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Autore: becca25    05/07/2013    5 recensioni
“E sentiamo, cosa vorresti dirmi?” sbuffò Remus, incrociando le bracca al petto con stizza.
Per un secondo, uno solo, Sirius si fece titubante, distogliendo lo sguardo da quello dell’amico e sospirando appena, prima di recuperare in un lampo tutta la sua arrogante sicurezza.
“Ho scoperto il tuo segreto, Remus”
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Storia assolutamente senza pretese! La verità è che, spinta da un’improvvisa noia, dall’impossibilità di uscire e dalla mancanza di programmi interessanti alla tv, ho deciso di scrivere qualcosa!u.u
Le recensioni sono sempre ben accette!
Con affetto,
Becki
 
Segreti
 
“Remus, dobbiamo parlare!”
Remus rimase totalmente immobile al suo posto, sprofondato nella sua poltrona preferita davanti al camino della sala comune di Grifondoro, lo sguardo ancora incollato alle pagine giallastre dell’interessantissimo manuale d’incantesimi che aveva avuto la sua totale attenzione da quel pomeriggio, chiedendosi interiormente, per l’ennesima volta, perché, perché per Merlino! quel primo settembre di tre anni prima avesse deciso di prendere posto nella carrozza occupata da quelli che ora erano i suoi migliori amici.
Il ragazzo, dall’esterno, poteva sembrare ancora assorto nella lettura del suo libro, il corpo sempre fermo e gli occhi che non accennavano a volersi alzare da quelle facciate, ma, in realtà, il povero Remus stava solo cercando dentro di sé la forza e l’energia necessarie per affrontare anche quel nuovo ostacolo.
Perché Remus conosceva fin troppo bene le implicazioni che quelle tre parole avrebbero portato, soprattutto se pronunciate da quell’idiota del suo migliore amico.
Per un istante la sua mente tornò a quel freddo pomeriggio di fine novembre, in cui Sirius Black, sopracitato idiota, aveva accidentalmente pietrificato Mrs Purr e si era presentato da Remus con il corpo stecchito dell’animale stretto in una mano e un “Remus, dobbiamo parlare!” scandito con preoccupante angoscia, per poi spostarsi a quello spiacevole incidente avvenuto solo qualche settimana prima, come sempre annunciato da quelle dannatissime parole, che sembravano destinate a rendere la vita del povero Grifondoro un inferno e che gli aveva causato una punizione, assolutamente immeritata, di due settimane, in compagnia del suo Black preferito.
Con un sospiro spaventato e senza potersi trattenere dal rabbrividire, Remus si decise finalmente a chiudere il volume con un colpo secco, andando a sistemarlo sul tavolino accanto a sé, prima di incrociare lo sguardo, severo ma agitato, con quello scuro di Sirius, che, in piedi davanti a lui, lo sovrastava con tutta la sua altezza.
“Cosa hai combinato questa volta, Sirius?” domandò con un sibilo ostile il ragazzo, assottigliando gli occhi in quello che sarebbe dovuto essere uno sguardo minaccioso.
Ma il giovane rampollo si limitò a sospirare melodrammaticamente, rivolgendo al ragazzo uno sguardo malandrino.
“Chi ti dice che io abbia fatto qualcosa?” chiese con tono innocente, sostenendo con decisione lo sguardo scetticamente incredulo di Remus “semplicemente, credo che sia giunto il momento di fare due chiacchiere” spiegò amabilmente, abbandonandosi con malagrazia sul pavimento, ai piedi della poltrona in cui era seduto il suo amico.
Remus sbuffò, recuperando con decisione il proprio libro, osservando poi la sala comune ormai deserta “È tardi Sirius e stavo leggendo, di qualsiasi cosa si tratti non possiamo parlarne domani?” domandò speranzoso, nascondendo il volto dentro il volume, giusto in tempo per evitare l’occhiataccia severa che Sirius gli aveva rivolto.
“No, Remus, credo sia il caso che noi parliamo adesso” replicò il moro, sfilando il volume dalle mani dell’amico, chiudendolo con decisione.
“E sentiamo, cosa vorresti dirmi?” sbuffò Remus, incrociando le bracca al petto con stizza.
Per un secondo, uno solo, Sirius si fece titubante, distogliendo lo sguardo da quello dell’amico e sospirando appena, prima di recuperare in un lampo tutta la sua arrogante sicurezza.
“Ho scoperto il tuo segreto, Remus” esclamò infine, voltandosi nuovamente con il busto, in modo da dare le spalle all’amico, che sconvolto e spaventato com’era stato poche volte nella vita, si ritrovò a sussultare, sgranando gli occhi.
 
