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Autore: vale_diamond    20/01/2008    2 recensioni
Che succede quando la persona che più ami a questo mondo ti lascia e la tua vita non sembra più avere un senso, un filo logico? Si può ricominciare a vivere e ad essere felici?
____***3° CAPITOLO INSERITO-RECENSITE!****________
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Allora questa è la mia ultima produzione e devo dire che a me piace moltissimo! E’ quasi finita nel mio computer ma per ora ne pubblico solo un primo capitolo perché voglio vedere se piace a voi lettori, in ogni caso sappiate che è qui pronto il seguito!! Per cui, leggete e commentate!!

Note: il nome della protagonista ‘Hiram’ si pronuncia esattamente ‘airam’ mentre quello dell’amica ‘Ramira’ si legge proprio così, ramira. Baciii





MY LIFE WITHOUT YOU






Era una fredda giornata di febbraio, me ne stavo seduta in una delle innumerevoli panchine del campus di Princeton a osservare la gente che passava.
David si avvicinò e senza dire una parola si sedette affianco a me, stette lì qualche istante a fissare il pavimento e ad un certo punto si girò, mi guardò negli occhi e mi baciò. Poi si alzò e se ne andò imbarazzato.
Al momento non ebbi alcuna reazione, non dissi niente, mi godetti solo quel bacio che, pur breve, aveva lasciato il segno.
Non me lo sarei mai aspettata da lui, noi eravamo solo amici, ci conoscevamo da quattro mesi e lui non aveva mai accennato a qualcosa in più dell’amicizia nei miei confronti.
Lasciai passare una notte, dicono che la notte dia consiglio, ma sinceramente non riuscii a trovare altre spiegazioni al bacio se non che lui provasse qualche sentimento per me; non avevo di certo intenzione di andare a chiedergli spiegazioni, se mai sarebbe dovuto venire lui a darmele. Naturalmente non lo fece ma per caso il giorno seguente ci incontrammo in biblioteca.
“Ehi…David…”dissi senza guardarlo negli occhi.
“…Hiram…” mi salutò indifferente.
“Letteratura?”
“No, veramente è per il corso di telecomunicazioni” mi corresse.
“Interessante”
 “Già…”
David sfogliò per un attimo il libro che teneva in mano, poi lo chiuse e guardandomi con sicurezza mi disse:
“Senti, è inutile che io ci giri intorno, ieri è successa una cosa, o meglio ho fatto una cosa, e non posso ignorarla, non più”
“Sono felice che tu ne voglia parlare”
“Sì, ma non qui, c’è gente che studia…”
“Ok, possiamo andare da me se vuoi”
“Va bene, andiamo” disse soddisfatto.
Rimisi i libri che avevo preso al loro posto e poi uscimmo dalla biblioteca diretti al mio alloggio.
Ci sedemmo sul divano della saletta, lui si avvicinò un po’ di più a me e poi mi disse:
“Cosa ti aspetti di sentire da me?”
“Perché? Dovrei aspettarmi qualcosa?…Aspetto solo dei motivi che giustifichino almeno un po’ quel bacio”
“Prima di tutto scusami se me ne sono andato in quel modo, ma ero veramente imbarazzato, non avrei saputo cosa dire. Poi ci ho riflettuto e ho trovato le parole giuste: Hiram, tu mi piaci, e quel bacio mi ha confermato che quello che voglio è stare con te”
“David, io non so cosa dirti…non ho mai pensato a te come a qualcosa in più che a un amico, come a un…”
“…ragazzo?”
“…sì”
“Quindi vuoi dire che io non ti piaccio? Che non vuoi stare con me?”
“Voglio solo dire che ora sono confusa, ho paura di prendere una decisione affrettata perché potrebbe essere sbagliata. Capisci? Vorrei solo rifletterci un po’, non si sa mai che io capisca che stare con te  magari sia anche quello che voglio io, ti chiedo solo del tempo David”
“Quindi pensi che le basi per un rapporto ci possano essere?”
“Ora come ora non penso nulla…”
“Ok, non fa niente, prenditi pure tutto il tempo che vuoi…”
“Grazie”
“Di nulla, ora vado…ci vediamo” disse imboccando la porta “…ah, Hiram, domani ho l’esame di diritto, se vuoi venire è alle 11:00, spero di vederti”
“Ok, se ce la faccio vengo, intanto in bocca al lupo”
“Crepi, grazie…ciao” disse chiudendo la porta.
