò lo sguardo alla ricerca della sua Faye tra la folla di ragazze che si giustapponeva al gruppo di ragazzi. Ci volle un po' di tempo prima che i suoi occhi incontrassero quelli ambrati di lei. Gli sorrideva, ma era un sorriso così debole che faceva fatica ad illuminarle gli occhi che erano tanto abbattuti quanto quelli della madre di Haymitch, il quale poco prima aveva scorto tra la massa di adulti che attendeva con ansia l'esito della Mietitura. Stretto alla gonna della madre, Haymitch riconobbe anche il suo fratellino che con il corpicino gracile dimostrava meno dei suoi undici anni. Il ragazzo cercò di infondere forza e coraggio in Faye regalandole un sorriso più convincente a sua volta, pur sapendo che in quel momento c'era solo da disperarsi. Il presidente Snow era stato più che chiaro, cristallino. Per i cinquantesimi Hunger Games, seconda edizione della memoria (in quanto se ne svolgeva una ogni venticinque anni) , Panem doveva offrire al pubblico dell'agiata Capitol City ben il doppio di tributi. Quarantotto agnelli da immolare nell'arena dei gioichi per il sadico divertimento degli abitanti di Capitol. Quattro e non due tributi per ogni distretto, per ricordare ai ribelli che per ogni cittadino di Capitol ucciso dovevano morirne due di ribelli. E come poteva pretendere Haymitch di consolare la sua fidanzatina sapendo che quell'anno si correva maggiormente il rischio di essere estratti come tributi alla Mietitura? E il distretto 12 non aveva mai avuto volontari. L'accompagnatrice del Distretto 12 di quell'anno, Elaine Tabon, era già comparsa sul palco per estrarre i nomi dei tributi. Indossava un cappellino verde acido e un vestito di un rosso-arancio così accesso che a Haymitch ricordo subito un pomodoro, un grosso buffo pomodoro che parlava e si articolava con quell'accento mellifluo e finto tipico di chi era nato e cresciuto a Capitol City. Elaine si avvicinò in primo luogo all'urna che conteneva tutti i foglietti sui quali era scritto il nome di tutte le ragazze dai dodici ai diciotto anni, il limite di età necessario per essere tributi degli Hunger Games. Svitò il coperchio, affondò la sua mano all'interno dell'urna e mescolando riemerse stringendo nella mano il primo dei quattro capri espiatori. La tensione era così schiacciante che non subito tutti afferrarono il nome del primo tributo. Ma Haymitch aveva sentito bene e la prima ragazza del Distretto 12 che era stata condannata ad una morte quasi certa nell'arena era proprio la stessa di cui aveva poco prima apprezzato la spilla d'oro con la ghiandaia imitatrice. Era stato estratto il nome di Maysilee Donner. "Coraggio, cara, vieni!", la esortò la Tabon. Lentamente e con riluttanza, Maysilee lasciò andare la presa di sua sorella e della sua amica che saldamente la tenevano ancorata per mano. "Ci vedremo più tardi per darci l'addio, prima della mia partenza." sussurrò cercando di trattenere le lacrime che invece già rigavano i volti delle altre due. Haymitch lanciò uno sguardo alla famiglia di Maysilee e notò quanto fossero composti nonostante lo spiacevole colpo di scena. Dovevano essere bravi a trattenersi dentro quello che provavano. Poi il ragazzo tornò a fissare Faye. Se fosse stato estratto il nome di un'altra ragazza, Faye sarebbe stata al sicuro, almeno per un altro anno. E così fu. La mano di Elaine Tabon condannò al patibolo Daisy Brown. La ragazza, tremando come una foglia, si incamminò verso il palco per raggiungere Maysilee e l'accompagnatrice. Il contrasto tra le due partecipanti era lampante: laddove una si teneva dritta e composta con i capelli biondi tirati dietro in uno chignon e la pelle più pallida della morte su cui luccicava la spilla della ghiandaia, dall'altra parte la sua avversaria teneva lo sguardo incurvato sul pavimento, i capelli neri sciolti che le nascondevano il viso e la pelle olivastra tipica della classe dei minatori. "Ed ora, è il turno dei ragazzi!", Elaine esultò squittando come un topolino. Haymitch si sentì raggelare il sangue. Se lui ce l'avesse fatta a scampare alla Mietitura, avrebbe potuto vivere almeno un altro anno. Un altro anno ancora da passare con sua madre, suo fratello e con Faye. Lei incrociò le dite e chiuse gli occhi, sperando per il suo ragazzo. Il primo nome estratto non fu quello di Haymitch, ma non era ancora finita. Questa volta se ne pescano il doppio, si rammentò tra sè e sè il giovane. Appena Nick Carter, il primo ragazzo sorteggiato, si sistemò sul palco insieme alle due ragazze, la Tabon immerse la sua mano nell'urna dei ragazzi per estrarre il nome dell'ultimo tributo che il Distretto 12 avrebbe offerto in sacrificio al famelico pubblico di Capitol City.  Il cuore di Haymitch batteva all'impazzata. E poi si arrestò tutto di botto. "Abernathy, Haymitch!". La voce stridula e melliflua di Elaine Tabon aveva pronunciato il suo nome. 

  
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