Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: PinkBubble    06/07/2013    4 recensioni
-... Se non fossi venuta a ficcanasare inutilmente, ora, non saremmo chiusi qui dentro!E togli quelle scarpe lerce dalla tavoletta del cesso!
Inginocchiata in equilibrio precario sopra il water lancio ad Harold Luke uno sguardo di pura insofferenza.
-Io? Colpa TUA. Tu Tarzan, io Jane, ok?
Harold ride, lanciandomi uno sguardo di pura sufficienza –Più che Jane, mi ricordi un po’ Cita, se proprio vuoi saperlo.
Mi sorprendo ad immaginarlo impiccato alla tenda della doccia. Ecco. COSI', mi piacerebbe decisamente di più. Razza di coglione.

Sidney Harrington è inglese, snobista, anticonvenzionale; ed è stata appena catapultata in un'Università che DETESTA. Il suo obiettivo è uno, ed uno soltanto: riuscire a tornarsene a casa.
Harold Luke è mostruosamente bello, poco acuto e col cuore in pezzi. Il suo obiettivo è uno, ed uno soltanto: riconquistare il cuore dell'amata Ellen, che lo ha miseramente abbandonato.
E se la soluzione ai loro problemi fosse.......? Un 'bizzarro' contratto di mutuo soccorso?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PROLOGO.


Chiudendomi la porta dietro le spalle, finalmente, sento di poter tirare un sospiro di sollievo.
Che liberazione.
Questo è il primo, vero ed unico momento di tranquillità della serata, penso strofinandomi le mani sotto il getto di fresca acqua corroborante del lavandino. In realtà, è abbastanza emblematico che una simile,  tempestiva condizione di “Nirvana” sia stata raggiunta soltanto tra le quattro pareti di un WC. Ma non ha importanza.
Mi fisso nello specchio, con una smorfia nauseata. Che schifo. Quei deficienti degli amici di Cassidy mi hanno spruzzata di birra da capo a piedi, e sono assolutamente improponibile con tutti i capelli fradici e la mia maglietta preferita macchiata a morte.
Mi viene da piangere. E se non fossi una Iron Woman temprata alle peggiori sofferenze, beh, credetemi...LO FAREI.

Che diavolo mi è venuto in mente di lasciarmi convincere dai miei a seguire le orme di mia sorella, iscrivendomi all’Università della CALIFORNIA, distaccamento di Los Angeles ?
Andiamo! Io sono inglese! Abituata alla sobrietà, al rigore, al grigiore un po’ triste ma anche squisitamente tranquillizzante degli squarci Londinesi. Non riuscirò mai ad ambientarmi, in questo patinato universo di superficialità.

Sì, è vero. L’Università della California si è piazzata al primo posto nella graduatoria eco-sostenibile, ed un’ambientalista come me non poteva lasciarsi scappare la possibilità di studiare qui “Public Health”.. senza contare che, i miei, hanno tanto insistito perché venissi a fare compagnia a Cassie, povera principessina sola al mondo, esiliata “a soffrire” tra surfisti palestrati  mente il resto del suo parentado vive ancora nel Regno Unito...
ma allora perché questo groppo in gola?

Forse, perché ho lasciato i miei genitori, il mio mondo, la mia migliore amica Gina, e con lei le nostre magiche serate di risate e confidenze a Camden Town? Forse, perché appena prima che partissi Lawrence, il mio ragazzo, mi ha mollata per la prima  sciacquetta dalla facile apertura alare incontrata sulla propria strada?
C’è un po’ di niente e un po’ di tutto, in questo momento, dentro al mio cuore; ma, soprattutto, dentro ai miei occhi, che improvvisamente divengono sospettosamente lucidi.

No, ti prego, Sidney....non adesso! NON piangere!

Proprio mentre sto per scoppiare in lacrime, la porta del bagno-
un tranquillo, intimo bagno, situato al piano di sopra del dormitorio degli UCLA Bruins,  in cui sino ad un istante prima credevo di essere completamente al sicuro-, si spalanca, richiudendosi con altrettanta velocità. E’ un istante. La maniglia, vecchia ed arrugginita, schizza via come una cavalletta impazzita, irrimediabilmente spaccata dalla forza animalesca della sordida creatura inaspettatamente sopraggiunta, privandomi istantaneamente di qualsiasi speranza di salvezza.

-E tu che cazzo ci fai qui? – Harold Luke- il più spregevole, sordido verme che, da quando sono qui (ossia da ventiquattro ore) mi sia stato presentato da quella snaturata di mia sorella Cassie- mi lancia uno sguardo disgustato.
 Oh merda! Sono chiusa dentro!
Ed è anche peggio...
Non da sola!
 

