Cara mamma, ancora una volta mi sono preso la libertà di scriverti poche righe. Spero, innanzitutto che non ricorderai le mie parole come futili incisioni d’inchiostro. In realtà ho voluto che fossero un po’ la traduzione, approssimata e maldestra dei sentimenti che nutro nei tuoi confronti. Ti confesso che mille volte ho cercato di figurarmi il momento della tua nascita e l’immagine che si focalizzava ad inebriarmi la mente, era sempre la medesima: un pannello bianco dalle sfumature rosee su cui è proiettata la sagoma di un essere minuto da cui trapela una grande forza d’animo. Oggi quell’ombra non è più ritratta su una superficie bianca, lo sfondo si è colorato di tante sfumature da cui spiccano anche quelle più scure ed accanto ad essa vi sono altre proiezioni. Eppure di fianco ad un’immagine cosi distaccata dalla precedente c’è qualcosa che accomuna i due pannelli: la forza d’animo è sempre presente. Quella fiaccola che dapprima pareva uno spiraglio è divenuta una fiamma che non si è mai spenta. Anche quando sulla tela è calata l’oscurità della notta, il colore della forza non ha mai smesso di caratterizzare il quadro, ansi si è accentuato ancor di più. Il dipinto che ti ho appena descritto rappresenta la tua vita: una storia in un disegno che non smetterò mai di osservare e di esaltarne l’autore. Te stessa. Ti chiedo dunque come tale di non disprezzare mai la tua opera perché anche se non sarà poi la più bella ti appartiene. E solo per tale motivo non finirò mai di decantarne le lodi. Infine ti prego di non smettere di completare il quadro senza tutta la passione, la pazienza e la forza che hai dimostrato nel forgiare questo capolavoro. Se non ti spiace vorrei aggiungere che accanto alla tua sagoma vi è la mia proiezione. Non dimenticartelo, anche se un giorno potrai pensare che si è sbiadita, è sempre li. Ti auguro di vivere giorni felici per sempre perché lo meriti. Sei una grande persona, donna e soprattutto MAMMA.