Admit
it
But I guess that doesn’t cut it
Almost loved you
I almost wish you would’ve loved me too.
Quella
mattina, Fionna si era svegliata decisamente con il piede sbagliato.
Era
impossibile non accorgersene: non faceva altro che gironzolare per
tutta la
casa tirando calci ai muri o contro il divano, oppure, se
c’era troppo silenzio
intorno a lei, lo rompeva immediatamente con imprecazioni colorite e
assolutamente poco consone a una fanciulla. Non che di solito fosse una
persona
tranquilla, anzi; semplicemente, quel giorno sembrava una bomba a
orologeria
pronta ad esplodere da un momento all’altro.
Cake
cominciò a preoccuparsi seriamente della salute mentale
della sua padroncina
quando, verso mezzogiorno, il principe Gumball bussò alla
porta per invitarle a
fare un picnic. Prima che la gatta potesse andare ad aprire, Fionna si
era
precipitata sull’uscio, aveva tirato un pugno contro la porta
e si era messa a
urlare.
-Tornatene
da dove sei venuto, stronzo!
L’hai
capito o no che io non ti voglio vedere?!-
Dopodiché
era scappata al piano di sopra, lasciando Cake da sola a cercare di
scusarsi
con il principe, che evidentemente non era abituato ad essere chiamato
in quel
modo.
-Ho…
fatto qualcosa di male, per caso?- chiese.
-Uh,
non preoccuparti, Gumball.- rispose la gatta, sospirando. -Non
è colpa tua,
credo che ti abbia scambiato per, uhm, qualcun altro. Sai
com’è, le ragazze a
quest’età sono fatte così, sempre in
tempesta ormonale. Passerà.-
O
almeno, così si augurava Cake, mentre salutava il principe.
Di certo non
avrebbe passato l’intera giornata a scusarsi con le vittime
dell’ira della sua
padrona.
Fionna
passò una buona mezz’ora a tirare pugni a un
povero cuscino capitatole disgraziatamente
tra le mani, ma si sentiva comunque piena di rabbia. Si
lasciò cadere sul letto
con un sospiro e poi chiuse gli occhi, cercando di calmarsi.
Tutta colpa di quel vampiro
presuntuoso.
Non
aveva voluto più vederlo da quella sera al cimitero, quando
aveva prima rapito
la sua gatta e poi si era finto morto. Non solo l’aveva presa
in giro in modo
terribile, ma aveva fatto una cosa imperdonabile: l’aveva
fatta sembrare una ragazza
debole. Una ragazza che giocava a fare la dura, quando in
realtà era più fragile di una bambola di
porcellana.
Io non sono
debole! Schifoso
d’un vampiro!
Non
che Marshall non avesse cercato di farsi perdonare, seppure con i suoi
modi decisamente stravaganti: passava
tutti i giorni davanti casa sua, suonando alcune canzoni scritte da
lui, oppure
lasciandole dei bigliettini in cui le chiedeva di fare pace. Due giorni
prima
si era addirittura presentato con una torta dall’aspetto
terribile,
probabilmente fatta da lui, ma Fionna non si era fatta impietosire e
gli aveva
chiuso la porta in faccia. Non poteva negare che, in fondo, ricevere
tutte quelle attenzioni non le dispiacesse, ma non sopportava il modo
in cui lui faceva finta che non fosse successo niente. Per chi l'aveva
presa, per una stupida? Il fatto che lei fosse una delle poche persone
a gradire la compagnia di un vampiro non lo autorizzava di certo a
giocare con i suoi sentimenti.
-Nessuno
può permettersi di trattarmi così, nessuno!-
esclamò, mettendosi a sedere di scatto. –Ora vado
a cercarlo e poi gli faccio vedere io se…-
-Ahi,
ahi, calmati, Fionna. Non hai combinato già abbastanza guai
oggi?-
La
ragazza si guardò intorno, confusa. Credeva che nella stanza
non ci fosse
nessun altro, a parte lei: d’altro canto, quella era la sua stanza.
