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Autore: sallythecountess    06/07/2013    4 recensioni
A qualche anno dal loro "matrimonio-non matrimonio" i due immaturi, irresponsabili e egomaniaci ritornano a far danni. Questa volta, tra bambini, baci saffici, sbronze con ottuagenari e liti familiari, si ritroveranno a fare i conti con un problema ben più serio: diventare adulti.
Ricordo a tutti che questa storia è il sequel di "La ragazza di Tokyo" che potete leggere qui: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo 1: due bambini.

 

Era notte fonda a Parigi. Le campane della Basilique du sacré-cœur avevano appena suonato un rintocco soltanto, e le strade della metropoli francese erano quasi deserte. Pioveva a dirotto, e faceva anche molto freddo per essere giugno. L'estate tanto annunciata sembrava essere un'utopia e le poche persone in strada giravano con le galosce e gli impermeabili. Laurent Dubois, invece, se ne andava in giro senza neanche un ombrello, godendosi l'acqua sulla pelle. Rientrava a casa preoccupato e stanchissimo. Non riusciva neanche più a ricordare da quanto tempo non dormiva per otto ore di seguito, e sembrava che fosse passato un secolo dall'ultima volta che aveva fatto l'amore con lei. Già, lei, quella lei che la notte prima gli aveva intimato di dormire sul divano e che al mattino non era neanche andata a dargli il buongiorno. Bello schifo. Provò a tornare con la mente ai tempi sereni, quelli in cui c'erano solo loro due, e un moto d'amarezza lo invase. Sembravano passati secoli. Si erano amati molto negli ultimi anni, avevano avuto i loro alti e bassi, come tutto il mondo d'altronde, ma erano rimasti insieme. C'erano state lunghe liti e romantiche riappacificazioni, ma da quando erano arrivati i bambini era cambiato tutto. All'inizio c'era stato un momento dolce e bellissimo in cui sembravano proprio una famiglia felice, poi col tempo era diventato un incubo: discutevano per ogni inezia, e quei ragazzini non gli davano mai tregua.

Sospirando mise la chiave nella serratura e esitò per un istante, chiedendosi se l'avrebbe trovata sveglia ad aspettarlo con la spada sguainata, o meno. Non aveva voglia di litigarci, però era triste essere ignorato. Eppure lo aspettava una grandissima sorpresa. La casa era ancora totalmente illuminata, e la leggera musica che pervadeva l'aria fece sorridere lo chef. Era sveglia, ed evidentemente di buonumore. Non ci mise molto a trovarla: ovviamente era in cucina. Lor le sorrise, cercando di fare meno rumore possibile, e per un istante rimase a guardarla: era stanca morta, e sbadigliava di tanto in tanto, ma continuava a concentrarsi sulle verdure. Ovviamente non aveva l'anello, ma stava cucinando, quindi era prevedibile. Continuava ad affettare montagne di zucchine, melanzane e carote guardando di tanto in tanto l'orologio con apprensione.

Ciao...” le sussurrò dolcemente, senza sapere bene cosa aspettarsi, e Alice sorridendo rispose “hey...non ti ho sentito arrivare.”

Per un attimo non seppe cosa fare, rimasero in silenzio a fissare le verdure, senza neanche guardarsi, poi facendosi coraggio Lor chiese “Perchè le verdure?Non sei un mio sguattero, non sei tenuta a farmele trovare tagliate e pulite, però grazie, mi hai risparmiato un sacco di tempo.”

Mi...mi avevi detto che volevi preparare la ratuille ai bambini per il pranzo di domani, e dato che si è fatto tardi ho pensato di aiutarti...”

Oh” Rispose un po' confuso, perchè davvero questa cosa non se la ricordava, e Alice sorridendo dolcemente sussurrò “hai cenato?”