Mi stravaccai sul divano come se avessi appena finito un allenamento sfiancante e restai lì a fissare il soffitto ripensando a ciò che ci eravamo detti…non potevo crederci: David che aveva una cotta per me? No, impossibile, non il David che conoscevo io, quello timido, chiuso, che se ne sta per conto suo…no! Lui ha solo due veri amici qui a Princeton, amici su cui può contare sul serio e cioè io, Hiram Barnes, e il suo compagno di stanza Justin O’ Connor, non è possibile che lui si sia infatuato di me, la sua migliore amica, è inammissibile!
Qualche minuto dopo entrò la mia compagna di stanza, nonché la mia migliore amica e confidente, Ramira Tagor, era originaria dell’India ma è da quando aveva sette mesi che viveva lì: non si direbbe che non è nata in America se non fosse per i suoi bellissimi e inconfondibili tratti orientali. Lei era così dolce che era  impossibile non esserle amica, io l’adoravo!
“Ti ho portato del caffè , te lo lascio qui sul tavolino, io vado in biblioteca” disse tutta di fretta riuscendo dalla porta e richiudendola dietro a sé. Mezzo secondo dopo rientrò e mi disse guardandomi dubbiosa:
“Tutto bene?”
“Sì, vai pure in biblioteca” le risposi senza troppa convinzione.
“Cosa è  successo? Qualche brutto voto?”
“No, non è quello, ma te lo racconto dopo, ora devi andare in biblioteca a finire di studiare per il test di domani…dai, non perdere tempo con me.” Insistetti.
“Al diavolo il test, ora mi siedo qui e mi racconti tutto”
“Ok.”
“Allora?Che è che ti turba?”
“…David”
“David? Avete forse litigato?”
“No!Tutt’altro,si può dire che sia il contrario”
“Cioè?”
“Mi ha baciata ieri, così…di punto in bianco.”
“Che cosa? Intendi David, il tuo migliore amico? Quel David?…no, non ci credo!”
“Ti dico di sì,si è seduto vicino a me sulla panchina , mi ha baciata e poi è scappato via senza dire niente. Prima ci siamo incontrati in biblioteca e siamo venuti qui a parlare: mi ha detto…insomma che…che gli piaccio,ecco.”
“e tu?”
“Io…gli ho chiesto del tempo, ma non so. D’altra parte cosa avrei dovuto dirgli? Lui è il mio migliore amico, non potrei mai decidere di stare con lui così su due piedi! Rami! Ho fatto bene?”
“Secondo me sì, hai fatto la cosa giusta, Hire”
“Grazie mille, se lo dici tu ne posso stare certa, ti voglio bene, sei la migliore Rami”
“In fatto di dare consigli d’amore?”
“In fatto di amicizia…!”
“Ok, fa lo stesso! Ora però devo proprio andare in biblioteca, ci vediamo dopo, e…non pensarci troppo!” disse uscendo dall’appartamento.
Erano circa le cinque del pomeriggio, così, per non sprecare il resto del tempo a mia disposizione, studiai un po’ di spagnolo e latino. A tarda sera chiusi i libri e mi distesi sul divano dove mi addormentai pochi minuti dopo.
Quella notte feci un sogno che mi chiarì inspiegabilmente le idee: mi trovavo nella stanza di David e parlavo con Justin quando ad un tratto lui entrò nell’appartamento e senza dire nulla si chiuse nella sua camera. Io gli corsi dietro e con una forcina aprii la porta, mi buttai addosso a lui e ci baciammo come se non ci vedessimo da una vita. Poi ci guardammo profondamente negli occhi e lui mi disse: “Questo è quello che voglio” e io gli risposi felice : “E’ quello che voglio anch’io!” e riprendemmo a baciarci.
“Hiram, sveglia! Sono le 7:30, devi andare a lezione fra mezz’ora!” mi urlò Rami dal salotto.
Mio Dio! Era tardissimo! Dovevo ancora lavarmi, vestirmi, preparare i libri della lezione, fare colazione e….rendermi conto del sogno che avevo fatto.
