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Autore: Amor31    06/07/2013    7 recensioni
Possibile che Trent avesse deciso di rincasare più tardi proprio quella sera?
Gwen controllò di nuovo il cellulare e guardò l'orologio per l'ennesima volta.
No, il chitarrista avrebbe pagato per quell'imperdonabile mancanza.
- SongFic sulle note di Ennio Morricone -
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Trent | Coppie: Trent/Gwen
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Your love

Quella sera Gwen era tornata a casa in anticipo da lavoro. Aveva programmato una bella cenetta per festeggiare l’ultimo successo di Trent e si era preoccupata di stipare il frigorifero di cibi ricercati e costosi, pur di dimostrare all’amato quanto importante fosse per lei la nuova vita che stavano affrontando insieme.
Entrò nell’appartamento e si mise subito ai fornelli: l’orologio stava battendo in quel momento le sette e il compagno avrebbe fatto rientro non prima delle otto e trenta.
“Ho tutto il tempo necessario. Ho proprio voglia di vedere che faccia farà di fronte alla tavola imbandita”, pensò Gwen sorridendo e mettendosi all’opera.
Di lì a poco la cucina si riempì di profumi invitanti e di vapore; la finestra che dava sulla strada venne spalancata e, affacciandosi, la ragazza non poté non notare una cerchia di gatti randagi miagolare in sua direzione.
-Vi piace il pesce, eh? Non preoccupatevi, lascerò qualcosa anche per voi-, disse pian piano tornando a cucinare.
Nell’arco di un’ora preparò tutto. Apparecchiò la tavola mentre due orate al cartoccio prendevano colore nel forno, poi preparò una salsa ed il contorno di verdure.
“Mmh, posso ritenermi soddisfatta”, sentenziò silenziosamente ammirando il risultato finale. “Ora è il mio turno: devo sistemarmi prima del suo arrivo”.
Si chiuse in bagno e fece una doccia rapida; non ancora asciugata e avvolta nell’accappatoio si diresse nella sua stanza e finì di prepararsi, prestando particolare attenzione al solito trucco.
“Perfetto! Non mi resta che aspettarlo”, pensò tornando in cucina.
“No… Forse manca qualcosa”.
Impiegò parecchi minuti prima di trovare quello che stava cercando, ma fu ripagata dei suoi sforzi: era riuscita a recuperare abbastanza candele con cui illuminare l’ambiente. Il tutto per un’atmosfera decisamente romantica.
“Questo è il tocco che farà svenire Trent”, sorrise tra sé e sé la ragazza, immaginando la reazione dell’amato.
Sedette a tavola ed aspettò, impaziente. Più volte gettò un’occhiata all’orologio: ormai erano le nove e del chitarrista ancora non c’era traccia.
“Lo avranno trattenuto più del solito… Dovrebbe essere a momenti”.
Trascorsero altri quindici, lunghissimi minuti; il silenzio regnava sovrano nell’appartamento e Gwen si sentì terribilmente sola, abbandonata a se stessa.
“Lo chiamo; non è possibile che ci metta così tanto!”.
Prese il cellulare e digitò il numero di Trent.
“La informiamo che il suo credito è terminato. Ricarichi al più presto per evitare l’annullamento della scheda telefonica”.
Quella voce, così fredda e asettica, la innervosì ulteriormente.
“D’accordo, allora. Proviamo con il fisso!”.
Un minuto dopo riabbassò la cornetta, furente: “Il cliente non era raggiungibile”.
“Ma dove si sarà cacciato? Sono le nove e mezza! A quest’ora sarebbe dovuto essere qui già da un bel pezzo!”.
Adirata come poche altre volte, Gwen uscì dalla cucina e si rifugiò nel piccolo salotto che da poco avevano arredato. Si gettò sul divano, prese il telecomando e accese a distanza il televisore.
“Guarda un po’ come ci si deve ridurre… Farsi tenere compagnia dalla tv! Impensabile”.
Seguì per alcuni minuti l’ultima edizione del telegiornale, poi cambiò canale: in onda c’erano una fiction che non era mai riuscita a sopportare, una partita di hockey, un cartoon dall’aria tipicamente giapponese e un film non meglio identificato.
“Sarà la solita commedia romantica e strappalacrime; roba da far cariare i denti. Ma a questo punto non mi rimane altra scelta”.
La storia doveva essere iniziata da poco, perché la trama appariva fin troppo chiara. Eppure Gwen si fece trasportare dalle atmosfere del film e non si perse un secondo della trasmissione, riuscendo perfino a dimenticarsi del ritorno di Trent.
L’ultima volta che controllò l’ora, si accorse che l’orologio segnava le dieci. Poi il sonno prese il sopravvento e la ragazza si stese senza troppi complimenti sul divano, chiudendo gli occhi cullata dalle parole smielate dei protagonisti del film in tv.




