Sola al buio

Mi sento così spenta, a pezzi, triste, incompleta.

Sono sola anche quando sto in mezzo alla folla, sono spenta persino quando provo a sorridere, a far ridere gli altri.

Sono sfiduciata e non c’è via d’uscita, non c’è nemmeno una flebile luce in fondo al tunnel, non ci sono vie di fuga, né scorciatoie.

Sono sola e fa freddo, sono sola e stanca, non sono più una donna forte, non sono più un robot di ghiaccio e calcolatore, sono una nave in balia dei suoi stessi sentimenti.

Il cuore mi ha abbandonata, il cervello e le sue certezze non ci sono più.

Come farò ora?
Chi mi troverà in mezzo a questo nulla di macerie e lamenti?
Chi mi raccoglierà da terra e si prenderà cura di me?

Nessuno.

Gli altri dormono, io non posso cedere.

Il sonno sarebbe la mia morte, il sonno ucciderebbe la mia lucidità ormai allo stremo.

Perché nessuno ci cerca?
Perché il tempo si è fermato e la luce non filtra tra le fronde degli alberi?

Rivedrò mai la luce del giorno, il calore del focolare di un camino, la stretta amorevole di mio marito?
Avrò ancora mani e mente lucide, il coraggio di rientrare in sala operatoria ed essere semplicemente me stessa?

Sarò ancora capace di guardarmi allo specchio e vedere la mia immagine riflessa e non lo spettro di me stessa?

Devo essere sul punto di impazzire, ne sono quasi certa, perché sento il rumore di un elicottero e qui non passa nessuno da giorni.

Sento un rumore forte e assordante e vedo qualcuno in lontananza, uomini che corrono verso di noi.

Un uomo con i capelli rossi.

Assomiglia ad Owen, sto proprio impazzendo.

Ha la sua stessa voce, la mia mente è confusa.

Pronuncia il mio nome, gli svengo tra le braccia.
 
Sono ancora all'inizio di quel tunnel, ma non sono più sola, non ora.