Mi alzai di scatto e corsi in bagno come una disperata, anche se a malapena stavo in piedi da quanto assonnata ero; mi lavai e mi vestii il più in fretta possibile, preparai i libri della lezione di quella mattina e poi guardai l’orologio per controllare di non essere in ritardo: erano le 7:45, avevo ancora un quarto d’ora di tempo per andare a prendermi un caffè e arrivare giusto in tempo alla lezione.
Uscendo dalla porta dissi a Rami:
“Io vado, non penso che tornerò prima di mezzogiorno…ho una cosetta da sistemare!”
“Come sarebbe a dire : “una cosetta da sistemare” ?” chiese perplessa.
“Niente, ti dirò dopo, ciao!…e in bocca al lupo per il tuo test!” dissi chiudendo la porta.
Mentre camminavo diretta al chiosco per prendere il caffè dell’ultimo minuto ripensai al sogno: capii che in realtà nel mio cuore c’era sempre stato un posto speciale per David, un posto un po’ nascosto che prima non avevo mai visto ma ora sì e ne ero convinta. Mi sembrava impossibile che i miei sentimenti fossero cambiati così, da un giorno all’altro, solo con un sogno, ma questo era successo.
 Finito il caffè mi diressi all’aula della prof. Jacobs che insegnava Latino e Greco e siccome io studiavo mediazione linguistica e David scienze delle comunicazioni, le lingue erano la base delle nostre facoltà e perciò ci incontravamo sempre a queste lezioni.
Io presi posto in fondo all’enorme classe e quando vidi entrare David gli feci segno di venire a sedersi accanto a me e lui annuì sorridendo.
Si sistemò nella sedia alla mia sinistra e prese i libri di Latino dallo zaino per sistemarli sul banchetto. Ci sorridemmo solamente, poi la lezione cominciò e io ascoltai, anche se distrattamente ciò che spiegava la professoressa.
“Pssst!!!”  bisbigliò David.
Io lo guardai e lui mi passò un bigliettino che io aprii tra le dita con agilità; c’era scritto:
“Ciao” quando lo lessi sorrisi; scrissi sotto con la matita con le piume indiane che mi aveva regalato mia sorella:
“Ciao David” e glielo passai sul suo tavolo. Fu un continuo susseguirsi di messaggi scritti su quel foglietto, probabilmente un volantino di protesta che gli aveva rifilato qualche ragazzo alla mensa, andò avanti per una decina di minuti:
“Perché mi hai chiesto di sedere qui?”
“Perché volevo che ti sedessi qui…”
“Ah”
“Cosa vuol dire: Ah ?”
“E’ un’esclamazione, c’è  AH ma poi ci sono anche  EH, OH, AHI, EHI…si può dire che tu abbia fatto una scoperta quest’oggi…EH ? ”
“Sei davvero spiritoso! Veramente!”
“A parte gli scherzi, quel “ah” stava per: “Ah! Ora ho capito!” ”
“Senti, questa conversazione, se si può chiamare così, è ridicola! Parliamo d’altro: il tuo esame, sei pronto?”
“Diciamo di sì”
“Vedremo se è vero…”
“Significa che vieni a vedermi?”
“Sì che ci vengo, ti avevo detto che se la facevo venivo, non ti ho mai detto di no! Comunque quello che è successo non cambia niente, tu sei e sarai sempre il mio migliore amico”
“Ma allora hai già pensato a quella cosa, e da quel che dici non sembra che tu voglia darmi una risposta positiva, o no?”
Non gli risposi, primo perché non volevo scriverglielo su un foglietto, secondo perché non ero pronta e non avrei saputo cosa scrivere, e terzo perché non volevo agitarlo prima del suo esame, anche se lasciarlo sulle spine era praticamente la stessa cosa! Così ripresi a seguire la lezione cercando di ignorare le sue sgomitate e  le sue occhiate perché voleva che gli rispondessi.
Quando la lezione finì io partii spedita verso l’uscita senza dargli il tempo di dire una parola e dicendogli solo un:
“Ci vediamo dopo” col dopo inteso come il suo esame.