-Sono
dietro di te.-
Fionna,
colta di sorpresa, urlò e cadde a terra con un balzo. Una
volta ripresasi,
afferrò la sua spada e con un gesto fulmineo la
puntò verso…
-Marshall?! Ma cosa…-
Il
vampiro era seduto a gambe incrociate sul letto, e le sue labbra erano
distese
in un sorriso impertinente. Fionna alzò gli occhi dal cielo,
poi, resistendo
all’impulso di piantargliela nel petto, mise a posto la sua
spada. Non poteva
crederci, era stato capace persino di fare irruzione dentro casa sua! Nella sua stanza!
-Cosa
vuoi, Marshall? Mi hai fatto prendere un colpo. Spero che tu abbia un
motivo
davvero valido per intrufolarti dentro casa mia.-
Il
tono della sua voce risultò molto meno seccato di quanto
avrebbe voluto, e
Marshall dovette accorgersene, perché scoppiò in
una risata fragorosa.
-Fingi
di essere arrabbiata con me, piccola brava ragazza?-
Fionna
sentì le guance avvampare.
-Smettila!-
esclamò.
-Di
fare cosa?-
-Di…
oh, insomma, di essere così!-
-Così come?-
-Insomma, basta! Mi stai facendo impazzire!- gridò la
ragazza,
portandosi le mani sul capo. Era decisamente arrivata al limite della
sopportazione.
-Si
può sapere che altro vuoi da me, dopo quello che hai
combinato al cimitero? Esci
da questa stanza ora!-
Marshall,
però, non aveva nessuna intenzione di andare via.
Fluttuò verso di lei, finché
il suo volto non si trovò a pochissima distanza da quello
della ragazza. Fionna
non si mosse di un millimetro, mentre il vampiro si faceva
improvvisamente
serio.
-Ammetti
di esserti innamorata di me, e io vado via.-
La
ragazza fece una smorfia. Marshall Lee, il Re dei Vampiri, voleva
davvero
sapere una cosa del genere? Forse l’immortalità lo
aveva fatto impazzire.
O forse ha
semplicemente
ragione lui,
Fionna
scosse la testa, scacciando quel pensiero. Come le veniva in mente una
stupidaggine del genere? Se in quel momento si sentiva a disagio era
solo e
soltanto perché quell’odioso si divertiva a
metterla in imbarazzo. Incrociò le
braccia e sostenne lo sguardo penetrante del vampiro, maledicendo il
rossore che
le era spuntato sulle guance.
-Io,
innamorata di te? Cioè, sul serio, credi davvero che
io…-
Prima
che riuscisse anche solo a finire la frase, si ritrovò le
labbra di Marshall
premute sulle sue. Il primo impulso fu quello di staccarsi, ma il
vampiro le
teneva saldamente il viso tra le mani gelide. La ragazza oppose una
debole
resistenza, poi, lentamente, si lasciò andare. In seguito,
non sarebbe stata in
grado di riportare alla mente la sensazione confusa che
provò in quel momento,
né quali fossero stati i suoi pensieri: l’unica
cosa che ricordava con
precisione era il freddo delle labbra di Marshall a contatto con le
sue,
bollenti. Quando finalmente si staccò, non poté
fare a meno di guardare il
vampiro con aria sconvolta; non si sarebbe mai aspettata un
bacio, nemmeno da uno scellerato come lui.
Istintivamente,
Fionna si portò una mano sulle labbra, arrossendo.
Marshall,
come da manuale, scoppiò di nuovo a ridere.
-E’
esattamente la reazione che mi aspettavo. Ci vediamo, Fionna!-
Detto
questo, agitò la mano in segno di saluto e
fluttuò fuori dalla finestra,
lasciando la ragazza da sola, più confusa che mai. Fionna
non riusciva a crederci, l'aveva fatto di nuovo: le sue sicurezze
avevano vacillato, per lasciare spazio ad una sola, enorme
consapevolezza. La vocina nella testa della ragazza si fece sempre
più insistente.
Vedi che ha ragione lui? Sei innamorata!