Un po' triste le porse un sacchetto e sbuffando le confessò “non sapevo se mi avresti aspettato o meno, ma ho pensato comunque di portarti qualcosa. Nella peggiore delle ipotesi l'avrei mangiato in solitudine, meditando tristemente sulla vita. C'è anche la torta al cioccolato, comunque.”

Solo allora la sua piccolina si sciolse in un sorriso. Lui voleva chiaramente fare pace, e anche lei soffriva, quindi fece il primo passo: si avvicinò al suo corpo e accarezzandogli il viso sussurrò “è ovvio che ti ho aspettato. Ti aspetto tutte le sere da quanto? Cinque anni?Di certo non smetto perchè siamo stanchi e un po' stressati.”

Quel piccolo gesto così dolce diede letteralmente fuoco agli istinti già altamente infiammabili dello chef, che per tutta risposta la tirò contro il suo corpo e cominciò a baciarla con passione.

Mi dispiace, mi dispiace per tutto...”sussurrò lei senza fiato, ma il suo uomo continuando a baciarla rispose “amore non importa...siamo solo stanchi, come dicevi tu. Je t'aime Aliss...”

Mi uccidi se ti confesso una cosa?”

Lor la stava baciando in quel momento, e immediatamente si allontanò allarmato, ma Alice con un sorriso colpevole aggiunse “io non me lo ricordo perchè abbiamo litigato!”

Lor scoppiò a ridere allora, e aggiunse sconvolto “Neanche io! Mi sono trovato sul divano stamattina e neanche avevo idea del perchè! E mi aspettavo di vederti, ma tu non sei venuta e ho pensato che fossi arrabbiata!”

Non ha suonato la sveglia...ma tu non mi hai chiamata e...”

Lor allora le tappò la bocca con un lungo bacio, e smisero di parlare. Era da tanto che non si lasciavano andare, probabilmente troppo dato che non facevano che litigare. E così finirono distesi a fare l'amore sul tavolo, e per i primi cinque minuti fu tutto bellissimo...poi un piccolo dittatore iniziò a strillare “Mammaaa!” E furono costretti a separarsi, loro malgrado.

No, vado io” sussurrò Lor ancora col fiatone, e chiaramente su di giri. Accarezzandole la guancia sussurrò “tu li sopporti già per tutto il giorno, il minimo che posso fare è aiutarti quando sono a casa. Se ti va riscalda la cena, ok? Non ci metterò molto...”

E questa frase così dolce, fece sorridere Alice, che ben presto si ritrovò davanti un problema ben più serio. Aveva iniziato a cuocere le verdure per la ratatuille, secondo la ricetta del suo meraviglioso chef personale, quando qualcuno alle sue spalle sussurrò “hey io ho fame.” Alice portò istintivamente gli occhi al cielo, perchè sapeva cosa sarebbe successo, ma sforzandosi di restare calma e dolce rispose “E cosa vuoi amore?”

Il bambino di tre anni e mezzo che ora la fronteggiava con molta grinta era letteralmente stupendo: lunghi capelli biondi e ricci, splendidi occhioni verdi limpidi, ma anche tremendamente vispi, un sorriso da malandrino e una meravigliosa pelle bianchissima.

Mmm...voglio le patatine!”

Ecco! E quel lungo teatrino ricominciava! Succedeva circa tre volte a settimana: il piccolo si svegliava per la fame e cominciava a litigare col cuoco di casa. Qual era l'argomento di discussione? Ma il cibo, ovviamente. Laurent cercava in ogni modo di far mangiare a quelle due piccole creaturine cibo sano e genuino, eppure malgrado tutti i loro sforzi, le due pesti sembravano volere solo le schifezze.

Oh conosci le regole: con chi devi parlare di queste cose?”