 
 
***
 
 
-Porca troia, chi ti ha dato il diritto di entrare al piano di sopra? Questo è un dormitorio, non una balera! Se non fossi venuta a ficcanasare inutilmente, ora, non saremmo chiusi qui!E togli quelle scarpe lerce dalla tavoletta del cesso!

Inginocchiata in equilibrio precario sopra il water (no, perché, sia chiaro... cogitare di appoggiare anche solo la superficie dei miei jeans sul suddetto ricettacolo di batteri, non meno invertebrati degli abitanti cerebro esenti di questo dormitorio, da cui inequivocabilmente provengono, è semplicemente fuori discussione) lancio ad Harold Luke uno sguardo di pura insofferenza.

Mi sono ritrovata spesso ad avere a che fare anche al Liceo con creature del suo rango: ragazzi stupidi, pompati e con un bel faccino, che credono di aver il diritto di fare il bello ed il cattivo tempo soltanto perché hanno successo nello sport e stuoli di oche ai loro piedi. In una parola...INSOPPORTABILI! Ma so come trattarli...

-IO? Se TU non fossi entrato in bagno proprio mentre IO lo avevo occupato, tutto questo NON sarebbe successo, ok? – Grido, scattando in piedi e mulinando improvvisamente il mio indice dall’unghia rigorosamente mangiucchiata a pochi centimetri dal suo nasino dipinto, con aria minacciosa – chi ha chiuso la porta con tanta delicatezza da far saltare la maniglia? TU. Chi si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato? TU. Chi doveva essere alla festa a pomiciare anziché giocare a far finta di avere delle sinapsi funzionanti? TU. Quindi, colpa TUA. Tu Tarzan, io Jane, ok?
Harold ride, lanciandomi uno sguardo di pura sufficienza. 
–Più che Jane, mi ricordi un po’ Cita, se proprio vuoi saperlo.
Mi sorprendo ad immaginarlo impiccato alla tenda della doccia. Ecco. Così, mi piacerebbe decisamente di più. Razza di coglione!

-Luke...ma vaffanculo! Detto col cuore- Sibilo, reprimendo il folle desiderio di  strappargli i testicoli con le mie mani.
-Ma dai. Quanto sei acida. Si scherza. E comunque, sei tu che hai iniziato con le offese. Io non devo fingere niente. Solo non sono in vena di festeggiare, ok?- Harold si acquatta per terra, incrociando le braccia possenti sul petto. Ha le gambe lunghe e delle belle caviglie sottili. Fanculo. Non devo neppure guardarlo! - Per questo ho pregato Albert di tenere gli invitati al piano di sotto.   Ma a quanto pare, c’è chi se n’è fregato altamente delle raccomandazioni, ed ha invaso la proprietà privata.
Incrocio gli occhi con aria spazientita, chiedendomi seriamente se si impegni a sembrare un deficiente completo o se la natura sia stata realmente così ingrata con lui. Quanto la fa lunga, che diamine! Per essere un Quarterback,- fascinoso , dissoluto e sciupa femmine-, è veramente una pizza!
-Ma quale proprietà privata?- Ringhio, a denti stretti – Ho “osato” soltanto entrare in un gabinetto, per cercare di togliermi di dosso la schifosa birra che  quei deficienti dei tuoi compari mi hanno schizzato contro. Quello al piano di sotto era occupato: Wayne Martinez stava  vomitando pure il cenone natalizio, con tutto l’alcool che aveva in corpo. E’ stato Albert a dirmi che potevo salire al piano superiore...

Harold mi guarda come se , in conseguenza ad uno strano sortilegio occulto, avessi iniziato improvvisamente a pontificare in aramaico.  Santo cielo. Deve realmente albergare il vuoto cosmico nella sua scatola cranica.