Prima che arrivassero le 11:00 avevo avuto già altre due lezioni e quindi mi diressi alla sala dove avrebbe avuto luogo l’esame di diritto di David. Presi posto nell’ultima fila delle sedie a disposizione per il pubblico e mi guardai intorno: non c’era nessuno che era venuto a vedere David, neanche Justin, il suo migliore amico. A minuti sarebbe stato il suo turno, lo guardai, lui si accorse e si girò, io gli sorrisi per incoraggiarlo anche se non sembrava agitato. I tre professori seduti alla cattedra della commissione gli fecero cenno con la mano di avvicinarsi per cominciare. Quando iniziò a parlare, quando sentii la sua voce scandire chiaramente le parole degli innumerevoli articoli di diritto che aveva dovuto studiarsi a memoria, mi vennero in mente la sua voce e le sue parole in altre circostanze, quando c’eravamo solo io e lui a ridere e scherzare su qualsiasi cosa. Ci divertivamo un sacco insieme: il lunapark, i pic-nic al parco di Princeton, le gite in piscina, al mare, andavamo dappertutto sempre e solo noi due, come buoni amici e a pensarci bene non riuscivo a capire come avevamo potuto trascorrere tutte quelle giornate insieme senza che accadesse qualcosa tra di noi e come fosse potuto venire fuori solo ora questo sentimento, almeno da parte mia, perché magari lui era da un po’ che non pensava più a me solo come  a  un’amica. Eppure io non avevo nessun ragazzo, né qualcuno che mi piacesse negli ultimi mesi, allora perché avrebbe dovuto aspettare a dichiararsi, perché aspettare a rivelare i suoi sentimenti per me?Avevo mille domande da fargli ma gli avrei chiesto qualunque cosa mi sarebbe passata per la mente dopo l’esame che durò circa una trentina di minuti.
Lo aspettai fuori dall’aula e non appena uscì gli corsi incontro e lo abbracciai.
“Sei stato grande!Hai saputo praticamente tutto!! Come ti sembra sia andata?”
“Sì, è andata bene, ce l’ho fatta a fare un bell’esame nonostante …”
“Nonostante che cosa?”
“…il pensiero fisso che ho in testa…”
“Quale?”
“dai Hiram, lo sai…”
“Ah!Quella cosa di me e te…” era un po’ sorpreso dalla tranquillità con la quale l’avevo detto.
“Già…perché prima non mi hai più risposto al bigliettino?”
“Perché volevo farti soffrire!!! No, scherzo, non è vero, è perché preferisco dirle a voce certe cose” dissi tornando seria.
“Bene, allora puoi dirmele ora queste certe cose…anche se immagino già”
“Non so cosa immagini che io abbia deciso ma quello che ho capito, lo so che è affrettato, che avrei dovuto pensarci bene, perché non si gioca con i sentimenti propri e degli altri, soprattutto se questi altri è un amico a cui tieni molto e a cui vuoi davvero tanto bene, col quale hai passato momenti stupendi, che ricorderai per tutta la vita……”
“Arriva al punto, Hire!”
Non immaginavo che sarebbe stato così difficile dichiararsi ad un ragazzo, pensavo che con David non avrei avuto problemi a parlargli invece non mi uscivano le parole…
“Non so come dirtelo David”
“Non aver paura di ferirmi, se è un no accetterò il no, non preoccuparti”
“Ok ma, se…è un…sì? Come reagisci?”chiesi un po’ imbarazzata fissando la sua espressione felice e sorridente.
“Posso reagire d’istinto?” chiese come impaziente.
“Certo” dissi sorridendo mentre lui si avvicinava a me sempre di più. Mi baciò e per un istante le nostre labbra si incontrarono.
Da quel giorno il nostro rapporto non sarebbe mai più stato lo stesso, ora non ci sarebbe più stato quel solido rapporto di amicizia che ci legava fino a poco prima, ora tutto sarebbe diventato più difficile, più fragile, ma sicuramente mille volte più bello. Ci baciammo ancora, poi ancora e ancora, mi faceva uno strano effetto baciare il mio ex migliore amico, anche se non era corretto definirlo “ex migliore amico” perché io sono sempre stata dell’opinione che in un rapporto il ragazzo è sempre e comunque il migliore amico della ragazza e viceversa.
Ora David era il mio ragazzo, ero felice e sicura della decisione che avevo preso ed ero eccitata all’idea di questa nostra relazione nata in così pochi giorni, una settimana prima non ci avrei mai creduto se una veggente mi avesse detto che presto sarebbe nato qualcosa col mio migliore amico!


....continua...



RECENSITEEE!!!





  
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