 
-Sono a casa. Gwen, ci sei?-.
La chiave scattò nella serratura della porta, richiusa nell’istante successivo, e Trent entrò nell’appartamento. Vedendo la scia luminosa delle candele, un’immagine non troppo casta fece capolino tra i suoi pensieri e si diresse di corsa in cucina, trovandola però buia.
-Gwen?-, chiamò di nuovo.
Entrò pian piano in salotto e si avvicinò al divano. Sorrise nell’ammirare la sua ragazza addormentata: era ancor più bella del solito.
-Dormi pure, amore mio-, le sussurrò dolcemente nell’orecchio.
-Sei arrivato, finalmente-, replicò sommessamente lei, aprendo a fatica gli occhi.
-Ehi, sei un’ottima attrice-, le disse il giovane.
-Ma quale attrice! Ti ho aspettato fino ad adesso e mi sono appisolata… A proposito, che ora è?-.
-Sono quasi le undici-.
-Come mai tutto questo ritardo?-.
-Mi sono portato avanti con il lavoro di domani. Ho inciso due brani in più rispetto a quelli programmati-.
-E pensare che sono uscita prima proprio per prepararti la cena! Adesso quel pesce sarà immangiabile!-.
-Sono sicuro che ti sbagli-.
-Oh, certo. Anche perché ti costringerò a mandarlo giù, dovessi ricorrere alle maniere forti-.
-Va bene, allora. Andiamo a tavola-, rise il ragazzo precedendola in cucina.
Nonostante il pasto non fosse più molto appetitoso, la fame dei due rese tutto perfetto.
-Complimenti, Gwen. Hai superato te stessa-.
-Non pensare di cavartela così. Mi importa poco delle tue lodi-.
-Come posso farmi perdonare?-.
-Avrei già un’idea…-, disse maliziosa.
-E sarebbe?-, domandò Trent sorridendo alla piccola provocazione.
-Tocca a te scoprirla-, replicò Gwen alzandosi e andandosene.
-Sfida accettata-, disse sottovoce il chitarrista seguendola.
Entrò in camera da letto e vide la ragazza affaccendarsi con una vecchia radio che Trent aveva ricevuto in dono dai genitori anni prima. Le si avvicinò e le chiese che cosa avesse intenzione di fare.
-Volevo sentire della musica. Sento il bisogno di una colonna sonora per questa serata-.
Il compagno riuscì a metterla in funzione e Gwen impostò le varie emittenti, finché non trovò la canzone adatta a loro due.
 
I woke and you were there
beside me in the night.
You touched me and calmed my fear,
turned darkness into light

