<< E anche oggi abbiamo finito ragazzi>> dopo aver sentito queste parole i quattro Beatle si alzarono, misero a posto gli strumenti e uscirono fuori dalla stanza. Era l’ora di cena e tutti stavano tornando a casa, George più veloce degli altri. Quando fu abbastanza lontano prese una sigaretta e l’accese. Faceva freddo,  era febbraio; forse c’era qualche grado sotto lo zero. Vide una panchina e decise di sedersi. Cacciò dalla bocca appena aperta una nuvoletta di fumo bianco. Avevano provato per tutto il giorno le canzoni che avrebbero composto il loro nuovo album Rubber Soul. Paul e John, naturalmente, avevano passato buona parte della giornata a criticare le sue canzoni. Sentì all’improvviso i passi frettolosi di qualcuno e si girò: era Ringo,  che,  ansimante,  lo aveva raggiunto e si era fermato a pochi passi da lui.
-Ecco dove eri finito! Ti ho cercato dappertutto, sai?-
-Beh, non mi hai visto correre? Io ero qui.- rispose, svogliatamente. Ringo si sedette accanto a lui, aveva un’aria triste e voleva capire perché.
-Senti George, andiamo a casa? È ora di cena…tu non hai fame?-
-Ok, andiamo…-
Qualche attimo di silenzio.
-Ehi posso farti una domanda?-
-Si.-
Cos’hai stasera?Sei strano…-
-Oh,  nulla. Non ho nulla.-
-Dai,  ti prego,  spiegami.- Il più alto lo guardò negli occhi.
-È solo che sono stufo che nessuna mia canzone vada bene a Paul e John… mi trattano come se fossi un incapace. Loro non lo sanno ma fa male vederli suonare o cantare così svogliatamente nei miei brani.- disse queste ultime parole con voce strozzata, stava piangendo.
-Che t’importa di loro? Davvero, che t’importa della loro opinione? Tu sei bravissimo, credimi! Sono loro che non ti trattano come dovrebbero,  e questo non significa che tu sia un ‘’incapace’’ come hai detto tu!-
George guardò Ringo sorridendo e si asciugò le lacrime.
-Grazie Ringo, hai ragione.- Come risposta il batterista abbracciò il chitarrista, che fu visibilmente felice per questo. Erano arrivati a casa del primo, che aprì la porta.
-C’è del fish and chips sul tavolo… sempre se ti va,  altrimenti ti preparo qualcosa.- Disse mettendo i loro cappotti sull’appendiabiti.
-No va bene, ma tu non mangi? Avevi detto di avere fame.-
-Eh? No, mi è passata…-
George si diresse verso la cucina,ma sentì un sospiro. Tornò da Ringo,sedendosi accanto a lui.
-Ehi,che hai stasera anche tu? Prima tutto allegro e ora triste?-
-Stavo pensando,non sono triste.-
-A cosa pensi?-
-Al fatto che non sopporto che credano che tu non sappia scrivere canzoni!- gridò come un bambino che voleva indietro un giocattolo. Arrossì e si coprì la bocca con le mani. George lo guardò per qualche secondo. Si avvicinò a lui lentamente finché non furono a pochi centimetri di distanza. Ringo era completamente rosso,un po’ per quello che aveva detto,un po’ perché erano così vicini. L’amico gli scostò alcune ciocche di capelli che li coprivano gli occhi e li baciò il naso.
-Oh Ringo,sai che sei davvero dolce?-
-Ti ringrazio.-
-Su,ora va a mangiare,almeno tu.-
-Stranamente questa sera non ho voglia di mangiare.-
-Ah,si? E di cosa hai voglia?-
-Di passare un po’ di tempo con te.- Ringo lo abbracciò nuovamente e si appoggiò timidamente a lui. Lo guardò: lo adorava,avrebbe passato ore a contemplarlo. Lo riteneva perfetto,con i suoi capelli castani,le sopracciglia folte e gli occhi scuri.
-Ehi,ci sei?- Lo chiamò il chitarrista.
-Oh,si si!- Rispose.
-Cosa guardavi?-
-Te.-
-Perché?-
-Perché sei stupendo.-
Quasi non credeva di aver detto l’ultima frase. Si staccò da George e, imbarazzato, fuggì nella sua stanza pensando a quanto fosse stupido. L’altro era sorpreso e salì a cercarlo. Bussò alla porta della sua stanza.
-Ehi,Ringo? Ci sei?- Dopo qualche secondo venne ad aprire la porta.
-Scusa.-
-Ma di cosa? Non essere ridicolo,Richard.-
-Ho detto una cosa che non avrei dovuto neanche pensare!-
-Oh,stai zitto.- Stava sorridendo allegramente.
-Come,non sei arrabbiato con me neanche un po’?-
-Certo che no,non potrei arrabbiarmi con te.- Arrossì leggermente anche lui.
-Sai,anche io penso che tu sia stupendo.- Ringo si lasciò andare sul letto. Non capiva più nulla,ormai. George si mise sopra di lui.
-Ogni volta che guardo i tuoi magnifici occhi blu mi ci perdo,sono meravigliosi.- L’aria si stava scaldando e loro erano sempre più vicini.
-E io ogni volta che…- S’interruppe mettendosi a sedere sul letto girandosi di spalle all’amico. Anche l’altro si mise a sedere.
-Tu che?- Disse abbracciandolo da dietro e sussurrandoli:
-You’ll never leave me and you know it’s true,
‘cause you like me too much and I like you-
-Queste non sono le parole della tua ultima canzone?-
-Si,esatto.- Lo strinse ancora di più a sé.-
-Non potevi scegliere una frase migliore per descriverci in questo momento.- E sfoderò uno dei suoi sorrisi da bambino.
-Allora,non cambiare discorso!- George ridacchiò. -Cosa dicevi prima?-
-Oh,dicevo che ogni volta che..-
-Che?-
-Che guardo le tue labbra ho voglia di baciarle.-
-Mmmh,ottimo.-
-Cosa?-
-Ho detto solo ‘’ottimo’’. E sorrise. Ringo non riuscì a resistere e lo baciò.
L’altro fu piacevolmente sorpreso  ma si,come dire,arrese e lasciò l’amico fare. Le loro labbra si staccarono. Il più giovane subito prese il più grande per le spalle e lo strinse a se,ancora. Senza una parola,i due si addormentarono così,vicini,con il cuore pieno di gioia per quello che era accaduto quella sera.






*OH,salve gente! Prima di tutto vi ringrazio per averle letto questo...è la mia prima Starrison,eh! T////T Ho avuto l'ispirazione leggendo una McLennon scritta mesi fa per una mia amica...beh,credo che sia riuscita abbastanza decente! E gradirei una recensione,anche se solo per criticarmi...dopotutto ''Sbagliando si impara'' c:*