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Autore: Lady Atena    05/07/2013    4 recensioni
Partecipa al contest Decamemanicomeron di Jarey's e alla challenge La sfida dei duecento prompt di msp17.
“Sai, Peggy, mi sarebbe piaciuto portarti a ballare”.
“Che ne dici di … di sabato alle otto?” .
Rivisitazione ultimi istanti.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peggy Carter, Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti d'Avengers.'
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Titolo: Aereo.
Autore: Lady Atena.
Fandom: Captain America.
Personaggi/Paring:
Genere/Avvertimenti: Introspettivo; Sline of life.
Rating: Giallo.
Wordcount: 267.
Disclaimer: I personaggi non sono miei, gli attorni nemmeno, la marvel neppure e perciò io non ci guadagno un soldo. Le idee invece mi appartengono, per quanto possano valere. Amen.
Tema della settimana: Amori infelici.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 70; Aereo.
Nda: Questa è una semplice rivisitazione dell'ultimo dialogo Steve-Peggy. Giusto perché non mi venivano in mente amori infelici ma non volevo saltare il turno.

Steve strinse i comandi dell'aereo, i suoni dei motori gli facevano pulsare le orecchie e la nausea gli faceva girare la testa.
“Capitano Rogers? Capitano? Steve, rispondi, dannazione!” urlò Peggy.
Steve sfregò i denti tra loro, tirò indietro la schiena facendola aderire allo schienale della sedia e guardò davanti a sé; la punta dell'aereo era rivolta verso uno spesso strato di ghiaccio.
“Sai, Peggy, mi sarebbe piaciuto portarti a ballare” disse, la voce gli uscì roca e strascicata.
Udì i singhiozzi della donna nella radio, chiuse gli occhi e l'aereo iniziò a traballare.
“Che ne dici di … di sabato alle otto?” domandò Peggy.
Steve sobbalzò sul posto ad uno scossone che fece ondeggiare verso sinistra il mezzo, strinse il volante e lo inclinò verso destra spingendo in contemporanea in avanti così che l'aereo puntasse contro una falla nello strato di ghiaccio.
“Non sono molto bravo con gli orari. Credi … credi di potermi aspettare se … se dovessi fare tardi?” chiese Steve.
Aprì gli occhi, guardò l'acqua avvicinarsi alla punta dell'aereo e inspirò.
“Perché io vorrei … vorrei assolutamente esserci”.
Lasciò andare i comandi abbandonando le braccia lungo i fianchi, l'aereo tremava facendolo battere contro i braccioli e lo schienale della poltrona.
“Certo … ti aspetto” disse Peggy.
Dalla radio uscirono una serie di fruscii, un ronzio si diffuse lungo l'aereo e Steve si morse il labbro.
“Sabato alle otto, allora” biascicò.
L'aereo sprofondò nell'acqua e Steve piegò il capo all'indietro sentendo la testa girare. Vide nero, la pressione slacciò la cintura e lui fu scaraventato contro la parete. Batté la testa, svenne ricadendo in avanti.

  
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