Happy
birthday?
19 gennaio di un anno
non ben identificato. Taluni insinuano
che sia il 2008. Che sfacciati. U.U
Gaara stava tornando a
casa alle sette e mezzo di sera dopo
un’intensa giornata passata al corso di vivisezione di
bamboline voodoo.
(Vivisezione di bamboline voodoo?! NdCoraggiosi che stanno leggendo)
Sì,
proprio. Trattasi di un corso mirato all’apprendimento della
fabbricazione e
del successivo squartamento di bamboline voodoo, al fine di provocare
una morte
lenta e atroce delle persone ad esse collegate.
Ok, stava tornando dal
corso di recupero di matematica.
Insomma, il fatto
saliente è che stava tornando a casa, da
dove non ci interessa. Vi chiederete: ma che c’è
di tanto speciale nel tornare
a casa dopo un corso di recupero di matematica? Io lo faccio tutti i
giorni! O perlomeno,
le Autrici lo fanno tutti i giorni! Ma quello non era un giorno
qualunque, proprio
no. Quello era… l’anniversario del rapimento del
cugino di secondo grado dell’amico
di suo zio, ovvero Pino.
No.
Era semplicemente il
suo compleanno. Il punto è che nessuno
se n’era ricordato. Neanche lui, almeno finché non
aveva visto il diario con la
pagina segnata di rosso e una timida scritta “my
comple!”. In quel momento si
era reso conto che effettivamente compiva 16 anni. E nessuno gli aveva
fatto
gli auguri. L’unico che avrebbe potuto ricordarselo, il suo
grande amico nonché
compagno di idiozie Naruto Uzumaki, era a casa con la febbre. Inoltre
aveva
preso 4 al compito di latino. E per giunta era anche un tempo di merda.
E lui, da
bravo idiota, si era messo le Converse, che adesso erano fradice.
Insomma, la
giornata ideale.
“Eccheccacchio!
Fra l’altro, quel maledetto baka di mio
fratello mi ha anche svegliato con più crudeltà
del solito: non solo mi ha
appoggiato la sveglia all’orecchio fracassandomi un timpano,
non solo ha tirato
di sotto dalle scale le mie coperte, ma oltretutto mi ha anche sfilato
il
materasso di sotto la schiena lasciandomi sulle molle, che peraltro
erano dure!
E Temari, quella, quella… quella,
mi
ha bruciato le uova! E sapete perché?! Perché era
troppo impegnata a parlare al
telefono con quella larva perennemente in letargo di nome Shikamaru! Al
quale
vuole più bene che a me! Il suo fratellino! Ma dove sta la
giustizia?! Ora manca
solo che torni a casa e non trovi nulla da mangiare! …Oh,
cavolo! A questo
proposito è meglio che compri qualcosa strada
facendo…non si sa mai!”
Con questi tristi
pensieri nella testa e i girini nelle
scarpe, Gaara si appropinquava (Che parolona! ^.^) alla sua dimora.
Varcati i cancelli
della lussuosa magione (leggi:
appartamento al terzo piano), si trascinò, senza neanche
accendere la luce, con
l’intenzione di spaparanzarsi sul letto e dormire fino alla
mattina del giorno
dopo (Kankuro permettendo).
Ma in quel momento
accadde qualcosa che non si sarebbe mai
aspettato: il fantasma della sua defunta madre si ergeva davanti a lui,
e gli
diceva con voce soave:
“Gaaraaa…
buon compleannoooo… vieni con meee… ti
porterò in
un posto bellissimo, dove non esistono uova bruciate, 4 a latino,
fratelli
rompipalle… ci siamo solo io e te…”
No.
Non accadde niente del
genere. Semplicemente si accese la luce.
Da sola. Gaara si guardò attorno terrificato.
“Cazzo, ci mancavano anche i
ladri!”
Un lampo dai capelli
di un biondo improbabile gli si gettò
al collo.
“Auguri
Gaaraaaaaah!!!!”
Gaara si
guardò intorno stupito; vide Temari che reggeva
un’enorme
torta dall’aspetto non bruciacchiato, Kankuro un immenso
pacco (il quale
probabilmente conteneva un letto nuovo, a giudicare dalle molle che
trasparivano), e poi la larva di Shikamaru, e l’emo di merda
di Sasuke, la ragazza-confetto
Sakura, lo pseudo-filosofo fatalista di Neji, Tenten che gli sbavava
dietro, l’esagitato
di Lee, che brandiva un gigantesco cartello con la scritta
‘Buon compleanno,
100 di questi giorni, mantieni la tua giovinezza!’ (il che
era un controsenso
bello e buono, ma nessuno sembrava rendersene conto), e molti altri.
Lì. Per lui.
Naruto continuava a
stritolarlo urlandogli nell’orecchio
(quello della sveglia):
“Pensavi che
ce ne fossimo scordati?! Io mi sono addirittura
dato malato per organizzarti questa festa a sorpresa! Che ne pensi, eh?
Che ne
pensi??”
Gaara
sbatté un paio di volte le palpebre, con i lucciconi.
“…Grazie,
ragazzi, vi voglio bene.”
Wiwo: Happy
birthday to you…
Checchan: Happy
birthday to you…
Wiwo &
Checchan: Happy birthday Gaaruccio, happy birthday to youuuuuuu!!!
Gaara:
…Fuck you!
Wiwo
& Checchan: Ma brutto…
Gaara:
Dai, scherzavo ragazze. Vi vu
bi.