-Ma porca eva. Uno non si può neanche deprimere per i fatti suoi che la matricola più insopportabile del Campus, catapultata di fresco da Inglesilandia, non solo anziché volare basso si permette di violare il mio perimetro, ma addirittura di fare apprezzamenti sulla mia attività neuronale! Sappi che sono profondamente offeso!
Con un sorrisetto divertito, lo squadro da capo a piedi.
-Devo ammettere che mi hai sorpreso, testa di legno..- osservo, affibbiando ad Harold un’ironica pacca sula spalla – non credevo neppure che uno scimmione come te potesse essere in grado di costruire un enunciato  che andasse al di là della semplice frase minima. Usiamo pure gli avverbi, per la miseria! Proprio non me lo aspettavo!
Harold scatta in piedi come punto da una vespa, per poi rivolgermi uno sguardo a tal punto carico d’odio, da risultare potenzialmente in grado di abbattere un baobab dalle radici secolari, in un solo battito di ciglia.
-Fottiti.
- Con piacere. E quella acida sarei io...?-  sghignazzo, divertita –oh, insomma. E poi, si può sapere perché saresti depresso?
-Io ed Ellen ci siamo lasciati.
Harold tiene ora lo sguardo basso, e per un attimo inizio a temere vivamente che stia per scoppiare a piangere. Ci manca solo che debba mettermi a consolarlo, per completare l’infelice quadro della serata! NON SE NE PARLA! Va bene il paternalismo umanitario dettato dalla nostra comune condizione di prigionieri in un bagno di un metro per un metro,  va bene la solidarietà per i meno fortunati  (in questo caso, lui, dotato di strutture cognitive evidentemente menomate) : ma quel che è troppo è troppo.
-Ellen?- Borbotto, riuscendo a stento a trattenere risatine sarcastiche -..ma chi...quella stangona che era appesa al tuo braccio sino a ieri che mi ha guardata come se puzzassi, con più silicone disseminato per il corpo che vasi sanguinei? – Alzo gli occhi al cielo, sconfitta. Possibile che gli uomini siano tutti UGUALI?
-In effetti, aveva tutta l’aria del potenziale premio Nobel. Un grande perdita , non c’è che dire.

Non ho ancora finito di parlare che Harold mi afferra per un braccio, incarognito. Oh-oh! Deduco che devo averla fatta grossa!

-NON ti azzardare a parlare PIU’ di lei in questi termini, razza di rospetto! Mi hai capito?- Ringhia, imbufalito – dovresti solo pregare la tua buona stella di svegliarti un giorno assomigliando un po’ di più ad Ellen. Quindi ficcatelo in testa e chiudi il becco, MELBOURNE.
Mi libero dalla sua presa con uno strattone violento, a mia volta profondamente irritata. Scherziamo? La mia pazienza ha un limite. Ed il suddetto limite è stato abbondantemente superato!

-PREGO?- Grido, afferrandolo per il polso con una forza insospettabile, per uno scricciolo della mia taglia- Non vorrei neppure tra quattro triliardi di secoli somigliare a quel cavallo antropomorfo, mio CARO, se proprio vuoi saperlo. In più, quando io sarò diventata un’accreditata scienziata ambientalista, quella sgallettata potrà al massimo ambire a servire frittelle in un fast food. Questo è quanto. Eh ah, per l’ultima volta. Non chiamarmi Melbourne, cristo santo! Il mio nome è SIDNEY!
-Bah, come vuoi..- Harold si passa una mano tra i folti capelli biondi, ridacchiando in modo insopportabile. Non c’è che dire. Si è rapidamente ripreso dall’indignazione suscitata dai miei insulti alla sua amata ELLEN. Ha la profondità emotiva di un sottobicchiere - Sempre un nome orripilante resta. No, ma... davvero. Spiegami: i tuoi genitori si erano fatti un acido prima di battezzarti? Sono di origini australiane o volevano semplicemente fare sapere a tutti che hanno scopato tra i canguri?
Sbarro gli occhi, traumatizzata. DEVO MANTENERE LA CALMA.

Ora. Procediamo con ordine.
Uno.Se non mi tirano in fretta fuori di qui faccio, una strage.
Due.Harold Luke diventa, ogni secondo che passa, sempre maggiormente esposto al rischio di una morte violenta.
Tre.Porca miseria. Se non avessi ascoltato mio padre. Se mia sorella non si fosse fidanzata con il center dei Bruins. Se non mi fossi fatta trascinare alla festa. Se il bagno al piano di sotto non fosse stato occupato da quel fantoccio ubriaco di Martinez.
Se, se, ancora se!Periodo ipotetico dell’irrealtà! Tutte queste circostanze si sono ormai irreparabilmente verificate. Ed IO, ora, sono chiusa dentro! Ma....
Forse è il caso di fare un passo indietro.
Com’è iniziato, tutto sto’, incubo??

 

 




Salve *W* Troppo tempo che non scrivo un'originale. DECISAMENTE, TROPPO.
Spero dunque nella vostra clemenza xD
Sarò grata anche solo a chi aprirà questo abominio per sbaglio.
Lots of Love

Mardy___
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: PinkBubble