Rispose Alice col sorriso, e quel piccolo le mise il broncio, ma lei non ebbe molto tempo per pensarci: ben presto Lor si presentò in cucina con un bambino piccolo splendido aggrappato a quelle robuste spalle, e lei rimase senza fiato. Ormai c'era abituata a vederlo mentre li coccolava, li sgridava e giocava con loro, ma ogni volta quell'immagine le provocava qualche secondo di smarrimento. Una piccola vertigine dolce, che la spingeva a sorridere come un'imbecille. Non c'era niente da fare: Lor in versione genitore era letteralmente da perdere la testa! Parlava dolcemente con quell'altra sua piccola fotocopia, gli asciugava i lacrimoni dalle guance e gli faceva il solletico, o gli raccontava storie, per farlo calmare. Li guardava con un'espressione dolce da far paura, e sorrideva felice quando li fissava.

Solita riunione di famiglia, eh?”

Chiese, con fare seccato, accorgendosi di avere ospiti e l'altro bambino rispose “Ma io ho fame!”

O beh dovresti imparare a mangiare quello che cucino per te con tanto amore. Anzi, Aliss piccolo amore mio, abbassa la fiamma sotto quella ratatuille, non vogliamo mica friggerle le verdure.”

Scusa capo...”sussurrò lei dolcemente, ma Lor le inviò un bacio con la mano, prima di tornare a quell'altro piccolo nazista.

Allora, cosa vorresti magiare? Un bel frutto?”

Conosceva esattamente la risposta, ed erano mesi che inorridiva sentendola, ma ci provava sempre, pensando che chissà, magari un giorno l'avrebbe preso per sfinimento.

Voglio una merendina è tantissimo che non ne mangio una!”

Rispose il bambino, sempre più arrabbiato, e Alice si mise a ridere; anche a lei mancavano le merendine, ma Lor proprio le detestava e non avrebbero mai potuto entrare in casa loro quei “ridicoli ammassi di grassi aromatizzati”.

E questo ti ha garantito molti anni di vita in più, stanne pur certo! Allora...un po' di pane con la mia confettura di fragola?”

Bleah!”

Ribattè il piccolo testardo, e Alice continuò a ridacchiare senza farsi vedere.

Allora...ai!”Gridò all'improvviso, perchè quell'altro piccolo demonietto aveva iniziato a morderlo, ma non gli diede modo di riprenderlo, perchè iniziò a ridere a crepapelle, e quella risata era così tenera da stampargli un sorriso idiota in viso.

Addirittura? Fa così schifo quello che cucino da spingervi al cannibalismo?E' grave questa cosa...”

Rispose, facendo il solletico ad entrambi, poi dolcemente aggiunse “E va bene...fortuna che sono un uomo previdente: vi concedo di mangiare un pezzetto della mia torta al cioccolato...va bene?”

Ed entrambi i piccoli diavoletti esultarono. E così la famiglia Dubois finì intorno al tavolo, e Alice con molta astuzia riuscì a far rimpinzare i due ragazzini di cose sane, mentre Lor la fissava estasiato. Diceva sempre di non saper fare la madre, di non avere l'istinto materno, eppure con quei ragazzini era fantastica: li rimproverava spesso, ma riusciva comunque a fargli fare ciò che voleva. Lo sguardo di Alice, però, fu calamitato da altro, da una cosa che la faceva sempre sorridere: Lor si era tirato su le maniche della camicia e quel suo bellissimo tatuaggio a forma di piuma era completamente in vista. Era una specie di bracciale che gli circondava il polso, abbastanza spesso da essere inequivocabile.

Come sempre, Alice non potè trattenersi: accarezzò dolcemente quel polso così vigoroso e lui sorridendo le sussurrò “Ancora una volta, mi dispiace...” Fecero per baciarsi, ma ovviamente i due demonietti erano contrari, così li separarono e li costrinsero a mangiare con loro e a rimandare una bellissima riappacificazione.

 

Nota dell'autrice:

E come promesso eccomi qua! Spero che continuiate a seguire anche questa storia, e vorrei al volo un commentino su questo primo capitolo. Che ne pensate?

 

   
 
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