Ho scoperto il tuo segreto, Remus.
 
Remus aprì leggermente la bocca, deciso a rompere quel pesante silenzio che si era venuto a creare, per poi richiuderla velocemente, a corto di parole. Fece lo stesso per altre tre volte, boccheggiando e ansimando davanti alla confessione dell’amico, che ancora si rifiutava di guardarlo negli occhi.
Possibile che davvero avesse capito? Possibile che Sirius Black, il ragazzo che solo poche ore prima si era lanciato a volo d’angelo dal pianerottolo del secondo piano per testare un nuovo incantesimo, fosse riuscito a mettere insieme tutti i tasselli del puzzle e a scoprire che lui era, bè, sì, insomma… Un lupo mannaro? Lo aveva davvero sottovalutato tanto?
Ma, infondo, nonostante il comportamento infantile e capriccioso, più volte Sirius aveva dato prova della mente incredibilmente brillante che possedeva, quindi, in realtà, non avrebbe dovuto stupirsi più di tanto.
“D-davvero?” riuscì a gracchiare infine, convincendo il suo amico a voltare il capo quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi, trapassandolo con il suo sguardo sicuro.
“Davvero ne sei sorpreso?” lo sbeffeggiò Sirius, accennando l’ombra di un sorriso, davanti alla paura e all’agitazione che leggeva nello sguardo ora turbato di Remus “insomma, Rem, era così evidente! Se persino James, con la testa dura che si ritrova, è riuscito ad accorgersene, credi davvero che io, con la mia intelligenza acuta e straordinariamente brillante, non ci sarei arrivato?”
Nuovamente Remus sussultò, impreparato “A-anche, James?” farfugliò, deglutendo a fatica.
“L’hanno capito tutti, Remus, infatti, non capisco perché tu abbia cercato di nasconderlo a me, il tuo migliore amico!”
“Ecco, io… In realtà, io” soffiò Remus, chinando il capo sulle proprie mani, trattenendo a stento le lacrime “come…?”
“Oh, avanti” soffiò il moro, agitando davanti a sé una mano con noncuranza “per il modo in cui mi guardi!” esclamò con sicurezza.
Remus sollevò di scatto gli occhi nei suoi, confuso. Cosa c’entrava il modo in cui lui lo guardava… Con la sua licantropia?
“Ti trovo sempre ad osservarmi con quello sguardo sognante e imbambolato” continuò Sirius, nella sua tronfia sicurezza, mentre Remus si domandava quando mai avesse fatto una cosa del genere.
“Come l’altra sera, per esempio! Non riuscivi a togliermi gli occhi di dosso!”
“Ma solo perché tu e James stavate seriamente rischiando di rompervi l’osso del collo, con quello stupidissimo duello di incantesimi!” protestò, il volto sconvolto, mentre Sirius si limitava a sbuffare.
“Per non parlare del modo in cui ti rivolgi a me” proseguì, mellifluo, inarcando la bocca in un ghigno divertito.
“Che sarebbe?” s’interessò Remus, ai limiti della sopportazione.
“Oh, sei sempre così dolce e premuroso nei miei confronti…”
“Ma io lo sono con chiunque!”
“E poi sei alla ricerca continua del contatto fisico!”
“Sirius, quello sei tu! Ma si può sapere di che diamine stiamo parlando?”
“Del tuo segreto” insistette imperterrito il moro “tu sei innamorato di me”
Nuovamente il silenzio calò tra i due ragazzi e ancora una volta Remus si trovò impossibilitato a parlare, ma non era angoscia o paura quella che aleggiava ora nell’aria, quanto incredulità.
“Di cosa stai parlando?” soffiò Remus allibito, mentre Sirius, ancora seduto a terra, si muoveva lentamente fino a voltarsi completamente verso l’amico.
“Perché, non è così?” proseguì tranquillamente, allungando una mano fino a prendere tra le sue dita quella di Remus, iniziando ad accarezzarla con dolcezza, disegnando sul palmo linee immaginarie, per poi spostarsi sulle dita esili e sottili, che toccò con affetto e delicatezza, gli occhi inchiodati sul volto ora arrossato di Remus.
“Non so di cosa parli, Sirius” ammise il ragazzo, osservando con estrema attenzione le loro mani intrecciate, trovandosi a muovere con timidezza l’indice sul dorso della mancina di Sirius, così da non interrompere quel piacevole passatempo.