-Questa mi piace-, mormorò la ragazza riducendo la distanza che la separava da Trent. -È perfetta-.
-Concordo-, rispose l’altro poggiandole le mani sui fianchi e accennando un passo di danza.
-Sei l’unico con cui riesco ad essere pienamente me stessa. Sei l’unico che mi fa sentire veramente bene-.
-No, Gwen. Sei tu a rendere speciale ogni giorno della mia vita-.
Un intenso bacio li interruppe. Quello era il sapore del loro amore.
-Ti voglio adesso, Trent-.
La ragazza prese il giovane per le mani e lo condusse sul letto al loro fianco. Si sdraiarono, l’uno accanto all’altra, senza smettere quella strana danza di labbra. Niente avrebbe potuto porre fine a quel momento.
-Non lasciarmi, stammi più vicino-.
Il chitarrista non se lo fece ripetere una seconda volta. Ed insieme si lanciarono nell’esplorazione del loro universo segreto, del paradiso che avrebbero raggiunto di lì a poco.
Gwen percepì ogni carezza sulla pelle nuda come una scossa piacevole ed irresistibile; sentiva che Trent sarebbe stato lì con lei e per lei all’infinito, per calmare tutte le sue paure, le sue incertezze. Per trasformare il buio in luce.
-Non fermarti-, sussurrò gemente al proprio amante. -Restami accanto-.
-Lo farò, Gwen. Non ti abbandonerò mai-.
Altri baci si susseguirono, roventi come non mai. Mille carezze solcarono le braccia ed il ventre della ragazza, in balia di un eccitante turbinio di emozioni. E quando entrambi si resero conto di essere troppo stanchi per continuare, si addormentarono abbracciati, stretti nel loro legame indissolubile.
 
I woke and saw you there
beside me as before
My heart leapt to find you near
to feel you close once more
To feel your love once more

La mattina successiva il primo a svegliarsi fu Trent.
Aprì gli occhi, ancora impastati dal sonno, e contemplò felice la ragazza tra le sue braccia.
“Sei di nuovo qui, al mio fianco. Vicina come prima”.
Era solo un pensiero, ma ogni mattina se lo ripeteva come per rendere le cose ancor più vere di quanto non lo fossero già. A stento era riuscito a credere che Gwen avesse lasciato Duncan per tornare da lui; con difficoltà aveva accettato di riprovare a costruire una loro storia. Ma il tempo aveva dato i suoi frutti e a Trent non rimaneva che ringraziare il Cielo per tutto il bene e l’amore che stava provando.
Nonostante lui e Gwen condividessero da settimane lo stesso letto, ogni volta che si svegliava sentiva un tuffo al cuore sentendola accanto. E finalmente si sentiva in pace con se stesso.
-Sei la mia felicità-, disse piano per non svegliarla. -Non ho bisogno di altro, se tu sei con me-.
Le diede un bacio sulla fronte e la ragazza si voltò nel sonno.
-Buongiorno anche a te-, sussurrò sorridendo.
-Allora avevo ragione-, disse Trent in lieve imbarazzo. -Tu fingi di dormire per sentire di nascosto quello che dico-.
-Fa sempre piacere ascoltare certi pensieri. Continua così, mio piccolo poeta-.
Gwen si strinse al giovane e gli poggiò la testa sul petto: sentire il battito del suo cuore la rasserenava, facendole affrontare la giornata con il piede giusto. Era un rituale che compiva ogni mattina.
 
Your strength has made me strong
Though life tore us apart
and now when the night seems long
your love shines in my heart…
Your love shines in my heart

“Sono fortunata ad averti incontrato”, pensò la ragazza baciando delicatamente il braccio di Trent che la circondava. “Mi hai fatta sentire la persona che volevo essere senza pretendere nulla. Quante altre persone pagherebbero per stare al mio posto? Ma non ti cambierei con nessun altro al mondo. Pensavo di poterlo fare, ma la realtà ha smentito questa assurda supposizione. Solo tu sei in grado di amarmi”.
-Gwen?-.
-Sì?-.
-Ti amo-.
La ragazza sorrise e lo baciò di nuovo, accarezzandogli i folti capelli neri e perdendosi nelle sue iridi verdi.
Ecco cosa le piaceva di Trent, oltre alla sua onestà, correttezza, sincerità e tenerezza: i suoi occhi. Limpidi, puri, trasparenti, capaci di leggere il suo animo come un libro aperto. E le labbra, in grado di articolare esclusivamente buone parole; e la sua voce: calda, avvolgente, che le annebbiava i sensi.
-Ti amo anch’io. E non immagini quanto-, replicò Gwen saggiando la dolce bocca del compagno.
-Non ci separeremo mai più, vero?-.
-Mai. Tu sarai la mia forza ed io sarò la tua-, concluse la ragazza toccando di nuovo il cielo con un dito insieme all’amato.
   
 
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