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Autore: MartinaN    05/07/2013    2 recensioni
«Oh, Will, tu neppure ti rendi conto di come la tua instabilità possa renderti forte.» La voce di Hannibal è ridotta a un bisbiglio suadente, tuttavia le sue parole frantumano la quiete con la stessa potenza di un tuono. Will Graham è ancora una volta sconcertato e a disagio. L’uomo che ha davanti sembra avere tutte le risposte che cerca, ma parla in una lingua sconosciuta.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio, Fannibals! Ho notato che è stata recentemente aggiunta la sezione dedicata a questo magnifico telefilm, quindi volevo dare il mio piccolo contributo. Questa semplice one-shot nasce dal mio entusiasmo nel notare che c’è una una maschera da scherma nello studio di Hannibal Lecter – l’idea di avere qualcosa in comune con lui mi rallegra più del dovuto. E dalla massiccia quantità di UST tra i due protagonisti, ma questo era scontato. Spero che possiate gradire. Bon appétit!

Martina

 

Equilibrio

 

 

Se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l'equilibrio per un attimo.

(M. Gramellini)

 

Il tempo scorre in modo diverso nello studio di Hannibal, Will ormai ne è certo. Persino l’aria che respira a pieni polmoni dopo una lunga discussione sembra avere una consistenza particolare. Ma di tutti gli elementi singolari, il dottor Lecter è senza dubbio quello più bizzarro.

«Cosa ne dici della scherma?» Domanda lo psichiatra, con voce affabile.

«C-cosa?» Will ha perso di nuovo il filo del discorso. Gli succede spesso negli ultimi mesi, e la cosa lo infastidisce. Aggrotta la fronte e si sforza di ricostruire la conversazione in corso. L’ultimo scambio di battute che ricorda riguardava la pesca.

«Stavamo parlando di attività sportive che potessero aiutarti a scaricare la tensione. Hai mai provato a praticare scherma?»

«No, mai.» Risponde l’uomo. Il suo sguardo corre automaticamente alla maschera da scherma appesa alla parete, accanto a uno scaffale. Non vi aveva prestato attenzione quando l’aveva notata, ma ora intuisce che deve essere una delle passioni del dottore.

«Trovo che sia davvero una disciplina ottima per lo sviluppo psicofisico. In più, considerando le tue abilità empatiche, potrebbe fare davvero al caso tuo. Comprendere l’avversario è la chiave per la vittoria.» Hannibal fa un vago cenno in direzione della maschera e sorride appena, prima di dichiarare: «Sì, mi sono dedicato con costanza alla scherma nella mia gioventù. Ora, quando posso, cerco ancora di tenermi in forma.»

Will annuisce: gli riesce straordinariamente facile immaginarlo con una sciabola in mano. E il suo fisico tornito dimostra alla perfezione quanto ami ancora l’attività fisica.

«Sai, non sono sicuro di essere adatto a uno sport simile. Richiede una quantità spaventosa di controllo.» Mormora nervosamente, passandosi una mano tra i capelli. E mi obbligherebbe a praticarlo con altre persone, pensa, ma non aggiunge altro.

«E tu credi di non averne abbastanza.»

«Certo che non ne ho abbastanza!» Sbotta Will, «Sono instabile, ricordi?»

Il dottor Lecter flette la schiena, appoggia i gomiti sulle ginocchia e scruta il suo paziente con espressione pensierosa. Un silenzio denso e quasi imbarazzante cala sulla stanza. È uno di quei momenti in cui Will prova a intuire le riflessioni dello psichiatra, senza alcun successo. Quell’uomo è fin troppo enigmatico, lo confonde. Si domanda se sia l’unico a pensarla così.

«Oh, Will, tu neppure ti rendi conto di come la tua instabilità possa renderti forte.» La voce di Hannibal è ridotta a un bisbiglio suadente, tuttavia le sue parole frantumano la quiete con la stessa potenza di un tuono. Will Graham è ancora una volta sconcertato e a disagio. L’uomo che ha davanti sembra avere tutte le risposte che cerca, ma parla in una lingua sconosciuta. Ogni pomeriggio trascorso in quello studio lo avvicina di un passo alla mente del dottor Lecter, eppure la strada sembra allungarsi sempre di più. E il prezzo di questo percorso gli è del tutto ignoto.

«Non trovi che l’equilibrio sia l’opzione migliore?» Chiede allora, con un sospiro.

«Non c’è vera stabilità per chi conduce vite come la tua, la mia o quella di Jack Crawford. L’equilibrio non è mai stato un’opzione.»

Silenzio. Di nuovo. La logica suggerisce a Will che dovrebbe smettere di parlare con lui. La sua condizione precaria non fa altro che peggiorare, ma lui ha trovato qualcosa a cui difficilmente potrebbe rinunciare. La chiave è negli occhi scuri e penetranti di Hannibal. Nessuno lo hai mai guardato così. È uno sguardo che lo fa sentire protetto, ma è abbinato a un volto e a una postura che gli ricordano sempre un predatore. Ha sempre amato le contraddizioni.

Will ancora non lo sa, ma quel paradosso lo distruggerà.

 

  
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