“A no?” lo schernì Sirius, sollevandosi lentamente, il corpo ora incredibilmente vicino a quello di Remus, che finalmente si costrinse a sollevare il volto dalle mani ancora unite, per rivolgerlo a quello soddisfatto di Sirius.
Remus si rese conto solo in quel momento di quanto il viso sell’amico fosse vicino al suo, tanto vicino che poteva percepire il suo respiro infrangersi sulla sua pelle, sulla sua bocca, così vicino che poteva riconoscere ogni sfumatura argentata in quegli occhi così profondi.
Senza riuscire a distogliere lo sguardo, Remus percepì distintamente il sangue affluire al suo viso, facendolo arrossire impietosamente, mentre, a disagio, deglutì.   
Un sorrisetto soddisfatto si dipinse sul volto di Sirius che approfittando della titubanza dell’amico, si fece ancora più vicino, poggiando con dolcezza le labbra su quelle di Remus.
Percepì distintamente il corpo di Remus irrigidirsi sotto il suo tocco e quasi poteva immaginarsi il viso imbarazzato e gli occhi sgranati dell’amico, così si limitò a saggiare quelle labbra morbide con piccoli baci a stampo, mentre con dita ora tremanti, continuava a carezzare con dolcezza la mano di Remus.
Furono sufficienti pochi secondi, prima che Remus si rilassasse davanti a quel nuovo contatto, serrando con forza gli occhi e schiudendo appena le labbra in un piccolo invito; Sirius non aspettò oltre prima di approfondire il bacio, andando a cercare con la propria lingua quella di Remus che esitante rispose timidamente al bacio, mentre la mano di Sirius scattava verso il capo del ragazzo, stringendolo in un presa ferrea e attirandolo ulteriormente verso di sé, sorridendo appena davanti ai gemiti soffocati di Remus e alle sue dita che ora stringevano con forza la divisa di Sirius, quasi avesse paura di vederlo allontanarsi da un momento all’altro.
“Quindi” ansimò Sirius, una volta che il bisogno d’ossigeno si era fatto tanto impellente da costringerli a separarsi, facendo scontrare la propria fronte con quella di Remus, che a fatica riusciva a trattenere uno splendido sorriso inebetito  “quindi, dal momento che non sei innamorato di me, presumo che tutto questo non ti sia piaciuto, che non c’è più motivo di ripeterlo…”
“NO!” tuonò Remus con urgenza, stringendo con maggior forza le vesti di Sirius, spinto da un bisogno quasi fisico “c-cioè, volevo dire, che forse… forse sono necessari ulteriori dati” biascicò imbarazzato, distogliendo lo sguardo da quello dell’amico, che gli sorrise con affetto.
“Ulteriori dati, eh?” ripetè Sirius, posando due piccoli baci agli angoli della bocca di  Remus “credo vada bene” concluse, sollevandosi dal corpo del ragazzo e rimettendosi in piedi “effettivamente credo che sarà necessario ripetere più volte l’esperimento”
“Per sicurezza!” concordò Remus, annuendo, mentre Sirius gli rivolgeva il suo sorriso più malandrino.
“Credo che sia caso di iniziare già da domani” proseguì Sirius, stiracchiandosi e avvicinandosi alla scalinata che portava ai dormitori “e, Remus” lo chiamò, fermo sul primo gradino.
Remus si voltò ad osservarlo “Si?”
“Penso che, una volta che tu ti sentirai pronto, naturalmente, potremmo discutere anche del tuo altro segreto” esclamò Sirius con serietà “ma per quello dovremmo chiamare anche James e Peter, non credi?” propose, sorridendo davanti all’espressione sconvolta di Remus, che si limitò a balbettare una serie sconnessa di parole.
“Buona notte, lupacchiotto” lo salutò Sirius, facendogli un sorrisetto complice, prima di sparire su per la scala a chiocciola.
Remus lo osservò pietrificato, totalmente impossibilitato a muoversi, mentre la scarica di panico che aveva provato poco prima lentamente scemava.
Con un sospiro si rimise comodo sulla poltrona, osservando con aria pensosa il fuoco che ancora scoppiettava nel caminetto, le dita che tracciavano con gentilezza il contorno delle labbra ancora umide dei baci di Sirius, mentre le sue ultime parole gli rimbombavano nella mente.
Sì, si disse Remus con un sorriso felice, decisamente aveva sottovalutato Sirius Black.
  
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